Ho telefonato
anzitempo a Kailash, non tenenendo conto
che se non mi rispondeva poteva essere, com’era in effetti, perch’era ancora in
strada con il tuk tuk. Ed in strada l’ho
ritrovato , quando a un suo avviso di chiamata l’ho ricontattato, in sosta presso il villaggio muslim di Manjornagar, da
dove perveniva una musica che mi pervadeva a migliaia di chilometri di
distanza. L’amico era allegro ma aveva un peso sul cuore, dal cui rovello intendeva
sgravarsi, fin dalle sue prime parole che si confondevano nella mia mente
“ Chandu non è
andato a scuola stamane, dopo che l’ho picchiato ed è caduto e ha perso sangue”
“ Non devi
picchiarlo mai, per nessuna ragione, gli ho detto, con tale astio che avrei
voluto interrompere all’istante la telefonata, tacendogli quello che mi veniva
alla mente e alla bocca.
“Che cosa ora non
daremmo per avere vivo Sumit che facevi strillare...”
Gli aveva dato
una pacca odiosa sul retro, mentre sull’autorickshaw faceva ancora storie per
andare a scuola, non già perché non ne
fosse allettato, ma per il risveglio troppo precoce dal sonno.
In lacrime se ne
era fuggito in casa, dove era scivolato nel cortile bagnato, producendosi una ferita lieve all’altezza
del labbro.
“ Ma dopo un
quarto d’ora stava già giocando”,
Kailash cercava di minimizzare.
“ Tu non devi
picchiarlo , ribadivo di rincalzo, per nessuna ragione”, con la morte nel cuore al
ricordo di tutto ciò che la mia immaginazione aveva immaginato di poter
commettere a danno del piccolo, quando rimaneva solo e confidente in mia
compagnia, ed io ero sconvolto
dalla ideazione di attentare a ogni ragione di una vita fallimentare , mia e di Kallu, facendola precipitare nella
mostruosità integrale.
“ Ma a volte
serve, così capiscono ”, replicava
l’amico , con un tono di voce in cui
l’avvertivo per niente convinto di tali ragioni.” Le suore si lamentano
che ogni tanto a scuola s’addormenta...”
“ Come se stesse
sbagliando e così potesse imparare la lezione... Non è forse lui che ha invece ragione ? Svegliarlo alle sette perché sia già
a scuola alle sette e trenta, per restarvi fino ad oltre mezzogiorno...Sono le
suore che esagerano...”
“ Ne ho parlato
con l’insegnante. Ma ci sono anche altri bambini che si addormentano...”
“ Appunto”
A tanta rigidità
eccessiva, mi è dato di supporre, può indurle il rigorismo religioso quanto la volontà di preservarsi
una scuola d’élite, a dispetto
della fannullaggine generale nelle scuole indiane, dove ad addormentarsi in
classe sono spesso gli stessi insegnanti, sempre che vi figurino presenti.
Ma chi meglio di
Kailash poteva ravvedersi ed annuire, risvegliarlo dalla cui letargia diurna per le sue
turbe psichiche, risvegliarlo, con mio grave errore imperdonabile nelle sue
conseguenze scontrose, sino al diverbio fisico,
è stato come stanare nel tremore generale un leone inferocito.
.
Che piuttosto egli si
rivolgesse alla intelligenza già così mirabile del piccolo, per le altre questioni che poneva
nel recarsi a scuola, a causa del suo stesso attaccamento alla figura del padre.
“ Fagli
comprendere che è per il tuo lavoro che non puoi accompagnarlo a scuola ogni volta per il tuo lavoro,
che solo se lavori puoi assicurargli nuovi vestiti, cibi buoni, e kilona, i
suoi giocattoli”
“ Ho già tentato, - mi ha risposto Kailash, sorridendone,- lui mi ha risposto che allora potremmo recarci a scuola entrambi in bicicletta, io con la tua e lui con quella piccola.
Stamattina non voleva
più andare a scuola. Gli ho detto che tu, il baba, avevi già pagato la retta
per l'intero anno. mi ha risposto allora di darli indietro...”
Tanta precocità del piccolo si manifestava stupefacentemente nelle stesse parole in cui l'orientava left o right, nella guida del tuk tuk , al rientro da scuola, verso l'ambito ice cream, al gazebo presso il bacino lacustre che fronteggia il parco di sound and lights.
Ma ogni tono
divertito e compiaciuto dileguava nella sua preoccupazione di averlo ritrovato a mezzogiorno dentro la vasca dell’acqua del cortile, che vi si rinfrescava.
“ Sai che può
succedere , se vi cade dentro e batte la
testa. L’ho ricoperta quasi tutta”
“ E Chandu come
ha reagito?”
“ Mi ha detto che
non si ripeterà”
L’assillo per la
sua sorte è riemerso quando ho ritelefonato a Kailash qualche ora dopo,
con il pretesto di chiedergli quale fosse la taglia delle sue
t-shirt., dato che intendo comperargliene profittando dei saldi. Forse, ha
supposto Kailash, era perchè Chandu e la piccola Poorti hanno seguitato a
lavarsi con l’acqua che ristagna nella vasca,
portandola alla bocca, che recano infezioni alla pelle. Si era già raccomandato con Vimala che provvedesse a
distoglierne i piccoli. Con la moglie aveva parlato a lungo anche di me, in
concomitanza con la rottura di una brocca di plastica. Con le sue paure per i
miei turbamenti mentali e per le le volte in cui io e Kailash siamo arrivati a scontrarci, gli ha confidato che per il resto se ne trovano pochi di baba come me, che ero un buon baba, per davvero, che aveva provveduto e si era preso cura dei
bambini e di ogni cosa che potesse
occorrere e che venisse a mancare nella casa, che in una circostanza del genere avrei già provveduto a rimpiazzare la brocca.
“ Kailash, grazie di ciò che pensate di me a te e Vimala, ma te ne prego, dimmelo, se ritieni che sia meglio che io venga e resti restare di meno in India, se è preferibile che abbia una mia casa separata dalla vostra.”
Talmente la mia mente di se s’impaura.
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