lunedì 7 luglio 2014

talmente la mia mente di sè s'impaura 8 luglio

Ho telefonato anzitempo a Kailash,  non tenenendo conto che se non mi rispondeva poteva essere, com’era in effetti, perch’era ancora in strada con il tuk tuk. Ed  in strada l’ho ritrovato , quando a un suo avviso di chiamata l’ho ricontattato, in sosta  presso il villaggio muslim di Manjornagar, da dove perveniva una musica che mi pervadeva a migliaia di chilometri di distanza. L’amico era allegro ma aveva un peso sul cuore, dal cui rovello intendeva sgravarsi,  fin dalle sue prime  parole che si confondevano nella mia mente
“ Chandu non è andato a scuola stamane, dopo che l’ho picchiato ed è caduto e ha perso sangue”
“ Non devi picchiarlo mai, per nessuna ragione, gli ho detto, con tale astio che avrei voluto interrompere all’istante la telefonata, tacendogli quello che mi veniva alla mente e alla bocca.
“Che cosa ora non daremmo per avere vivo Sumit che facevi strillare...”
Gli aveva dato una pacca odiosa sul retro, mentre sull’autorickshaw faceva ancora storie per andare a scuola,  non già perché non ne fosse allettato, ma per il risveglio troppo precoce dal sonno.
In lacrime se ne era fuggito in casa, dove era scivolato nel cortile bagnato,  producendosi una ferita lieve all’altezza del  labbro.
“ Ma dopo un quarto d’ora stava già giocando”,  Kailash cercava di minimizzare.
“ Tu non devi picchiarlo , ribadivo di rincalzo, per nessuna ragione”, con la morte nel cuore al ricordo di tutto ciò che la mia immaginazione aveva immaginato di poter commettere a danno del piccolo, quando rimaneva solo e confidente in mia compagnia, ed io  ero sconvolto dalla  ideazione di attentare a ogni  ragione di una  vita fallimentare ,  mia e di Kallu, facendola precipitare nella mostruosità integrale.
“ Ma a volte serve, così capiscono ”,  replicava l’amico , con un tono di voce in cui  l’avvertivo per niente convinto di tali ragioni.” Le suore si lamentano che ogni tanto a scuola s’addormenta...”
“ Come se stesse sbagliando e così potesse imparare la lezione... Non  è forse lui che  ha invece  ragione ? Svegliarlo alle sette perché sia già a scuola alle sette e trenta, per restarvi fino ad oltre mezzogiorno...Sono le suore che esagerano...”
“ Ne ho parlato con l’insegnante. Ma ci sono anche altri bambini che si addormentano...”
“ Appunto”
A tanta rigidità eccessiva, mi è  dato di supporre, può indurle il rigorismo religioso quanto la volontà di  preservarsi  una scuola d’élite,  a dispetto della fannullaggine generale nelle scuole indiane, dove ad addormentarsi in classe sono spesso gli stessi insegnanti, sempre che vi figurino presenti.
Ma chi meglio di Kailash poteva ravvedersi ed annuire, risvegliarlo dalla cui letargia diurna per le sue turbe psichiche, risvegliarlo, con mio grave errore imperdonabile nelle sue conseguenze scontrose, sino al diverbio fisico,  è stato come stanare nel tremore generale un leone inferocito.
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Che piuttosto egli  si rivolgesse alla intelligenza già così mirabile del piccolo,  per le altre questioni  che poneva  nel recarsi a scuola,  a causa del suo  stesso attaccamento alla figura del padre.
“ Fagli comprendere che è per il tuo lavoro che non puoi accompagnarlo a scuola ogni volta per il tuo lavoro, che solo se lavori puoi assicurargli nuovi vestiti, cibi buoni, e kilona, i suoi giocattoli”
“ Ho già tentato, - mi ha risposto Kailash,  sorridendone,- lui  mi ha risposto che allora potremmo recarci a scuola entrambi in bicicletta,  io con la tua e lui con quella piccola.
Stamattina non voleva più andare a scuola. Gli ho detto che tu, il baba, avevi già pagato la retta per l'intero anno. mi ha risposto allora di darli indietro...”
Tanta precocità del piccolo si manifestava stupefacentemente nelle stesse parole in cui l'orientava left o right, nella guida del tuk tuk , al rientro da scuola, verso l'ambito ice cream, al gazebo presso il bacino lacustre che  fronteggia il parco di sound and lights.
Ma ogni tono divertito e compiaciuto   dileguava  nella sua preoccupazione di averlo ritrovato a mezzogiorno dentro la vasca dell’acqua del cortile,  che vi si rinfrescava.
“ Sai che può succedere , se  vi cade dentro e batte la testa. L’ho ricoperta quasi  tutta”
“ E Chandu come ha reagito?”
“ Mi ha detto che non si ripeterà”
L’assillo per la sua sorte è riemerso quando ho ritelefonato a Kailash qualche ora dopo, con  il pretesto di  chiedergli quale fosse la taglia delle sue t-shirt., dato che intendo comperargliene profittando dei saldi. Forse, ha supposto Kailash, era perchè Chandu e la piccola Poorti hanno seguitato a lavarsi con l’acqua che ristagna nella vasca,  portandola alla bocca, che recano infezioni alla pelle. Si era  già raccomandato con Vimala che provvedesse a distoglierne i piccoli. Con la moglie aveva parlato a lungo anche di me, in concomitanza con la rottura di una brocca di plastica. Con le sue paure per i miei turbamenti mentali e per le le volte in cui io e Kailash siamo arrivati a scontrarci,  gli ha confidato che per il resto se ne trovano  pochi di baba come me,  che ero un buon baba, per davvero,  che  aveva provveduto e si era preso cura dei bambini e di ogni  cosa che potesse occorrere e che venisse a mancare nella casa,   che in una circostanza del genere avrei  già provveduto  a rimpiazzare la brocca.
“ Kailash, grazie di ciò che pensate di me a te e Vimala, ma te ne prego, dimmelo, se ritieni che sia meglio che io venga e resti restare di meno in  India, se è preferibile  che abbia una mia casa separata dalla vostra.”

 Talmente la mia mente di se s’impaura.

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