Oltre l ingresso nel parco dei
templi occidentali di Khajuraho, è una visione di tale sublime trascendenza te/ale
il tempio Lakhsmana
che ci appare poco oltre sulla nostra sinistra, , il primo dei grandi templi in uno
stile architettonico che è valso come paradigma di quello dei templi dell
India centrale, ma che era del tutto eccezionale per i suoi tempi, In sua virtù in
virtù del quale cui nel cui
stile architettonico il grande sovrano Yasovarman della dinastia dei Chandella
, tra il 930 e il 950 d. c. intese volle
contraddistinguere l’elevazione di elevare Khajuraho
al rango di capitale religiosa del suo
regno di recente formazione, a seguito dell’affrancamento della propria
signoria feudale da quella dei sovrani
antecedenti, i Pratihara di Kannauji. Tale esito d'esordio è già di tale sublime
trascendenza nella sua sopraelevazione, su di una vasta piattaforma sino al pinnacolo in
cui culmina l'ogiva del sikhara, verso l’
assoluto d’origine cui essere di ritorno, su di una vasta piattaforma sino al pinnacolo in
cui culmina l'ogiva del sikhara,che in essa finisce assorbita
la realtà architettonica del complesso di edifici di culto interconnessi di cui
il tempio è l’epicentro, l' insieme di edifici di culto interconnessi,
prescindere dai quali obnubila la comprensione della sua eterodossia/ innovatività dei / rispetto ai attuativa di canoni che anche per esso restavano vigenti, in ciò che
ne adempi in ultima istanza vincoli paradigmatici od in quella esteriore
ne fu inadempiente vi si risolse nei suoi vincoli paradigmatici
e vi rimase irrisolto. attinenza a canoni di cui
esso sembra inadempiente, se ci si attiene alle sue sole vestigia esteriori.
Il tempio Laksmana, in onore
di Vishnu nella sua manifestazione Vaikunta, è infatti eminente su
quattro tempietti situati agli angoli della piattaforma, con i quali
forma una costellazione penta-templare o panchayatana, e lo precedono un
piccolo tempio non sa più se in onore di
Laxmi, o di Garuda, ovverosia
se fosse dedicato alla consorte divina o al veicolo animale di Vishnu, ed un
padiglione che alberga la raffigurazione zoomorfa di Varaha, l incarnazione di Vishnu
nel cinghiale che diede salvezza alla terra dalla sua sommersione
nelle acque oceaniche, con cui il tempio Laksmana è tutt uno. Gli è inoltre contiguo il tempio Matangherswara, shivaita, forse
un monumento
funerario postumo in spoglie forme più arcaiche, che si presume
possa essere stato eretto in onore del figlio di Yasovarman,
Dangha, ed incentrato tuttora sulla venerazione del
dio tramite l’icona del suo splendido lingam..
Su di essi la mole
più grandiosa del tempio Lakshmana , composta in elevazione dal basamento dell’adihshthana,
dal jangha delle pareti schiuse in finestre
balconate, dall intermittenza canonica delle
modanature di una verandika, costuita nel Lakshmana dalle modanature di due
kapotas rettilinei l'uno ornato di rombi diamantini, l'altro di croci perforate
o kunjarakshas, nelle sue elevazioni ulteriori staglia
il profilarsi dei picchi del monte Meru, asse del mondo e dimora degli dei, così come in essi
culminano le sovrastruzioni, degradanti solo per risalire al culmine di una cima più alta,
di una atrio d’accesso, l’ardhmandap, una sala, il mandap
, una ancora più grande con transetti,
tutte aperte in una finestra balcone,
le quali
precedono il santuario vero e proprio della cella del dio,
anticipato dall vestibolo dell’antarala, e fronteggiato all
esterno dall' antefissa dii
un sukanasika. Tale sanctum,
il garbagriha, è aggettante /articolato in tre
transetti, due laterali e uno posteriore, e
lo sormonta l'ogiva della vetta superiore del sikhara, cui risalgono delle sue repliche minori, o
sringasm, così le sale sono sovrastate dalle piramidi a gradoni di phamsanas, replicate
e miniaturizzate a loro volta dalle coperture a loro volta piramidali di tanti tilakas, delle
edicole elevate a tempietti sui loro fronti..
Se per assumere la necessaria profondità di prospettiva
storico-architettonica, da una visione frontale ci si defila ad una laterale,
che ci consente di vedere il tempio principale
stagliarsi sui due tempietti che lo affiancano sul lato settentrionale,
essendo il Lakshmana volto ad oriente, ci è dato
preliminarmente di coglierne al meglio il profilo mirabile in
piano ed in elevazione, e di intenderne la continuità e la sua soluzione
rispetto ai due templi minori, che non ne sono un semplice accompagnamento, ma i depositari
del canone invalso nella antecedente tradizione architettonica templare, cui
nella sua grandiosità superiore gli
architetti del tempio * professarono un persistente rispetto, sia pure con le
licenze di un differimento attuativo dislocato all'interno delle vestigia
templari, come
rimarcheremo. di seguitare ad attenersi persistere nell’attinenza ,
pur ampliandone e ingigantendone i termini in forme esteriori che appaiono
eluderli..
In essi si ripetono infatti,
integralmente, le forme consuetudinarie di cui sono evocativi dei templi Pratihara della regione circostante , pur se in modi più scontati e disadorni spogliate
di ogni loro incantevole preziosità ed
incantevole fastosità dettagliata/ minuta di dettagli, nei
modi più scontati su di essi il
tempio Lakshmana svettando impervio, così come sui
sovrani Pratihara di Kannauj
i nuovi sovrani Chandella , già loro feudatari,
erano giunti ad affermare la loro supremazia,
la stessa che sui templi agli angoli della piattaforma celebra il tempio Lakshmana svettandovi impervio, pur in una
trasmissione di consegne canoniche cui arte e potere seguitano formalmente ad attenersi.
Quali siano tali consegne le contrappunta il controcampo della visione del tempio
centrale rispetto a quella delle vestigia dei tempietti agli angoli, in
cui è più agevole individuarle, così come vi risultano formulate nei termini
più chiari ed elementari del loro tramandarsid’obbligo sotto la dinastia Pratihara.
Essi semplicemente consistono, infatti, del santuario del garbagriha,
di un’anticamera breve, o antarala ( “ intervallo) ,
e di un portico d’entrata, l ardhmandapa, mentre in elevazione si articolano in un basamento,l ’adisthana,
nelle pareti del jangha, scandite dagli aggetti
di cinque proiezioni, dall’intermezzo
delle modulazioni modanate di una verandika, che ha
il suo esordio in una ghirlanda floreale, o pushpa-mala,
e da un sikhara di guise Latina., ossie senza appigli vari di proprie
repliche, di sorta, nelle sue rampe ascendenti di cui si fascia, tramate come grate
vegetative di archi carenati gavakshas.
Al pari di ogni parete del jangha ( o “ stinco”, un termine che ci ricorda le guise
antropomorfe del tempio hindu), il sikhara stesso è
scandito da cinque fasce in rilievo corrispondenti, secondo la formula del
paradigma pancharatha
che ad esso presiede, che contempla un ratha centrale, il
bhadra, ed un pratiratha e un karna d'angolo per lato.
Tra tali proiezioni, nel sikhara
quanto nel jangha, ha maggior rilievo quella centrale, il madhya lata superiore e il badhra parietale, in cui si concreta in un carro
cerimoniale scultoreo recante una soltanto, o più immagini divine, la
pulsione emanativa verso l'esterno del mondo,
in cui la sua potenza si manifesta, del dio interno alla cella interna
del garbagriha, la cavità dell
utero germinale del cosmo, della cui propulsione radiante il tempio è un
facsimile*esemplare. La supremazia della valenza divina della
immagine del badhra è avvalorata dalla nicchia
in cui è installata, la cui prominenza
esalta ravvicinatamene al fedele la divinità che si irradia dalla casa utero
del tempio L’edicolarità della stessa kapili esterna del vestibolo dell’antarala
la fa seconda solo al badhra, nella sua epifania, Essa
fa seconda a se stessa, nella sua epifania, l’edicolarità della Kapili esterna del vestibolo dell’antarala, ad essa subordinando quella di ogni altra proiezione. In quelle d’angolo sono insediate d’ordinanza d’ordinanza che siano insediate le divinità tutelari del
tempio, i dikpalas, in corrispondenza delle otto
direzioni cardinali, e nelle proiezioni intermedie o prati-rathas,
così come era un dato invalso che nelle proiezioni intermedie si delineassero surasundari In quelle d’angolo, o karna-ratha secondo un ordinamento cardinale
codificatosi nel tempo e tutt'altro che eternitario, ancora lacunoso ed incerto nei suoi
esordi, quali li si possono ravvisare nei templi pratihara
dei remoti villaggi di Amrol, Dang, ( Gwalior, Bhind Districts) , figurano
le divinità protettive del tempio nelle otto direzioni
principali, a iniziare da Sud est Indra, indi Agni, Yama, Nirriti, Varuna,
Vayus, Kubera e Isana, mentre nelle proiezioni intermedie sono installate le
ninfe apsaras, leogrifi vyalas, o sardulas, quali simboli di forze pulsionali
o della nostra natura animale da domare, figurando invece nei recessi. , di
rango celestiale inferiore.
.
Rispetto ai templi Pratihara
delle regioni circostanti era invece a quell'epoca l’aggiornamento di una novità figurativa,(
in termini invero concordatari con i templi meridionali del Rajasthan,
quali quello in Jagat, e dei Kachchhapagatha
in Kadwaha eo Surwaya, o dei Kalachuri in Nohtha e Maihar, or è difficile a
dirsi quanto emulativi o via via vicendevolmente
emulati,), l’alternanza, che si ravvisa nei templi d’angolo panchayatana
del Lakshmana ,
di ninfe celestiali nei pratirathas
intermedi, con vyalas -sardula
nei recessi, come a iniziare da questi tempietti in Khajuraho
diverrà canone fisso d’ogni tempio ulteriore, il più delle volte
abbinando con coppie erotiche umane i leogrifi
Ad ulteriore residua differenza rispetto ai
templi Pratihara, nei templi sussidiari del Lakshmana è
consolidata la sopraelevazione, che nei
templi suddetti ugualmente sopravanza, delle modanature della vedibandha, khura, kumbha, Kalasa, non che una kapota ulteriore, intervallata nei nostri tempietti
intervallata dalla perforazione crociata di una kunjaraksha,
, su di una pitha di modanature sottostanti, che a
iniziare sublimememente dallo stesso Lakshmana, con esiti così splendidi e sontuosi da restarvi
ineguagliati, nei templi di Khajuraho ulteriori
diventeranno i due ulteriori livelli di zoccolo e plinto, su cui la vedibandha si ergerà a podio sublime. o ancor più elevata o alla sua stessa altezza, il balcone
nei suoi fregi e comparti di rajasena, vedika, asanapatta, kaksasana, non meno sfarzosi.
Ma prima ancora di risalire da tali templi
sussidiari al tempio centrale, e necessario risalire ad essi dalla piattaforma jagathi , per intendere prima ancora che a quale realtà superiore essi ci elevano, su quale
realtà si elevino, in cui eppure il divino ci fa di sé partecipi.
E ' un
autentico perikrama deambulatorio, talmente lunga ne è la
peregrinazione, che per il devoto dell'epoca è dato supporre fosse una
novità grandiosa rispetto all orizzonte delle sue aspettative, innanzitutto in
quanto presentava esso stesso, a incremento della propria altitudine,
un'adhishthana alla stregua del tempio. La compongono un bittha decorato con
volute e petali di loto, un jadhya kumbha fregiata di takarikas, un pattika
ornata di ardharatnas, prima delle modanature caratteristiche della vedibhanda,
kura, kumba, kalasa, cui fa seguito il recesso dell'antarapatta del suo gran
fregio che celebra il divino nella potenza naturale animale e vitale, un kapota
con takarikas e gagarakas ornamentali, un pattika di cui tamala patra che
stilizzano il fogliame del *, sono il motivo ornamentale ....
su tale
adhistana spioveva inoltre una balaustra, di cui a tratti sono
ravvisabili e ricomponibili i resti, di rajasena, con immagini di vidyadharas,
divinità, nagas, asceti e musici e danzanti, di vedika abituale di pilastrini
intervallati da lastre phalakas nei recessi, gli uni , con un capitello
sormontato da kuthas piramidali costituiti di tre pidhas coronati di gantha,
amalaka, kalas, le altre di udgamas formati da due takarikas, asanapatta e
kakshasana, con pilastrini a guisa di bambu alternati a tabulati piani.
Lungo il
recesso dell'antarapatta la fascia di scene di vita celebrano l'esistenza umana ed animale al culmine delle sue intensità Si tratta delle
scene lungo la piattaforma in cui l’esistenza è
rappresentata, nella sua pienezza vitale, come certame o finanche agone
di vita e morte tra umani ed animali, nel parossismo del furore del
duello mortale senza scampo quale strepitosa attività sessuale, nella sua stessa bizzarria zoofila, od esplosione di frenesia irresistibile di musica e danze, nella sua enfasi,
dispiegata o raccolta, di celebrazione rituale o parata o marcia od onoranza
munifica. Ne sono espressione la caccia animale, di cinghiali o cervidi. la ridda
tra elefanti impennantisi, il duello tra combattenti all ultimo sangue, sfilate
militari o avanzate di guerra, nel loro volto di gloria di
parate militari di combattenti ed animali -elefanti, posti anche tra loro
in lotta, su elefanti e cavalli e rari cammelli, ,o processioni che recano
onore e donativi a guru spirituali. o maestri di musica e danze, che attendono
a cerimonie matrimoniali. E' un repertorio tragico- festoso di
scene fastose di vita , nel suo acme, cui attingere il divino, in
prima istanza, al colmo del suo farsi
energia vitale diffusa nel mondo, ritualmente recepita e trasmessa dispiegata
nel mondo, ritualmente raccolta e trasmessa..
Risalendo la piattaforma i tempietti ci volgono
la loro entrata , in funzione sussidiaria del tempio,
come ben dice Krishna Deva, per consentirci quella prossimità alla
divinità trimurtica , nelle sue manifestazioni
primarie, da cui ancora ci
lascia a distanza la pradakshina
intorno alle vestigia esteriori, del tempio tempio, in ciò che si offre alla nostra
visualizzazione lungo le pareti del tempio,
Infatti
la novità ulteriore che il tempio Lakshmana riservava ai fedeli , anche
rispetto ad altri templi multi-yatana grandiosi come quello di Patari Badoh, era che al pari solo di un tempio minore quale
quello di Urvara , non lontano da Mahoba, prospettava un'ascesa ulteriore per
risalire all'ingresso del tempio centrale, che era stato sopraelevato di
parecchio nel suo piano di calpestio rispetto a quello della jaghati della
piattaforma, da un'adishthana di un'imponenza sontuosa e solenne quale nei
templi a noi giunti dell India centrale non trova riscontri.
La
costituiscono un bittha piano liscia ed uno successivo decorata di volute, un karnika,
ancora un bittha ornamentato di una perlinatura e di petali di loto, un jadya-
kumba in cui ricorrono tamala-patra e takarikas, un recesso abbellito del
motivo delle croci traforate kunjarakshas, una grasa pattika, a reggere con il
tempio l ordine cosmico una splendida gaja pitha di elefanti allineati
sdraiati fiancheggiati da mahauts o da coppie, Intenti a reggere il cosmo di
mondo inferiore acquatico, terra e cielo,*****, un kapota recante takarikas e
gagarakas *, ed il podio, alfine, di kura, kumbha con un grasa pattika per
madhya bandha, kalasa, il fregio recessivo di un antarapatta che con elefanti e
devoti mischia gruppi erotici e scene di vita quotidiana, ancora due kapotas
decorati di ardharatna l uno e di takarikas l altro.
Secolarizzazione
del sacro o sacralizzazione del secolare che fosse al contempo,( come nel
tempio Maladevi di Gyaraspur,) ciò che si prospettava quindi al devoto di non
meno inusuale era la parificazione del santuario e del resto del tempio
non solo nel loro adhisthana , ma nelle stesse pareti di fondo o nelle
proiezioni delle loro sezioni centrali che sull'adhishthana erano
state sopraelevate, quali finestre balcone con kaksasana spiovente,
e sporte a transetto in santuario e mahamandapa.
In esse
altro sfarzo glorioso abbellisce il tempio quale dimora divina., nella rajasena
che in nicchie inframmezzate da pilastrini e perforati recessi, reca scolpite
nicchie di atlanti e di vidhyadaras, che al pari degli elefanti lungo l'adhishtana,
con le mani si sforzano di reggere l'apparato superiore, la vedika di pilastri
alternati a lastre, gli uni sormontati da edicole tilakas ultimate di tre pidhas
e del coronamento di ghanta, amalaka e kalasa, gli altri di udgamas
fiancheggiati da vidhyadharas volanti, l'asanapatta oltre una fascia di petali
di loto, il kakshasana decorato di volute
Non solo
così il devoto è posto all'altezza di un basamento e di balconi a spiovere che
assimilavano il santuario alle sale d'accesso, ma quale
ragione primaria dell'intera predisposizione esteriore del tempio, che le quinte
fossero quelle del portico d'accesso o quelle d'involucro intorno al garbagriha, erano sovradeterminate a equivalere ciascuna come(
sussunte a ) fondo di un' edicola di uno stesso ciclo, quello delle nove
immagini di Ganesha
e Durga Ksemankari alla
testa ed al seguito del corteo di sette delle nove divinità planetarie, non
solo, ma parificando esteriormente di forma quelle del santuario e quelle
del mahamandapa,
a segnalare la cui differenza interna di
funzioni permane la contrapposizione
esterna delle coperture e la sua miniaturizzazione, nel tempietto piramidale e
quello concluso da un sikarika che si fronteggiano all altezza della kapili. In cui
santuario e mandapa si congiungono.
Tali
edicole si stagliano sull'adishtana all'altezza del podio del vedibhanda,
sopraelevandosi nel loro frontone, e sono intervallate, lungo il grasa pattika
che funge da madhya bandha dellla modanatura del kumbha , da nicchie minori al
di sotto dei balconi e da altre di dimensioni maggiori in corrispondenza delle
facce esterne delle proiezioni, su cui i frontoni degli udgama si prolungano
fino a raggiungere il kapota terminale del basamento del tempio.
L
eminenza che conferisce purtuttavia risalto e rango superiore a
mahamandapa e santuario rispetto a portico d'entrata e mandapa, è il
corredo di statue assolutamente uniforme/ isomorfo che su più ordini vi
affianca la proiezione del balcone nei transetti, ma così
assimilando all esterno maha mandapa e santuario (omologando all'esterno/
conferendo vestigia simili a /mahamandapa e santuario)
In esse,
costituendo due ordini di statue su piedistali, separate da pattike (una
pattika inferiore di vidhyadharas e un grasapattika ) e sormontate da un
fregio di tamalapatras, che le separa da rilievi incorniciati di scene di festa
su cui si ergono deifrontoni di udgamas difformi, ora allungati ora dilatati,
nelle proiezioni pilastriformi si succedono immancabilmente un Shiva in
subordine e Vishnu sovrastante, ai lati di un apasara per parte , mentre nei
recessi è la volta di coppie o gruppi umani e di vyalas,. Ed è assolutamente
identica la serie di proiezioni di santuario.mula prasad e di mahamandapa, con
due fasci di statue a guise di upabhadra di fianco ai balconi, in cui
compaiono divinità nagas, una proiezione .d'angolo esterna in
funzione di karna , una interna appiattita (sollevare dal disbrigo)sul risalto della kapili
in cui compaiono i celebri pannelli erotici del tempio, In essi, ****
attraverso la virtù della coppia discernente rispetto a a quella irretita
nella maya nell'ardore sensuale come chi se ne distoglie per
appagarsi sessualmente da solo, si celebra l’elevazione dalla partecipazione
erotica a quella ascetica al divino, cquale la manifestano i sadhu
penitenti dintorno ad Agni.
Il jangha
delle pareti del santuario, in tale sua identità formale con quello del maha
mandapa, eccezionalmente è così sollevato dal disbrigo della corrispondenza
pancharatha delle sue proiezioni o rathas con quelle latas del sikhara,
Infatti la finestra balcone che campeggia al loro
centro , nelle pareti del santuario ha a se sussunto
il badhra centrale, mentre solo l omologo di un
bhadra ratikha compare nell edicola del navagraha installata sul vedibhandha
anzichè com'era di norma all altezza del jangha, e tale è l' ampiezza relativa
della finestra balcone ,che non riserva spazio che ad un upabadhra
contigua, e ad un solo karna esterna vero
e proprio, sul versante interno essendo l'equivalente del karna
appattita, come s'è rilevato, a estensione e rilievo del risalto della kapili con i suoi gloriosi già magnificati pannelli
che attraverso la virtù della coppia discernente celebrano l’elevazione
dalla partecipazione erotica a quella ascetica al divino.
Cosi, in assenza di un pratiratha,
l urah manjari
al centro del sikhara, esso solo in effetti pancharatha, all'esterno del tempio, nelle sue tre
proiezioni centrali raccoglie la tensione ascendente del badhra
rathika, del frontone della finestra balcone e
degli upabadhras che la contornano, di cui i due sikarikas
per lato adiacenti all
urah manjari sono il culmine in cui volgono al termine . come i due sikharikas ulteriori lo
sono dei karnas..
Non solo,
ma chi nella pradakshiuna esterna movesse
dall orizzonte d'attesa di un tempi hindu tradizionale
, a seguito di tale uniformazione dei janghas di santuario a quelli del mahamandapa - che
nelle pareti esterne del santuario
alla scansione pancharatha del sikkhara ne faceva corrispondere alle viste attente
di un architetto shastradarhi una al più tri-ratha,
- le sue aspettattive devozionali
comuni sarebbero andate deluse dal rinvenimento centrale di un'edicola alla
stessa stregua, nelle sue manifestazioni numinose, di ognuna delle
altre delle pareti del tempio, in luogo
di un bhadra ratika che fosse la emanazione radiante eminente del dio del
tempio, e non avrebbe rinvenuto karna d’angolo con i dikpalas, quali reggenti delle proprie e delle sorti
del tempio.
(E da presumere che così avvenisse, perché
secolarizzandolo, fosse ulteriormente graduato e accompagnato, il rapporto del
fedele con il divino, nel suo farsi partecipe delle sue manifestazioni pur
sempre fisiche e mondane, planetarie, dopo che sublunari.
La cortina esterna del tempio, nel suo
dispiegamento parietale, è un tramite ulteriore rispetto al divino, che nella
piattaforma è ancora involuto nella sensorailità e da
essa evolventesi, prima che oltre il
podio, per una nuova rampa ascendente, ad esso ci si possa più ancora
elevare nell’accesso al tempio e alle sue pareti e ricettacoli interni, o nella
comune erta visiva del vertice comune del sikhara )
Così si
spiega come l'elevazione ulteriore del devoto all interno del tempio, nel
Lakshmana come nel tempio antecedente ad esso più affine, il Maladaevi di
Gyaraspur, dovesse contemplare ciò che non aveva assolto il tempio al suo
esterno, per il tramite di una conformazione del santuario ugualmente
sandara, in cui un corridoio consentisse la circolazione
deambulatoriale intorno alle pareti u del santuario interiore, così assicurando il reintegro del tempio hindu
della tradizione paradigmatica pancharatha, in un badhras per ogni parete il
cui badhra rathikas albergasse delle manifestazioni del dio del tempio,
pratirathas con ninfe celestiali e e karnas con i dikpalas cardinali, secondo il
canone prescrittivo dei templi d'angolo del complesso panchayatana del
Lakshmana. sussidiari del suo inadempimento nel jangha esterno del tempio- e
ripreso in continuità con il jangha invece del santuario all interno del
tempio, dallo slancio ascendente terminale del sikhara.
I
Phamsana piramidali che lo precedono, uno per ogni mandapa,
sono l uno la replica dell'altro, in dimensioni crescenti con il
procedere dal portico d'entrata al mahamandapa oramai in prossimità
della sommità del sikhara e presentano intervallati da recessi a
scacchiera, più ripiani, o pidhas, da un massimo di otto a un minimo di cinque,
decorati di takarikas e ai termini estremi dei quali si può cogliere un naga in
devota anjali. Un pidhana phalaka in guisa d'abaco fa da supporto al loro
coronamento, oltre il collo del griva, di gantha-campana, amalaka, chandrika e kalasa
e vijapuraka.
Li
precedono, su tutti i fronti, in particolare nei transetti, o parsva-alindas,
nicchie allineate in serie e fiancheggiate dalla miniaturizzazione frattale dei
tetti phamsana in edicole -tilaka, di sei pidhas e coronate anch'esse da mini-ghanta,
amalaka, chandrika e kalasa, con la variante, nel mandapa, che di lato alle
nicchie sono le repliche frattali dei balconi in kaksha. kuta, che reggono i
pidhas e i loro pinnacoli. Su tali nicchie ove coppie di dei in quelle
centrali sono affiancate da attendenti femminili e mithunas o vyalas terminali,
si sovraergono udgama ( o simha-karnas)di archi chaitya gavaksha carenati, ,
che da sei nei transetti, si riducono a tre e a due nel mandapa e
mukamandapa, sicchè anche i frontoni sono repliche decrescenti l uno
dell'altro, ed hanno un loro corrispettivo nell'antefissa del sukanasa, ove la
serie di udgama sormonta un Vishnu quadrumane ed è sovrastata dal leone con
guerriero sfidante della gloria dei Chandella.
A
rendersi più sfarzosi gli udgamas soprattutto dei transetti di santuario e mahamandapa, sono vidhyadaras impigliati nelle loro circonvoluzioni superiori,
makaras e sanka o sikarika nei viluppi interni.
Ove tali
frontoni hanno termine nel distaccarsi dai loro udgamas degli urah sringa del
sikhara, oltre un recesso che alberga nicchie di coppie divine o di terne
celestiali, e dato vedere stagliarsi dei Garuda possenti , l uno barbuto ,
l'altro con un serpente nella sua mano sinistra, a fianco del lato occidentale
dell urah-sringa a sud, che guarda al tempio Matangheswara. nel lato
meridionale ed occidentale dell urah sringa posteriore volta a occidente.
(In realtà il tempio hindu
della tradizione paradigmatica pancharatha, lo
ritroviamo preservato integro nelle sue scansioni parietali, e nelle proiezioni
del divino che contempla in badhra e karnas dei dikpalas
cardinali, superata la sconnessione
esterna tra Sikhara
conforme e Jangha altrimenti concepita, all interno, nelle pareti del jangha
del santuario, ove come nei tempi
sussidiari 5 sono i rathas, quello del badhra è una duplice manifestazione vishnuita
del dio del tempio, e nei karnas d’angolo sono
effigiati i dikpalas cardinali.
Così
intesa la concezione architettonica del tempio Lakshmana, è possibile la più
libera fruizione della sua bellezza spirituale, nel suo avvenirismo e nei suoi
arcaismi, preavvertendo soltanto che ad ogni tentativo di
sistematicizzarla filosoficamente, magari come pur mirabilmente ha
intrapreso Devangana Desai, nella espressione architettonica del sistema
tantrico vishnuita Pancharatra, al seguito del l'effige del dio Vaikunta
traslato al suo interno opporrà fino all ultimo le resistenze e di un'opera che
è anche di maestranze incolte di cantiere, e della sublimità propria
dell'arte e della religione più alte , che è la virtù magnifica di far
coesistere insieme ciò che è più spirituale e più materiale, l'amore e l
escremento, l uno ad espressione dell'altro, la germinazione ancora
immanifesta del Principio e del divino, con la scimmia che svela il sesso
di una ninfa intenta a contemplarsi in uno specchio., ancora lungo le
pareti del garbagriha.
L’ingresso del tempio di cui si fronteggia l'adito, ora ci
si schiude in un magnifico makarana torana, nei suoi due festoni che
eruttano dalla bocca di due coccodrilli che un milite barbuto armato di spada
forza ad emanare.
lungo i festoni ricorrono vidhyadaras singoli o in coppia
che recano ghirlande o brandiscono spade, danzano o suonano strumenti
musicali. alle giunzioni dei festoni da bocche di kirtimyukka pendono
gagarakas.
Makara torana ricorrono in khajiraho ulteriormente solo nei
templi kandarya e Javari, e sono la traslazione pietrificata delle frasche o fronde
ricurve che nei templi hindu lignei celebravano la transizione purificatrice
dalla temporalità mondana esteriore all eternità trascendente che ci unifica al
dio del tempio.
Nella nicchia sovrastante del frontone anteriore del mukamandapa
sarebbe dato di attenderci Vishnu , sul dorso del fedele Garuda, o quale
Narayana con la consorte Laxmi.
E' invece insediato Surya, come è dato di ravvisarlo dalla
sua postura rigidamente eretta. con Danda e Pingala ai lati, Usha antistante ai
suoi piedi. La sua divinità solarein Khajuraho primeggia per le sue virtù
simbiotiche della Trimurti , che ne sicretizzano i culti specifici,
soprattutto nella manifestazione onnipersaviva vishnuita della Trinità indiana.
Anche solo in questo complesso è dato ritrovarlo, oltrechè
nel frontone del tempio, in esso accampato, retrostante,
nella nicchia di sua spettanza quale navagraha ch’è affissa al transetto
posteriore del santuario, nei bhadra ratikas sempre posteriori dei tempi sussidiari
meridionali, nella trabeazione del lalata bimba della fronte del tempietto dei
due sito nell’angolo di nord ovest adiacente al Matangheswara , sempre ad
oriente, od occidente, mai ad ovest o a est
Nella nicchia del frontone del mukamandapa volto a
sud, gli attributi concomitanti di un trisula shivaita e di un lchakra
vishnuita inducono a identificare il dio che vi è effigiato in Harihara, che di
Vishnu e Shiva è la divinità composita.
Lo sruk, il cucchiaio dei versamenti dei sacrifici
rituali e il libro che reca la divinità insediata nella nicchia al centro
del frontone contiguo del mandapa, insieme con gli attributi del rosario
akshamala e della brocca del kamandalu, la contraddistin gfuono come Brahma
barbuto e panciuto.
L'equilibrio tra le manifestazioni plurime della trimurti è
ristabilito appieno nei frontoni opposti, ove al Brahma barbuto e pingue se ne
contrappone un'immagine senza barba, e alla interpenetrazione Harihara di Shiva
e Vishnu fa da pendant quella tra lo stesso Shiva e la sua consorte Parvati
nelle sembianze di Ardanarishvara, con uno specchio femminile e il
trisula maschile, l'acconciatura jata mukuta della crocchia dei capelli del dio
e la tiara della dea.
Sottostante l’apertura del balcone e insediato nell edicola
sovrapposta all’adhishthana, è Ganesha che ci invita a percorrere l’iter
ruotante intorno all’asse cosmico che il tempio simboleggia nel suo originarsi
dal punto sommitale ed elevarsi fino ad esso, lungo l’asse ideale che lo
raccorda alla divinità del tempio nella sua cella, che i navagrahas hanno
appena concluso per riprenderlo di nuovo sotto la sua guida.
Si susseguono quindi, nelle edicole all'altezza dell'adhisthana
superiore , al centro delle proiezioni sfasate delle sale anteriori del tempio e
dei transetti di mahamandapa e santuario, che come carri di un corteo
processionale fanno ruotare intorno all'asse cosmico che simboleggia il tempio
gli esseri celestiali che alloggiano, divinità insigni, nella loro
ieraticità che erano rimaste unìenigma per lo stesso Krishna Deva, finchè in
Religious imagery of the Kaiuraho Temples Devangana Desai non ne ha rivelato la
identità indiscutibile, con un processo indiziario che ha trovato conclusioni illuminanti
altrettanto convincenti quanto corrispettive, una volta raggiunte, a ciò che era
lecito attendersi, alla luce di ciò che rappresentano le divinità che nei
seguenti templi Visvanath e Kandarya occupano le nicchie corrispondenti.
In essi sono le saptamatrikas, precedute da Ganesha e seguite
da Shiva Virabhadra, che in innumerevoli trabeazioni dei portali d'accesso al
garbagriha di templi coevi e precedenti, fronteggiano e precedono l'adito al
divino.; che di meno sorprendente, e di più persuasivo, allora, che le divinità
ieratiche ed enigmatiche che ci precedono ed accompagnano nel sopraelevarci alle
realrà ultime, nirguna, senza delimiutazione e forma del divino, siano quelle
del serial così spesso rinvenibile parallelo alle saptamatrikas nei frontespizi
dei portali che preludono alla divinità interiore del garbagriha, ossia le sette
divinità planetarie, eccettuati Rahu e Ketu, precedute da Ganesha e seguite da
Durga Kshemankari:
Quale sia stato l indizio illuminate per la Devangana Desai,
è il veicolo animale, ravvisabile a stento, che soggiace all'ultima di tali
signorilità divine, un frog, un semplice ranocchio, che nel pantheon hindu non
ha chi lo assuma come proprio veicolo che Sukra, il pianeta Venere, come
conferma l'antariksa patta ritrovata neri pressi di Khajutaho , un tempo nel
museo di Dhubela, ora dislocata lontana da dove è stata fonte rivelatrice nel
museo archeologico centrale di Bhopal, che riserva appunto un ranocchio al
pianeta Sukra, un' Hamsa al Brahaspati.-Giove
Poi tutti i contati sono tornati, nei rapporti tra gli altri
pianeti e i loro veicoli animali o segni contraddistintivi, che in senso orario
si dispongono nell ordine seguente
nella seconda edicola , oltre Ganesha, Sani , Saturno, nella
terza Brihaspati , Giove, con l'oca selvatica, nella quarta Soma, la Luna, come
attesta il crescente tra i capelli, nella quinta, retrostante Surya, con
Ashvinikumaras ...., nella sesta Mangala, Marte, come lo identifica l'agnello
posto sotto il loto che gli funge da piedistallo, nella settima Budha, Mercurio,
con un elefante come veicolo, secondo quanto gli è attribuito dallìequivocità
del termine sarpa, che lo designa, e che può significare tanto un elefante
quanto un serpente, nell ottava Sukra, appunto, e il suo ranocchio.
Retrocedendo in senso orario allla prima delle divinità
planetarie, si è così di ritorno all'altezza del primo mahamandapa, con
cui nel pilastro che a guisa di karna precede quello ulteriore che contorna il
balcone del transetto come un upabadhra il bhradra principale, ha inizio
di nuovo
l'affollarsi statuario del tempio, in proiezioni celestiali di ninfe , intorno
al riproporsi incessante del duo divino Vishnu Shiva nelle facciate frontali dei
pilastri, vistose assenze esterne quelle dei reggenti dikpalas, tale e
tanta prosapie risaltando con marcato spicco su creature nagas negli spigoli
d'angolo dei transetti, in subordine inferiore, data la loro provenienza
da un mondo subacqueo di Patala, sui recessi terreni di vyalas e di amorose coppie
mithuna,
Già la prima proiezione è felicemente illustrativa del
repertorio di situazioni e pose e atteggiamenti che vedremo assumere di volta
in volta alle schiere celestiali di apsaras., in particolare
Tra apsaras che scrivono lettere o si mirano nello specchio
sistemandosi i riccioli renitenti dell'acconciatura,
due in particolare sono rilevanti, per come inflettono ad arco la schiene mentre
le loro mani si stringono dietro il dorso od il loro capo, l'una involta in
sciarpe le cui pieghe ne esaltano le curvature della schiena e del seno.
Oltre ad ulteriori apsaras che si guardano nello specchio e sistemano la
simanta dell acconciatura, il prosieguo ci riserverà apsaras sensuose che invece si toccano
il seno
magnifico, o disinvoltamente si svestono, magari perchè insidiate da uno scorpione
che ne risale le vesti, altre che
ugualmente intente nella cura del corpo si levano uno spino dal piede,
eventualmente assistite da un barbiere 15 o che fanno defluire
l’acqua della loro chioma bagnata e fluente che raccoglie un’oca discriminatrice
tra acqua e latte, mentre
ulteriori apsaras , nullafacenti,/ inoperose
vinte dalla indolenza di una divina indifferenza incantevolmente sbadigliano(
magnifica una di
loro a sud ovest), a differenza di quelle che invece più attivamente impegnate
nello sport o nelle arti , sono sorprese che giocano a palla , o che ricevono o scrivono lettere,
è da presumersi di null'altro che d'amore, dipingono pareti oppure
suonano, di preferenza flauti o vine.( Nella parete nord ne vedremo due intente a dipingere
il muro su in alto , 19, 22, o una a
suonare un flauto,21, mentre già
Ma non solo si affoltano statue su più ordini tra i balconi
con kakshana reclini, sulle nicchie minori e sui pannelli superiori si addensano
frontoni di udgamas in una frequenza che nei templi di Khajuraho non sarà
più dato di vedere: si tratta infatti di un arcaismo di ascendenze
Pratihara, al pari dei mirabili tula di mascheroni che precedono i kapota
della varandika, che ugualmente non troveranno più riscontro nei templi di
Khajuraho
Ai lati dei pannelli della parete sud , nel secondo ordine
affiancano Vishnu un'apsara alla sua sinistra cui un inserviente gana solleva
l'appiglio di un fantolino, e l'apsara alla sua
destra che rappresenta la karpuramanjari di cui si è detto, da poco uscita dal
bagno e di cui un'oca selvatica raccoglie l'acqua che gocciola dalla sua
capigliatura, esercitando la virtù della discriminazione discernente o viveka,
delle gocce d'acqua o di quelle di latte,
Essa è stata coinvolta da Devangana Desai in quanto più
irretisce dell intero apparato statuario del tempio, ossia i panelli posti
all'altezza della kapili del vestibolo o antarala del tempio, che rientrano in
una successione di tre piani figurativi, il primo dei quali squisitamente
erotico..
Che significazione letterale e allegorica vi coesistano e si
sovrappongano, funzione propiziatrice e di buon augurio e
spiritualizzazione ascetica del rapimento dei sensi, nell unione yogica dell
umano dell'atman con il divino del Brahman che le coppie o mithina
simboleggiano come secolare e sacro qui si riuniscono nel punto più
delicato dell equilibrio architettonico, ove giungono a fondersi le sale profane
del mandapa e la cella del dio, come più in alto significano il contrapporsi di
un sikarika e di un tilaka, la loro successione in verticale suggerisce un
itinerario della mente a Dio che è inequivocabile, sempre che non si dimentichi
che se ne è partecipi sempre, per la sua immanenza in ogni intensità vitale, pur
se inferiore o superiore è il grado e il livello della realtà dell'essere che
con Esso ci unifica
Abbiamo una prima coppia avvinta nel divino del piacere
del Kama, affiancata da un monaco jain e da una dama che compensano la mancata
unione partecipativa con l'autoerotismo, una seconda coppia che invece
nella virtuosità della legge del Dharma celebra il trascendimento dei sensi nell
unione dell'anima del consorte e della sua sposa, affiancati nnon più dalla
immediatezza dell'adesione sessuale alla vitama dal syo raffinamento sensuale
nell'arte della musica di cui le due dame ai lati emettono i suoni, uno Yogi
penitenziale che è lo stesso dio Agni, affiancati da tanti rishi che celebrano
la riunione con il divino in un distacco meditativio contemplativo terminale da
piacere e dovere che ancora ci facessero retaggio della mondanita,
La riconduzione del loro senso al a quello allegorico
del dramma di corte Prabodhachandrodaya ( il sorgere lunare della vera
conoscenza) da parte di DEvangana desai nell opera già citata alle pagine
181-189,, scritto da Krishna Misra, alla corte dei Chandella, è in realtà
convincente in quanto si conforma a questo destino ascensionale più generale.
*************************************** riassumere pg.181-189
Al pari della coppia virtuosa del
pannello adiacente della Kapili, secondo un accostamento di grande acume di
Devangana Desai ( pg.186), accostata nella sua discriminazione discernente alla'oca
selvatica che raccoglie le gocce d'acqua e di latte che defluiscono dalla
chioma di una surasundari al bagno, sceverando le une dalle altre, alla coppia eroticamente avvinta del pannello
inferiore fa invece corrispondere l'apsara involuta nella moha della stessa
illusione dei sensi ,che alla loro destra nel sistemarsi una sciarpa si tocca tra
il seno e l'ascelle come la Mithyadrishti del dramma allegorico di corte
Prabodha chandrodaya le cui allegorie ispirerebbero i pannelli erotici
Le fanno seguito un apsara , dall'altro di lord Shiva, che regge un pappagallo sulla sua mano
destra e con l altra vezzeggia un bambino, un mithuna ardimentoso ed una
coppia di naga, cui succede un'apsara che appare invece esercitare le sue virtù acrobatiche nel
rimuovere uno spino dal piede destro rialzato mentre reggendosi sull'altro piede
si cinge attornia il capo con la sinistra.
Le apsaras che alloggiano invece nella parete di sud ovest,
oltre il balcone del garbagriha, appaiono l'una, di lato a Shiva, precedendolo
sulla sua sinistra, mirabilmente avvinta nel rapimento estatico del godimento
della propria natura, estatica nel compiacersi della propria
natura, a raffronto della ninfa, dal lato opposto
di tale replicarsi replicazione ( insediamento) di Shiva, tutta la cui tensione è focalizzata sullo
specchio che ne rimanda l incanto conferitogli dal suo simanta. una grazia, la
loro d'entrambe, che non è raggiunta dalla flessione arcuata della ninfa ad essa
superiore intenta atleticamente nel gioco della palla, o dalla pudiciza
con cui l'apsara ad essa contrapposta incrocia le gambe per coprire la sua
nudità sessuale nell'atto stesso di svestirsi.
Lungo la parete occidentale nel versante volto a nord ci
deliziano invece la vista la surasundari che si leva una spina dal piede con il
concorso di un barbiere,(...).e l'apsara che all'esterno del riproporsi di Shiva
, con una corta veste inarca il busto e protende il seno nell'atto di
ricongiugere i propri arti tronchi dietro la schiena.
Sulla parete nord è la volta di apsaras più studiose, di una
ninfa intenta a dipingere un tratto di parete sovrastante, cui si susseguono, nel
diaframma murario tra i balconi del santuario e del mahamandapa una coppia alle
prese con una scimmia, una ninfa con un pappagallo in mano, prima del riproporsi
di altre beltà votate alla musica ed al disegno in un'apsaras intenta a l
suono ed flauto e in un'altra intenta a dipingere più in alto.
.( Nella parete nord ne vedremo due intente a dipingere
il muro su in alto , 19, 22, o una a
suonare un flauto,21, mentre già
ricordare i due ordini di scene nelle asanapatta
Poi i templi sussidiari, quindi l interno, forme
architettoniche dei mandap e dell’antarala. portale , divinità
interna, rassegna statuaria lungo le pareti del santuario, poi
lungo le pareti di mahamandapa , del deambulatorio e dei transetti.
nell interno apsara che reca una lettera con caratteri
incisi nel transetto sud del maha mandapa, 23, una svestita da una
scimmia e intenta con lo sguardo a un cespo di mango , 2 facciata sud del
sanctum, in quella nord apsara sensitivamente intenta a toccarsii il seno
mentre legge una lettera,, 12, nel transetto nord apsara che cinge di un nupara
la caviglia.
………………………….
nell interno apsara che reca una lettera con caratteri
incisi nel transetto sud del maha mandapa, 23, una svestita da una
scimmia e intenta con lo sguardo a un cespo di mango , 2 facciata sud del
sanctum, in quella nord apsara sensitivamente intenta a toccarsii il seno
mentre legge una lettera,, 12, nel transetto nord apsara che cinge di un nupara
la caviglia.
Poi i templi sussidiari, quindi l interno forme
architettoniche dei mandap e dell’antarala. portale , divinità
interna, rassegna statuaria lungo le pareti del santuario, poi
lungo le pareti di mahamandapa , del deambulatorio e dei transetti.
I templi Laksmana e Vishvanata , dentro il loro canone pancharata
alla cui prescrittività rinviano i tempietti pancharata- in stile pratihara
, dell ordinamento panchayatana,
e la scansione delle proiezioni delle pareti del santuario interno volte al deambulatrorio, esse pure pancharatha,
- fecero potevano far
corrispondere al badhra centrale centrale
l intera proiezione di un balcone, solo ridimensionando i pratirathas intermedi a due upabhadras
o proiezioni laterali dello stesso balcone, da esso distinte , ma non separate,
una soluzione non infrazionistica, certo, ma più
consona a un tempio tri-rathas, come attestano i
templi coevo? )Pachali Marghat , Garhi, B del gruppo sette, ad esempio, di Khardwaha . Presumibilmente era un limite costruttivo di
compromesso, più che una condizione semplificatoria
assunta come ideale, nell'edificazione di templi più grandiosi della media dei
coevi, in quanto i templi futuri di Khajuraho
diminuiranno di mole , ma implementeranno le loro
proiezioni pur in dimensioni più ridotte. E sempre Kadwaha
ci può attestare che la riduzione che si persegue nel tempo non consta del
numero delle proiezioni, ma delle loro edificazioni edicolari
in guise templari, riservando chhadya e udgamas,,o toranas,
alla sola inabitazione sulle proiezioni, da
focalizzare, delle statue delle divinità sulle quali doveva essere
concentrata la meditazione orante, quelle dei badhras
e delle kapili del'antarala E'
da supporre che l'impasse così rilevata fosse data da un vincolo
paradigmatico da trascendere, solo superando il quale si accedeva alla
soluzione architettonica ideale. Tale vincolo paradigmatico era dato dal
modello-modulo pancharatha, ed
infatti sarà con l'assunzione del modello septaratha,
nel khandarya, con tre proiezioni centrali del sikhara che trovano la loro corrispondenza nelle
articolazioni del balcone-bhadra centrale, due
laterali e due terminali per pratirhatas e karnas separate e distinte, che il tempio eletto a tipo
esemplare della capitale religiosa dei Chandella
troverà la sua attuazione perfetta. ( Suppongo ora invece che il jangha esterno rinviasse a quello interno quale elevazione
superiore al divino e che per questo , ponendosi come risalita intermedia,
rinviasse ad esso come adempimento del canone, cui non ottempera né per numero
di proiezioni, né in attinenza del badhra alla
divinità templare, né per la installazione dei dikpalas
nelle karnarathas.
' l'intento era di dotare mandapa,
mahamandapa e prasad del garbagriha, di una finestra. balcone
il cui sporto desse il massimo risalto alla visualizzazione immagini
delle divinità planetarie o del corteo delle saptamatrika
preceduto da shiva Vidhabadra e concluso da Ganesha , che presiede alle architetture dei templi Lakshmana, Visvanatha, Kandarya.
Ma com era possibile senza sacrificare
rathas ai lati del balcone che funge da badhra, in tempi in
cui era normativo il tempio pancharatha, come
si riscontra nelle pareti interne del garbagriha e
nei tempietti minori superstiti di tali complessi panchayatana,
che prevedono ancora almeno una pratiratha per lato a
fianco del badhra centrale?
Non lo fu nei templi Laksmana e Visvanatha, in cui la badhra
centrale addirittura cozza contro le statue di due upabadhra,
che tali dobbiamo considerare i filoni di statue con
cui collude, in assenza di un recesso intermedio. Fu invece possibile nel
tempio Kandharya, in virtù della sua estensione saptaratha.
Che nei templi di Khajuraho le ratha si tendesse più ad
incrementarle che a ridurle, rispetto al numero di 5, se non inducevano a
ridurle ideazioni architettoniche predominanti che in un primo tempo
non si riusciva a far valere altrimenti, lo può attestare la loro
proliferazione fino a 7 o a 9
in templi minori o piccoli come il Duladeo
o il Chaturbuja.
Cosi aggiornati o così aggiornando architettonicamente, i templi pratihara
angolari esaltano ancor più l ancor più
grandiosa novità sovraordinata del tempio centrale
che a se li sussume come i Chandella i loro antichi signori, al contempo, si
vedrà, in cui ne compendiano / visualizzano
in compendio, quale comun denominatore, il canone che
seguita a vigere e a dettarne la norma.
Coì ' ad esempio, nel tempietto d'angolo che ci fronteggia,
...............................
del l’acme finale della sua
cordigliera superiore nel pinnacolo del sikhara, è di certo una tale visione estatica, che l’
animo di chi contempli la vista del tempio ne
è integralmente assorto e implicitamente tratto verso un assoluto
d’origine e di ritorno, del cui emanarci e riassorbirci il tempio è
infatti l’evocazione , ma il solo suo assecondarla
è un’astrazione che incanto può renderci avulsi dalla realtà più globale
del tempio, che ne è costituiva ne fa l’epicentro di un complesso di
edifici di culto interconnessi, prescindere dai quali ne obnubila la
comprensione, nella sua novità sensazionale , nelle nuove questioni
architettoniche postesi e affrontate nella sua edificazione, risolte e
irrisolte.
Un solo precedente , per monumentalità templare,
il Gadarmal, che anche il teli ka mandir…
I tempietti ci
ricordano ciò da cui il tempio si distacca ma che ne resta il canone….
Ora ponendoci quale punto osservativo
Vishvarupa of
Vishnu as the Cosmic Man with the three realms: heaven - Satya to Bhuvar loka
(head to belly), earth - Bhu loka (groin), underworld -
Atala to Patala loka (legs).
ka is a Sanskrit word
for "world". In Hindu
mythology it takes a specific
meaning related to cosmology.
Contents
[hide]Jainism[edit]
Main article: Jain
Cosmology
In Jain
texts, universe is referred to as Loka. Jain Cosmology postulates an eternal
and ever-existing loka which works on universal natural laws, there being no
creator & destroyer deity.[1]According
to the Jain
cosmology, the universe is divided into 3 parts:
# | Three Lokas of Jain Cosmology |
---|---|
01 | Urdhva Loka - the realms of the gods or heavens |
02 | Madhya Loka – the realms of the humans, animals and plants |
03 | Adho Loka – the realms of the hellish beings or the infernal regions |
Hindu tradition[edit]
Main articles: Urthva
lokas and Patala
In the Puranas,
and already in the Atharvaveda,
there are fourteen worlds, seven higher ones (Vyahrtis) and seven lower
ones (Pātālas),
viz. bhu,bhuvas, svar, mahas, janas, tapas,
and satya above
and atala, vitala, sutala, rasaataala, talatala, mahaatala, patala and naraka below.
The scholar Deborah Soifer describes the development of the concept of lokas as
follows:
# | Planetary system name |
---|---|
01 | Satya-loka |
02 | Tapa-loka |
03 | Jana-loka |
04 | Mahar-loka |
05 | Svar-loka |
06 | Bhuvar-loka |
07 | Bhu-loka |
08 | Atala-loka |
09 | Vitala-loka |
10 | Sutala-loka |
11 | Talatala-loka |
12 | Mahatala-loka |
13 | Rasatala-loka |
14 | Patala-loka |
Buddhism[edit]
In Early
Buddhism, based upon the Pali
Canon and related Agamas,
there are four distinct worlds: There is the Kama Loka, or world of sensuality,
in which humans, animals, and some devas reside,
Rupa-Loka, or the world of refined material existence, in which certain beings
mastering specific meditative attainments reside, and Arupa Loka, or the
immaterial, formless world, in which beings to master formless meditative
attainments reside.Arahants,
who have attained the highest goal of Nibbana (or, Nirvana),
have unbound themselves from individual (limited) existence in any form, in any
realm, and cannot be found here, there, or in between, i.e., they are found in
no Loka whatsoever.
Six Lokas[edit]
Main article: Six
Lokas
In the Tibetan and Tantric schools, "Six Lokas" refers to a Bönpo and Nyingmapa spiritual
practice or discipline that works with chakras and
the six dimensions or classes of beings in the Bhavachakra.
And in Buddhist Cosmology Kama-Loka,
Rupa-Loka, Arupa-Loka has interpreted.[4]
Theosophy[edit]
The concept of Lokas was adopted by Theosophy,
and can be found in the writings of Blavatsky and
G. de Purucker. There is also reference tokamaloka (world
of desires)
as a sort of astral
plane or temporary after-life
state, according to the teachings of Blavatsky, Leadbeater,
and Steiner.
Abrahamic religions[edit]
The Abrahamic religions (Judaism, Christianity and Islam)
refer to "seven
heavens" and "seven earths", a concept that may be akin to the 14 planetary
systems (lokas) of the Vedas.
See also[edit]
Wikiversity has learning materials about Seven Heavens |
References[edit]
- ^ Jain cosmology
- ^ Shah, Natubhai (1998). p. 25
- ^ Soiver, Deborah A., The Myths of Narasimha and Vamana: Two Avatars in Cosmological Perspective State University of New York Press (Nov 1991), ISBN 978-0-7914-0799-8 p. 51 [1]
- ^ Desired Realms (Rupa Loka, Arupa Loka ,Kama Loka)
Il tempio Laksmana, in onore
di Vishnu nella sua manifestazione Vaikunta, è infatti eminente su
quattro tempietti situati agli angoli della piattaforma, con i quali
forma una costellazione penta-templare o panchayatana, e lo precedono un
piccolo tempio non sa più se in onore di
Laxmi, o di Garuda,
ovverosia se fosse dedicato alla consorte divina o al veicolo animale di Vishnu, ed un
padiglione che alberga la raffigurazione zoomorfa di Varaha, l incarnazione di Vishnu
nel cinghiale che diede salvezza alla terra dalla sua sommersione
nelle acque oceaniche, con cui il tempio Laksmana è tutt uno. Gli è inoltre contiguo il tempio Matangherswara, shivaita, forse
un monumento
funerario postumo in spoglie forme più arcaiche, che si presume
possa essere stato eretto in onore del figlio di Yasovarman,
Dangha, ed incentrato tuttora sulla venerazione del
dio tramite l’icona del suo splendido lingam..
Su di essi la sua
mole, composta in elevazione dal basamento dell’adihshthana,
dalla jangha delle pareti schiuse in finestre
balconate, dall intermittenza canonica delle
modanature di una verandika, nelle sue elevazioni ulteriori staglia
il profilarsi dei picchi del monte Meru, asse del mondo e dimora degli dei, così come in essi
culminano le sovrastruzioni, degradanti solo per risalire al culmine di una cima più alta,
di una atrio d’accesso,l’ardhmandap, una sala,i l mandap
, una ancora più grande con transetto,
tutte aperte in una finestra balcone,
che, precedono il santuario vero e proprio della cella del dio,
anticipato dall vestibolo dell’antarala fronteggiato all
esterno dall antefissa dii
un sukanasika. Tale sanctum,
il garbagriha, è aggettante /articolato in un
transetto ed una sporgenza posteriore, e
lo sormonta l'ogiva della vetta superiore del sikhara, cui risalgono delle sue repliche minori, o
sringasm, così come sovrastano le sale le piramidi a gradoni di phamsanas, replicate
e miniaturizzate a loro volta dalle coperture a loro volta piramidali di tilakas, delle
edicole elevate a tempietti sui loro fronti..
Se per assumere la necessaria profondità di prospettiva
storico-architettonica, da una visione frontale ci si defila ad una laterale,
che ci consente di vedere il tempio principale
stagliarsi sui due tempietti che lo affiancano sul lato settentrionale,
essendo il Lakshmana volto ad oriente, ci è dato
preliminarmente di coglierne al meglio il profilo mirabile in
piano ed in elevazione, e di intenderne la continuità e la sua soluzione
rispetto ai due templi minori, che non ne sono un semplice accompagnamento, ma i depositari
del canone invalso nella antecedente tradizione architettonica templare, cui
nella sua grandiosità superiore gli
architetti del tempio * professarono un persistente rispetto sia pure con le
licenze di un differimento attuativo dislocato all'interno che
rimarcheremo. di seguitare ad attenersi persistere nell’attinenza ,
pur ampliandone e ingigantendone i termini in forme esteriori che appaiono
eluderli..
In essi si ripetono infatti,
integralmente, le forme consuetudinarie di cui sono evocativi dei templi Pratihara della regione circostante , pur se in modi più scontati e disadorni spogliate
di ogni loro incantevole preziosità ed
incantevole fastosità dettagliata/ minuta di dettagli, nei
modi più scontati su di esse il
tempio Lakshmana svettando impervio, così come sui
sovrani Pratihara di Kannauj
i nuovi sovrani Chandella , già loro feudatari,
erano giunti ad affermare la loro supremazia,
la stessa che sui templi agli angoli della piattaforma celebra il tempio Lakshmana svettandovi impervio, pur in una
trasmissione di consegne canoniche cui arte e potere seguitano formalmente ad attenersi.
Quali siano tali consegne le contrappunta il controcampo della visione del tempio
centrale rispetto a quella delle vestigia dei tempietti agli angoli, in
cui è più agevole individuarle, così come vi risultano formulate nei termini
più chiari ed elementari del loro tramandars d’obbligo sotto la dinastia Pratihara.
Essi semplicemente consistono, infatti, del santuario del garbagriha,
di un’anticamera breve, o antarala ( “ intervallo) ,
e di un portico d’entrata, l ardhmandapa, ed in elevazione si articolano in un basamento,l’adisthana,
nelle pareti del jangha, scandite dagli aggetti
di cinque proiezioni, dall’intermezzo
delle modulazioni modanate di una verandika, che ha
il suo esordio in una ghirlanda floreale, o pushpa-mala,
e da un sikhara di guise Latina., senza appigli vari di proprie
repliche di sorta, nelle rampe ascendenti di cui si fascia, tramate come grate
vegetative di archi carenati gavakshas.
Al pari di ogni parete del jangha ( o “ stinco”, un termine che ci ricorda le guise
antropomorfe del tempio hindu), il sikhara stesso è
scandito da cinque fasce in rilievo corrispondenti, secondo la formula del
paradigma pancharatha
che ad esso presiede, che contempla un ratha centrale, il
bhadra, un pratiratha e un karna d'angolo per lato.
Tra tali proiezioni, nel sikhara e
nel jangha, ha maggior rilievo quella centrale, il badhra parietale, in cui si concreta in un carro
cerimoniale scultoreo recante una soltanto, o più immagini divine, la
pulsione emanativa verso l'esterno del mondo,
in cui la sua potenza si manifesta, del dio interno alla cella interna
del garbagriha, la cavità dell
utero germinale del cosmo, della cui propulsione radiante il tempio è un
facsimile*esemplare. La supremazia della valenza divina della
immagine del badhra è avvalorata dalla nicchia
in cui è installata, la cui prominenza
esalta ravvicinatamene al fedele la divinità che si irradia dalla casa utero
del tempio L’edicolarità della stessa kapili esterna del vestibolo dell’antarala
la fa seconda solo al badhra, nella sua epifania, Essa
fa seconda a se stessa, nella sua epifania, l’edicolarità della Kapili esterna del vestibolo dell’antarala, ad essa subordinando quella di ogni altra
proiezione. In quelle d’angolo sono insediate
d’ordinanza d’ordinanza che siano insediate le
divinità tutelari del tempio, i dikpalas, in
corrispondenza delle otto direzioni cardinali, e nelle proiezioni intermedie o prati-rathas, così come era un dato invalso che nelle
proiezioni intermedie si delineassero surasundari
In quelle d’angolo, o karna-ratha secondo un
ordinamento cardinale codificatosi nel tempo e tutt'altro
che eternitario, ancora lacunoso ed incerto nei
suoi esordi, quali li si possono ravvisare nei templi pratihara
dei remoti villaggi di Amrol, Dang, ( Gwalior, Bhind Districts) , figurano
le divinità protettive del tempio nelle otto direzioni
principali, a iniziare da Sud est Indra, indi Agni, Yama, Nirriti, Varuna,
Vayus, Kubera e Isana, mentre nelle proiezioni intermedie sono installate le
ninfe apsaras, leogrifi vyalas, o sardulas, quali simboli di forze pulsionali
o della nostra natura animale da domare, figurando invece nei recessi. , di
rango celestiale inferiore.
.
Rispetto ai templi Pratihara
delle regioni circostanti era invece a quell'epoca l’aggiornamento di una novità figurativa,
in termini invero concordatari con i templi meridionali del Rajasthan,
quali quello in Jagat, e dei Kachchhapagatha
in Kadwaha e Surwaya, o dei Kalachuri in Nohtha e Maihar, or è difficile a
dirsi quanto emulativi o via via vicendevolmente
emulati, l’alternanza, che si ravvisa nei templi d’angolo panchayatana
del Lakshmana ,
di ninfe celestiali nei pratirathas
intermedi, con vyalas -sardula
nei recessi, come a iniziare da questi tempietti in Khajuraho
diverrà canone fisso d’ogni tempio ulteriore, il più delle volte abbinando
con coppie erotiche umane i leogrifi
Ad ulteriore residua differenza rispetto ai
templi Pratihara, nei templi sussidiari del Lakshmana è consolidata la sopraelevazione, che nei
templi suddetti ugualmente sopravanza, delle modanature della vedibandha, khura, kumbha, kalasa, non che una kapota ulteriore, intervallata nei nostri tempietti
intervallata dalla perforazione crociata di una kunjaraksha,
, su di un pitha di modanature sottostanti, che a
iniziare sublimememente dallo stesso Lakshmana, con esiti così splendidi e sontuosi da restarvi
ineguagliati, nei templi di Khajuraho ulteriori
diventeranno i due ulteriori livelli di zoccolo e plinto, su cui il vedibandha si ergerà a podio sublime. o ancor più elevata o alla sua stessa altezza, il balcone
nei suoi fregi e comparti di rajasena, vedika, asanapatta, kaksasana, non meno sfarzosi.
Ma prima ancora di risalire da tali templi
sussidiari al tempio centrale, e necessario risalire ad essi dalla piattaforma jagathi , per intendere prima ancora che a quale realtà superiore essi ci elevano, su quale
realtà si elevino, in cui eppure il divino ci fa di sé partecipi.
E ' un
autentico perikrama deambulatorio, talmente lunga ne è la
peregrinazione, che per il devoto dell'epoca è dato supporre fosse una
novità grandiosa rispetto all'orizzonte delle sue aspettative, innanzitutto in
quanto presentava esso stesso, a incremento della propria altitudine,
un'adhishthana alla stregua del tempio. La compongono un bittha decorato con
volute e petali di loto, un jadhya kumbha fregiata di takarikas, un pattika
ornata di ardharatnas, prima delle modanature caratteristiche della vedibhanda,
kura, kumba, kalasa, cui fa seguito il recesso dell'antarapatta del suo gran
fregio che celebra il divino nella potenza naturale animale e vitale, un kapota
con takarikas e gagarakas ornamentali, un pattika di cui tamala patra che
stilizzano il fogliame del *, sono il motivo ornamentale ....
su tale
adhistana spioveva inoltre una balaustra, di cui a tratti sono
ravvisabili e ricomponibili i resti, di rajasena, con immagini di vidyadharas,
divinità, nagas, asceti e musici e danzanti, di vedika abituale di
pilastrini intervallati da lastre phalakas nei recessi, gli uni , con un
capitello sormontato da kuthas piramidali costituiti di tre pidhas coronati di
gantha, amalaka, kalas, le altre di udgamas formati da due takarikas,
asanapatta e kakshasana, con pilastrini a guisa di bambu alternati a
tabulati piani.
Lungo il
recesso dell'antarapatta la fascia di scene di vita celebrano l'esistenza umana ed animale al culmine delle sue intensità Si tratta delle
scene lungo la piattaforma in cui l’esistenza è
rappresentata, nella sua pienezza vitale, come certame o finanche agone
di vita e morte tra umani ed animali, nel parossismo del furore del
duello mortale senza scampo quale strepitosa attività sessuale, nella sua stessa bizzarria zoofila, od esplosione di frenesia irresistibile di musica e danze, nella sua enfasi,
dispiegata o raccolta, di celebrazione rituale o parata o marcia od onoranza
munifica. Ne sono espressione la caccia animale, di cinghiali o cervidi. la
ridda tra elefanti impennantisi, il duello tra combattenti all ultimo sangue,
sfilate militari o avanzate di guerra, nel loro volto di gloria di
parate militari di combattenti ed animali -elefanti, posti anche tra loro
in lotta, su elefanti e cavalli e rari cammelli, ,o processioni che recano
onore e donativi a guru spirituali. o maestri di musica e danze, che attendono
a cerimonie matrimoniali. E' un repertorio tragico- festoso di
scene fastose di vita , nel suo acme, cui attingere il divino, in
prima istanza, al colmo del suo farsi
energia vitale diffusa nel mondo, ritualmente recepita e trasmessa dispiegata
nel mondo, ritualmente raccolta e trasmessa..
Risalendo la piattaforma i tempietti ci volgono
la loro entrata , in funzione sussidiaria del tempio,
come ben dice Krishna Deva, per
consentirci quella prossimità alla divinità trimurtica
, nelle sue manifestazioni primarie,
da cui ancora ci lascia a distanza la pradakshina
intorno alle vestigia esteriori, del tempio tempio, in ciò che si offre alla nostra
visualizzazione lungo le pareti del tempio,
Infatti
la novità ulteriore che il tempio Lakshmana riservava ai fedeli , anche
rispetto ad altri templi multi-yatana grandiosi come quello di Patari Badoh, era che al pari solo di un tempio minore quale
quello di Urvara , non lontano da Mahoba, prospettava un'ascesa ulteriore per
risalire all'ingresso del tempio centrale, che era stato sopraelevato di
parecchio nel suo piano di calpestio rispetto a quello della jaghati della
piattaforma, da un'adishthana di un'imponenza sontuosa e solenne quale nei
templi a noi giunti dell India centrale non trova riscontri.
la
costuiscono un bittha liscio ed uno decorato di volute, un karnika, un bittha
ancora ornamentato di una perlinatura e di petali di loto, un jadya-
kumba in cui ricorrono tamala-patra e takarikas, un recesso abbellito del
motivo delle croci traforate kunjarakshas, una grasa pattika, a reggere con il
tempio l ordine cosmico una splendida gaja pitha di elefanti allineati
sdraiati fiancheggiati da mahauts o da coppie, un kapota recante takarikas e
gagarakas *, ed il podio, alfine, di kura, kumbha con un grasa pattika per
madhya bandha, kalasa, il fregio recessivo di un antarapatta che con elefanti e
devoti mischia gruppi erotici e scene di vita quotidiana, ancora due
kapotas decorati di ardharatna l uno e di takarikas l altro.
Tale
adsishthana inoltre vi si dispiegava ben oltre che a supporto del santuario
e del portico d'entrata, al più preceduto da un mandapa, come nei templi
Gadarmath di Patari Badoh, o Maladevi, di Gyaraspur, in quanto lo sfarzo
sublime delle sue modanature erigeva su zoccolo, plinto e podio del
vedibhanda tradizionale l'incorporazione nel tempio, come un prolungamento del
suo adito, delle sale e salette di portico d'entrata, o ardh-mandapa,
mandapa e mahamandapa, in cui la partecipazione del mondano e del
secolare al divino.si celebrava ad un
grado superiore
Secolarizzazione
del sacro o sacralizzazione del secolare che fosse al contempo,( come nel tempio
Maladevi di Gyaraspur,) ciò che si prospettava quindi al devoto di non meno
inusuale era la parificazione del santuario e del resto del tempio non
solo nel loro adhisthana, ma nelle stesse pareti di fondo o nelle
proiezioni delle loro sezioni centrali che sull'adhishthana erano
state sopraelevate, quali finestre balcone con kaksasana spiovente,
e sporte a transetto in santuario e mahamandapa. Non solo, ma quale
ragione primaria dell'intera predispozione esteriore del tempio, che le pareti
fossero quelle del portico d'accesso o quelle d'involucro intorno al
garbagriha, erano sovradeterminate a equivalere ciascuna come(
sussunte a ) fondo di unì edicola di uno stesso ciclo, quello delle nove
immagini di Ganesha
e Durga Ksemankari alla
testa ed al seguito del corteo di sette delle nove divinità planetarie, non
solo, ma parificando esteriormente di forma quelle del santuario e quelle
del mahamandapa,
a segnalare la cui differenza interna di
funzioni permane la contrapposizione
esterna delle coperture e la sua miniaturizzazione, nel tempietto piramidale e
quello concluso da un sikarika che si fronteggiano all altezza della kapili. In cui
santuario e mandapa si congiungono.
L
eminenza che conferisce purtuttavia risalto e rango superiore a mahamandapa
e santuario rispetto a portico d'entrata e mandapa, è il corredo di
statue assolutamente uniforme/ isomorfo che su più ordini vi affianca la
proiezione del balcone nei transetti, ma così assimilando all
esterno mandapa e santuario (omologando all'esterno/ conferendo vestigia
simili a /mahamandapa e santuario)
In esse
nelle proiezioni pilastriformi si succedono immancabilmente un Shiva in
subordine e Vishnu sovrastante, ai lati di un apasara per parte , mentre nei recessi
è la volta di coppie o gruppi umani e di vyalas,. Ed è assolutamente identica
la serie di proiezioni di santuario.mula prasad e di mahamandapa, con due fasci
di statue a guise di upabhadra di fianco ai balconi, in cui compaiono
divinità nagas, una proiezione .d'angolo esterna in funzione di
karna , una interna appiattita (sollevare dal disbrigo)sul risalto della kapili
in cui compaiono i celebri pannelli erotici del tempio, In essi, ****
attraverso la virtù della coppia discernente rispetto a a quella irretita
nella maya nell'ardore sensuale come chi se ne distoglie per
appagarsi sessualmente da solo, si celebra l’elevazione dalla partecipazione
erotica a quella ascetica al divino, cquale la manifestano i sadhu
penitenti dintorno ad Agni.
Il jangha
delle pareti del santuario, in tale sua identità formale con quello del maha
mandapa, eccezionalmente è così sollevato dal disbrigo della corrispondenza
pancharatha delle sue proiezioni o rathas con quelle latas del sikhara,
Infatti la finestra balcone che campeggia al loro
centro , nelle pareti del santuario ha a se sussunto
il badhra centrale, mentre solo l omologo di un
bhadra ratikha compare nell edicola del navagraha installata sul vedibhandha
anzichè com'era di norma all altezza del jangha, e tale è l' ampiezza relativa
della finestra balcone ,che non riserva spazio che ad un upabadhra
contigua, e ad un solo karna esterna vero
e proprio, sul versante interno essendo l'equivalente del karna
appattita, come s'è rilevato, a estensione e rilievo del risalto della kapili con i suoi gloriosi già magnificati pannelli
che attraverso la virtù della coppia discernente celebrano l’elevazione
dalla partecipazione erotica a quella ascetica al divino.
Cosi, in assenza di un pratiratha,
l urah manjari
al centro del sikhara, esso solo in effetti pancharatha, all'esterno del tempio, nelle sue tre
proiezioni centrali raccoglie la tensione ascendente del badhra
rathika, del frontone della finestra balcone e
degli upabadhras che la contornano, di cui i due sikarikas
per lato adiacenti all
urah manjari sono il culmine in cui volgono al termine . come i due sikharikas ulteriori lo
sono dei karnas..
Non solo,
ma chi nella pradakshiuna esterna movesse
dall orizzonte d'attesa di un tempi hindu tradizionale
, a seguito di tale uniformazione dei janghas di santuario a quelli del mahamandapa - che
nelle pareti esterne del santuario
alla scansione pancharatha del sikkhara ne faceva corrispondere alle viste attente
di un architetto shastradarhi una al più tri-ratha,
- le sue aspettattive devozionali
comuni sarebbero andate deluse dal rinvenimento centrale di un'edicola alla
stessa stregua, nelle sue manifestazioni numinose, di ognuna delle
altre delle pareti del tempio, in luogo
di un bhadra ratika che fosse la emanazione radiante eminente del dio del
tempio, e non avrebbe rinvenuto karna d’angolo con i dikpalas, quali reggenti delle proprie e delle sorti
del tempio.
(E da presumere che così avvenisse, perché
secolarizzandolo, fosse ulteriormente graduato e accompagnato, il rapporto del
fedele con il divino, nel suo farsi partecipe delle sue manifestazioni pur
sempre fisiche e mondane, planetarie, dopo che sublunari.
La cortina esterna del tempio, nel suo
dispiegamento parietale, è un tramite ulteriore rispetto al divino, che nella
piattaforma è ancora involuto nella sensorailità e da
essa evolventesi, prima che oltre il
podio, per una nuova rampa ascendente, ad esso ci si possa più ancora
elevare nell’accesso al tempio e alle sue pareti e ricettacoli interni, o nella
comune erta visiva del vertice comune del sikhara )
Così si
spiega come l'elevazione ulteriore del devoto all interno del tempio, nel
Lakshmana come nel tempio antecedente ad esso più affine, il Maladaevi di
Gyaraspur, dovesse contemplare ciò che non aveva assolto il tempio al suo
esterno, per il tramite di una conformazione del santuario ugualmente
sandara, in cui un corridoio consentisse la circolazione
deambulatoriale intorno alle pareti u del santuario interiore, così assicurando il reintegro del tempio hindu
della tradizione paradigmatica pancharatha, in un badhras per ogni parete il
cui badhra rathikas albergasse delle manifestazioni del dio del tempio,
pratirathas con ninfe celestiali e e karnas con i dikpalas cardinali, secondo il
canone prescrittivo dei templi d'angolo del complesso panchayatana del
Lakshmana. sussidiari del suo inadempimento nel jangha esterno del tempio- e
ripreso in continuità con il jangha invece del santuario all interno del
tempio, dallo slancio ascendente terminale del sikhara.
I
Phamsana piramidali che lo precedono, uno per ogni mandapa,
sono l uno la replica dell'altro, in dimensioni crescenti con il
procedere dal portico d'entrata al mahamandapa oramai in prossimità
della sommità del sikhara e presentano intervallati da recessi a
scacchiera, più ripiani, o pidhas, da un massimo di otto a un minimo di cinque,
decorati di takarikas e ai termini estremi dei quali si può cogliere un naga in
devotaanjali. Un pidhana phalaka in guisa d'acaco fa da supporto al loro
coronamento, oltre il collo del griva, di gantha-campana, amalaka, chandrika e
kalasa e vijapuraka.
Li
precedono, su tutti i fronti, in particolare nei transetti, o parsva-alindas,
nicchie allineate in serie e fiancheggiate dalla miniaturizzazione frattale dei
tetti phamsana in edicole -tilaka, di sei pidhas e coronate anch'esse da
mini-ghanta, amalaka, chandrika e kalasa, con la variante, nel mandapa, che di
lato alle nicchie sono le repliche frattali dei balconi in kaksha. kuta, che
reggono i pidhas e i loro pinnacoli. Su tali nicchie ove coppie di dei
centrali sono affiancate da attendenti femminili e mithunas o vyalas terminali,
si sovraergono udgama ( o simha-karnas)di archi chaitya gavaksha carenati, ,
che da sei nei transetti, si riducono a tre e due nel mandapa e mukamandapa,
sicchè anche i frontoni sono repliche decrescenti l uno dell'altro, ed hanno un
loro corrispettivo nell'antefissa del sukanasa, ove la serie di udgama sormonta
un Vishnu quadrumane ed è sovrastata dal leone con guerriero sfidante della
gloria dei Chandella.
A
rendersi più sfarzosi gli udgamas dei transetti di santuario e mahamandapa,
sono vidhyadaras impigliati nelle loro circonvoluzioni superiori, makaras e
sanka o sikarika nei viluppi interni.
Ove tali
frontoni hanno termine nel distaccarsi dai loro udgamas degli urah sringa del
sikhara, oltre un recesso che alberga nicchie di coppie divine o di terne
celestiali, e dato vedere stagliarsi dei Garuda possenti , l uno barbuto ,
l'altro con un serpente nella sua mano sinistra, a fianco del lato occidentale
dell urah-sringa a sud, che guarda al tempio Matangheswara. nel lato
meridionale ed occidentale dell urah sringa posteriore volta a occidente.
(In realtà il tempio hindu
della tradizione paradigmatica pancharatha, lo
ritroviamo preservato integro nelle sue scansioni parietali, e nelle proiezioni
del divino che contempla in badhra e karnas dei dikpalas
cardinali, superata la sconnessione
esterna tra Sikhara
conforme e Jangha altrimenti concepita, all interno, nelle pareti del jangha
del santuario, ove come nei tempi
sussidiari 5 sono i rathas, quello del badhra è una duplice manifestazione vishnuita
del dio del tempio, e nei karnas d’angolo sono
effigiati i dikpalas cardinali.
Così
intesa la concezione architettonica del tempio Lakshmana, è possibile la più
libera fruizione della sua bellezza spirituale, nel suo avvenirismo e nei suoi
arcaismi, preavvertendo soltanto che ad ogni tentativo di
sistematicizzarla filosoficamente, magari come pur mirabilmente ha
intrapreso Devangana Desai, nella espressione architettonica del sistema
tantrico vishnuita Pancharatra, al seguito del l'effige del dio Vaikunta
traslato al suo interno opporrà fino all ultimo le resistenze e di un'opera che
è anche di maestranze incolte di cantiere, e della sublimità propria
dell'arte e della religione più alte , che è la virtù magnifica di far
coesistere insieme ciò che è più spirituale e più materiale, l'amore e l
escremento, l uno ad espressione dell'altro, la germinazione ancora
immanifesta del Principio e del divino, con la scimmia che svela il sesso
di una ninfa intenta a contemplarsi in uno specchio., ancora lungo le
pareti del garbagriha.
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