Quel poco, nella mia casa morta,
che smuovo od uso a stento, ad ogni ora che passa,
vi ristà perché al presente, come fosse ancor vero,
tutto sia pronto per una partenza che a loro ritorni,
lasciando le valigie non ancora disfatte
con ancora dentro che riportarvi,
niente ancora da farsi
cui allora mi tocchi mettere mano,
quando, come non sarà mai più,
mi sfinisca nel poter chiudere alle spalle infine ogni porta
per andarli a raggiungere da questa solitudine immensa,
mentre non lasciando così indietro niente che di sudicio avanzi
quel che appronti, lo sai,
che è un addio che non sarà per quei cieli.
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