Secondo i dati certi che ho raccolto si chiamava Anit Shukla,
era di anni ventidue e lavorava
per una paga giornaliera come vigilante notturno per l’Archaelogical
Survey of India, il giovane della cui fine Kailash l’altro ieri mi ha detto nella tarda mattinata,
solo poche ore dopo che era stato
ritrovato impiccato ad un albero presso il Chitragupta mandir, nel gruppo
occidentale dei templi di cui era di sorveglianza, I turisti mattinieri che l’hanno avvistato
per primi ne erano rimasti sconvolti, ed
ancora numerosi contingenti di polizia stazionavano all interno dell’area
archeologica e nella strada di fronte.
“ E’ ciò che temo che possa accadere a Mohammad, che più
volte ha già tentato di farlo”, ho avuto la temerarietà di dirgli, nella
speranza che con il ragazzo egli non si rifaccia solo alle apparenze esteriori.
Ed invece la mia ingenuità si è scontrata con l’alterazione in corso della sua
mente, che lo fa implacabilmente ostile
nei miei riguardi.
“ Con me non ti sei preoccupato allo stesso modo( quando
l’anno scorso mi sono stretto la corda intorno al collo, e Poorti piangeva,
Chandù piangeva, tutti erano in lacrime, Vimala, Ajay, tranne tu che mi volevi morto. Anche Mohammad
era presente alla scena…”
“ Non me ne ricordo ed è meglio così. Ma se mi sono
comportato in quel modo era perché non credevo che tu volessi ucciderti, e ho
mostrato di non dare importanza al fatto perché così ti fermavi prima.) Chiedi invece ad Ajay come divento quando
scompari e finisci lontano, non si sa dove, come sabato scorso…”
Gli chiedevo se sapesse il motivo per il quale il giovane si
era suicidato, e K. secondo le voci che aveva raccolto mi accennava a una
delusione amorosa, era infatti un bel
ragazzo, con una vita sentimentale già molto dibattuta.
Quando per telefono ho ricontattato invece con Mohammad ho
evitato in ogni modo di riferirmi all
evento del suicidio, di cui era
inevitabile che per conto suo me ne parlasse, come ci saremmo rivisti al talab..
Allorchè vi si è rifatto,
ho cercato inutilmente di eludere il discorso, prima di dovere annuire che sapevo di che evento stava parlando a che si rifaceva,
e chiedergli se sapeva il motivo per il quale il giovane si era tolto la
vita, così contraddicendomi nei miei
intenti.
Visto quindi quanto l’accaduto lo infervorava, ne ho approfondito con lui la disamina, per verificare quali ne erano
per lui le risonanze.
“ Kargià”, debiti, erano secondo i più che gliene avevano
parlato le ragioni del suicidio. Una delusione amorosa, secondo altri, gli ho
raccontato, stando alle voci raccolte da Kailash, così addentrandomi nel
suo ambito più vulnerabile.
“ Ma non c’è ragione
di farlo né per l uno né per l’altro motivo” ha desunto Mohammad.
“ Ed io sono contento di non averlo fatto né per la mia
situazione familiare o per Mouskan..”
“ In un caso lasci sui tuoi familiari il peso che porti dei
tuoi debiti, nell’altro sarai stato uno stupido perché dopo essere stato pianto
per un po’ sarai dimenticato per l’altro con cui lei si sposerà ”
Mohammad – mi sono rifatto a quanto diceva con un vivo sollievo_
considera che tuo padre anche se non lavora e non guadagna in ogni caso non ha debiti. Se solo penso a
K., a che incubi erano i debiti per lui la notte”.
“ Se non lo fai, soggiungeva
Mohammad, e sopravvivi,
mostri di avere controllo di te stesso Chi lo fa è perché
rifiuta se stesso, si sente un perdente, e non vede come sopravvivere, la chance che
gli offre ancora la vita.”
“ Certo, è proprio così, e te lo posso confermare per la mia
stessa esperienza degli ultimi tempi in Italia prima di fare ritorno in India-
impressionato da come Mohammad . avesse
ripreso l’identica natura delle mie crisi suicidarie.
I giorni a cui non avrei risvegliarmi e a cui non volevo
sopravvivere, ricercando ogni mia possibile fine, disgustato del ritorno alla
stessa vita di ogni giorno, dello splendore del sole come del grigiore delle
nubi incombenti, di tutto ciò che fosse vitalità naturale e clamore mondano,
dei cieli stellati a cui ora mi volgo come al Suo incanto infinito, senza che
alcun rapporto d’affetto o d’amore potessero più che l’angoscia e l’anoressia
economica che mi serravano la gola e oscuravano il futuro,, una volta che tutto
ciò che avessi scritto mi era parso
fallimento illeggibile.
Mohammad , non ricordo più se al Madhur cafe o quando l ho
ricondotto da oncle Kailash, sul suo
smartphone mi ha quindi mostrato un filmato che un cosiddetto amico gli aveva
inviato, in cui delle forse di polizia in Lucknow stavano sfondando la porta di un appartamento
al cui interno viveva una ragazza che in precedenza, a un suo fidanzato che le
aveva detto male parole aveva gridato che si sarebbe impiccata, come le
immagini seguenti mostravano che era avvenuto.
Il suo corpo pendeva rigido in salvar kamis da un
ventilatore, mostrando ripreso di fronte un volto non contraffatto, con ancora
l’auricolare in un orecchio.
“ Tu mi dici che te l’ha inviato un amico, io per parte mia
non te l’avrei trasmesso”
“ Ma circola dappertutto in Khajuraho…”
Faceva seguito la vista di filmati scherzosi, di una ragazza
la cui gamba era rimasta maciullata in un incidente, al che lo pregavo che
ponesse fine a tali visioni di audio.
Ieri Mohammad non ho avuto modo di rivederlo, anche perché
credevo che fosse partito per Kanpur, e non gli fosse toccata la mia stessa
sorte, quanto al viaggio che avevo
predisposto in Delhi, di dover subire la cancellazione della corsa del treno, a
seguito dell incidente fortunatamente senza vittime che nel corso della notte
era avvenuto presso Mahoba.
Era bastato che tra un via vai e l’altro per il rimborso del biglietto, fossi stato intercettato da un parente di
mohammad che mi aveva detto che suo padre voleva vedermi quanto al negozio che
potevo aiutarlo ad avere in affitto, e che ne avessi parlato con kailash, che
per il padre di Mohammad nutre una stima e una fiducia che non riversa affatto
nel figlio, perché Kailash si desse da
fare per reperirgli un negozio in affitto come mai aveva provveduto per se
stesso e le sue attività economiche.
E stamattina da
Mohammad che era rimasto tutt’oggi a Khajuraho nel timore della
situazione che avrebbe potuto ritrovare in kanpur, per gli scioperi in corso
contro le limitazioni al consumo di carne bovina imposte dal nuovo ministro
i capo Yogi dell?Uttar Pradesh, e delle
reazioni che poteva suscitare il pronunciamento della Suprema corte di
giustizia quanto alle controversie indo-islamiche di Ayodhya,. Poteva dirmi
come cosa fatta. a mia insaputa, dell’affitto a mie spese, combinato da Kailash
e dal padrem,a sole seicento rupie al mese più un acconto di 1.000 rupie, della baracca presso la Power House in cui
il padre avrebbe potuto riprendere lo spaccio di the, caffe e lassi, integrato
con la vendita di frutta e di succhi e spremute, grazie a un tlia di cui avrei
assicurato l’acquisto, nell’attesa che un negozio vero e proprio si rendesse
disponibile.
Tra le ragioni che mohammad mi avrebbe addotto questo
pomeriggio, per cui era sfumata l eventualità che si trasferisse con la
famiglia in Kanpur, oltre al dato di fatto che vi si sarebbero ritrovati a doversi
indebitare per il trasloco senza alcun lavoro in vista, né per sèp né per ilo
padre, mi diceva del fatto che cos’ avrebbe potuto ritrovarsi ancora a lungo
con me, e di quello che era successo e si era ripetuto ieri, che Mouskan,
ancora follemente innamorata di lui, adispetto dei suoi amoreggiamenti con un
altro che aveva creduto di intravedere
nel luna-park, si era di nuovo tagliata le vene, minacciando di
uccidersi se fosse partito per Kanpur.
Devo restare qui perché
non posso non prendermi cura di lei, sono responsabile nei suoi
confronti.
Non me lo perdonerei mai, se lei morisse a causa mia. Me la
vedo di continua che pende ed oscilla…
M. prima l ho messo in guarda contro il ricatto, la
blackmail, che conteneva la minaccia di lei, poi l ho elogiato per il senso di
responsabilità che in lui era sorto nei
confronti della fanciulla, in cui
sentivo con gioia profonda un effetto su di lui delle mie parole di richiamo.
Lo sai, mi ha detto, che cosa ora può rendermi
rende felice?
“ Che una buona vita abbia un futuro?
“ Che siano ripresi i messaggi tra me e Mouskan. E poteva
mostrrarmi come sotto la falsa dicitura Low Battery fossero oramai 197, i
messaggi che le aveva inviato tra ieri ed oggi.
Che mentre mi parlava stavano già salendo a 202.
“ E’ ciò che temo che possa accadere a Mohammad, che più
volte ha già tentato di farlo”, ho avuto la temerarietà di dirgli, nella
speranza che con il ragazzo egli non si rifaccia solo alle apparenze esteriori.
Ed invece la mia ingenuità si è scontrata con l’alterazione in corso della sua
mente, che lo fa implacabilmente ostile
nei miei riguardi.
“ Con me non ti sei preoccupato quando l’anno scorso mi sono
stretto la corda intorno al collo, e Poorti piangeva, Chandù piangeva, tutti
erano in lacrime, Vimala, Ajay, tranne
tu che mi volevi morto. Anche Mohammad era presente alla scena…”
“ Non me ne ricordo ed è meglio così. Ma se mi sono
comportato in quel modo era perché non credevo che tu volessi ucciderti, e ho
mostrato di non dare importanza al fatto perché così ti fermavi prima. Chiedi invece ad Ajay come divento quando
scompari e finisci lontano, non si sa dove,come sabato scorso…”
Gli chiedevo se sapesse il motivo per il quale il giovane si
era suicidato, e K. secondo le voci che aveva raccolto mi accennava a una
delusione amorosa, era un bel ragazzo,
con una vita sentimentale già molto dibattuta.
Quando per telefono ho parlato invece con Mohammad ho
evitato in ogni modo di riferirmi all
evento del suicidio, di cui era
inevitabile che per conto suo me ne parlasse, come ci saremmo rivisti al talab..
Allorchè vi si è
riferito, ho cercato inutilmente di eludere il discorso, prima di dovere annuire che sapevo a che si rifaceva, e chiedergli se sapeva
il motivo per il quale il giovane si era tolto la vita, così contraddicendomi nei miei intenti.
Visto quindi quanto l’accaduto lo infervorava, ne ho approfondito con lui la disamina, per verificare quali ne erano
per lui le risonanze.
“ Kargià”, debiti, erano secondo i più le ragioni del
suicidio. Una delusione amorosa, secondo altri, gli ho raccontato, secondo le
voci raccolte da Kailash, così addentrandomi nel suo ambito vulnerabile.
“ Ma non c’è ragione
di farlo nèp per l uno né per l’altro motivo” ha desunto Mohammad.
“ Ed io sono contento di non averlo fatto per la mia
situazione familiare o per M..”
“ In un caso o nell’altro fai soffrire chi ti ama e lasci su
loro il peso che porti”
Mohammad – mi sono rifatto a quanto diceva con un vivo
sollievo_ pensa che tuo padre in ogbni caso non ha debiti. Se solo penso a K.,
a che incubi erano per lui la notte”.
“ Se non lo fai, soggiungeva
Mohammad, e sopravvivi,
mostri di avere potere su te stesso. Poi
Chi lo fa è perché rifiuta se stesso e non vede una soluzione in futuro ai suoi
problemi”
“ Certo, è proprio così, e te lo posso confermare per la mia
stessa esperienza in Italia prima di fare ritorno in India- impressionato da
come M. avesse ripreso l’identica natura
delle mie crisi suicidarie. continua