mercoledì 21 maggio 2008

Nella notte oscura









Da Valentino Giacomin
(www.aliceproject.info )


"Ciao Odorico. Quando tornerai in India? Devi visitare la scuola di Bodhgaya e il nuovo Tempio di Tara a Sarnath.Qui fa caldo, ma la temperatura scende durante la notte, come nel deserto! Nei villaggi c'e' una epidemia del "fuoco di Sant'Antonio". Fenomeni strani. Solo il karma puo' spiegare il mistero. Ora il Governo sembra aver scoperto che l'acqua e' un elemento che serve. Ha quindi deciso di "ripristinare" i vecchi stagni e laghetti artificiali che, una volta, si trovavano in ogni angolo dei villaggi e delle citta'.Gli stagni e laghetti sono stati riempiti di spazzatura nel corso degli anni. L'Amministrazione aveva trovato delle discariche gia' belle pronte. E giu' tonnellate di cacca, mescolata a tutto, compresi rifiuti altamente tossici. Ora il mea culpa. Sono partite le squadre di demolizione. Si, perche', nel frattempo, sui laghetti riempiti di ogni sozzura, sono sorte case e uffici. Il Governo pensa che basti scavare e l'acqua ritornera', come per incanto. Ingenuita' indiana! Non sanno che hanno rotto un equilibrio delicatissimo di una struttura formatasi nel corso dei secoli. Non riusciranno MAI PIU' a riempire i laghetti e i pozzi! Intanto il Gange si sta restrigendo a vista d'occhio. Tra qualche anno diventera' un rigagnolo putrido.Questa la degenerazione del Kaliuga. Madre Ganga tornera' da Brahma, da dove era venuta. Lo dicono le profezie.






























































E allora ci vorranno milioni di scuole di Alice. Ma sara' troppo tardi.Lo sara' anche per l'Italia, che ha cominciato la sua agonia con Napoli. E' il segno della fine di un'epoca. Quella della Ragione, che aveva voluto sostituire la Fede, il soprannaturale, la metafisica. Amen.Questa notte volevo condividere queste tristezze con te, perche' credo che tu sia uno dei pochi che puo' capire la mia amarezza."


A Valentino Giacomin

"Una domanda, innanzitutto, carissimo Valentino,
Perchè hai scelto proprio me, come interlocutore , nella" tua notte oscura"? Perchè ritieni che proprio io possa capire la tua amarezza?
Io ho scelto di sperare, nonostante tutto, nonostante ogni evidenza terrificante.
Spero, anche se, a differenza di te, che puoi confidare nel progetto Alice, debbo digitare questi caratteri incalzato da dei compiti che penso sia assolutamente inutile che stia a correggere fino a notte fonda, in una scuola dove non so che ci sto a fare fino al mio pensionamento, se non a testimoniarvi il mio inevitabile spreco come essere pensante e senziente.
Eppure spero, e credo, e nell'apocalisse della globalizzazione , nella attuale compresenza di tutto ciò che in passato è rimasto separato nello spazio e nel tempo della Storia , attendo di ritrovare il Suo farsi tutto in tutte le cose, comunque, quale loro compimento e Sua realizzazione.
Di ritrovare la perla e il tesoro nascosto quando e dove meno è lecito attenderlo. Come ti ha confortato il caso di Gopal. (vedi
www.aliceproject.info)
Credo che sia cosi, anche nel corso della Storia,
Che la Satya yuga possa essere ritrovata e già sia presente all' interno della Kali Yuga, la comunità negli slum della megalopoli, i lari familiari nelle condotte che recano più scandalo, la disciplina e il risanamento nello sregolamento e nel degrado percolante, non di meno di quanto il dharma universale lo si può rinvenire nella estraneità , nella astinenza o nella preservazione decontaminante.

Secondo Sekutu Metha anche i killer della maximum city di Bombay Meditano e pregano prima di uccidere.
Ma tu elevi a segni dei tempi Napoli o la siccità della valle Gangetica.
Con profeticità a canone inverso io potrei elevare a indizi positivi profetici l'incremento stesso del petrolio, e del costo dei generi alimentari, che rendono più conveniente in Afghanistan coltivare il grano che il papavero da oppio, ricorrere a nuove energie che ai combustibili fossili, ad altri cibi che il riso, che è comunque la coltura più bisognosa d'acqua e, come il mais, una delle meno salutari come monoalimento- per la sua deficienza di vitamina A.
Quanto a ciò che mi affermi sui tanka, è per me di estremo interesse perchè mi aggiorna su quanto ero venuto a saperne , a seguito dell' articolo che ti avevo già segnalato in una delle mie prime mails.". Il pianeta a secco", apparso su New Scientist, e che ti allego in formato pdf.

Ma in tanta catastroficità indiana che vivi e sperimenti in Sarnat, in Bodhgaya, é proprio all" onnipresenza" della speranza nell animo indiano", ( come scrivono Suddhir e Khatarina Kakhar nel bellissimo "Gli indiani il ritratto di un popolo", pubblicato in italiano da Neri Pozza, ), alla mentalità indiana, "che tende a trasformare persino il più piccolo barlume di speranza in una luce abbagliante, " che voglio fare ritorno, ed attingere, nel mio affetto e nel mio prendermi cura del mio amico indiano (E lo sai di che si alimenta il mio amore per lui? Del fatto che io voglio essere per lui l'amico e il fratello che non ho mai avuto, la cui mancanza è all origine della perdizione del mio ingegno nella ritualizzazione ossessiva delle necessita quotidiane), per cui gli telefono ogni giorno e tornerò da lui e con lui io viaggerò ancora per l'India,
Verrò, verrò da te con lui, e i suoi meravigliosi bambini, quest'estate, perchè insieme con me attingano alla luce della tua cara scuola.
Ps Quanto al sito, ti ricordo ciò che dice il Dhammapada( 22 Il purgatorio) sulla vergogna che provi per esso:
" Si vergognano di ciò di cui non bisogna vergognarsi / non si vergognano/altri/ di ciò di cui ci si dovrebbe vergognare "
Love


Odorico

E gli ho effettivamente scritto

"Mantova, 22 maggio 2008,
Grazie, innanzitutto, carissimo Valentino, di avere scelto proprio me, come interlocutore , nella" tua notte oscura", di avere creduto che proprio io possa capire la tua amarezza,
anche se io ho scelto di sperare, nonostante tutto, nonostante ogni evidenza terrificante, sperando di ritrovare la perla, il tesoro nascosto, quando e dove meno è lecito attenderlo, -come ti ha confortato il caso di Gopal.
In tanta catastroficità indiana che tu vivi e sperimenti in Sarnat, in Bodhgaya, proprio all' onnipresenza" della speranza nell' animo indiano", ( come scrivono Suddhir e Khatarina Kakhar nel bellissimo "Gli indiani il ritratto di un popolo", pubblicato in italiano da Neri Pozza, ), alla mentalità indiana, "che tende a trasformare persino il più piccolo barlume di speranza in una luce abbagliante, " voglio fare ritorno, ed attingere, nel mio affetto e nel mio prendermi cura del mio amico indiano (E lo sai di che si alimenta il mio amore per lui? Del fatto che io voglio essere per lui l'amico e il fratello che non ho mai avuto, la cui mancanza è all'origine della perdizione del mio ingegno nella ritualizzazione ossessiva delle necessita quotidiane), per cui gli telefono ogni giorno e tornerò da lui, e con lui viaggerò per l India.
Verrò, verrò da te con lui ed i suoi meravigliosi bambini, quest' estate, perchè insieme con me attingano alla luce della tua cara scuola.
Intanto sto sollecitando il mio amico, cui ho aperto un negozio di barbiere secondo la sua appartenenza di casta, ad iscrivere il suo bambino alle scuole di Madre Teresa in Khajuraho, come lui stesso, innanzitutto, si era riproposto.. Ne sai qualcosa di tale istituzione?
Ps Quanto al sito, ti ricordo ciò che dice il Dhammapada ( 22 Il purgatorio) sulla vergogna che provi per esso:
" Si vergognano di ciò di cui non bisogna vergognarsi / non si vergognano/ altri/ di ciò di cui ci si dovrebbe vergognare"

Io non so e non potrei farci niente altro che rimpiazzarlo con ww.aliceproject.info., ma senza abrogarlo, lasciando accantonato e parcheggiato all 'interno dell area quanto vi è già situato, per lavori ulteriori in corso,
A presto, Odorico

"Ciao Odorico. Grazie per la tua risposta. Kakkar, di cui citi il libro, e', per caso, lo psicologo che ha scritto diversi saggi sulla sessualita' indiana?La frase che citi, francamente, mi pare molto romantica. Solo un indiano puo' arrivare a tanto. "...che tende a trasformare persino il più¹ piccolo barlume di speranza in una luce abbagliante" Mi domando dove vivano gli autori di quel libro.Vengano a visitare i villaggi attorno alla nostra scuola: Barbatta, Sijua, Dandawa... sono i villaggi dove qualche hanno fa hanno linciato cinque ladri, o ritenuti tali. "Luce abbagliante?" Kakkar e amici forse ha conosciuto l'India di Terzani, vista attraverso i vetri di alberghi a cinque stelle o di ville ai piedi dell'Himalaya. Sono cattivo?Io vivo tra la gente, quasi come loro. Forse sono diventato uno di loro, nel bene e nel male. Ma la luce abbagliante non la vedo. Non l'ho mai vista, anche se la sto cercando da molti anni. Vedo molte ombre, purtroppo. Ogni anno si allungano come le strisce di sabbia sul letto del Gange.Vieni pure con il tuo amico e la sua famiglia. Sarete bene accolti.Grazie per la citazione sulla vergogna. Un abbraccio affettuoso Valentino

"Carisimo Valentino,
Ti risponderò appena avro tempo più distesamente. Kakkar, in un discorso assolutamente sobrio , che io ho estrapolato, non si riferiva ad alcuna luce abbagliante dell India, ma alla forza , commovente, dell animo indiano, di trasformare in speranza ogni minimo appiglio a confidare nel futuro offerto dalla realtà. Del resto ciò che è abbagliante può essere anche accecante, ha in sè la natura di un miraggio.
Mi spiace, ma c'era prevenzione nella tua visualizzazione del discorso di Kakkar.
A presto. Odorico"

"Concordo. Il mio pessimismo filtra la percezione dei fatti e puo' trasformare anche le cose belle che esistono qui in ombre. Accetto l'osservazione. Questo, tuttavia, non mi impedisce di continuare a lavorare affinche' la degenerazione del Kaliuga sia, come dire?, piu' leggera per tutti. Infatti, non ho gettato la spugna, anzi!Un abbraccioValentino"


"Ciao Odorico. Tutto bene? Voglio condividere qualche riflessione, in aggiunta alle precedenti.Non vorrei apparire come un pessimista che vede tutto nero. Quando parlo della degenerazione non mi riferisco all'India, ma al mondo intero. L'India, a dire il vero, e'ancora in zona di sicurezza per quanto riguarda degrado ambientale e sociale. Voglio dire, sarebbe ancora in tempo a frenare la "crescita infelice", grazie ai suoi valori, alla sua cultura, alla sua spiritualita'. Nei villaggi esistono ancora, per fortuna, i segni di una identita' che lo sviluppo economico non e' riuscito a distruggere. Proprio due settimane fa ho assistito ad un rito che si svolge annualmente,prima del monsone. La gente del villaggio si raccoglie in preghiera, mentre un "medium" entra in trance e si mette in contatto con uno "spirito". Lo spirito parla attraverso il medium. La gente chiede previsioni sul monsone, sui raccolti, sui matrimoni... Lo spirito parla e da' consigli, suggerimenti e fa delle profezie. "Il monsone arrivera', ma la pioggia non sara' abbondante!" ha detto quest'anno. Lo ripete da alcuni anni. Purtroppo, non sbaglia. Come provare che si tratta davvero di uno spirito? Il medium compie azioni straordinarie, come, ad esempio, infilare le mani dentro una pentola piena di latte bollente, ritirandole intatte. A volte prende la pentola e si versa il contenuto sulla testa. Non c'e' trucco. E' tutto vero. Ho filmato la scena quest'anno. Ecco, questa India mi commuove e mi fa sperare in un futuro migliore. E' questa India che noi del Progetto Alice cerchiamo di far sopravvivere, valorizzare e aiutare. Questa e' l'India che si salvera' dagli effetti terribili del global warming. E' l'India a cui Gandhi si riferiva, quando insisteva sulla necessita' dell'autosufficienza, sulla forza delle tradizioni dei villaggi che producevano di tutto: dai vestiti, al burro, alle medicine, alla saggezza popolare!Nei messaggi precedenti ho parlato di ombre. Quando sei investito dai problemi, le ombre sembrano dominare.Per la legge delle polarita', pero', l'ombra afferma la presenza della luce. Ci sono tante luci ancora accese in questo grande Paese.Purtroppo, non sempre sono visibili. Ma ci sono. Ci sono moltissimi operatori sociali coraggiosi che rischiano la vita per difendere cio' in cui credono. Recentemente ho avuto la fortuna di conoscere il segretario nazionale di un movimento per la difesa dei diritti umani dei Dalits, Vincent Manoharan. Un uomo straordinario, dotato di un’intelligenza acuta e di un grande cuore. Sta facendo un lavoro incredibile per la giustizia, per la dignita’ dei poveri, per il futuro dell’India. Vincent non ha risparmiato elogi al nostro lavoro e mi aiuta a capire il Paese che mi ospita. Come lui, tantissimi altri: mi vengono in mente Arundhati Roi, Vandana Shiva (una scienziata che merita il Nobel per le sue intuizioni e per le sue proposte per la salvezza dell’ambiente e della saggezza tradizionale dell’India), Kiran Bedi, gli eroici attivisti della Narmada Bachao Andolan, che lottano contro le dighe ... Ecco, la polarita’ opposta all’ombra. Poi i meditatori sull'Himalaya. I saddhu che vivono davvero in modo totalmente ecologico e senza sprechi. A loro mi ispiro nel mio lavoro di volontariato.Infine, vorrei riconoscere il coraggio del Rettore e del corpo accademico dell’Universita’ di Sanskrito di Benares che, recentemente, hanno premiato il Progetto Alice, riconoscendone la matrice culturale indiana e l’importanza per l’educazione delle future generazioni. Il Ministro in Italia ha parlato di “emergenza educativa”. Chissa’ perche’ la associo all’ emergenza rifiuti di Napoli. L’India ha un messaggio di speranza per l’Occidente borioso: tornate al dharma. Noi del Progetto Alice abbiamo accolto questo messaggio e l'abbiamo trasformato in proposta educativa, in programma didattico. Grazie all’India! Non va dimenticato questo. Se I bambini di Santo Stefano o Miane - guidati da Luigina - hanno la fortuna di scoprire i tesori dell'anima attraverso l’introspezione, dobbiamo ricordare che e’ un dono che viene dall’India. Dalla Luce dell’India! Un abbraccio
Valentino (in good mood)"

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"Caro Valentino, grazie, infinitamente, della confidenza che mi accordi.
Torno a chiederti, perché proprio in me riponi tanta capacità di ascolto?
Forse perché nella mia condizione umana e mentale di drop out incapace di farsi valere, di capro espiatorio offeso ed indifeso, intoccabile ma al temo stesso indifendibile dai poteri,, mi avvicino di più a quella di un dalit, sul puro piano spirituale ?Io non ho alcun grido e non sono di nessun grido, come tanti che conosci., e sai che come insegnante e in quanto sono rimasto " tale", nella manifestazione del mio ingegno, vivo sotto il peso della sofferenza, dell' umiliazione e della mortificazione permanente, entro la felicità e la speranza che mi sorregge e mi illumina.
E' meravigliosa, secondo quanto rievochi nella tua ultima e-mail, la rete di esperienze che in India vieni intessendo alla ricerca della tua scuola,come tu stia inserendo le salvezze individuali dei tuoi allievi nella salvezza di un intero popolo, facendola dipendere dalla salvezza degli ultimi , e più umanamente belli dei suoi figli, dal concorso di chi si oppone e resiste , e rimane più intoccato da quant' è il degrado e l' impoverimento mondiale che lo sviluppo produce (- la ironia della storia vuole che siano ora affamati dallo sviluppo innanzitutto i produttori di cibo, i cui campi inaridiscono anche per il global warming,) è oltremodo ammirevole come dunque tu riponga la salvezza dell umanità indiana nelle cure in soccorso delle madre India e del suo tesoro sapienziale, nel risanamento delle tante ferite inferte al suo corpo terreno e alla sua tradizione spirituale.
Ma se il sanathana dharma è reale, se è lo stesso principio ordinatore che per altre tradizioni spirituale è costituto dal Logos, o dal Tao, dallo Shinto, o dalla Sharia, se dalla sua cosmicità il progetto Alice trae la sua dimensione universale, esso non può non manifestarsi e non essere riconoscibile, come presente e operante, anche nella degenerazione della crescita, che è crescita infelice, come asserisci benissimo, finchè anche in essa non è -"ri-trovata la luce intima del dharma, la cui accensione spirituale della materialità e del sapere non può non esserne - adualisticamente- il fuoco interno invelenito in un offuscante tossico letale.Il dharma, se è reale, è di necessità anche ogni possibile riconversione, o risanamento dello sviluppo, che si imponga come una svolta necessaria interna alla sua stessa espansione dinamica, al suo stesso degenerare criminale in economia canaglia, il dharma , se ispira la vita, è inevitabilmente all' opera in ogni messa in crisi della "regressione civile" per effetto della stessa interdipendenza del tutto, è ogni riconversione , al contempo morale e spirituale, dell' uso delle risorse energetiche e ambientali - terra, acqua, aria, fuoco, akasha, - ,delle nostre relazioni con la natura, in virtù del concorso delle stesse tecnologie e tecniche che hanno degradato lo sviluppo.
Che il progetto Alice possa fiorire nell'orrore miserabile del Bihar , lo hai già meravigliosamente dimostrato. ma la sua universalità, se è vero quanto ti ho detto, può rendere possibile che attecchisca anche nella crscita meno infelice di uno slum di Bombay, o di Calcutta, nella cristianità del Kerala o nelle mirabilia tecnologiche di Bangalore , così come il villaggio è la forma di vita che, pur perdendo la sua autosufficienza, si è ricostituita nella Dharawi della Maximum City."

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