Su Mantova capitale italiana della cultura i
Quanto a ciò che Mantova sarà approntata ad essere dal marzo venturo, resto pertinacemente un fautore di Mantova quale reale capitale universale di gusto e di cultura, reinventata come tale, partecipativamente, da tutte le sue maestranze e dalla sua cittadinanza, in luogo di una città "venduta" consumisticamente come attrattiva turistica, da dei consulenti per dei consultanti con un semplice tocco di schermo, , digitalizzando in forma di smart city la cultura di corte e cortigiana di una città ducale, secondo un progetto che l'attuale amministrazione ha ereditato dalla precedente, cui ben più si confaceva che ad un sedicente Partito democratico, e che si prefigura come l ennesima riproposizione dei soliti panem et circenses...Solo un esempio di ciò che intendo, quanto alla torre della Gabbia: un conto è restaurarla per farne solo un belvedere per il ristoro turistico, un altro è farne una stazione di transito verso la visitazione della cappella Bonacolsi e la promozione della conoscenza del trecento figurativo della nostra città. Quanto a tale nomina di capitale italiana della cultura, Mantova si autopromuove da sola per il suo patrimonio culturale ed artistico, non ha certo bisogno di investiture in tal senso, che sanno solo di vassallaggio e appannaggio, con mere parvenze signorili di puri lasciti partitici per la semplice ragione che riscoprire Mantova, e farla riscoprire,significa pur sempre reinventarla interpretativamente, grazie innanzitutto ai suoi intellettuali, Signorini, Bernardi Perini, Flisi, Braglia, Malacarne o chi altri, cui chi amministra la nostra città seguita a preferire sempre chi è esterno e di grido, (uno Sgarbi o un Dario Fo, sempre per fare nom)i, come già fu della cultura di corte gonzaghesca,. E per davvero riscoprirla, in tempi che non si vorrebbero più di Principati o Signorie, significa farla scoprire per davvero innanzitutto ai suoi cittadini, e grazie ad essi ai suoi visitatori , con un particolare riguardo agli studenti dei nostri istituti , che mi è lecito supporre che ne siano particolarmente ignoranti, facendoli coautori con i loro docenti, gli intellettuali delle nostre Accademie ed Istituti di ricerca, di un museo reale della città di Mantova, passata, presente o futura, nelle sue prospettive, che tale non è pur nei suoi pregi quello di San Sebastiano, o altrimenti, riscoprirla esigere che si adibisca il Palazzo della Ragione a spazio espositivo dei progetti e delle ricerche che concernono Mantova e il suo territorio di docenti e discenti del Politecnico della nostra città, prima ancora che dei capricci o invenzioni stagionali di qualche critico che va per la maggiore per i più svariati motivi.. Se anche così non sono chiaro e aggiornato, pazienza,. per chi seguita a non poter o voler capire che il turismo che sia senza una preminenza altamente culturale è a vocazione puramente epifita, di strangolamento di ogni altra attività che non ne sia un indotto., a solo vantaggio di outsiders e cortigiani nativi e corporazioni associate.
Già ho scritto, in merito, a proposito delle affluenze crescenti nel Museo di San Sebastiano Premesso che il Museo di San Sebastiano lo trovo molto bello, va detto che un Museo della città è per me tutta un'altra cosa, è una ricostruzione multimediale,e tramite reperti, del suo passato, della sua realtà presente,e delle sue prospettive future, che va realizzato con la PARTECIPAZIONE di tutte le sue maestranze colte, dagli intellettuali delle sue Accademie o fondazioni agli studenti e docenti delle scuole o istituti di ricerca del territorio, ossia è esattamente il contrario del progetto di digitalizzazione in forma di smart city della cultura di corte di una città ducale, realizzata da dei consulenti per dei consultanti, che l'attuale amministrazione ha ereditato dalla precedente, e che è l ennesima riproposizione dei soliti panem et circenses.
Quanto a ciò che Mantova sarà approntata ad essere dal marzo venturo, resto pertinacemente un fautore di Mantova quale reale capitale universale di gusto e di cultura, reinventata come tale, partecipativamente, da tutte le sue maestranze e dalla sua cittadinanza, in luogo di una città "venduta" consumisticamente come attrattiva turistica, da dei consulenti per dei consultanti con un semplice tocco di schermo, , digitalizzando in forma di smart city la cultura di corte e cortigiana di una città ducale, secondo un progetto che l'attuale amministrazione ha ereditato dalla precedente, cui ben più si confaceva che ad un sedicente Partito democratico, e che si prefigura come l ennesima riproposizione dei soliti panem et circenses...Solo un esempio di ciò che intendo, quanto alla torre della Gabbia: un conto è restaurarla per farne solo un belvedere per il ristoro turistico, un altro è farne una stazione di transito verso la visitazione della cappella Bonacolsi e la promozione della conoscenza del trecento figurativo della nostra città. Quanto a tale nomina di capitale italiana della cultura, Mantova si autopromuove da sola per il suo patrimonio culturale ed artistico, non ha certo bisogno di investiture in tal senso, che sanno solo di vassallaggio e appannaggio, con mere parvenze signorili di puri lasciti partitici per la semplice ragione che riscoprire Mantova, e farla riscoprire,significa pur sempre reinventarla interpretativamente, grazie innanzitutto ai suoi intellettuali, Signorini, Bernardi Perini, Flisi, Braglia, Malacarne o chi altri, cui chi amministra la nostra città seguita a preferire sempre chi è esterno e di grido, (uno Sgarbi o un Dario Fo, sempre per fare nom)i, come già fu della cultura di corte gonzaghesca,. E per davvero riscoprirla, in tempi che non si vorrebbero più di Principati o Signorie, significa farla scoprire per davvero innanzitutto ai suoi cittadini, e grazie ad essi ai suoi visitatori , con un particolare riguardo agli studenti dei nostri istituti , che mi è lecito supporre che ne siano particolarmente ignoranti, facendoli coautori con i loro docenti, gli intellettuali delle nostre Accademie ed Istituti di ricerca, di un museo reale della città di Mantova, passata, presente o futura, nelle sue prospettive, che tale non è pur nei suoi pregi quello di San Sebastiano, o altrimenti, riscoprirla esigere che si adibisca il Palazzo della Ragione a spazio espositivo dei progetti e delle ricerche che concernono Mantova e il suo territorio di docenti e discenti del Politecnico della nostra città, prima ancora che dei capricci o invenzioni stagionali di qualche critico che va per la maggiore per i più svariati motivi.. Se anche così non sono chiaro e aggiornato, pazienza,. per chi seguita a non poter o voler capire che il turismo che sia senza una preminenza altamente culturale è a vocazione puramente epifita, di strangolamento di ogni altra attività che non ne sia un indotto., a solo vantaggio di outsiders e cortigiani nativi e corporazioni associate.
Già ho scritto, in merito, a proposito delle affluenze crescenti nel Museo di San Sebastiano Premesso che il Museo di San Sebastiano lo trovo molto bello, va detto che un Museo della città è per me tutta un'altra cosa, è una ricostruzione multimediale,e tramite reperti, del suo passato, della sua realtà presente,e delle sue prospettive future, che va realizzato con la PARTECIPAZIONE di tutte le sue maestranze colte, dagli intellettuali delle sue Accademie o fondazioni agli studenti e docenti delle scuole o istituti di ricerca del territorio, ossia è esattamente il contrario del progetto di digitalizzazione in forma di smart city della cultura di corte di una città ducale, realizzata da dei consulenti per dei consultanti, che l'attuale amministrazione ha ereditato dalla precedente, e che è l ennesima riproposizione dei soliti panem et circenses.
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