“ Taci frate, desideravo gridare forte durante un interminabile omelia
di cui per la mia sordità non capivo
nulla, che nei vuoi sapere dell’amore del prossimo nel tuo buen retiro da
questo mondo”. Di notte mi aveva
svegliato alle quattro l’angoscia che mi
aveva provocato l ennesima richiesta di altro denaro per mia madre da parte di
mia sorella. “ Che vuoi, suicidio per suicidio, decidi tu” le avevo risposto.
Lei benestante non poteva capire che per come vivo la mia situazione e per quello che mi
consente, anche solo il suo preannuncio che avrebbe scaricato su di me e mio
fratello i costi della tinteggiatura dell’appartamento tutto dove mia madre vive in affitto, decisa di testa sua, veniva ingrossandosi
nella soffocazione che mi stesse chiedendo di fatto di rinunciare a tutto, ma
proprio a tutto, richiesta dopo richiesta, cui mi fossi piegato, tramutando la longevità di mia madre in un incubo accasciante.
Dopo avere ricontattato Kailash, di nuovo a rovinarsi la salute nel lavoro un hotel, preoccupato più di
quanto gli rovini il fegato lo stare al fuoco e al fumo di una caldaia che il
padrone non vuole sostituire, di come mai
possa fare la buonanima del padrone ora che tutti i suoi lavoranti di Jatkara sono in pellegrinaggio a Mathura e Vrindavan,
come si richiede al dodicesimo anno che per Diwali vanno in gruppo a
eseguire danze di villaggio in villaggio, è stata la volta quindi di Mohammad
“Tu sai , già l’esordio,
di che cosa ha bisogno un povero”
Mi ero ripromesso di non ricontattarlo perché non mi inoltrasse l’ennesima richiesta
di un consumo di lusso quanto più versa
in povertà assoluta. Ma non era intento a chiedermi un profumo di marca o
cioccolatini rocher, come è avvenuto dopo che grazie a Kailash gli ho
consentito di fare il biglietto di rientro a Khajuraho da Delhi, dove era
rimasto senza rupie e dove con una febbre e una tosse che temeva non gli lasciassero scampo lo
affliggeva l infezione ai piedi e ai genitali che ha contratto nella sua prima
esperienza in una fabbrica di lavorazioni chimiche. Nel soccorrerlo c faticavo a contenere la mia
contrarietà perché non dandomi ascolto,
anziché farsi visitare da un vero dottore in Khajuraho e seguirne le
prescrizioni egli aveva voluto ripartire prematuramente la settimana prima per Delhi, dove in quello stato non aveva
potuto restare che un giorno nel posto
di lavoro che aveva trovato presso la Karisma,.Ora era di nuovo senza i soldi per recarsi da uno
specialista dermatologo in
Chhatarpur, dove benché fosse ancora
impedito a parlare per la tosse, avrebbe
voluto recarsi in motocicletta con un
amico, anziché prendere il treno mattutino di buon’ora.
E quando sarei venuto?
In Delhi non volevo e non potevo più consentirgli che mi raggiungesse,
dopo avere decurtato l’appannaggio a mia madre perché sia servita e riverita
come una regina nella sua evanescenza mentale
E ci volevo
andare in Paradiso, così intendendo l hotel Paradise, dove il ragazzo non
voleva più mettere piede per lavorare. E
se neanch’io ci volevo più stare come
finto alloggiante, con quale home stay
volevo sostituirlo? Ajay, l’aiutante del padrone dell’hotel Paradise, ne
avevo uno che faceva per me, poco distante da casa sua, con la toilette
occidentale in tutte le camere, e dove altrimenti avrei potuto andare e venire
tutto il giorno.
“ Dove altrimenti
possiamo stare insieme?” la
sua domanda che mi scendeva nell’ intimo
come un balsamo risanatore di ogni senso di colpa .
“Mohammad , è la tua amicizia che io voglio più di tutto”
“ Anch’io”
Era quindi sempre al rivale e grandioso Kailash che
dovevo far capo e ritorno, perché lo
aiutasse in tale emergenza.
Ma 500 rupie, non di più, precisava Kailash, quanto avrebbe
trasmesso l’indomani a Mohammad
per curarsi davvero l infezione che non recedeva, anzi..La famiglia doveva pur
festeggiare Diwali con acquisti
domestici, e per Chandu non poteva più
posticipare il pagamento della retta scolastica. Anche lui, come già Mohamad, ed Ajay, era pronto a venire in mio soccorso a Delhi,
anche lui viaggiando anche solo con un general ticket, se per i miei
problemi fisici che mi hanno appena costretto per due volte al ricovero in
ospedale, vomito, nausea, vertigini per l’ alta pressione, mi serviva il suoi aiuto. Dapprima ho avvertito il fastidio che lui
potesse prendere il luogo dei ragazzi, poi un’onda di intenerimento e di amore
infinito ha fatto seguito alle mie spiegazioni delle ragioni per cui benché sia
per me il Paradiso in terra stare in viaggio con lui, dovevo fare a meno della sua compagnia e del
suo aiuto. In Delhi, grazie alla
metropolitana, mi era possibile
trasferirmi con i bagagli su di un carrello dall’aeroporto fino in centro, dove un
tuk tuk mi avrebbe condotto agevolmente in hotel. La vera difficoltà per la mia
artrosi e i miei anni, era salire e discendere con tutti i bagagli i passaggi
sopra i binari. Ma avrei potuto
chiedere l’aiuto di coolies, nonostante le loro tariffe proibitive. La realtà
soggiacente era che dopo aver decurtato
quanto mensilmente verso per mia madre, per coerenza dovevo negarmi in Delhi ogni accompagnamento.
In serata croce e
delizia finale mi ha raggiunto la telefonata di mia madre. Cui inutilmente martedì scorso, quando sono
andato a trovarla, ho detto che tra giorni tornerò in India. Lei restava lì ad aspettarmi. Quando solo avessi voluto andare a trovarla…
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