La KUMBH
MELA 2019, il più grande raduno religioso del mondo
E’così vasta e settorialmente
regimentata l’area della Kumbh Mela in Allahabad, ora PrayagRaj , lungo le
sponde sabbiose della Yamuna e della Ganga ( o Gange) che vi confluiscono nel
Sangam, che tranquillamente milioni e milioni ulteriori di pellegrini e
visitatori possono ulteriormente affluirvi e rimanervi sparsi in gruppi e
comitive, quando non alloggino nelle miriadi di tendopoli che vi si dispiegano,
grazie alle collaudate capacità organizzative che ha confermato nelle
circostanze chi allestisce il festival-fiera. Solo si pensi che le piene
monsoniche che d’estate sradicano tutto, obbligano ogni anno a rifarvi le
innumerevoli piste di piastre metalliche e a reimpiantarvi l’illuminazione e
gli accampamenti. Un ordine calmo, transennato e compartimentato , dove la
pulizia regna finalmente sovrana, vi previene ed esclude resse ed assembramenti
che si fanno così pericolose se avvengono in India, come lo fu la calca
catastrofica che causò 350 morti durante la corsa di un’intera folla verso
l’immersione nei primi anni 50, narrata da Vikram Seth in “A suitable Boy”. E’
invece l’accalcarsi asfissiante in tutti i vagoni economici dei treni e sugli
autobus che portano ad Allahabad-PrayagRaj , o il traffico che si paralizza
prima delle stremanti e interminabili vie di accesso, che rendono ancora
soffocante l’avvicendarvisi. Nella luce del sole fino a che il chiarore
abbagliante si fa caligine e foschia di sabbie e nebbia , soffondendo il buio
del cielo, ove pure hanno iniziato a brillare a perdita d’occhio le
illuminazioni dei villaggi di tende e dei loro riflessi sulle acque fluviali,
moltitudine immense vanno e vengono continuamente per la Kumbh Mela in ogni
direzione, lungo le piste e valicando i ponti galleggianti, con sporte e sacche
e trolley, zaini ed ogni altra sorta di borse e di bagagli, , secondo
tradizione il loro peso venendo a gravare per lo più sul capo delle donne, tra
il viavai di ciclo- ricskshaw, tuc tuc , auto e fuoristrada, spesso dietro un vessillo
e dei sadu che guidano comitive di villaggio. E ‘ un pellegrinaggio volto a
trovare dove accamparsi, o fare sosta, nelle tende all’aperto o sulla nuda
sabbia o su strami di paglia fluviali, in vista dell’esperienza mistica che è
la meta di tutto: l immersione nelle acque basse della Ganga, o Gange, dove
all’altezza della confluenza del Sangam raccolgono e recano seco quelle della
affluente Yamuna, insieme con le acque mitiche del terzo fiume Sarasvati. Ivi
vuole la mitologia che sia caduta una delle quattro gocce di amrita, o nettare
divino, che Lord Vishnu recava in un vaso, o Kumba, e che ebbe a trarre dalla
frullatura dell’oceano di latte compiuta da demoni e dei, le ulteriori Kumbh
Melas celebrandosi negli altri siti fluviali dove caddero le restanti gocce,
Ujjaiin, Haridwar, Nashik, quando tra gennaio e marzo il Sole, la Luna e Giove
si trovino in una determinata posizione reciproca zodiacale. Anche se non sa di
tale leggenda, il popolo dei fedeli crede che le acque in tali siti siano
elisire di buona sorte, e ne riempiono taniche. da portare appresso. Serviranno
a celebrsre le pujas domestiche, o ad aspergere i cadaveri dei cari defunti
prima della loro cremazione.A dire il vero l impressione visiva è che sia lo
Yamuna a ricevere le acque del Gange, visto che il corso fluviale seguente
appare piuttosto la continuazione di quello dello Yamuna, che non di quello
della Ganga. “E’ come nella generazione, dicevo al mio amico Kailash, dove il
figlio riceve il nome del padre ma è soprattutto dalla madre che tre vita”. In
realtà Ganga e Yamuna essendo fluvialità femminili, come le divinità che le
rappresentano sulle soglie interne del vestibolo del tempio hindu, è meglio
pensare alla loro confluenza come agli sponsali di due madri. Alle acque sono
affidate le offerte di rose e calendule, in una ciotola che prende il largo a
poco a poco, e la purificazione è completata riversando acqua lustrale
nell’acqua fluviale, insieme con la cerimonia dell’aarti, che si compie
ruotando sulle acque un lume acceso. A rendere splendida e luminosa di colori
brillanti la vista dei fiumi che scorrono tra i ponti, tra le barriere di
isolamento galleggianti e gli allineamenti di barche , i natanti essendovi
posti a protezione di chi si immerga ove non sia l’acqua profonda, durante
tutto il corso di ogni giorno è l’andirivieni luminescente delle imbarcazioni
sullo Yamuna e lungo la Ganga, tra il levarsi in volo e il planare sulle acque
di miriadi idi gabbiani, a svernarvi dalla Siberia e dal Centro Asia, per
affidarsi al loro deflusso come le offerte votive. Ultimi ma non ultimi i sadu,
non solo cerimonialmente. Discesi dalle alture himalyane o globe trotters del
subcontinente indiano e della spiritualità planetaria, nella Kumbh Mela hanno i
loro attendamenti e le loro vie, dove più che di santità, quelli più
esibizionisti danno spettacolo di venalità e di smodata ricchezza. Certuni di
loro, naga sadhu, integralmente nudi e rivestiti solo di cenere o di grani di
rosario, con i capelli raccolti come il Shiva ascetico in crocchie jatamukutas
orridamente enfatizzate in fruttiere o fioriere, si offrono agli scatti
fotografici nel farsi benedicenti e nell’imprimere in fronte il segno del
tilak, in cambio di offerte e di un inchino rituale sotto il loro flabello di
penne di pavone, pronto a calare sul capo del loro devoto occasionale insieme
con una robusta pacca di commiato. I più restano invisibili, o si appartano tra
di loro sotto la vista dei passanti, al calore di ciocchi fumiganti e
passandosi tra un discorso e l’altro tabacco o che altro. Né mancano i sadu che
importunano per strada i passanti, con richieste vibranti di elemosine che
giungono a farsi intimidatorie, soprattutto nei riguardi di chi sia straniero e
non hinduista.Di certo la Kumbh Mela del 2019, voluta come Maha Purna Mela (
Grande Mela completa) anziché nelle sue forme dimidiate di Ardh Mela, benché
non siano trascorsi i dodici anni previsti tra l uno e l’altro Maha Mela , a
massimo onore e gloria dei leader in carica del Bjp hinduista che ora sono al
comando dell India e dell’Uttar Pradesh, Yoghi e Narendra Modi , è uno spot
politico religioso che li concelebra insieme con i sadu. E ‘ tale Il potere di
pervicace lobby che questi ultimi detengono, che per disabbigliati e mendicanti
che possano essere tanti di loro, i più facinorosi e fanatici sono giunti a
minacciare di secedere verso Varanasi, qualora non vengano rassicurati che sarà
eretto in Ayodhya, sempre nell Uttar Pradesh, il fatidico tempio che dovrebbe
risorgere sul luogo natale del dio Rama,- una divinità che a onore del vero è
pura leggenda per lo stesso hinduismo, in rinnovato contrasto con gli islamici
indiani, che vi rivendicano la salvaguardia della masjid di Babur.
Al mio amico Kailash, nel lasciare il
sito del Sangam, ho chiesto che cosa vi sia per lui il Ganga, da mobilitarlo
nonostante i disagi incresciosi del viaggio all’ immersione rituale della
Burqi, così come l’anno scorso suo padre e i suoi zii vi si sono recati a
spargervi le ossa della nonna. “ E’ mia madre, mi ha detto in tutta risposta.
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