Il fiore mi ha implorato di non andarmene
“Se tu sei venuto per un breve tratto nel giardino,
Sii il mio valente ospite.”
Io incurante lo ignorai
e me ne andai via.
Dove, invero, è il tempo di indulgere
Verso qualcuno?
Che dire di tale umore, o Mir,
Egli camminava nel giardino,
E i fiori salutavano
chinandosi dai rami,
Ma ad egli non importava nulla.
Ero in sua presenza, ed ero ammutolito.
Mir, che se ne sia sentita offesa, allora?
C’è amore e solo
amore
Ovunque tu volga lo sguardo,
Tutta la creazione trabocca
d’amore
Amore è l’amata, amore è l’amante, fino a tal punto. così tanto,
Che è come se l’amore fosse in amore con se stesso
(che è come se l’amore si intrattenesse in un gioco con se stesso)
Quando chiesi come trascorressero gli erranti in amore
La brezza del mattino sollevò una manciata di polvere
E la soffiò via
Dove mi ha colto il delirio
Quanto a lungo sono
stato in attesa di me stesso?
Quale primavera? Per noi prigionieri è proibito
Anche solo vedere il muro del giardino
Traverso una crepa nella nostra cella.
E’ un uomo terrestre quello che glorifica il mondo
Altrimenti
C’è lo specchio ma a che vale
Guardarvi dentro.
I miei versi piacciono all’élite
Ma io scrivo per il largo pubblico.
Se non parlo, il mio cuore brucia, se lo faccio
La mia lingua è scottata.
La mia amata può prendere fuoco se sente le parole
Che voglio dirle.
Tutti i miei piani sono stati ribaltati
Che serve
qualsiasi medicina….
Non hai visto come questa malattia del cuore
Mi ha finalmente ucciso?
Lo Shaik che se ne sta nudo
Nella moschea, era nella taverna
L’ultima notte
Manto, toga, camicia e berretta, tutto si è bevuto
-Completamente pazzo, ha dato via.
Quale Kaaba, quale direzione di preghiera,
Quale moschea santa, quale veste di pellegrino?
Noi, abitanti del suo
tratto di cammino,
ne prendiamo congedo
a distanza.
Che vuoi tu dunque sapere
Della religione e della fede di MIr?
Con un tilak sulla
fronte siede in un tempio
Da lungo ha forse rinunciato all’ islam?
Noi di fatto impotenti
siamo accusati
Di comandare senza
una investitura precisa
Voi fate tutto quel che vi piace
E noi siamo
ingiustamente diffamati.
Con la complicità di
Shaik
E Brahmini, Mir
perderà la Kaaba
E il Tempio.
Egli se ne farà per
se stesso una separata
Minuscola moschea, in un cantuccio
Che sia appartato.
La mia precipua religione è amore, in cui il cuore
E il profeta, il cuore la direzione di
preghiera,
il cuore è Dio
E’ la sua bellezza che illumina tutto
Sia ciò la candela
della moschea
O la lampada di Somnath.
La benevolenza come usanza
È scomparsa dal mondo,
uno strano popolo abita ora la terra,
strani sono ora i tempi
Mir, sono templi delicati
Reggiti il turbante con entrambe le mani!
Nel bianco e nero del mondo
Il ruolo che posso giocare è solo questo:
piangere di notte fino al mattino e in qualche modo
far decorrere il giorno nella sera.
Mir, egli verrà alla mia tomba dopo che sia morto
Il Mio Messia penserà
a me solo dopo che me ne sia andato.
Le macerie del mio cuore sono davvero la vista
Di una cittadella che il dolore abbia raso al suolo.
Ricorda le mie parole, se non vuoi
Udirle ancora.
Se udrai qualcuno riportarle,
il tuo cuore si spezzerà/ scoppierà nel rimpianto.
Non considerarmi
ordinario,
dopo un vagabondaggio del cielo per anni
solo allora, da un velo di polvere, un uomo
può dirsi nato.
Lo vedi, questo,
esala
Dal mio cuore o dalla mia anima,
Da dove , quanto non pare che fumo?
O cielo, quale cuore infranto
Giace in questo sepolcro?
Una fiamma ne esala ogni mattino.
Quando grida di lamento cominciano a ferire la mia mente,
Un urlo sale al cielo.
Ovunque vada a
posarsi il suo sguardo gioioso,
ne esala una turbolenza.
O voce ardente, stai
attenta
Pure alla tua dimora
Una nuvola di fumo sale dal tuo riparo.
Chi non s’inquieterà nel sedere ancora dovunque
Chi, che si levi anche solo una volta dalla tua soglia?
Oh, come noi ci
rimettemmo in piedi nel lasciare quella via
Quasi che se sorgessimo da questo mondo dopo la morte.
Mir, l’amore è un macigno pesante,
Quale creatura non è troppo gracile
per sostenerne il peso?
(Quale creatura
può non soccombere sotto il suo peso ?)
La mia esistenza è come una bolla
Questa vista è come
un miraggio
Ah, la tenerezza
delle sue labbra
È come il petalo di una rosa.
Apri ora il tuo occhio del cuore
Tutto il mondo è solo
un sogno
Eccomi alla sua porta ancora
una volta
Sono ora in uno stato di agitazione
Basta che parli, che
loro dicono,
Questa è la voce di quello sventurato.
Mir, in quegli occhi schiusi
in sogno
C’è il tossico di un vino stagionato.
Nessuno in questo mondo vorrebbe essere ingenuo
Come un amante
Perdendo il suo cuore in amore egli pensa di guadagnarci
Mir, il sempliciotto amaro, è troppo assetato
Del suo stesso sangue,
Egli pensa che di lei la pesante spada affilata
Sia l’elisir di vita .
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