sabato 23 febbraio 2019

Poesie di MIr Taqi Mir da me tradotte


Il fiore mi ha implorato di non andarmene
“Se tu sei venuto per un breve tratto  nel giardino,
Sii il mio valente ospite.”
Io incurante lo ignorai  e me ne andai via.
Dove, invero, è il tempo di indulgere
Verso qualcuno?

Che dire di tale umore, o Mir,
Egli camminava nel giardino,
E i fiori  salutavano chinandosi  dai rami,
Ma  ad egli  non importava nulla.

Ero in sua presenza, ed ero ammutolito.
Mir, che se ne sia sentita offesa, allora?

 C’è amore e solo amore
Ovunque tu volga lo sguardo,
Tutta la creazione trabocca  d’amore
Amore è l’amata, amore è l’amante, fino a tal punto.  così tanto,
Che è come se l’amore fosse in amore con se stesso
(che è come se l’amore si intrattenesse in un gioco con se stesso)

Quando chiesi come trascorressero  gli erranti in amore
La brezza del mattino sollevò una manciata di polvere
E la soffiò via

Dove mi ha colto il delirio
Quanto a lungo sono stato in attesa di me stesso?

Quale primavera? Per noi prigionieri è proibito
Anche solo vedere il muro del giardino
Traverso una crepa nella nostra cella.

E’ un uomo terrestre quello che glorifica il mondo
Altrimenti
C’è lo specchio ma a che vale 
Guardarvi  dentro.

I miei versi piacciono all’élite
Ma io scrivo per il largo pubblico.

Se non parlo, il mio cuore brucia, se lo faccio
La mia lingua è scottata.
La mia amata può prendere fuoco se sente le parole
Che voglio dirle.

Tutti i miei piani sono stati ribaltati
Che serve  qualsiasi  medicina….
Non hai visto come questa malattia del cuore
Mi ha finalmente ucciso?

Lo Shaik che se ne sta nudo
Nella moschea, era nella taverna
L’ultima notte
Manto, toga, camicia e berretta, tutto si è bevuto
-Completamente pazzo, ha dato via.
Quale Kaaba, quale direzione di preghiera,
Quale moschea santa, quale veste di pellegrino?
Noi, abitanti  del suo  tratto di cammino,
ne prendiamo congedo  a distanza.
Che vuoi tu dunque sapere
Della religione e della fede di MIr?
Con un  tilak sulla fronte siede in un tempio
Da lungo ha forse rinunciato all’ islam?

Noi di fatto impotenti  siamo accusati
Di  comandare senza una investitura precisa
Voi fate tutto quel che vi piace
E noi  siamo ingiustamente diffamati.

Con la complicità di  Shaik
 E Brahmini, Mir perderà la Kaaba
E il Tempio.
Egli se ne farà  per se stesso una separata
Minuscola moschea, in un cantuccio
Che sia appartato.

La mia precipua religione è amore, in cui il cuore
 E  il profeta, il cuore la direzione di preghiera,
il cuore è Dio

E’ la sua bellezza che illumina tutto
Sia  ciò la candela della moschea
O la  lampada di Somnath.

La benevolenza come usanza
È scomparsa dal mondo,
uno strano popolo abita ora la terra,
strani sono ora i tempi

Mir, sono templi delicati
Reggiti il turbante con entrambe le mani!

Nel bianco e nero del mondo
Il ruolo che posso giocare è solo questo:
piangere di notte fino al mattino e in qualche modo
far decorrere il giorno nella sera.

Mir, egli verrà alla mia tomba dopo che sia morto
 Il Mio Messia penserà a me  solo dopo che me ne sia andato.

Le macerie del mio cuore sono davvero la vista
Di una cittadella che il dolore abbia raso al suolo.


Ricorda le mie parole,  se non vuoi
Udirle ancora.
Se udrai qualcuno riportarle,
il tuo cuore si spezzerà/ scoppierà nel rimpianto.


Non  considerarmi ordinario,
dopo un vagabondaggio del cielo per anni
solo allora, da un velo di polvere, un uomo
può dirsi nato.


Lo vedi, questo,  esala
Dal mio cuore o dalla mia anima,
Da dove , quanto non pare che fumo?  
O cielo, quale cuore infranto
Giace in questo sepolcro?
Una fiamma ne esala ogni mattino.
Quando grida di lamento cominciano a ferire la mia mente,
Un urlo sale al cielo.
Ovunque vada  a posarsi il suo sguardo gioioso,
ne esala una turbolenza.
O voce ardente,  stai attenta
 Pure alla tua dimora
Una nuvola di fumo sale dal tuo riparo.
Chi non s’inquieterà nel sedere ancora dovunque
Chi, che si  levi  anche solo una volta dalla tua soglia?
Oh, come noi  ci rimettemmo in piedi nel lasciare quella via
 Quasi che  se sorgessimo da questo mondo  dopo la morte.
Mir, l’amore è un macigno pesante,
Quale creatura non è troppo gracile 
per sostenerne il peso?
 (Quale creatura
può non soccombere sotto il suo peso ?)

La mia esistenza è come una bolla
Questa  vista è come un miraggio
Ah, la tenerezza  delle sue labbra
È come il petalo di una rosa.
Apri ora il tuo occhio del cuore
Tutto il mondo è  solo un sogno
Eccomi alla sua porta ancora  una volta
Sono ora in uno stato di agitazione
 Basta che parli, che loro dicono,
Questa è la voce di quello sventurato.
Mir, in quegli occhi schiusi  in sogno
C’è il tossico di un vino stagionato.


Nessuno in questo mondo vorrebbe essere ingenuo
Come un amante
Perdendo il suo cuore in amore egli pensa di guadagnarci
Mir, il sempliciotto amaro, è troppo assetato
Del suo stesso sangue,
Egli pensa che di lei la pesante spada affilata
Sia  l’elisir di vita .


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