Signor Direttore
Dunque, alla resa dei
conti referendaria sulla Grande Mantova, i nostri sindaci interessati,
riunitisi al Pirellone in gran
consiglio, appaiono favorevolissimi al progetto in linea di principio, ma contrarissimi di fatto; per quanto l’obiettivo
di una futura fusione sia condivisibile in linea di massima, sono “uni
d’accento” che questo referendum non s’ ha proprio da fare. Le sacrosante
ragioni? Che noi cittadini mancheremmo di reale consapevolezza, bontà loro che
hanno fatto di tutto per assicurarcela durante il loro mandato, senza forma
alcuna di boicottaggio di cui si abbia avuto anche solo il minimo sentore; e
poi, si tratta di una tale complicazione,
tale e poi tale, ci sono tali e tante di quelle problematiche in gioco,
che neanche a pensarci, figuriamoci.. In cambio, invero, eccoli tutti quanti
già virtuosamente disposti, se non si fa il referendum, a mettersi in gioco e a spendersi,
come mai non è stato, in tutto quello che finora non hanno mai fatto,
un’effettiva progettazione, ma certissimamente, in primo luogo di beni e
servizio da mettere in comune…. Marpioni… tale
loro virtuosità quanto mai interessata puzza di bruciato oltre
l’estensione stessa della grande Mantova, è una farsa che a modo suo evoca
l’ottimo nemico del bene. In realtà gli esimi sindaci non potevano dare più felice avvio di propaganda alla campagna
referendaria per un si consapevole e convinto alla grande Mantova, non
potevano fornire riscontro migliore al dato di fatto incontrovertibile che il
sì al referendum è la sola via
per pervenire al “condivisibile obiettivo”,
parole loro, sacrosante; che se stiamo ad aspettare che lor signori si
disbrighino fusionisticamente, con tutti i vincoli associati che entrano in
gioco ….campa cavallo.. è l’esatto chiedere,
da uomini incauti e sciocchi, che
si diano da fare per il Santo Natale i tacchini che vi devono finire
arrosto, per la leccornia di un migliore
governo locale. Don't you even think of eating my chocolate!
Odorico Bergamaschi
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