Kailash si conferma ogni giorno e ogni volta il più meraviglioso compagno di vita e di
viaggio , il vero educando della mia esistenza. Si prende cura di tutto ciò che la mia memoria
dimentica, o di cui può scordarsi, sa
essere superiore a ogni mio sgarbo
o calcolo gretto, sa capirmi nel mio affetto per Mohammad , ha il
più assoluto rispetto delle mie manchevolezze di vecchio Solo che
non scegliesse ogni volta il lato più
comodo su cui salire in autorickshaw, o
del del letto in stanza, quando ci
sistemiamo in albergo, e rallentasse il
passo per attenersi al mio in affanno,
sarebbe per me perfetto, gli faccio presente scherzando., Un tempo si
tratteneva all’esterno dei templi, anche se erano hindu, come lo è lui, ora non manca di farsi partecipe di ogni
visita, e ricognizione, dicendo tutta la
sua ammirazione o delusione per i reperti che ravvisiamo, di cui conserva una memoria formidabile
“ Ma non ti ricordi che vi erano sardulas- mostri del
bestiario mitologico indiano- tra l uno e l’altro pilastro della vedika- o parapetto-?”, mi
disse di un tempio all ingresso di Naresar
che mi dispiaceva non aver rivisitato, dopo averlo visto insieme un anno
addietro?
E insiste in disquisizioni
interminabili sull’identità del dio che rappresenta questa o quella
statua, come giorni fa, in kadwaha.
Era Brahma o Kartikkeya, il dio che figurava con tre teste
accanto a un uccello piumato? Era Brahma
per lui, indubbiamente, non Kartikkeya, come io sostenevo, giacchè per Kailash l’animale piumato ai suoi piedi non era un pavone,
il veicolo di Kartikkeya, il dio
figlio di Shiva, ma l hamsa , ossia l’anitra selvatica che aveva
individuato nella bestia consimile ai piedi, quale suo veicolo animale, di chi
indubitabilmente era Brahma, comparendo il dio come una delle tre divinità
della Trimurti nella trabeazione del tempio.
Ma non vedevo , a suo dire, che il presunto Kartikkeya aveva tre teste,
come in effigie le ha sempre Brahma? Gli ricordavo che anche kartikkeya in sua
forma attestata anche in Khajuraho può avere tre teste, senza che l’amico
si mostrasse o ne fosse per niente
convinto.
Ciò che conta è se il Dio ha la brocca del kamandalu negli
arti inferiori, era la sua replica,dopo
di che a dire il vero invertiva le sue posizioni retrocedeva nelle sue posizioni confondeva
le cose e il dio diventava
indubbiamente Kartikkeya, com’era vero che fosse, perché recava solo una / due
anziché due / quattro coppie di arti, come è invece di norma per ogni dio di
rango assoluto. Io seguitavo a scattare fotografie e lui continuava la
discussione con il conducente
dell’autoveicolo, con cui continuava a
chiacchierare per tutto il tempo che mi lasciava a me stesso, come con
ogni altro nostro accompagnatore in ogni
nostro viaggio, capace sempre di intendersi a meraviglia.
Aveva altresì l’acume di individuare la cresta che sporgeva
“up”, incongruamente, dalla testa dell’hamsa di Brahma, quasi che fosse quella di un pavone. E
da che iniziavo a fargli presente come i templi ulteriori che si succedevano in
kadwaya si facevano a imitazione di
quelli in khajuraho, lui non mancava di additarmi le statue che in essi si
facevano anch’esse a immagine e somiglianza di quelle di khajuraho, nelle torsioni assunte dal loro corpo. Ed
erano la nayka che si asciugava la chioma, torcendola, mentre un’oca
raccoglieva le gocce che ne cadevano, l’altra creatura celeste che si torceva
in una scrittura muraria, la ninfa che dipingeva la pianta che sollevava di un
piede o ne toglieva un pruno che vi si era confitto.
Nel secondo caso, gli dicevo, può essere scolpito anche un
barbiere che gliele toglie, rammentandogli la sua professione castale.
Per mio mero tornaconto, avendoli già visti le volte
precedenti che sono stato a kadwaya, ho
destinato la parte finale della nostra
visita dei templi a quelli più belli, il
tempio A del gruppo Talao quello che Kailash
ripetutamente mi ha detto che più
di ogni altro e come nessun altro lo aveva incantato. Ah. Quei ripetuti fiori
di pietra sui soffitti d’ingresso..
“ Tu, kailash, ora guardi ai templi come un amante, io ne
sono un anatomista, mi interessano
pietra su pietra per cercare di capire
come si è passati dagli uni agli altri.”
“ Tu sei proprio come
il loro dottore, che li studia osso per osso, that ceeck bones by bones”.
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