giovedì 28 novembre 2019

Esclusivi ed escludenti


Non credo che dagli scontri tra la maggioranza che governa Mantova e l’opposizione di centro destra , pur se a potenza di fuoco assai limitata, possa nascere nient’altro che la delegittimazione reciproca, fintantoché il centro destra non riconoscerà i meriti e i pregi indiscussi di questa amministrazione, e al contempo non ne risalirà ai limiti che sono assai maggiori di quelli che discerne , e se il centro sinistra, ossia il sindaco Palazzi e il suo trigol magico, non riconosceranno alcun errore possibile che sia stato da loro commesso, e almeno le attenuanti generiche alla precedente giunta Sodano, per aver essa operato in stato di emergenza a causa del terremoto e dei limiti di spesa allora imposti ai bilanci comunali , il che certo non toglie che tale governo locale sia stato di una tale desolazione da non lasciare rimpianti. Nessuna autocritica significa per me ben poca credibilità politica degli uni e degli altri in quello che asseriscono. A rendere paradossale tale negazionismo dell’altrui operato ed a spiegare perché al contempo tra tali duellanti non c’è mai stata alcuna sciabolata d’affondo, è il dato di fatto che i presunti contendenti condividono lo stesso modo di far politica e la stessa idea di città, che altro non è che un derivato tossico del suo paradigma virtuoso, di città dell’accoglienza e partecipativa, d’arte, di gusto, di cultura e della conoscenza, fondata su un’economia territoriale verde tecnologicamente avanzata. In realtà i due schieramenti sono l’amalgama fluido di uno stesso magma di potere, come attesta il fatto che l’opposizione di centrodestra più che un’ antagonista è parsa una copertura assicurativa per questa giunta, nei momenti critici in cui sembrava che dovesse venire giù tutto . Centro destra e il sindaco Palazzi e i suoi alleati vari sono infatti portatori tutti quanti di un’idea identica di democrazia esecutiva , escludente ed esclusiva, per cui chi vince si prende tutto , decide tutto e non vuole saperne niente delle ragioni altrui, in una rivalsa continua tra chi vince e chi perde, tutta giocata a brutto muso e niente “acceptance” della cittadinanza, che è tutt’uno con la condanna della nostra città a eleggere maggioranze che debbono disfare i magoni lasciati dalle precedenti intanto che ne edificano di nuovi, più mostruosi. Con tale governance e dispersi dentro la nebulosa del suo futuro ch’è implicita in tale prassi politica, sempre più Mantova è destinata, di fatto, ad essere una borgata in cui periferie e centro storico, cultura, lavoro ed ambiente, i bisogni dei vecchi e dei lavoratori della conoscenza, di artigianato e commercio finiscono subordinati all’ ipersviluppo turistico acritico e velleitario della zona Ztl, un blob di Airbnb, negozi di asporto e fatturato alle stelle di pochi eletti, contrassegnato dal predomino concomitante di una cultura festivaliera di corte e del suo mostrificio, acchiappa turisti, su di un pensiero critico diffuso e sulla funzione civica del patrimonio storico, che è di formazione educativa della soggettività dei cittadini . Insomma Mantova quale Outlet turistico, secondo le aspirazioni di entrambi i contendenti, anziché il suo comporsi in un Distretto umanistico e tecnologico della conoscenza, in sintonia con il grado di sviluppo industriale del territorio limitrofo. E cosa non meno grave , nel frangente attuale, se tra tali due schieramenti si risolve la partita, la loro alternanza è la strettoia di un vicolo cieco che ci nega , insieme con le istanze di partecipazione vera dei cittadini ai processi decisionali e alla loro attuazione, che è il solo vero antidoto ai magoni seriali, qualsiasi alternativa di scelta sulle questioni oggi fondamentali per la nostra città: penso alla Grande Mantova, boicottata ignominiosamente sia da centro sinistra che da centrodestra, con larghe intese da marpioni, e all’ inceneritore, al cui insediamento in città entrambi i presunti contendenti sono di fatto a favore, checché ne dicano con infingimenti tattici, e con loro lo sono i loro accoliti al seguito, in grande spregio o noncuranza dello stato di apprensione diffuso per i danni che l’inceneritore potrebbe arrecare alla nostra salute. Quanto poi al M5s, quale terzo incomodo, se quello che ha da offrire è l’” In work poverty”, 54O euro al mese di reddito medio del lavoro di cittadinanza, per 16 ore alla settimana di corvèe verde, il cielo e la fuga all’estero ne scampino i nostri giovani.
Odorico Bergamaschi

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