martedì 19 giugno 2012

Assistere gli infermi di Seamus Heaney Traduzione

Da Electric Light di Seamus Heaney
Assistere gli infermi

Al termine dell’estrema unzione, mio padre mi ricordava
Felix Randall di Hopkins. Poi si ridusse

(come avrebbe detto lui stesso)” a poca cosa nei suoi panni”
Spettrale, un relitto.
E sembrava che si fosse così rattrappito
Per essersi liberato di qualcosa di spettrale,
quella estranea, brumosa parte di se stesso,
ch’era Northumbria, l’egli obbligato
che diciottenne aveva percorso le strade di Hexam
con il bastone e il dovere di riportare a casa
il corpo morto di suo zio con il traghetto del bestiame

Mandriano di spettri fin dall’inizio. Branditore di chiglia.
Niente protetti e lucidi sandali ribattuti
Tweed color cacca di vacca e cuoio sangue di bue.

L’occhio dell’esperto, la testa di chi sa riscontrare
Quali bestie e in quale anno v’erano e in quale terreno...
ma poi sparve (se ne andò) anche quello. Con ogni precauzione.
Il suo sorriso una semiporta estiva girevole all’esterno
Ed all’interno. Una luce che graziava.
Per la quale la morfina concessa fu per noi benedetta.


Da North

Il ramo d’oro

( Eneide Libro VI, versi 98-148)



Cosi dal retro del tempio la Sibilla di Cuma

Cantava ambigue parole tremende e l'antro ne era eco

Con detti in cui il chiaro vero e il mistero

Erano intrecciati inestricabilmente. Apollo volse e impresse

I suoi sproni nel suo anelito, la rinsavì, imbrigliò i suoi spasimi..



E come fu trascorso il suo accesso e la folle delirante ebbe cessato

L’eroico Enea iniziò a dire: Non c'è prova estrema, o Sacerdotessa,

che tu possa immaginare e che me possa sorprendere,

poichè tutto io ho presagito e già sofferto.

Ma di una cosa di prego di cuore: poichè è qui, si dice,

che si trova la porta del Regno dell'Ade,

tra queste ombrose paludi che l'Acheronte traversa tracimando,

Ti prego d’uno sguardo, d’un incontro faccia a faccia

Con il mio caro padre.

Insegnami la via ed aprimi i vasti sacri battenti

– Su queste spalle l’ho trasportato tra fiamme

E migliaia di lance nemiche.

Nel folto della battaglia lo trassi in salvo

Ed egli poi fu al mio fianco per ogni mio viaggio di mare.

Un uomo avanti negli anni, esausto eppure sempre tenace.

Egli stesso mi ha mezzo pregato e mezzo ordinato

Di questo contatto, di trovarti e farne richiesta.

Così dunque, Vestale, ti supplico di avere pietà

Di un figlio e di un padre, giacché niente esula dal tuo potere,

Di chi

Se Orfeo potè richiamare l ombra di una moglie

in virtù della sua fede nnei sonori concenti nelle corde sonoramente pizzicate della sua lira Tracia,

se Polluce potè redimere un fratello nel c(ontinuo )suo viavai

a sua volta cosspesse volte nella terra dei morti

e se anche Teseo, e il grande Ercole.. ma perchè riferirmi a loro parlare di loro?

io stesso sono dei più alti natali, un discendente di Giove”.

Cos' stava pregando, recinandosi sull'altare

Quando ls profetessa prese a dire. Consaguineo di dei,

Trioano, figlio d'anchise, facile è la discesa all'Averno.

giorno e notte sta aperta la porta del Nero Plutone.

Ma ritrovare l'andata e risalire all'aria suprema,

questa è ilo vero cimento e la vera impresa.

Solo pochi ne sono stati capaci, figli di dei

favoriti da Giove il Giusto, o innalzati al cielo

in un avvampo di gloria eroica.La distesa delle foreste sottostante

a mezza strada, il cocito vi serpeggia nelloa tenebra, lambendone le rive.

Se però amore ti tormenta tanto e tanto ti abbisogna è tuo bisogno tu hai bisogno

per due volte di solcare veleggiare il logo stigio e per due volte di investigare

la tenebra del Tartaro, se vuoi oltrepassare il limite,

intendi ciò che tu devi fare precedentemente/ avanti

Nascosto nel folto di un albero c'è un ramo fatto tutto d'oro

e d'oro sono fatte anche le sue foglie e i suoi ramoscelli flessibili.

Esso è sacro a Giunone infera, che ne è la patrona.,

e un boschetto gli fa da tetto, dove l'ombra profonda s'addensa s'ammassa

per quanto ombrose valli si distendono in lontananza. Ad alcuno

è stato mai concesso di discendere nei recdessi nascosti della terra,

senza che abbia prima staccato dal suo albero

questo aureo piumato serto/ inserto, e non lo consegni

a Proserpina, la mir4abile, cui è decretato che spetti,

suo proprio dono speciale. E quando lo si sia colto,

un secondo ricresce in sua fece, ancora d'oro,

e il fogliame che vi rigoglia ha lo stesso splendore metallico.

Dunque guarda in alto e cerca a fondo

e quando tu l'abbia trovato, ghermiscilo col dovuto ardire

Se il fato ti ha prescelto/ chiamato, il ramo con faciloità, verrà via da sé.

verrà via da sé, facilmente.

Altrimenti, non c'è niente fa fare per quanta forza tu dispieghi,

tu non riuscirai non ce la farai mai a scrperlo fletterlo

o a reciderlo con la lama più forte tenace resistente tagliente









Il ramo d'oro , in North ( anno della pubblicazione*) fa da preludio alla raccolta perchè non è soltanto un omaggio a Virgilio, resogli con un abbassamento a una medietà di toni discorsiva che lo riavvicini ai nostri tempi e alla loro temperie culturale e linguistico-espressiva-- pur se a un livello più alto di quello in cui è stata trasposta l'egloga nona delle Bucoliche in Electric Light.**



Il ramo d'oro, come ha messo in luce magnificamente Roberto Mussapi nella sua Introduzione a Nord ,in forma di traduzione è un'espressione fondamentale della poetica di Seamus Heaney, e il suggello della tradizione che vi si tramanda, da un viaggio nell oltretomba terreno all'altro, da Omero, a Virgilio, a Dante: per dirla con le parole di un filosofo irlandese di una generazione più recente, il meraviglioso Kearney di Anateismo, è la concezione della poesia come transustanziazione eucaristica sacramentale ai viventi di ciò, che del mistero che giace all'origine e oltre ogni cosa penultima, ritorna nella luce del sole della parola poetica, del viaggio agli inferi di ogni nostra nostra discesa nel profondo, nello spirito di riconciliazione e di pietà di sé e dei viventi di un'estetica religiosa in luogo di una religione dell'estetica, abbeveratasi nell'occasione al filo di pietà della morte avvenuta di recente del padre, all'epoca e negli anni in cui compose la traduzione, rievocato sotto le tramutate spoglie di Anchise reincontrato da Virgilio nell'Averno..

Sotto le spoglie di Anchise, fuso con Caronte traghettatore di anime- il padre sarà rievocato nella sua agonia estrema in Assistere gli infermi, presente in Electric Light, memore il poeta del Felix Randal di Hopkins. Tema di fondo è come il farsi vita eterna o dileguare del padre morente sia uno spogliarsi nel suo stesso sembiante della spettralità di tutto ciò che è stato legge, ruolo, obbligo, il residuo che permane sia la sua individualità senza più resistenze e difese della sua vulnerabilità, l'accettazione e l'accoglienza, la trasparenza di una permeabilità assoluta, correlata a una sofferenza fisica di cui il poeta benedice che la morfina abbia alleviato la fine terrena.

Traduzione precedente

Da North
Il ramo d’oro
( Eneide Libro VI, versi 98-148)

Cosi dal retro del tempio la Sibilla di Cuma
Cantava ambigue parole tremende e l'antro ne era eco
Con detti in cui il chiaro vero e il mistero
Erano intrecciati inestricabilmente. Apollo volse e impresse
I suoi sproni nel suo anelito, la rinsavì, imbrigliò i suoi spasimi..

E come fu trascorso il suo accesso e la folle delirante ebbe cessato
L’eroico Enea iniziò a dire: Non c'è prova estrema, o Sacerdotessa,
che tu possa immaginare e che me possa sorprendere,
poichè tutto io ho presagito e già sofferto.
Ma di una cosa di prego di cuore: poichè è qui, si dice,
che si trova la porta del Regno dell'Ade,
tra queste ombrose paludi che l'Acheronte traversa tracimando,
Ti prego d’uno sguardo, d’un incontro faccia a faccia
Con il mio caro padre.
Insegnami la via ed aprimi i vasti sacri battenti
– Su queste spalle l’ho trasportato tra fiamme
E migliaia di lance nemiche.
Nel folto della battaglia lo trassi in salvo
Ed egli poi fu al mio fianco per ogni mio viaggio di mare.
Un uomo avanti negli anni, esausto eppure sempre tenace.
Egli stesso mi ha mezzo pregato e mezzo ordinato
Di questo contatto, di trovarti e farne richiesta.
Così dunque, Vestale, ti supplico di avere pietà
Di un figlio e di un padre, giacché niente esula dal tuo potere,
Di chi Ecate mise a guardia dell’Averno boscoso
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