giovedì 24 settembre 2015

Quando per Mohammad s'avveri il giorno.

Quando per Mohammad s'avveri il giorno.
Mohammad al telefono è ora uno scatto alla risposta di vitalità gioiosa, dopo essere stato, per settimane, la lamentazione sconsolata dell’accanimento della malasorte su chi già è così sventurato, per una continua debilitazione fisica, ripetuti svenimenti, a seguito del cibo scarso di cui poteva nutrirsi in casa, cadute e ferite da taglio e morsi animali, infezioni e contagi dei più virulenti, e che ingiuste punizioni scolastiche ed addebiti e furti, il più sofferto dei quali quello della sua bicicletta, dal ragazzo lasciata incustodita per il tempo in cui la febbre lo teneva assopito in casa, al punto da dirmi di volerla fare finita, nei suoi trepidi anni, con una sua vita di povero senza speranze.
Ma è più forte di tutto la sua capacità di passare oltre e di rigenerarsi, oltre la vista stessa in Kanpur, nella sua infanzia, di cinque omicidi e il suo successivo indurimento, il che non gli ha evitato di cadere in lacrime, quel pomeriggio di una domenica del giugno scorso, quando Kailash e la sua famiglia ci si sono indemoniati contro senza risparmiarlo.
Ora è da settimane che quando ci parliamo, ci scambiamo teneri detti di innamorati, quali le parole ardenti che intercorsero tra Pietro Giordani e il suo Leopardi.
“ Mi manchi tanto, mi ha detto agli inizi del mese, ieri notte ho pianto pensando a te. Mio padre mi ha visto e mi ha chiesto perché piangessi, ed io glie l ho detto ch'era perchè mi manchi . Che possiamo farci se ci amiamo l un l’altro..."
“ Ah, niente, -gli ho detto in risposta- Dobbiamo accettarlo!”. Ed egli si è messo a ridere in assenso.
Ora tutto sembra per lui procedere a pieno regime, non c’è vela avversa che non si dispieghi, non fosse per il velo che è calato opacizzandone la gioia, come gli ho chiesto della fanciulla della quale è, o si crede, innamorato.
Lei, bellissima, di una casta più alta, gli dice che vuole morire se deve perderlo, che solo se può rivederlo si riconcilia con il cibo, mentre lui gioca con gli affetti della giovinetta prima di contraccambiarli, vedendosi a distanza e potendosi parlare solo per telefono. Ma a smorzare la sua gioia è il suo timore che il padre non acconsenta alle loro nozze, tra cinque anni quando i suoi studi saranno finiti.
“ Ma voi siete muslim. Perché tuo padre deve accettare gli obblighi di casta e non li lascia agli hindu."
“ In india tutti obbediscono alle caste  . Mio padre mi ha già detto che a suo tempo deciderà lui chi è la ragazza che devo sposare. E se non la accetterò, non mi riconoscerà più come figlio. e mi obbligherà ad andarmene senza lasciarmi niente. Faranno lo stesso anche  la mamma e la nonna”
“ Anche tua mamma e tua nonna che ti amano tanto?”
“ No, la mamma sono sicuro che accetterà la mia scelta, lei sta sempre dalla mia parte. E la nonna farà poi come lei”
Si frapponevano intanto almeno cinque anni, e in cinque anni, lo confortavo, può essere cambiata la volontà di un padre.
Con cautela estrema, avrei esercitato i miei buoni uffici, avrei tentato di fare tutto il possibile perché ciò avvenisse.
Suo padre che non aveva da lasciargli che una catapecchia in svendita, eppure si immaginava dunque di diseredarlo e di ripudiarlo, se non si lasciava ammogliare come pretendeva lui.
Ma Mohammad aveva più ancora di che preoccuparsi, perchè non aveva tenuto nel debito conto che non aveva modo di sposarsi se non avesse trovato un lavoro, dato che io che sono il solo che intenda aiutarlo, non posso farmi carico anche della sua futura famiglia, quanto di quella di Ajay, rendendo possibile il loro matrimonio con l'assunzione delle spese. delle cerimonie nuziali. Se poi era pur anche combinato…ed era lo sgozzamento di ogni amore…. Su di me sentivo intanto gravare, lo stesso,l destino di entrambi i ragazzi, anch’io, come Mohammad, dilazionando l’angoscia nei tempi lunghi davanti, giorno dopo giorno, così consegnandomi a quando le regole del gioco avranno già avuto partita vinta,

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