Il risveglio è avvenuto più tardi del solito grazie ai
farmaci che sto assumendo. Ma a quale luce del giorno per la mia mente? No,
niente di apparentemente sconvolgente
riemerge dalla memoria del giorno
precedente, il cordoglio di cui sono stato partecipe era per il giovane deceduto
in un autobus precipitato da un ponte, con altre 50 vittime, che abita ancora tre case più avanti
rispetto alla mia. Solo che la mia mente,
senza più controllo, ha ingenuamente fatto partecipe l’amico di che è capitato
nella famiglia della nani materna di Mohammad in Kanpur, dicendogli dello zio che viene quasi
alle mani con il fratello e nega alla madre i soldi per recarsi a Kajuraho con Mohammad, e l’amico vi si è sorprendentemente
immischiato per telefonare al padre del ragazzo, per dargli i mezzi per far rientrare il
figlio, per proporsi egli stesso di ricondurlo a casa. Con che serietà d’uomo, con
che lucidità di intenti superiori, all’apparenza,
in realtà pur di fare a pezzi ogni relazione tra me e
Mohammad, spezzare con il suo grugno di Varaha ogni mia relazione possibile con
una famiglia islamica… sicuro di avermi in pugno come il suo schiavo, nella ragnatela di servigi che mi ordisce intorno ogni
giorno… ……il mio disgusto mette mano al telefono, lo riattacca prima di sentirne la
voce, lascia che lui chiami due volte
prima di contattarlo, di mentirgli che tutto va bene, che mi sono sbagliato con
i tasti nel ricorso al cellulare….è intanto una luce meravigliosa quella che
filtra dalle finestre, che irrora il cortile, la gioia di Poorti ed Chandu
intenti nei giochi, che lambisce in
cucina Vimala e Ajay…, il ragazzo mi reca le fette farcite per colazione, al che mi riprendo rialzo dai miei risorti fantasmi sterminatori intenti risorti di sterminarli tutti, rimetto mano alla mia
attività al computer, prescelgo i testi
della rassegna quotidiana per i miei amci in faceboook, sul grido di orrore degli yazidi, la filosofia come cognizione
del dolore, la salvezza per tutti concessa al centurione Cornelio.
Mi sto accingendo a
riallineare gli a capo dei testi
su clandestini e migranti, su
quello sguardo che sa vederne una risorsa , sull’ invocazione che nessuno
tocchi i rifugiati, nelle Supplici, ce lo insegna Eschilo, quando mi raggiunge una telefonata di
Mohammad tramite il cellulare dell’amico.
Si scusa di dovermi chiedere tre giorni di proroga per il
suo rientro, la nonna ha il diabete e
dovrà essere con lui dal dottore domani, al che io gli rispondo che non ha ragione di scusarsi, che sta a lui
ed ai suoi decidere come e quando fare ritorno, solo che pensi anche alla
scuola, mentre lui mi rassicura che non
c’è problema se per comunicare tramite Kailash con il padre, ho reso Kailash partecipe delle miserie
familiari che mi ha confidato, parlandomi dell’amico, di Chandu, di Poorti ed Ajay, come oramai di
membri della sua famiglia gli mancano tanto, al pari di me,… non è vero come
supponeva Kailash, facendone un mentitore astuto, che egli ritardi di fare ritorno per prendere
parte a una festività islamica che avverrà il 13 di maggio, come mi informa, ben oltre la data in cui lascerà comunque Kanpur,
solo che io non mi farò scrupolo, vengo intanto pensando, di non stare certo ad attenderlo, e di
rendermi assente per un viaggio in corso al suo ritardato rientro..
Mi distolgo infine dal computer, stremato da
quante imperfezioni e improprietà e leziose goffaggini rendano
interminabile anche la mia ultima improba fatica descrittiva di un tempio
hindu, e Chandu mi appare sortire nudo da sotto la
lastra posta sul pozzetto dell’acqua, dove già lo vedo galleggiare morto, mentre Vimala è intenta a un breve sonno sul
letto in cui si è sdraiata, e dico al bimbo, no, no, di non farlo più,
dolcemente atterrito, per uscire di casa mentre stanno levando i tendaggi sotto cui siedono
ancora, sui chabutri, i convenuti ad accompagnare con la loro presenza il
dolore dei congiunti del ragazzo deceduto nell incidente dell autobus. . Mi
unisco a loro, per lo più muslim, e mi
si porge una tazza di the, mentre con le
bianche nubi di passaggio assisto al volgere anche di questo giorno, al solo
conforto che nulla sia successo, di sventurato, che possa pregiudicare quello dei giorni
futuri.
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