Per le mani discioltesi,
rabbrividenti,
ora svena ogni tuo spasimo
tra le ritorte foglie che ti laminò un artefice,
la ferrea trama riforgiandoti
di cancelli invano a schiudersi,
rabbrividenti,
ora svena ogni tuo spasimo
tra le ritorte foglie che ti laminò un artefice,
la ferrea trama riforgiandoti
di cancelli invano a schiudersi,
ora che le stagioni si susseguono, pur sempre,
e delirio
è ancora accoglierne il richiamo,
e delirio
è ancora accoglierne il richiamo,
tra i freddi palmiti
verso dimore d’ombra
affetti e palpiti stillanti,
verso dimore d’ombra
affetti e palpiti stillanti,
che a corpi e mani, se ripulluliamo,
quale vano tormento
a noi morti è l intrecciarci
quale vano tormento
a noi morti è l intrecciarci
Da Acanti ed asfodeli
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