Contro l'islamofobia
Ho sotto gli occhi, in facebook, le perorazioni per salvare dall impiccagione Mohammad Ali Taheri , in Iran, e dalla decapitazione e dalla crocifissione il ventunenne Ali al Nimr in Arabia Saudita, colpevoli soltanto di avere idee non conformi a quelle dei loro regimi. Ciononostante, per quanto mi induce a credere la mia vita attuale in Italia ed India, penso che l islamofobia sia il cancro mentale dell' umanità contemporanea,che nelle nostre contrade si manifesta nella assimilazione all'Isis ed al suo orrore di oltre un miliardo e mezzo di musulmani, alle prese ogni giorno, come noi tutti, innanzitutto con la sofferenza del vivere e del tirare avanti. Un accecamento che è l'ottundimento di una politica che presume di vedere più acutamente delle ragioni del cuore, mentre dietro l'orda che avanza, il monolite nero integralista, non sa intravedere quanto gli islamici siano tra loro sanguinosamente divisi, e su questo esercitare la presa. Di fronte alle ragioni che ci induriscono contro l islam, come induriscono contro di noi , o gli uni contro gli altri, i settari delle fazioni dell islam tra di loro in conflitto, credo che il compito massimo di chi esercita una guida spirituale, lasciando pure a Cesare l'onere delle armi, sia oggi di convertire i propri, di fedeli, alle ragioni di misericordia della propria religione, e così , quanto ai nostri cattolici , di ricondurre i propri diocesani al senso ed al fare operoso coerente delle parabole dell'amore di Gesù , prima di ogni altra quella del buon samaritano, anziché perseguire, e celebrare liturgicamente, l'apostasia dei fedeli di altre religioni, incuranti di che pericolo può comportare per tali nuovi proseliti l'esito battesimale di tali trionfi, che agli occhi di molti dei loro ex correligionari non rappresentano che delle scorribande di lupi nei loro armenti. In tal senso quanto sarebbero auspicabili, più che nuovi fonti battesimali, incontri di fede tra vescovi- o prelati- e imam e guru sikh, o rabbini, intorno alle ragioni della misericordia delle rispettive religioni, che aprano più ancora i cuori e le men
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