giovedì 10 dicembre 2020

In Replica 30 settembre 2020

Se è di me che la dottoressa Federica Pradella parla nella sua lettera alla Gazzetta del, 8 settembre , attribuendomi grande disonestà intellettuale per aver criticato per una presunta faziosità destrorsa la politica dei beni culturali della giunta Palazzi senza riconoscerne i meriti, riassumibili, a suo dire, nell’avere desunto tutto il valore commerciale possibile dai medesimi beni turisticizzandoli, mi corre l’ obbligo di replicarle che il sottoscritto ha in tasca solo la tessera del sindacato pensionati Cgil, non è affiliato ad alcuna formazione politica che lo obblighi ad anteporre ragioni partitiche o di lista a quelle intellettuali, né trae alcun utile economico da quanto medita e scrive , tanto meno da alcun mercimonio del patrimonio artistico della propria città, non di certo perché se lo possa concedere essendo ricco o di agiata famiglia. Ciò premesso, come la politica acchiappaturisti di Palazzi, si dà che anche i cinepanettoni siano di cassetta e di successo, riempiendo sale e provocando un gran ridere, ma che ridere, con viva soddisfazione di chi paga e di coloro per i quali fanno girare i besi o gli schei come li fanno circolare le motonavi nella Laguna veneta secondo Brugnaro, sindaco bis di Venezia a loro favore. Solo che se i cinepanettoni i besi li fanno circolare svilendo l’arte della commedia nella trivialità volgare dei luoghi comuni e dei doppi sensi più squallidamente scontati, per quanto siano di successo e di cassetta chi può negare ad un critico di stroncarli cinematograficamente, tanto più se cercò a suo tempo di scongiurare lo scempio. Od ostracizziamo i Mereghetti come rosiconi? Lo stesso dunque dicasi se un sindaco ha l’elevata trovata di trasformare una torre penitenziaria in un belvedere con indispensabile ascensore nel cavedio medioevale, o se per Mantova capitale culturale, un’occasione unica, la nostra pittura del Novecento con tutte le sue estasi e i suoi tormenti la si mostra a sghimbescio pur che venghino lor signori, venghino pure...O se pur di attrarre turisti ci si fa pataccari culturali vendendo il falso unicum dei falsi amanti del Valdaro, a discapito di tutti gli altri reperti del nostro Museo Archeologico, o nel Te per Eataly si spaccia una cucina mantovana di Principi e Popolo che non è più che una fandonia, concedendo nello stesso Te, alla bisogna, pur anche l ‘uso dei fornelli a dei mastri beccai austriaci. Di peggio dicasi se si accompagnano i turisti nel Palazzo Ducale lasciando loro credere di compierne una visita integrale, e comunque non ci si scusa delle ragioni pregresse dell’incompletezza del tour. In conclusione Federica Pradella si riferisce a tutto l’ incanto da lei provato nel veder dialogare Chagall con gli affreschi medioevali del Palazzo della Ragione. Il che è fantastico, perché tutto lo escludeva dell’allestimento, abbuiando gli spazi interni ridotti a container di container, sia a dispetto delle tante trifore che danno sulla piazza auspicando il contrario , che tagliando gli affreschi con fasci di luce che abbagliavano la vista di quelli inferiori e oscuravano quella dei superiori. Al di sotto gli scatoloni dell’ Electa, a suggerire la realtà di una discarica invece di visioni di elezione. Quanto poi ai frustoletti gemelli delle torricelle degli ascensori di raccordo…. Al postutto lasciando la parola a chi è di me ben maggiore in materia, a Livio Volpi Ghirardini, quanto alle genialate da Egli riscontrate in piazza Palazzi, pardon , in quella che sta oramai finendo di essere piazza Leon Battista Alberti.

Nessun commento: