domenica 12 giugno 2022
Un mio lungo scritto-racconto personale
“Dalla tarda notte di mercoledi scorso, oramai cinque giorni or sono, quando Kailash mi aveva chiamato di sua iniziativa per dirmi che stava lasciando la Rangmanch farmhouse per un ‘ulteriore hotel o ristorante in cui gli avevano trovato un lavoro, erano passati già due giorni e non avevo più notizie o tracce di lui. Né lui mi aveva più contattato né era stato possibile rintracciarlo in alcun modo, né da parte mia né dei nostri cari né con una videochiamata né con alcun messaggio sms. Era così rimasta inevasa la mia richiesta di inoltrarmi per iscritto i il nome della località ove si stava trasferendo, di cui sapevo solo che era in Haryana, a tre ore di distanza in autobus da Gurgaon, e che le sue prime tre lettere erano R come Rajasthan, O come Orissa, H come la doppia iniziale di Hotel Harmony ,dato il mio disastrato spelling in inglese, e l’urgenza del mio amico di ritrovare nell’ immediato un altro pò di sonno prima di ripartire in autobus.
Supponendo che si trattasse di un’altra farmhouse, nel riquadro del motore di ricerca avevo inserito le parola Farmhouse e Rho, e ne erano sortite due destinazioni possibili dell’amico nel distretto di Gurgaon, Rohai e Rohrai, due villaggi o cittadine rurali tradizionali. Ma ho atteso senza risposte dall’amico conferma, un primo giorno, un secondo, al che ho iniziato ad allarmarmi che le aspettassi invano. Com’ era possibile che non fosse stato animato dall ìntento di suoi primi approcci e le sue impressioni quanto alla sua nuova esperienza ed al suo nuovo luogo di lavoro? Dall apprensione all’ angoscia il decorso è stato fulmineo, il tempo di rifletterci ancora e di vedere il mio amico già coinvolto in una tratta schiavista, in un incidente d’autobus , di darlo morto e perduto per sempre. Così le parole che inserivo nel riquadro del browser diventavano Rohai Rohrai e accident, e di fatto mi si dava informazione di un autobus che in uno dei due villaggi vi era stato coinvolto, ma si trattava di un pullmino scolastico e di 7 bambini rimasti solo lievemente feriti, ”injured”. Sortivo così l’ idea di avvisare Kailash, sempre che fosse stato ancora vivo ma già giorno e notte asservito a tal punto dal nuovo management da non curarsi che di dormire al di fuori del lavoro, che se non mi dava o non ricevevo sue notizie avrei allertato la polizia, un messaggio allarmistico che trasmettevo al figlio Ajay e via e-mail al suo ex staff della Rangmanchfarmhouse. La notte ed il sonno poi mi quietavano e mi rassegnavano a tutto, nelle parole con cui mi spiegavo con Ajay per la mia sortita, entro la chiara luce dell’accettazione di qualsiasi nostro destino. Prendeva cos’ corpo l assillo ulteriore che Kailash avesse piuttosto voluto far perdere di sua volontà le sue tracce, a me come ai suoi famigliari , per crearsi una nuova vita affrancata dalla dipendenza dal mio aiuto e da ogni responsabilità ed ingratitudine, in cui fosse pur tuttavia in grado di provvedere da solo a se stesso. Possibile, la cosa, visto che durante la sua permanenza nel Rangmanchouse non aveva manifestato alcuna nostalgia dei nostri cari, intenerendosi in un sorriso solo quando parlavamo di Chandu, ne chi aveva lasciato in Khajuraho sembrava rimpiangerne cocentemente la mancata presenza. Chandu stesso, quando gliel’ ho chiesto, mi ha detto che il papà per ora non gli mancava più di tanto, che stava meglio ancor più da solo. Il lavoro nella farmhouse si era rivelato fin dai giorni i ben più duro per Kailash di quello negli Hotel di Khajuraho, erano i giorni di Holi e di fine stagione, prima che la calura estiva diventasse troppo stremante, il sovrafflusso lo obbligava a lavorare ai tavoli per dodici ore al giorno senza tregua, sicché ogni sera l’ho ritrovato sfinito, con le ossa cervicali dolenti non meno che i piedi, che poteva ribadirmi ora di sapere che cosa significhi lavorare come un masjdur, e vivere come un masjdur in un alloggio di fortuna, una tafaria, con il tetto in lamiera che surriscaldava di dentro e dappertutto i mosquitos infestanti, possibili portatori di qualche forma di malaria. Nessun giorno di ferie perché era il primo mese di lavoro , nessun anticipo, nella giungla in cui era confinato distante chilometri anche da Gurgaon, per strada di notte il rischio di rapine. Ma sentivo in lui una determinazione più forte di ogni contrarietà, a perseverare nonostante tutto nel suo nuovo destino, sapeva bene, anche alla luce delle esperienze del figlio in Daramsalah e in Goa, e poi in Delhi, che un solo mese di lavoro , stagionale o meno, era solo in perdita, che il salario non avrebbe compensato quanto avevo speso per il suo viaggio di andata e di quello di ritorno ed il suo mantenimento in attesa dello stipendio, che ad Ajay era stato per due volte posticipato di settimane. Di Ajay gli avevo ricordato quello che mi aveva detto di quando era stato in Daramsalah, lavorando dal primo mattino fino a tarda notte, che dopo due settimane di lavoro anche tale tirocinio sfinente si farebbe routine. Ma tanto più quando gli sono arrivate le prime avvisaglie che la farmhouse avrebbe chiuso temporaneamente dopo nemmeno un mese che era stato assunto, non ha voluto saperne di fare ritorno in Khajuraho, a differenza di altri suoi compagni di lavoro che sarebbero rientrati nel BIhar o nel Bengala. Nella farmhouse era comunque pagato almeno il doppio che nella sua Khajuraho, riceveva il cibo tre volte al giorno, non pativa che il padrone si facesse vivo alle 5 del mattino per accertare che fosse ancora già sveglio nel turno di notte, o mettesse sottochiave anche la farina chiamandolo in causa ad ogni minimo ammanco, il lavoro vi era meno faticoso e continuo, poteva lasciare l hotel per un tè o recarsi a casa o al mercato, ma era comunque tenuto a prestare servizio senza limiti di tempo, anche 18 ore, quando doveva accorrere di giorno per il turno di notte, non esistevano straordinari retribuiti, a tutto egli era tenuto, il padrone convocandolo anzitempo ogni volta che gli gli abbisognava , senza farsi scrupoli nel ri chiamarlo al telefono insistentemente da casa , mentre ogni ora in meno che facesse gli era decurtato da un salario miserabile quale quello attuale del figlio. Piuttosto si sarebbe dato da fare per cercarsi un lavoro in una delle tante dhaba di Gurgaon, od in Delhi, se i proprietari dell’hotel Namaskar gli avessero trovato un impiego in un hotel o in un ristorante di qualche loro conoscente in Paharganj. Ma l’ulteriore tentativo dell’amico di risollevarsi si stava già rivelando una sua ricaduta in un ulteriore stato servile, con oneri ed afflizione sempre più gravosi per entrambi Che di papà si fosse perduta notizia come del nostro Livingstone avventuratosi nelle giungle post covid del lavoro in India, non potevo non farne cenno il Venerdi pomeriggio a Chandu , quando gli ritelefonavo, ed era il magico bambino che ineffabile, imperturbato, d’incanto ritrovava le tracce del papà scomparso. Disponeva del numero di telefono di un amico di papà, inoltratosi con papà in cerca di un futuro migliore. E quando lo richiamava mi sapeva direi n capo a qualche minuto il nome del nuovo hotel in cui era finito papà, l hotel Maharaja, nientemeno, anch’esso nello stato dell’Haryana. Ho allora digitato il nome dell’ Hotel e le iniziali Roh della città in cui Kailash mi ha detto che era diretto, ed ecco apparire in testa alla lista del browser la combinazione che localizzava papà Kallu in un * “ Hotel Maharaja di Rothak” . Il sito dell’hotel me ne forniva il numero di telefono che provvedevo a digitare all istante ed all’altro capo una voce femminile mi confermava che di fatto un Kailash Sen di Khajuraho vi era al lavoro, e a chi mi passava al telefono “ I speak with Mrs Kallu Kailash Sen, I suppose”sospiravo,, al che uno “ yees “ per nulla sorpreso che non tradiva emozioni mi apriva il cielo e schiariva ogni temporanea nube.
Quando l ho così risentito, l ho sincerato che così rintracciandolo non volevo dargli prova della potenza della mia presa sulla sua vita, ma che il portento di ritrovarlo era stato possibile per quanto lo amo ed è la persona che mi è più cara al mondo, sentisse dalla mia viva voce quanto fossi consapevole che lasciando Kajuraho e la sua casa voleva dare prova a se stesso di quanto fosse capace nell’ assicurare finalmente per se e i nostri cari i risparmi di mesi e mesi di duro lavoro continuo, e che mi rendevo ben conto di come per questo fosse in grado di sostenere il duro lavoro di un masjdur, per abbrutente che fosse.”
Poi, Nei mesi a venire
Per il momento tutto, a quanto mi diceva Kailash e a quanto si prospettava i giorni seguenti sembrava arridere a una sorte migliore del mio amico in Rotak , l’alloggio era in hotel, non più in un capanno di lamiere roventi, pranzo e cena erano assicurati, la retribuzione, di 11.000 rupie, in ragione dell’anzianità e del rispetto e deflla stima che si era già assicurato, provocando inevitabili gelosie solo passeggere, gli sarebbe stata aumentata già il prossimo mese, il lavoro iniziava alle dodici e gli assicurava le mattine libere, al punto che la settimana scorsa prefigurava di trasferirsi in Rothak con l intera famiglia, a dispetto di quello che nella pagina in tripdavisor del Maharaja hotel una nota di un cliente mi aveva dato di che pensare fin da prima che Kailash mi si annunciasse al telefono.
I visited this hotel in the month of August nAnd as I'm a business man that has visited many 5 and 4 star hotels. The hotel take care of the staff but it can work 12 13 14 hours shift This hotel is very good but HE should think about the staff also.Plz have a look on this
Era una prima avvisaglia di ciò che si è sarebbe rivelato l hotel alla prova dei fatti, un riciclo continuo di lavoranti che più prima che poi lo abbandonano tutti perché tradisce ogni aspettativa ed impegno, a seguito di uno o più parties dilungando le ore di lavoro dalle otto del mattini, anziché le dodici, fino a oltre le due di notte, senza nessuna retribuzione del lavoro straordinario richiesto, anzi, sgridando e lasciando senza breakfast Kailash come si è presentato al lavoro con dieci minuti di ritardo sul far del mattino.
Ma andava e va ancora tutto bene, anche così , Chandu pur se a stento era passato alla settima classe e d era stato felice di mostrarmi l’uniforme e i libri scolastici del nuovo anno che aveva comperato con l’ammontare che gli avevo inviato, ed in capo ad alcuni giorni poteva mostrarmi anche la bicic letta dai colori fiammanti ed il cambio shimano che grazie a me aveva potuto acquistare con l e-commerce pagandola quando l’aveva ricevuta a casa . La mamma stava rifacendosi i i a mie spese tutti i denti davanti. Ajay non ha comunque perduto il filo dell istruzione superiore, pur lavorando dieci dodici ore in hotel per racimolare un pò di denaro che ecceda le spese famigliari, ed è bastato inviargli tremila rupie perché possa ritirarsi dal lavoro a studiare in vista degli esami, Poortr sa che anche per lei è in vista una nuova bicicletta dopo l esito certo dei suoi di esami. Io seguito comunque a pensare e leggere e a scrivere e a scrivere, sapendo che anche solo chiedere di visionare le sole copertine o i soli titoli dèi miei una richiesta insensata, che finora nessuno ha mai minimamente soddisfatto. Eppure quanta amarezza per l oscurità grama della mia vita intellettuale ed artistica, nulla di nulla che possa alleviare non già una mia vanagloria oramai insussistente, ma l incertezza dolorosa di non poter garantire un futuro al mio amico e ai nostri cari congiunti, di chissà quando mai possa fare da loro ritorno.
La settimana scorsa ( Ieri, o l’altro ieri, già non ricordo più bene, l’altro ieri, il 5 aprile ora ne sono certo), con Chandu discorrevo dei viaggi che potremmo fare insieme in India, al mio ritorno, , con Ajay, Poorti, ed il papà Kallu, che l’ invito sempre ad amare tanto, ed il suo interesse è caduto su uno degli stati himalayani, sull’Uttaranchand e su Kedernath, che io ho confuso con Badrinath, ma solo nel nome, sapendo bene che il tempio hindu che mi mostrava sullo sfondo innevato di cime himalayane era al termine del percorso che già da anni ho in animo di compiere, risalendo da Almora a Kedarnath fiancheggiando il Nanda devi e la Valle dei fiori. Ma di dentro mi sentivo lancinato da uno strazio dolente, al pensiero che ciò che potevo consentirmi gli anni scorsi ora è nella luce di Chandu la consolazione dei mie ultimi anni di vita che si sta facendo proibitiva, per le mie infermità e l immiserimento economico che mi cagiona il sostentamento stesso di Chandu e dei miei cari in India, in cui devo differire per questo di anno in anno il ritorno, tanto più dopo che siamo entrati in un economia di guerra in reazione all’’aggressione dell Ucraina scatenata Putin, per quanto sia stato ridotto a un pariah dal mio rifiuto di ogni sorta di green pass la cui sola vista agli ingressi di ogni locale mi ha fatto ripiombare nella Germania nazista, e dimagrisca e sia sempre al freddo per non finanziare con i miei consumi energetici la guerra criminale russa , l erosione del mio conto in banca si fa vertiginosa. E che fare,come può essere altrimenti?Non sono un calciatore, od un genio della porchetta, sono solo uno storico d’arte od un artista , e solo a mie spese potrei pubblicare libri che non siano e-book che si perdono nelle galassie di internet, , acquistandone copie da rifilare o destinare al macero, come ho scritto alla signora Valeria, consulente di una casa editrice che mi aveva contattato a sue spese,
Gentile Valeria,
non posso accettare neanche rateizzata la vostra proposta. Se è vero che le mie poesie hanno anche solo un’oncia del valore che lei ha attribuito loro, siete voi che dovete rischiare nel pubblicare la mia opera di esordiente, non io di mettere a repentaglio per vanagloria la mia vita solidale con i mie cari in india, Cento copie… l unica alternativa al loro invio al macero è di assumermi l onere di distribuirle gratis nelle biblioteche di Mantova e dei comuni limitrofi. Ma se neanche i miei famigliari e tantomeno gli “amici” si sono mai anche solo degnati di visionare i soli titoli e le sole copertine dei miei e-books! Ed io dovrei “rifilarglieli ”?
Grazie infinitamente , almeno lei, di avermi letto ed apprezzato!
Odorico Bergamaschi
Ma va bene anche così, e potere ancora dirlo è la luce del divino .
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