domenica 26 giugno 2022
kailash redivivo ( in forma di racconto non biografico)
Erano passati già cinque giorni da che l’amico Kailash lo aveva chiamato allo smartphone di sua iniziativa per dirgli mi che stava lasciando la Rangmanch farmhouse per un ‘ulteriore hotel o ristorante in cui gli avevano trovato un lavoro, e già due giorni da che non aveva e più notizie o tracce di lui. Né l’amico indiano lo aveva più contattato né era stato possibile rintracciarlo in alcun modo, né da parte sua né dei loro cari, né con una videochiamata né con alcun messaggio sms. Era così rimasta inevasa la sua richiesta che gli inoltrasse mi per iscritto i il nome della località ove quegli si stava trasferendo, di cui sapeva solo che era in Haryana, a tre ore di distanza in autobus da Gurgaon, e che le prime tre lettere del nome della città o villaggio erano R come Rajasthan, O come Orissa, H come la doppia iniziale di Hotel Harmony ,dato il suo o disastrato spelling in inglese, e l’urgenza del suo amico quando glielo aveva scandxito di ritrovare nell’ immediato un altro pò di sonno prima di ripartire in autobus.
Supponendo che si trattasse di un’altra farmhouse, nella ricerca avevo inserito le parola Farmhouse e Rho, e ne erano sortite due destinazioni possibili dell’amico nel distretto di Gurgaon, Rohai e Rohrai, due villaggi o cittadine rurali tradizionali. Ma aveva atteso dall’amico conferma, un primo giorno, un secondo, quando ha iniziato ad allarmarsi che la aspettasse invano. Com’ era possibile che gli comunicasse i suoi primi approcci e le sue impressioni quanto alla sua nuova esperienza ed alsuo nuovo luogo di lavoro? Dall apprensione all’ angoscia il decorso è stato fulmineo, il tempo di rifletterci ancora e di vedere il suo amico già coinvolto in una tratta paraschiavista, in un incidente d’autobus , di darlo morto e perduto per sempre. Così le parole che inseriva nel riquadro del browser diventavano Rohai Rohrai e accident, e di fatto gli si dava no izia di un autobus che in uno dei due villaggi vi era stato coinvolto, ma si trattava di un pullmino scolastico e di 7 bambini rimasti solo lievemente feriti, ”injured”. Così’ sortiiva l idea di avvisare Kailash, se fosse stato ancora vivo e già schiavizzato a tal punto dal nuovo management , di giorno e di notte, da non curarsi che di dormire al di fuori del lavoro, che se non gli dava o non riceveva sue notizie avrebbe allertato la polizia, un messaggio allarmistico che trasmetteva al figlio Ajay e via e-mail al suo ex staff della Rangmanchfarmhouse. La notte e il sonno poi lo quietavano e lo rassegnavano a tutto, nelle parole con cui si spiegava con Ajay, entro la chiara luce dell’accettazione di qualsiasi loro destino. Prendeva così corpo l’assillo ulteriore che Kailash avesse piuttosto voluto far perdere di sua volontà le sue tracce, a lui come ai suoi famigliari , per crearsi una nuova vita affrancata dalla dipendenza dal suo aiuto e da ogni responsabilità verso altri , in cui fosse grado di provvedere da solo a se stesso . Possibile, la cosa, visto che durante la sua permanenza nel Rangmancfarmhouse non aveva manifestato alcuna nostalgia dei loro cari, intenerendosi in un sorriso solo quando parlavano di Chandu, ijl loro figlio bambino, né chi aveva lasciato in Khajuraho sembrava rimpiangerne cocentemente la mancata presenza. Chandu stesso , quando gliel’ aveva chiesto gli aveva detto che il papà non gli mancava per ora più di tanto, che stava meglio ancor più da solo. Il lavoro nella farmhouse si era rivelato fin dai giorni i ben più duro per Kailash di quello negli Hotel di Khajuraho, erano i giorni di Holi e di fine stagione, prima che la calura estiva diventasse troppo stremante, il sovrafflusso lo obbligava a lavorare ai tavoli per dodici ore al giorno senza tregua, sicché ogni sera lo aveva ritrovato sfinito, con le ossa cervicali dolenti non meno che i piedi, poteva ben cdire ora di sapere che cosa significa lavorare come un masjdur, e vivere come un masjdur in un alloggio di fortuna,, una tafaria, con il tetto in lamiera che surriscaldava di dentro e dappertutto , i mosquitos infestanti, possibili portatori di qualche forma di malaria. Nessun giorno di ferie perché era il primo mese di lavoro , nessun anticipo, nella giungla in cui viveva confinato a svariati chilometri anche da Gurgaon, per strada di notte il rischio di rapine. Ma nell’amico egli aveva sentito una determinazione a perseverare nonostante tutto più forte di ogni contrarietà, sapeva bene, anche alla luce delle esperienze del figlio in Daramsalah e in Goa, e poi in Delhi, che un solo mese di lavoro , stagionale o meno, era solo in perdita, che il salario non avrebbe compensato quanto egli aveva speso il viaggio di andata e il mantenimento di Kailash in attesa dello stipendio, che ad Ajay era stato per due volte posticipato di settimane. Di Ajay gli aveva ricordato quello che a lui aveva detto di quando era stato in Daramsalah, lavorando dal primo mattino fino a tarda notte, che dopo due settimane di lavoro anche tale tirocinio sfinente si fa routine. Ma tanto più quando all’amico erano arrivate le prime avvisaglie che la farmhouse avrebbe temporaneamente chiuso dopo nemmeno un mese che l’aveva assunto, non aveva voluto saperne di fare ritorno in Khajuraho, a differenza di altri suoi compagni di lavoro che sarebbero rientrati nel Bihar o nel Bengala. Nella farmhouse era comunque pagato almeno il doppio, riceveva cibo tre volte al giorno, non pativa che il padrone si facesse vivo alle 5 del mattino per accertare che fosse ancora svegìio nel turno di notte, o mettesse sottochiave anche la farina zero zero atta chiamandolo in causa ad ogni minimo ammanco, il lavoro , certo, era meno faticoso e continuo in Khajuraho, poteva lasciare l hotel per un tè o recarsi a casa o al mercato per un’urgenza, ma vi era comunque tenuto a prestare servizio senza limiti di tempo, anche 18 ore al giorno nel turno di notte, non esistevano straordinari retribuiti, a tutto egli era tenuto, il padrone convocandolo anzitempo quando gli abbisognava, senza farsi scrupolo di chiamarlo insistentemente da casa al telefono rovinandogli il sonno, mentre ogni ora in meno che facesse gli era decurtata da un salario miserabile quale quello attuale del figlio. Piuttosto si sarebbe dato da fare per cercarsi un lavoro in una delle tante dhabas di Gurgaon, od in un hotel o una locanda di Delhi, se i proprietari dell’hotel Namaskar gli avessero trovato un impiego in un albergo o in un ristorante di qualche loro conoscente in Paharganj. Ma l’ulteriore tentativo dell’amico di risollevarsi si stava già rivelando una sua ricaduta in un ulteriore stato servile, con oneri ed afflizione sempre più gravosi per entrambi. Che di papà, come del nostro Livingstone avventuratosi nelle giungle post covid del lavoro in India si fosse perduta notizia, non poteva non farne cenno a Chandu quando gli ritelefonavo, ed era allora il magico bambino che ineffabile, imperturbato, d’incanto ritrovava le tracce del papà scomparso. Disponeva del numero di telefono dio un amico di papà, inoltratosi con lui in cerca di un futuro migliore. E quando lo richiamava il piccolo gli i sapeva dire il nome del nuovo hote cui era finito papà, l hotel Maharaja nientemeno, anch’esso nello stato dell’Haryana. Aveva allora digitato il nome dell’Hotel e le iniziali Roh della città in cui Kailash gli aveva detto che era diretto, ed ecco apparire, in testa alla lista, la combinazione che localizzava papà Kallu in un “ Hotel Maharaja, Rothak” . Il sito dell hotel gli i forniva il numero che provvedevo a digitare all’ istante, ed all’altro capo del telefono una voce femminile gli confermava che di fatto un Kailash Sen di Khajuraho vi era al lavoro, e a chi la lady gli passava al telefono “ I speak with Mr Kallu Kailash Sen, I suppose, sospirava , al che uno “ yees “ per nulla sorpreso, che non tradiva emozioni , gli apriva il cielo e schiariva ogni temporanea nube.
Al risentirlo, volle subito sincerarlo che così rintracciandolo non volevo dargli prova della potenza della propria presa sulla sua vita, ma che il portento di ritrovarlo era stato possibile per quanto lo amava ed era la persona che gli era più cara al mondo, sentisse dalla sua viva voce quanto fosse consapevole che lasciando Kajuraho e la sua casa l’amico voleva dare prova a se stesso di quanto fosse capace nell’assicurare finalmente per se e i loro cari i risparmi di mesi e mesi di duro lavoro continuo, e che si rendeva ben conto di come per questo fosse in grado di sostenere l’arduo lavoro di un masjdur per abbrutente che fosse. Per il momento tutto, a quanto gli diceva Kailash e a quanto si prospettava i giorni seguenti sembrava arridere a una sorte migliore del suo amico, l’alloggio era in hotel, non più in un capanno di lamiere roventi pranzo e cena erano assicurati, la retribuzione, di 11.00 rupie, gli sarebbe stata aumentata già il prossimo mese, in ragione dell’anzianità e del rispetto e della stima che si era presto assicurato, provocando le prime gelosie che apparivano solo passeggere,, il lavoro iniziava alle dodici e gli assicurava le mattine libere, al punto che avrebbe vagheggiato in seguito di trasferirsi in Rothak con l intera famiglia, a dispetto di quello che nella pagina in tripdavisor del Maharaja hotel una nota di un cliente aveva dato di che pensare fin da prima che Kailash gli si annunciasse al telefono
I visited this hotel in the month of August , as I'm a business man that has visited many 5 and 4 star hotels. The hotel take care of the staff but it can work 12, 13, 14 hours. Please, your hotel is very good but You should think about the staff also
Era una prima avvisaglia di ciò che si sarebbe rivelato l hotel alla prova dei fatti, un riciclo continuo di lavoranti che più prima che poi lo abbandonavano tutti perché tradisce ogni aspettativa ed impegno, a seguito di uno o più parties dilungando le ore di lavoro dalle otto del mattini, anzichè le dodici, fino a oltre le due di notte, senza nessuna retribuzione del lavoro straordinario richiesto, anzi, il manager sgridando e lasciando senza breakfast Kailash come si era presentato al lavoro con dieci minuti di ritardo sul far del mattino.
Ma andava ancora tutto bene, anche così , Chandu pur se a stento era passato alla settima classe e d era stato felice di mostrargli l’uniforme e i libri scolastici del nuovo anno che aveva acquistato con l’ammontare che gli aveva inviato, ed in capo ad alcuni giorni poteva fargli vedere anche la bi ic letta dai colori fiammanti ed il cambio shimano che grazie a lui aveva potuto acquistare on line pagandola quando l’aveva ricevuta a casa . La mamma stava rifacendosi a sue spese tutti i denti davanti. Ajay non aveva comunque perduto il filo dell istruzione superiore, pur lavorando dieci dodici ore in hotel per racimolare un pò di denaro che eccedesse le spese famigliari, ed era bastato inviargli tremila rupie perché potesse ritirarsi dal lavoro a studiare in vista degli esami, Poorti sapeva che anche per lei era in vista una nuova bicicletta dopo l’esito certo dei suoi di esami. Lui trovava la forza di seguitare comunque a ricercare e a scrivere, pur sapendo che anche solo chiedere di visionare le sole copertine o i soli titoli dèi suoi lavori era una richiesta insensata, che finora nessuno aveva mai minimamente soddisfatto. Eppure quanta amarezza , di cui purificarsi ogni giorno, per l oscurità grama della sua vita intellettuale ed artistica, nulla di nulla che potesse alleviare non già una sua vanagloria oramai insussistente, ma l incertezza dolorosa di non poter garantire un futuro al suo amico e ai ri loro congiunti, di chissà quando mai potesse da loro ritorno.
Di recente, con Chandu discorreva dei viaggi che avrebbero potuto fare insieme in India, a un suo ritorno, , insieme con Ajay, Poorti, ed il papà Kallu, che l’ invitava sempre ad amare tanto, ed il suo era< caduto su uno degli stati himalayani,l ’Uttaranchand , e sul luogo di pellegrinaggio di Kedernath, che aveva confuso con Badrinath, ma solo nel nome, sapendo bene che il tempio hindu che il piccolo gli mostrava sullo sfondo innevato di cime himalayane, era al termine del percorso che già da anni aveva in animo di compiere, r da Almora a Kedarnath fiancheggiando il Nanda Devi e la Valle dei fiori. Ma di dentro si era i sentito lancinato da uno strazio dolente, al pensiero che ciò che poteva consentirsi gli anni scorsi era oramai la consolazione, nella luce di Chandu, dei suoi ultimi anni di vita che si stava facendo proibitiva, per le sue infermità e l immiserimento economico che gli cagionavano il sostentamento stesso di Chandu e dei suoi cari in India, in cui doveva differire per tanto o di anno in anno il ritorno, tanto più dopo che l Occidente era entrato in un’ economia di guerra in reazione all’aggressione dell ‘ Ucraina scatenata da Putin, per quanto era stato ridotto a un pariah dal suo rifiuto di ogni sorta di green pass in tempi di epidemia, la sola vista della cui richiesta agli ingressi di ogni locale l’aveva fatto ripiombare nella Germania nazista, e dimagriva e restava al freddo per non finanziare con i suoi consumi energetici la guerra criminale russa , l erosione del suo acconto conto in banca facendosi vertiginosa. E che fare,come poteva essere altrimenti?Non era un calciatore, od un genio della porchetta, era solo un ricercatore di misconosciutissimi templi hindu e uno scrittore di cose artistiche- chiamarle poesie?- , e solo a sue spese poteva pubblicare libri che non fossero e-book a perdersi nelle galassie di internet, acquistandone copie da rifilare o destinare al macero, come aveva scritto alla signora Valeria, la onsulente di una casa editrice che lo aveva consultato per pu blicare a tali condizioni una sua raccolta di poesie
Gentile Valeria,
non posso accettare neanche rateizzata la vostra proposta. Se è vero che le mie poesie hanno anche solo un’oncia del valore che lei ha attribuito loro, siete voi che dovete rischiare nel pubblicare la mia opera di esordiente, non io di mettere a repentaglio per vanagloria la mia vita solidale con i mie cari in india. Cento copie… l’ unica alternativa al loro invio al macero è di assumermi l onere di distribuirle gratis nelle biblioteche della mia città e dei comuni limitrofi. Ma se neanche i miei famigliari e tantomeno gli “amici” si sono mai anche solo degnati di visionare i soli titoli e le sole copertine dei miei e-books! Ed io dovrei “rifilarglieli ”?
Grazie infinitamente , almeno lei, di avermi letto ed apprezzato!
Ma andava bene anche così, e poterlo ancora dirlo era la luce del divino .
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