sabato 25 giugno 2022

Una meraviglia

Era una meraviglia, vedere Kailash che in uniforme, nel suo gran bel viso disteso, con lo strofinaccio ad uno ad uno faceva rilucere i bicchieri controllandoli iad uno ad uno in controluce prima di riporli capovolti, tutto compito nella sua dedizione assoluta al compito assolto. “ Poi i piatti”. “They ‘re shining like diamond, Kailash! “Qui ci sono mosche, i miei bicchieri li lavo ad ogni uso, ma guarda Kallu, gli dicevo mostrandogli quello in cui mi stavo dissetando con del te alla pesca, come non mi curo che non siano affatto shining” Il suo rinnovellato cruccio, tra un bicchiere e l’altro, erano gli altri lavoranti invidiosi del suo rango, che volevano scalzarlo come senior e dal prestigio di cui gode. Che in fronte a loro ne parlasse con il manager, gli ripetevo, ma Kailash è mio fratello gemello, ugualmente servile e sofferente di ogni mancato riconoscimento al merito che non sia un omaggio ipocrita alla nostra marginalità reietta. “ E come si dice in italiano “ You can speak “?Come si parla a una signora?” erano gli interrogativi che mi poneva tra un bicchiere e l’altro, come è oramai solito sollecitarmi da più di una settimana, in un fervore per la lingua che è in lui insorto da che una coppia di indiani dell’ Uttar Pradesh ha mortificato la sua fierezza di poter esibire loro il suo inglese a differenza degli altri inservienti che non parlano che l indostano, rilevando quanto fosse imperfetto. “ Se qualche cliente mi dice ancora cose del genere, così posso metterlo a tacere mostrandogli l italiano che so” E dunque quello che non erano valsi a fargli conseguire quindici anni di convivenza ora saltuaria ora prolungata, le lezioni di italiano che tenevo per Ajay e Mohammad e per delle giovani guide di Khajuraho che volevano saperlo parlare con i turisti, per cui non aveva imparato a dire in italiano neanche i numeri dall’uno al dieci, lo sortiva il suo risentimento per quella umiliazione del suo sforzo di elevarsi Ieri egli mi ha telefonato giacendo nell oscurità anche se era ancora pieno giorno, talmente aveva bisogno di dormire durante tutto il tempo di quello che era il suo turno di riposo. Gli era stato concesso avendolo egli richiesto? ’No, di certo, gli era stato imposto senza ricevere emolumenti perché in quel giorno non v’erano parties e non c’era bisogno di lui. “ Più schiavo di così”, tra me pensavo. “Ma lavorare duro è il mio karma, ma più tu lavori” honest and hard, meno ti rispettano” “ Kailash, è inutile che torni a ripetermelo, lo so bene, e tu lo sai che è così anche per me” “ I turisti si affidavano alle agenzie che li fregavano, e nessuno si rivolgeva al nostro bapuculturaltours…” “ Certo, ma io mi riferivo ai miei libri, ai miei e-books. Anche delle ladies indologhe si sono persi i contatti. Ho forse detto qualche cosa di male, per avere ricordato ad una di loro che ci tengo a che delle copie stampate dei miei libri circolino negli istituti dove si studia la civiltà indiana non perché ami il successo, la popolarità, ma perché vi parlo di templi hindu che quasi nessuno conosce , dei quali solo i miei libri offrono le immagini, in ogni dettaglio, e perché andare alla loro ricerca e ritrovarli con te, Ajay Porti , i nostri figli, è stato così bello e così grande?” “ It s right” Ed è la verità che le avevo detto, i guadagni in sé interessandomi solo perché un comune destino di infima miseria non sia riservato a me e ad Kailash ed alla nostra famiglia. Sembra in realtà che i miei interlocutori finiscano sommersi dal disdegno, per le mie parole e repliche nella verità che esprimono, in così vivo contrasto con la disistima che seguitano a riservarmi contro ogni evidenza . Domani avrò da dire a Kailash come in questo mio paese che non è certo per ricercatori e studiosi, anche ciò che do gratis, in offerta, non è ricambiato neanche da parole di rifiuto, come è stato per la mia splendida biblioteca, che invano cerco di destinare con un lascito testamentario al mio nuovo Comune di residenza.” “Hai tutto il mio rispetto, e non sono quello, Kailash, per il tuo lavoro e per ciò che sei. E comunque tornerò in India e continuerò il mio lavoro alla ricerca di templi sconosciuti, ora con Chandu”. Parole che so bene che sono solo un lenitivo. Per vivere come me e lui, diceva Aristotele, bisogna essere una bestia o un dio.

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