“E scherzo, od e’
follia”, puo’ accadere che in futuro non possa piu’ chiedersi ad Oscar nel Ballo in Maschera di Verdi , se avesse un
seguito la recente denuncia di ogni travestitismo teatrale da parte del Popolo
della famiglia, onde non suscitare tra gli
spettatori adolescenti turbative gender di alcun genere . E’ un grido di allarme lanciato su queste stesse colonne di
giornale dal suo esponente itinerante Massimiliano Esposito, traendo spunto dalla rappresentazione
teatrale “ Suzanne”che e’ andata in
scena il 18 febbraio scorso allo Spazio Sant' Orsola a Mantova, in quanto
metteva in scena come sia successo che in tempo di guerra un uomo si sia
travestito da donna per sottrarsi all’arruolamento. E con il Ballo in Maschera,
nemmeno piu’ Nozze di Figaro di Mozart con un Cherubino mezzosoprano, il Fidelio di Beethoven, o il Rosenkavalier
di Strauss, a rischio e’ il nostro
stesso Rigoletto, con Gilda che esce dal sacco vestita da uomo ! Quanto al cinema, poi, scordiamoceli A
qualcuno piace caldo, o Tootsie, o Mrs
Doubtfire, mammo per sempre, e chi più ne ha più ne indichi. Dimenticavo:
soprattutto non udiremmo piu’ le arie per i castrati che furoreggiarono nella Roma della corte
pontificia dal 1562 almeno fino al 1903, e che di li si diffusero per tutta
Europa, particolarmente dopo che per il divieto di Papa Sisto V, del
1588, a che le donne si esibissero in
teatro, tutti i ruoli femminili furono affidati a degli uomini travestiti, dei castrati fin da bambini, se dovevano
primeggiare nel teatro musicale o nei cori delle voci bianche della Cappella
Sistina.
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