giovedì 20 ottobre 2016

vicino a te

“ Kailash,  non temere,  e  sono qui  vicino a te”

“No, my dear, ricevo la tua voce per telefono,  il tuo denaro,  ma tu non sei vicino a me. Come era diverso quand’eri in India, anche quando andavi via si andava via lo facevamo restavamo sempre insieme”
Mentre nel dolore del distacco rigiravo le mie stanze, pensavo a come per  sormontare le nostre distanze,  avessimo parlato al telefono ancora una volta   per quasi un’ora, mentre quando eravamo insieme in India, se non erano delle tensioni furiose a dividerci,  lunghi silenzi  ci accomunavano quando ci ritrovavamo insieme,  in dolorosi discorsi in cui cercavamo di ripristinare o svolgere un’intesa.
Dopo che ero stato costretto a dirgli della situazione critica dell ottenimento del visto,  e che egli  si era ripromesso di ottenere e di trasmettermi l indomani, quanto prima,  un secondo documento d’assunzione dal principal,  che venisse incontro alla richiesta che era stata avanzata dai funzionari indiani, d’un testo d’assunzione  meno scarno di quello già consegnato,  le che fosse il facsimile non meglio precisato d’un contratto, o  anubhand, venendo egli  incontro alla mia istanza che parlassimo d’altro,  meno angoscioso, era salito di giri nel dirmi quanto lo avessero reso felice in  giornata le tre donne indiane che si erano intrattenute a lungo nel suo  negozio, dicendogli quanto lo trovavano bello, ammirando che vi fosse esposto quanto non si ritrovava in nessun altro. Erano alloggiate in un ashram ed avevano voluto sia  fotografare il negozio che farsi fotografare con il mio amico, prima di acquistare tre statue in metallo di  Ghandi.
Era un Kailash ben diversamente animato da quello che alcuni giorni fa, nel parlarmi del suo protrarsi in  negozio per ore e ore in attesa di clienti, così mi aveva detto della necessità di permanervi a lungo “  I clienti sono come la morte. Non sai mai quando arrivino”.
Poi  eravamo tornati a parlare dei nuovi treni di linea  lungo la tratta che collega ora Khajuraho a Lalitpur, via Chhatarpur e Tikamgarh, ed il mio amico aveva avuto modo di diffondersi su tutti i treni che avrebbero stazionato ogni giorno nel  sito ferroviario di pochi binari di Khajuraho,  la cosa comportando che non vi permanesse quello  che lo collegava ad Udaipur, il cui percorso sarebbe stato per questo prolungato fino a Bhopal.
 Era il giorno della festa di marito e moglie, e già in precedenza mi aveva detto che si ritrovava  senza soldi per poterla festeggiare con  Vimala,  di come Ajay si lamentava di ritrovarsi ora senza cellulare, mentre certi compagni ne avevano certuni che costavano almeno sette mila rupie.
“ Ero ricco quando tu eri in India, sono un povero ora”
Gli ho ricordato a tal punto  che quando ero in India  si lamentava sempre che non gli lasciavo mai un soldo, quanto lo trascurassi , lui e l’intera famiglia, avendo a suo dire in mente a solo quell’altro mio amico, il ragazzo Mohammad. Quanto ad Ajay, ora che era stata sistemata la pompa idraulica, e che  il  costo della riparazione era risultato non particolarmente oneroso, un cellulare usato poteva pur acquistarglielo.
K iniziava allora a dirmi, seguitando a distogliere entrambi dall assillo del mio  mancato ottenimento del  visto,  di come le complicità della Cina con il Pakistan, i suoi silenzi sugli attacchi terroristici all India che vi avevano preso corpo, stessero provocando in India un rifiuto di tutto ciò che fosse originario della Cina, rendendo quasi impossibile reperire prodotti fabbricati in Cina che vi fossero  in vendita ai prezzi più bassi, e dunque un cellulare ai  costi che gli avevo preventivato. 
Divagava quindi in politica estera sulle imminenti elezioni presidenziali americane,  per dirmi in particolare del candidato Trump, che voleva fare tanto per il suo paese, ma che si era compromesso per ciò che di cattivo aveva fatto alle donne, con il “ toccarle”, il  “ baciarle” pubblicamente.
“ I’ m not educated, but I’ ve mind, and knowledge”
E Mohammad ? mi chiedeva. Avevo perso le sue tracce anche in facebook.
“ He’ s very stupid”, sbottava senza astio verso il ragazzo, “tu lo aiuti e lui non studia”, proprio mentre Narendra Modi starebbe facendo di tutto perché gli studenti indiani possano andare a scuola fino  al dodicesimo anno di studio e  ricevere una preparazione a un lavoro.

Solo una volta che  mi sono ritrovato da solo,  già  con una malinconia immensa del suo discorrermi con tanto fervore., mi sono venute in mente  le clausole contrattuali che si potrebbero suggerire  al principal della scuola come obblighi aggiuntivi,   da inserire in una lettera ulteriore  per il consolato di mIlano
Le ho  riportate  in una e-mail che avrei prontamente inviato al mio amico,  perché ne fotocopiasse il contenuto e lo sottoponesse al principal, e sul tardi  ho ricontattato al telefono Kailash perché ne sapesse
Ma già la sua voce  cupa  e il frantumarsi roco delle sue parole,  mi diceva dello sconvolgimento che era avvenuto nel frattempo della sua mente , immaginavo perché sopraffatta dall angoscia per gli impedimenti frappostimi all’ ottenimento del visto.
Era come se le sue parole fossero il filamento bavoso del suo furore  contro imadarchod  tutti quanti che gli congiuravano contro, quei farabutti  togliendogli l unica possibilità di salvezza al mondo che io costituivo per lui
“ Andrò per te fino dal primo ministro, tu non sai quanto  ti rispetto, ma tu hai rispetto solo per quel ladro, quel ladro madarchod! – Mohammad contro cui riesplodeva l’accanimento del suo odio, gridando al telefono  quanti erano gli euro di cui mi avesse derubato…
Era a causa  del ragazzo che mi ero screditato agli occhi del principal  e che ne avrei perso l’aiuto, seguitando a prestar fede al ragazzo quando il principal aveva già  o che capito chi fosse, o quel che era accaduto, nel confondersi mentale dell’amico, era che il principal  mi aveva aiutato perché a  mia volta avevo aiutato Mohammad ,  come lui un muslim, ma  ora non lo avrebbe fatto più, dopo quanto era successo che aveva interrotto i miei rapporti con il ragazzo…
Era sulla via del rientro a casa, mi diceva prima di disconnettere la comunicazione.
Quando avevo modo di riparlargli, era nel mercato dove solo, nell’affollamento generale,  si sentiva più povero che mai, non potendo comperarvi nulla per Vimala, nel giorno della festa tra marito e moglie.
Eccola, così a raggiungermi in diretta tra le mie stanze in Italia ed a lasciarmi  sgomento , la realtà cui dispero di non poter fare ritorno.
Dopo tentativi ripetuti di ricontattarlo, per essergli accanto nella sua rovina mentale, chi rispondeva all’ ennesima mia chiamata era Ajay.
Il papà era rientrato in casa, e stava già forse dormendo, ma il suo sbraitare orrendo che insorgeva  a distanza contro Vimala,  smentiva le rassicurazioni del  figlio, che doveva chiedermi di interrompere quella comunicazione, e la seguente, prima che Kailash  si fosse davvero sedato.



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