domenica 2 ottobre 2016

una teologia politica nella sua conformità con il cristianesimo

Una teologia politica, oggi, credo che debba avere come fine il discernimento dell’agire tra gli altri che sia cooperante con la dimensione del divino presente nella realtà del mondo, così come si può rivelare a ogni uomo nella sua azione di grazia.
E' una teologia che nella sua universalità si fonda su ciò che Spirito è irriducibilmente nel fondo di ogni anima, sulla fede implicita che è nell’ascolto e nell’assecondamento della sua voce.
Essa coincide in questo mondo con ogni processo di umanizzazione della nostra esistenza sociale che ne trae origine . Ciò che .la cristologia con il credo calcedoniano le trasmette come agire efficace perché è in conformità con il Verbo incarnato in due nature che sono una sola persona, è l’azione volta nel mondo a non separare ciò che è in unità , e a non confondere ciò che permane distinto.
Analogamente il credo trinitario come è in nuce nella teologia giovannea , per l immanenza del Padre nel Figlio e del Figlio nel Padre, in unità nello Spirito, da cui procedono l immanenza in noi e nel mondo del Divino che pur ci trascende, si riflette nel pensiero secolare come concezione dell interdipendenza relazionale di tutte le cose, e della natura non duale del reale, advaita secondo le tradizioni hindu che le sono conformi. 
La rivelazione neotestamentaria che Dio è amore , nella kenosi della sua creazione continua, si traduce infine nell’irriducibilità dell’agire buono al solo agire legale, nell essere sempre in conformità con la legge oltre la legge, secondo l’esercizio di una giustizia che sia al fondo misericordia e perdono.


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