Non v’è volta che non torni al negozio di handicrafts, che
non vi ritrovi Kailash intento nel gioco del ludo, o ad assistervi su di un
seggiolino mentre vi giocano dei suoi amici, e che non debba tacergli la mia
angoscia, il mio sentimento di non farcela più, in un sorriso lieve e condiscendente, serbandomi pago che la nuova attività gli allevi le turbative della mente anche se non reca proventi.
Gli confidassi il mio tormento, tornerebbe a dirmi che non vuole più ricevere
il mio aiuto se mi fa talmente patire,
perché è cosi che gli prescrive il suo karma, che lui non è come gli altri del villaggio, e
provocherei solo la regolazione della fine di tutto, quando con le mie risorse ancora talmente
tanto è tuttavia possibile vivere e
fare, mentre ogni mio lavoro resta ancora da finire. Ma più forte della sua rassegnazione alla fine
di quanto tra noi è intercorso, con il mio soccombere emozionale al tradimento avaro della solidarietà delle
nostre sorti, so che scatenerei la
schizofrenia paranoide della sua sindrome d’abbandono, intorno al suo convincimento che invece
con Mohammad o con altri voglia rifarmi
una vita. E questo quando tutto può essere vero, che mi sia crollato il mio
castello indiano, che veda votato al
fallimento la mia personalità culturale e tutto ciò che io intraprenda, di più
bello, tranne che sia minimamente stanco
di lui e dei nostri cari.
martedì 30 agosto 2016
nel confronto con il giovane Ajay
ieri sera il confronto con il giovane Ajay mi
ha dato motivi di sollievo e di sconforto. Potevo compiacermi che non abbia in
mente alcuna idea di futuro che preveda il suo ritorno al villaggio natio, dove
la vita è nulla come mi diceva alcuni giorni fa lo stesso Mohammad, in
contrasto con le sole immaginazioni di un ripiegamento regressivo, con il rientro alle origini, che sanno
concepire i padri di entrambi di fronte alla frustrazione degli eventi, Ma al
tempo stesso non c’è sua idea di futuro per cui tenga conto di quanto essa abbia
a costarmi, al cospetto di una realtà in cui non v’è cosa bella che intenti con
il padre, come il negozio di handicrafts dopo l ufficio del centro viaggi, che
si possa risolvere in una fonte di reddito anziché in un aggravio ed un'interdipendenza ulteriore. Il ragazzo, infatti, solo per avere sentito un amico
dire male di come tali anni di corso sono svolti nel suo attuale istituto.
vorrebbe lasciare la scuola del principal nell'undicesimo e dodicesimo anno di
studio per trasferirsi già allora in una stanza a Chhatarpur, e lì
frequentarli, anticipandovi, come gli avevo preventivato, quelli seguenti
dell Università, magari in Agronomia, che potrà frequentare meno onerosamente
come pendolare quando la linea ferroviaria per la capitale del distretto sarà in
funzione. La eventualità che così gli prefiguravo, (ma è solo un’idea con una
sua concretezza, gli ho ripetuto, suggeritami dal principal stesso ) era quella
di aprire poi un negozio di vendita di concimi in Khajuraho, una attività di
cui egli non vede utile alcuno, se alcuno non ve l’ha ancora intrapresa.
E come gli ho fatto presente l opportunità che impari da me l' italiano per un
mestiere che lo richieda, ha ventilato l ipotesi di trasferirsi in Delhi per
tutto il tempo di svolgimento di ogni livello del corso presso l' istituto
italiano di cultura. Dunque anch’egli, che sembra non chiedermi mai nulla, mi
manifestava aspettative che mi sono insostenibili, come la madre che mi
accudisce ogni giorno, nel provvedere al mio cibo e alla lavatura di panni e
lenzuola e federe, con la larvata pretesa che assicuri loro il terreno per una
casa stabile in luogo di quella attuale in affitto, pur senza disporre di
proprie risorse per rimanervi insediati.
Stamane così il peso del corso delle cose è tornato a gravare sul mio benefico sonno, risvegliandomene nell’angoscia di un’agitata inquietudine, e i soli pensieri di morte hanno ripreso ad affannarmi il respiro e a stroncarmi la mente, che ne cerca scampo nella ripresa di una fisica eucaristica del soprannaturale che le si offra di nuovo alla lettura, ogni audacia e confidenza di un tempo sopravvive solo nel riaffidarmi ancora alla scrittura di queste ulteriori parole, e non so più come possa ritrovare la forza e il coraggio di intraprendere di nuovo in India il dispendio di alcun viaggio investigativo per il prosieguo delle mie ricerche, condannandomici a vivervi il seguito dei miei giorni confinato sempre nello stesso villaggio sempre tra la solita gente.. Al contempo il crollo di ogni mia ambizione ideale di un tempo assume i connotati della sola prospettiva di impiego delle mie energie in Italia, come tra breve vi sarò di ritorno, nel liberarmi del peso morto della mia casa in affitto liberandomi di tutto ciò che essa contiene, in libri, dvd, videocassette, e dischi, che pur rappresentano, nei suoi vagheggiamenti trascorsi, tutto il dispiegamento del passato e del retaggio della mia personalità culturale, sconfortato, come settimane or sono di fronte al Timeo, che essi materializzino tutte le grandi opere che mi resterebbero intorno senza che mai abbia avuto o senta che abbia più la forza mentale di saperle affrontare per adempiere la mia di opere
Stamane così il peso del corso delle cose è tornato a gravare sul mio benefico sonno, risvegliandomene nell’angoscia di un’agitata inquietudine, e i soli pensieri di morte hanno ripreso ad affannarmi il respiro e a stroncarmi la mente, che ne cerca scampo nella ripresa di una fisica eucaristica del soprannaturale che le si offra di nuovo alla lettura, ogni audacia e confidenza di un tempo sopravvive solo nel riaffidarmi ancora alla scrittura di queste ulteriori parole, e non so più come possa ritrovare la forza e il coraggio di intraprendere di nuovo in India il dispendio di alcun viaggio investigativo per il prosieguo delle mie ricerche, condannandomici a vivervi il seguito dei miei giorni confinato sempre nello stesso villaggio sempre tra la solita gente.. Al contempo il crollo di ogni mia ambizione ideale di un tempo assume i connotati della sola prospettiva di impiego delle mie energie in Italia, come tra breve vi sarò di ritorno, nel liberarmi del peso morto della mia casa in affitto liberandomi di tutto ciò che essa contiene, in libri, dvd, videocassette, e dischi, che pur rappresentano, nei suoi vagheggiamenti trascorsi, tutto il dispiegamento del passato e del retaggio della mia personalità culturale, sconfortato, come settimane or sono di fronte al Timeo, che essi materializzino tutte le grandi opere che mi resterebbero intorno senza che mai abbia avuto o senta che abbia più la forza mentale di saperle affrontare per adempiere la mia di opere
domenica 28 agosto 2016
Nei templi Devi jagadambi e Chitragupta
Nei templi
Devi jagadambi e Chitragupta , mentre il santuario si differenzia e si fa
distinto dalle sale che lo precedono, è
piuttosto il mahamandapa a conformarsi al
santuario, nella successione dei suoi rathas e nel loro decoro
statuario.. Ai lati del balcone che vi campeggia al centro alla stregua del
badhra , con due upa-badhras sussidiari, come nel santuario sbalzano due
proiezioni pratirathas gremite in quanto
tali di apsaras e due proiezioni che come i karnas del santuario recano i
dikpalas e gli astavasus, cui fanno
seguito due proiezioni ulteriori, supplementari, di raccordo
quella antecedente con l’ardhmandapa e
quella seguente con l’antarala
che rifiorisca ogni osso disperso
Che rifiorisca ogni osso disperso,
tra la dannazione del respiro restante
la loro più viva presenza sia a prosciugare le lacrime
Anela così l ‘anima, nei suoi spasimi,
cui non dà più luce il chiarore dei giorni,
(che) dei capitoli degli eventi (non attende )non attendendo più a un seguito
A te grida di giorno, dispera di notte,
svasando, atroce,.
a che tu amore taciti i latrati
martedì 23 agosto 2016
ancora una volta
Ancora una volta
Ancora una volta non mi sarà possibile fare ritorno in
Italia con gli euro che mi ero tenuto da parte, ancora una volta mi sono stati
sottratti, benché li tenessi ben riposti nella
mia stanza, ingenuamente incredulo che la loro valuta estera potesse interessare a
qualcuno….proprio tra chi ha avuto accesso alla mia stanza, perché aveva l’accesso al
mio incauto cuore…gettando l ombra del discredito su ogni altra persona a me
cara…Ed ora cerco di viverne l’amara istanza come una prova, l ennesima,
consolandomene alla vista di Chandu
immerso nel più profondo e sereno dei sonni, di Poorti ed Ajay intenti
nei compiti ancora ad ora tarda,
sabato 20 agosto 2016
il tempio Lakshmana di Khajuraho appunti di lavoro
Al di là dell' ingresso nel parco dei templi occidentali di
Khajuraho, il tempio Lakhsmana,
in onore di Vishnu nella sua manifestazione Vaikunta, ci appare poco
oltre sulla nostra sinistra, nello splendore di uno stile
architettonico che è invalso come paradigma di quello dei templi dell
India centrale, nonostante la sua eccezionalità assoluta ai tempi. della sua
edificazione In sua virtù il grande sovrano Yasovarman della dinastia dei Chandella , tra il 930 e
il 950 dell'era cristiana intese elevare Khajuraho al rango di capitale
religiosa del suo regno di recente
formazione, a seguito dell’affrancamento della propria signoria feudale da
quella dei sovrani antecedenti, i
Pratihara di Kannauji. Tale esito d'esordio è in realtà già di tale
sublime trascendenza nella sua sopraelevazione su di una vasta piattaforma sino al pinnacolo in
cui culmina l'ogiva del sikhara, verso l’ assoluto d’origine cui
tutto è di ritorno, che in essa finisce assorbita la realtà
architettonica del complesso di edifici di culto interconnessi di cui il
tempio è l’epicentro.
Il tempio Laksmana, è infatti eminente su quattro tempietti
situati agli angoli della piattaforma, con i quali forma una
costellazione penta-templare o panchayatana, e lo precedono un
piccolo tempio non sa più se in onore di
Laxmi, sua consorte divina o di Garuda, veicolo animale di Vishnu, ed un padiglione che alberga la
raffigurazione zoomorfa di Varaha, l incarnazione di Vishnu nel cinghiale che
diede salvezza alla terra dalla sua sommersione nelle acque oceaniche, con cui
il tempio Laksmana è tutt uno. Gli è inoltre contiguo il tempio Matangherswara,
shivaita, forse un monumento funerario
postumo in spoglie forme più arcaiche, che si presume possa essere stato
eretto in onore del figlio di Yasovarman, Dangha, ed incentrato tuttora sulla
venerazione del dio tramite l’icona del
suo splendido lingam..
Su di essi la mole più grandiosa del tempio Lakshmana si
staglia su un basamento di solenne risalto dell’adhishthana, cui il muro del
jangha fa susseguire la schius delle balaustre di finestre balconate, in
precedenza dell' intermittenza canonica della varandika, costituita nel
Lakshmana dalle modanature di due
kapotas rettilinei, l'uno ornato di rombi diamantini, l'altro di croci
perforate o kunjarakshas, su cui si
staglia il profilarsi ulteriore delle sovrastruzioni degli
interni, risalenti a sommità e poi digradanti a precipizio solo per risalire al culmine di una cima più alta,
nel simboleggiare i picchi del monte
Meru, asse del mondo e dimora degli dei. In essi hanno il loro
coronamento un atrio d’accesso, l’ardhmandap, una sala, il mandap , una ulteriore ancora più grande con
transetti, il mahamandap, tutte aperte in finestre balcone, le quali precedono il santuario vero e
proprio della cella del dio, anticipato dall vestibolo dell’antarala,
e fronteggiato all esterno dall'
antefissa dii un sukanasika. Tale sanctum, il garbagriha, sporge in tre
transetti , due laterali ed uno posteriore, anch'essi aperti in finestre
balcone, e lo sormonta l'ogiva della
vetta superiore del sikhara, cui
risalgono delle sue repliche minori, o sringas Al al pari le sale
sono sovrastate dalle piramidi a gradoni di phamsanas, replicate e miniaturizzate a loro volta
dalle coperture a loro volta
ugualmente piramidali di tanti tilakas, che costituiscono delle edicole elevate
a tempietti sui loro fronti..
Se per assumere la necessaria profondità di prospettiva
storico-architettonica, da una visione frontale ci si defila ad una laterale,
che ci consente di vedere il tempio principale
stagliarsi sui due tempietti che lo affiancano sul lato settentrionale,
essendo il Lakshmana volto ad oriente, ci è dato preliminarmente di coglierne
al meglio il profilo mirabile
in piano ed in elevazione, e di
intenderne la continuità e la sua soluzione rispetto ai due templi
minori, che non ne sono un semplice
accompagnamento, ma i depositari del canone invalso nella antecedente
tradizione architettonica templare, -cui nella sua grandiosità superiore gli architetti del tempio * professarono un
persistente rispetto, sia pure con le licenze di un differimento attuativo
dislocato all'interno delle vestigia templari, come rimarcheremo. di
seguitare ad attenersi persistere nell’attinenza , pur ampliandone e
ingigantendone i termini in forme esteriori che appaiono eluderli..
In essi si ripetono infatti, integralmente, le forme
consuetudinarie di cui sono evocativi dei templi Pratihara della regione
circostante , pur se in modi più
scontati e disadorni spogliate di ogni loro incantevole preziosità ed incantevole fastosità
dettagliata/ minuta di dettagli, nei modi più scontati su di essi il tempio Lakshmana svettando
impervio, così come sui sovrani Pratihara di Kannauj i nuovi sovrani
Chandella , già loro feudatari, erano giunti ad affermare la loro
supremazia, la stessa che sui templi
agli angoli della piattaforma celebra il tempio Lakshmana svettandovi impervio,
pur in una trasmissione di consegne canoniche cui arte e potere seguitano formalmente ad attenersi.
Quali siano tali consegne le contrappunta il controcampo
della visione del tempio centrale rispetto a quella delle vestigia dei
tempietti agli angoli, in cui è più agevole individuarle, così come vi
risultano formulate nei termini più chiari ed elementari del loro tramandarsi
d’obbligo sotto la dinastia Pratihara.
Essi semplicemente consistono, infatti, del santuario del garbagriha, di
un’anticamera breve, o antarala ( “ intervallo) , e di un portico
d’entrata, l ardhmandapa, mentre in elevazione
si articolano in un basamento,l
’adhisthana, nelle pareti del jangha, scandite dagli aggetti di cinque proiezioni, dall’intermezzo delle
modulazioni modanate di una varandika, che ha il suo esordio in una ghirlanda
floreale, o pushpa-mala, e da un sikhara di guise Latina., ossia senza appigli vari di proprie
repliche, di sorta, nelle sue rampe ascendenti di cui si fascia, tramate come
grate di archi carenati gavakshas.
Al pari di ogni parete del jangha ( o “ stinco”, un termine
che ci ricorda le guise antropomorfe del tempio hindu), il sikhara stesso è scandito da cinque fasce
in rilievo corrispondenti, secondo la formula del paradigma pancharatha che ad esso presiede, il
quale contempla un ratha centrale, il bhadra, ed un
pratiratha e un karna d'angolo per lato.
Tra tali proiezioni, nel sikhara quanto nel
jangha, ha maggior rilievo quella
centrale, il madhya lata superiore e il badhra parietale, in cui si
concreta in un carro cerimoniale scultoreo recante una soltanto, o più
immagini divine, la pulsione emanativa verso l'esterno del mondo, in cui
la sua potenza si manifesta, del dio interno alla cella interna del
garbagriha, la cavità dell utero germinale del cosmo, della cui
propulsione radiante il tempio è un facsimile*esemplare. La supremazia della
valenza divina della immagine del badhra è avvalorata dalla nicchia in cui è
installata, la cui prominenza esalta
ravvicinatamene al fedele la divinità che si irradia dalla casa utero del
tempio L’edicolarità della stessa kapili esterna del vestibolo dell’antarala la
fa seconda solo al badhra, nella sua epifania, Essa fa seconda
a se stessa, nella sua epifania, l’edicolarità
della Kapili esterna del
vestibolo dell’antarala, ad essa subordinando quella di ogni altra
proiezione. In quelle d’angolo sono insediate d’ordinanza d’ordinanza che
siano insediate le divinità tutelari del tempio, i dikpalas, in corrispondenza
delle otto direzioni cardinali, e nelle proiezioni intermedie o prati-rathas,
così come era un dato invalso che nelle proiezioni intermedie si delineassero
surasundari In quelle d’angolo, o karna-ratha secondo un ordinamento
cardinale codificatosi nel tempo e tutt'altro che eternitario,
ancora lacunoso ed incerto nei suoi esordi, quali li si possono ravvisare nei
templi pratihara dei remoti villaggi di Amrol,
Dang, ( Gwalior, Bhind Districts) , figurano le divinità protettive del tempio nelle otto
direzioni principali, a iniziare da Sud est Indra, indi Agni, Yama,
Nirriti, Varuna, Vayus, Kubera e Isana, mentre nelle proiezioni intermedie sono
installate le ninfe apsaras, leogrifi vyalas, o sardulas, quali simboli di forze
pulsionali o della nostra natura animale da domare, figurando invece nei
recessi. , di rango celestiale inferiore.
.
Rispetto ai templi Pratihara delle regioni
circostanti era invece a quell'epoca l’aggiornamento di una novità
figurativa,( in termini invero concordatari con i templi meridionali del
Rajasthan, quali quello in Jagat, e dei Kachchhapagatha in Kadwaha eo Surwaya,
o dei Kalachuri in Nohtha e Maihar, or è difficile a dirsi quanto emulativi o
via via vicendevolmente emulati,), l’alternanza, che si ravvisa nei
templi d’angolo panchayatana del Lakshmana ,
di ninfe celestiali nei pratirathas intermedi, con vyalas -sardula
nei recessi, come a iniziare da questi tempietti in Khajuraho diverrà canone
fisso d’ogni tempio ulteriore, il più delle volte abbinando con coppie
erotiche umane i leogrifi
Ad ulteriore residua differenza rispetto ai
templi Pratihara, nei templi sussidiari
del Lakshmana è consolidata la
sopraelevazione, che nei templi suddetti
ugualmente sopravanza, delle modanature della vedibandha, khura, kumbha,
Kalasa, non che una kapota ulteriore, intervallata nei nostri tempietti intervallata
dalla perforazione crociata di una kunjaraksha, , su di una pitha di modanature
sottostanti, che a iniziare sublimememente dallo stesso Lakshmana, con
esiti così splendidi e sontuosi da restarvi ineguagliati, nei templi di
Khajuraho ulteriori diventeranno i due ulteriori livelli di zoccolo e plinto,
su cui la vedibandha si ergerà a podio sublime. o ancor più elevata o
alla sua stessa altezza, il balcone nei suoi fregi e comparti di rajasena,
vedika, asanapatta, kaksasana, non meno sfarzosi.
Ma prima ancora di risalire da tali templi
sussidiari al tempio centrale, e necessario
risalire ad essi dalla piattaforma jagathi , per intendere prima ancora
che a quale realtà superiore essi ci
elevano, su quale realtà si elevino, in cui eppure il divino ci fa di sé
partecipi.
E ' un
autentico perikrama deambulatorio, talmente lunga ne è la
peregrinazione, che per il devoto dell'epoca è dato supporre fosse una
novità grandiosa rispetto all orizzonte delle sue aspettative, innanzitutto in
quanto presentava esso stesso, a incremento della propria altitudine,
un'adhishthana alla stregua del tempio. La compongono un bittha decorato con
volute e petali di loto, un jadhya kumbha fregiata di takarikas, un pattika
ornata di ardharatnas, prima delle modanature caratteristiche della vedibandha,
kura, kumba, kalasa, cui fa seguito il recesso dell'antarapatta del suo gran
fregio che celebra il divino nella potenza naturale animale e vitale, un kapota
con takarikas e gagarakas ornamentali, un pattika di cui tamala patra che
stilizzano il fogliame del *, sono il motivo ornamentale ....
su tale
adhistana spioveva inoltre una balaustra, di cui a tratti sono
ravvisabili e ricomponibili i resti, di rajasena, con immagini di vidyadharas,
divinità, nagas, asceti e musici e danzanti, di vedika abituale di pilastrini
intervallati da lastre phalakas nei recessi, gli uni , con un capitello
sormontato da kuthas piramidali costituiti di tre pidhas coronati di gantha,
amalaka, kalas, le altre di udgamas formati da due takarikas, asanapatta e
kakshasana, con pilastrini a guisa di bambu alternati a tabulati piani.
Lungo il
recesso dell'antarapatta la fascia di scene di vita celebrano
l'esistenza umana ed animale al culmine
delle sue intensità Si tratta delle scene lungo la
piattaforma in cui l’esistenza è rappresentata,
nella sua pienezza vitale, come certame o finanche agone di vita e morte tra
umani ed animali, nel parossismo del furore del duello mortale senza
scampo quale strepitosa attività sessuale,
nella sua stessa bizzarria zoofila,
od esplosione di frenesia irresistibile
di musica e danze, nella sua enfasi, dispiegata o raccolta, di
celebrazione rituale o parata o marcia od onoranza munifica. Ne sono
espressione la caccia animale, di cinghiali o cervidi. la ridda tra elefanti
impennantisi, il duello tra combattenti all ultimo sangue, sfilate militari o
avanzate di guerra, nel loro volto di gloria di
parate militari di combattenti ed animali -elefanti, posti anche tra loro
in lotta, su elefanti e cavalli e rari cammelli, ,o processioni che recano
onore e donativi a guru spirituali. o maestri di musica e danze, che attendono
a cerimonie matrimoniali. E' un repertorio tragico- festoso di
scene fastose di vita , nel suo acme, cui attingere il divino, in
prima istanza, al colmo del suo farsi
energia vitale diffusa nel mondo, ritualmente recepita e trasmessa dispiegata
nel mondo, ritualmente raccolta e trasmessa..
Risalendo la piattaforma i tempietti ci volgono
la loro entrata , in funzione sussidiaria del tempio, come ben dice Krishna
Deva, per consentirci quella prossimità alla
divinità trimurtica , nelle sue manifestazioni primarie, da cui ancora ci lascia a distanza
la pradakshina intorno alle vestigia esteriori, del tempio tempio, in ciò che si offre alla nostra
visualizzazione lungo le pareti del tempio,
Infatti
la novità ulteriore che il tempio Lakshmana riservava ai fedeli , anche
rispetto ad altri templi multi-yatana grandiosi come quello di Patari Badoh, era che al pari solo di un tempio minore quale
quello di Urvara , non lontano da Mahoba, prospettava un'ascesa ulteriore per
risalire all'ingresso del tempio centrale, che era stato sopraelevato di
parecchio nel suo piano di calpestio rispetto a quello della jaghati della
piattaforma, da un'adhishthana di un'imponenza sontuosa e solenne quale nei
templi a noi giunti dell India centrale non trova riscontri.
La
costituiscono un bittha piano liscia ed uno successivo decorata di volute, un
karnika, ancora un bittha ornamentato di una perlinatura e di petali di loto,
un jadya- kumbha in cui ricorrono tamala-patra e takarikas, un
recesso abbellito del motivo delle croci traforate kunjarakshas, una grasa
pattika, a reggere con il tempio l ordine cosmico una splendida gaja
pitha di elefanti allineati sdraiati fiancheggiati da mahauts o da coppie,
Intenti a reggere il cosmo di mondo inferiore acquatico, terra e cielo,*****,
un kapota recante takarikas e gagarakas *, ed il podio, alfine, di kura, kumbha
con un grasa pattika per madhya bandha, kalasa, il fregio recessivo di un
antarapatta che con elefanti e devoti mischia gruppi erotici e scene di vita
quotidiana, ancora due kapotas decorati di ardharatna l uno e di
takarikas l altro.
Secolarizzazione
del sacro o sacralizzazione del secolare che fosse al contempo,( come nel
tempio Maladevi di Gyaraspur,) ciò che si prospettava quindi al devoto di non
meno inusuale era la parificazione del santuario e del resto del tempio
non solo nel loro adhisthana , ma nelle stesse pareti di fondo o
nelle proiezioni delle loro sezioni centrali che sull'adhishthana
erano state sopraelevate, quali finestre balcone con kaksasana
spiovente, e sporte a transetto in santuario e mahamandapa.
In esse
altro sfarzo glorioso abbellisce il tempio quale dimora divina., nella rajasena
che in nicchie inframmezzate da pilastrini e perforati recessi, reca scolpite
nicchie di atlanti e di vidhyadaras, che al pari degli elefanti lungo
l'adhishtana, con le mani si sforzano di reggere l'apparato superiore, la
vedika di pilastri alternati a lastre, gli uni sormontati da edicole tilakas
ultimate di tre pidhas e del coronamento di ghanta, amalaka e kalasa, gli altri
di udgamas fiancheggiati da vidhyadharas volanti, l'asanapatta oltre una fascia
di petali di loto, il kakshasana decorato di volute
Non
solo così il devoto è posto all'altezza di un basamento e di balconi a spiovere
che assimilavano il santuario alle sale d'accesso, ma quale ragione
primaria dell'intera predisposizione esteriore del tempio, che le quinte
fossero quelle del portico d'accesso o quelle d'involucro intorno al
garbagriha, erano sovradeterminate a equivalere ciascuna come(
sussunte a ) fondo di un' edicola di uno stesso ciclo, quello delle nove
immagini di Ganesha e Durga
Ksemankari alla testa ed al seguito del corteo di sette delle nove divinità planetarie,
non solo, ma parificando esteriormente di forma quelle del santuario e quelle
del mahamandapa, a segnalare la cui
differenza interna di funzioni permane la contrapposizione esterna delle coperture e
la sua miniaturizzazione, nel tempietto piramidale e quello concluso da un
sikarika che si fronteggiano all altezza della kapili. In cui santuario e
mandapa si congiungono.
Tali
edicole si stagliano sull'adishtana all'altezza del podio del vedibhanda,
sopraelevandosi nel loro frontone, e sono intervallate, lungo il grasa pattika
che funge da madhya bandha dellla modanatura del kumbha , da nicchie minori al
di sotto dei balconi e da altre di dimensioni maggiori in corrispondenza delle
facce esterne delle proiezioni, su cui i frontoni degli udgama si prolungano
fino a raggiungere il kapota terminale del basamento del tempio.
L
eminenza che conferisce purtuttavia risalto e rango superiore a
mahamandapa e santuario rispetto a portico d'entrata e mandapa, è il
corredo di statue assolutamente uniforme/ isomorfo che su più ordini vi
affianca la proiezione del balcone nei transetti, ma così
assimilando all esterno maha mandapa e santuario (omologando all'esterno/
conferendo vestigia simili a /mahamandapa e santuario)
In esse,
costituendo due ordini di statue su piedistali, separate da pattike (una
pattika inferiore di vidhyadharas e un grasapattika ) e sormontate da un
fregio di tamalapatras, che le separa da rilievi incorniciati di scene di festa
su cui si ergono deifrontoni di udgamas difformi, ora allungati ora dilatati,
nelle proiezioni pilastriformi si succedono immancabilmente un Shiva in
subordine e Vishnu sovrastante, ai lati di un apasara per parte , mentre nei
recessi è la volta di coppie o gruppi umani e di vyalas,. Ed è assolutamente
identica la serie di proiezioni di santuario.mula prasad e di mahamandapa, con
due fasci di statue a guise di upabhadra di fianco ai balconi, in cui
compaiono divinità nagas, una proiezione .d'angolo esterna in
funzione di karna , una interna appiattita (sollevare dal disbrigo)sul risalto della kapili in cui compaiono i
celebri pannelli erotici del tempio, In essi, **** attraverso la virtù
della coppia discernente rispetto a a quella irretita nella maya
nell'ardore sensuale come chi se ne distoglie per appagarsi
sessualmente da solo, si celebra l’elevazione dalla partecipazione erotica a
quella ascetica al divino, cquale la manifestano i sadhu penitenti
dintorno ad Agni.
Il jangha
delle pareti del santuario, in tale sua identità formale con quello del maha
mandapa, eccezionalmente è così sollevato dal disbrigo della corrispondenza
pancharatha delle sue proiezioni o rathas con quelle latas del sikhara,
Infatti la finestra balcone che campeggia al
loro centro , nelle pareti del santuario ha a se sussunto il badhra
centrale, mentre solo l omologo di un bhadra ratikha compare nell edicola del
navagraha installata sul vedibhandha anzichè com'era di norma all altezza del
jangha, e tale è l' ampiezza relativa della finestra balcone ,che non riserva
spazio che ad un upabadhra contigua, e ad un solo karna esterna
vero e proprio, sul versante interno essendo l'equivalente del karna
appattita, come s'è rilevato, a estensione e rilievo del risalto della
kapili con i suoi gloriosi già magnificati pannelli che attraverso
la virtù della coppia discernente celebrano l’elevazione dalla partecipazione
erotica a quella ascetica al divino.
Cosi, in assenza di un pratiratha, l urah
manjari al centro del sikhara, esso solo in effetti pancharatha, all'esterno
del tempio, nelle sue tre proiezioni centrali raccoglie la tensione ascendente
del badhra rathika, del frontone della finestra balcone e
degli upabadhras che la contornano, di
cui i due sikarikas per lato
adiacenti all urah manjari sono
il culmine in cui volgono al termine . come i due sikharikas ulteriori lo sono
dei karnas..
Non solo,
ma chi nella pradakshiuna esterna movesse
dall orizzonte d'attesa di un tempi hindu tradizionale , a seguito di tale
uniformazione dei janghas di santuario a
quelli del mahamandapa - che
nelle pareti esterne del santuario
alla scansione pancharatha del sikkhara ne faceva corrispondere
alle viste attente di un architetto shastradarhi una al più tri-ratha, -
le sue aspettattive devozionali comuni sarebbero andate deluse dal rinvenimento
centrale di un'edicola alla stessa stregua, nelle sue manifestazioni numinose,
di ognuna delle altre delle pareti
del tempio, in luogo di un bhadra ratika che fosse la emanazione radiante
eminente del dio del tempio, e non avrebbe rinvenuto karna d’angolo con i
dikpalas, quali reggenti delle proprie e delle sorti del tempio.
(E da presumere che così avvenisse, perché
secolarizzandolo, fosse ulteriormente graduato e accompagnato, il rapporto del
fedele con il divino, nel suo farsi partecipe delle sue manifestazioni pur
sempre fisiche e mondane, planetarie, dopo che sublunari.
La cortina esterna del tempio, nel suo
dispiegamento parietale, è un tramite ulteriore
rispetto al divino, che nella piattaforma è ancora involuto nella
sensorailità e da essa evolventesi,
prima che oltre il podio, per una nuova rampa ascendente, ad esso
ci si possa più ancora elevare nell’accesso al tempio e alle sue pareti e
ricettacoli interni, o nella comune erta visiva del vertice comune del sikhara
)
Così si
spiega come l'elevazione ulteriore del devoto all interno del tempio, nel
Lakshmana come nel tempio antecedente ad esso più affine, il Maladaevi di
Gyaraspur, dovesse contemplare ciò che non aveva assolto il tempio al suo
esterno, per il tramite di una conformazione del santuario ugualmente
sandara, in cui un corridoio consentisse la circolazione
deambulatoriale intorno alle pareti u del santuario interiore, così assicurando il reintegro del tempio hindu
della tradizione paradigmatica pancharatha, in un badhras per ogni parete il
cui badhra rathikas albergasse delle manifestazioni del dio del tempio,
pratirathas con ninfe celestiali e e karnas con i dikpalas cardinali, secondo il
canone prescrittivo dei templi d'angolo del complesso panchayatana del
Lakshmana. sussidiari del suo inadempimento nel jangha esterno del tempio- e
ripreso in continuità con il jangha invece del santuario all interno del
tempio, dallo slancio ascendente terminale del sikhara.
I
Phamsana piramidali che lo precedono, uno per ogni mandapa,
sono l uno la replica dell'altro, in dimensioni crescenti con il
procedere dal portico d'entrata al mahamandapa oramai in prossimità
della sommità del sikhara e presentano intervallati da recessi a
scacchiera, più ripiani, o pidhas, da un massimo di otto a un minimo di cinque,
decorati di takarikas e ai termini estremi dei quali si può cogliere un naga in
devota anjali. Un pidhana phalaka in guisa d'abaco fa da supporto al loro
coronamento, oltre il collo del griva, di gantha-campana, amalaka, chandrika e
kalasa e vijapuraka.
Li
precedono, su tutti i fronti, in particolare nei transetti, o parsva-alindas,
nicchie allineate in serie e fiancheggiate dalla miniaturizzazione frattale dei
tetti phamsana in edicole -tilaka, di sei pidhas e coronate anch'esse da
mini-ghanta, amalaka, chandrika e kalasa, con la variante, nel mandapa, che di
lato alle nicchie sono le repliche frattali dei balconi in kaksha. kuta, che
reggono i pidhas e i loro pinnacoli. Su tali nicchie ove coppie di dei in
quelle centrali sono affiancate da attendenti femminili e mithunas o vyalas
terminali, si sovraergono udgama ( o simha-karnas)di archi chaitya gavaksha
carenati, , che da sei nei transetti, si riducono a tre e a due nel
mandapa e mukamandapa, sicchè anche i frontoni sono repliche decrescenti l uno
dell'altro, ed hanno un loro corrispettivo nell'antefissa del sukanasa, ove la
serie di udgama sormonta un Vishnu quadrumane ed è sovrastata dal leone con
guerriero sfidante della gloria dei Chandella.
A
rendersi più sfarzosi gli udgamas soprattutto dei transetti di santuario
e mahamandapa, sono vidhyadaras impigliati nelle loro circonvoluzioni
superiori, makaras e sanka o sikarika nei viluppi interni.
Ove tali
frontoni hanno termine nel distaccarsi dai loro udgamas degli urah sringa del
sikhara, oltre un recesso che alberga nicchie di coppie divine o di terne
celestiali, e dato vedere stagliarsi dei Garuda possenti , l uno barbuto ,
l'altro con un serpente nella sua mano sinistra, a fianco del lato occidentale
dell urah-sringa a sud, che guarda al tempio Matangheswara. nel lato
meridionale ed occidentale dell urah sringa posteriore volta a occidente.
(In realtà il tempio hindu della tradizione
paradigmatica pancharatha, lo ritroviamo preservato integro nelle sue scansioni
parietali, e nelle proiezioni del divino che contempla in badhra e karnas dei
dikpalas cardinali, superata la
sconnessione esterna tra Sikhara
conforme e Jangha altrimenti concepita, all interno, nelle pareti del jangha
del santuario, ove come nei tempi
sussidiari 5 sono i rathas, quello del badhra è una duplice manifestazione
vishnuita del dio del tempio, e nei karnas d’angolo sono effigiati i dikpalas
cardinali.
Così
intesa la concezione architettonica del tempio Lakshmana, è possibile la più
libera fruizione della sua bellezza spirituale, nel suo avvenirismo e nei suoi
arcaismi, preavvertendo soltanto che ad ogni tentativo di
sistematicizzarla filosoficamente, magari come pur mirabilmente ha
intrapreso Devangana Desai, nella espressione architettonica del sistema
tantrico vishnuita Pancharatra, al seguito del l'effige del dio Vaikunta
traslato al suo interno opporrà fino all ultimo le resistenze e di un'opera che
è anche di maestranze incolte di cantiere, e della sublimità propria
dell'arte e della religione più alte , che è la virtù magnifica di far
coesistere insieme ciò che è più spirituale e più materiale, l'amore e l
escrezione, l uno ad espressione dell'altro, la germinazione ancora
immanifesta del Principio e del divino, con la scimmia che svela il sesso
di una ninfa intenta a contemplarsi in uno specchio., ancora lungo le
pareti del garbagriha.
L’ingresso del tempio di cui si fronteggia l'adito, ora ci
si schiude in un magnifico makarana torana, nei suoi due festoni che
eruttano dalla bocca di due coccodrilli che un milite barbuto armato di spada
forza ad emanare.
lungo i festoni ricorrono vidhyadaras singoli o in coppia
che recano ghirlande o brandiscono spade, danzano o suonano strumenti
musicali. alle giunzioni dei festoni da bocche di kirtimyukka pendono
gagarakas.
Makara torana ricorrono in khajiraho ulteriormente solo nei
templi kandarya e Javari, e sono la traslazione pietrificata delle frasche o
fronde ricurve che nei templi hindu lignei celebravano la transizione
purificatrice dalla temporalità mondana esteriore all eternità trascendente che
ci unifica al dio del tempio.
Nella nicchia sovrastante del frontone anteriore del
mukamandapa sarebbe dato di attenderci Vishnu , sul dorso del fedele Garuda, o
quale Narayana con la consorte Laxmi.
E' invece insediato Surya, come è dato di ravvisarlo dalla
sua postura rigidamente eretta. con Danda e Pingala ai lati, Usha antistante ai
suoi piedi. La sua divinità solarein Khajuraho primeggia per le sue virtù
simbiotiche della Trimurti , che ne sicretizzano i culti specifici,
soprattutto nella manifestazione onnipersaviva vishnuita della Trinità indiana.
Anche solo in questo complesso è dato ritrovarlo, oltrechè
nel frontone del tempio, in esso accampato, retrostante,
nella nicchia di sua spettanza quale navagraha ch’è affissa al transetto
posteriore del santuario, nei bhadra ratikas sempre posteriori dei tempi
sussidiari meridionali, nella trabeazione del lalata bimba della fronte del
tempietto dei due sito nell’angolo di nord ovest adiacente al Matangheswara ,
sempre ad oriente, od occidente, mai ad ovest o a est
Nella nicchia del frontone del mukamandapa volto a
sud, gli attributi concomitanti di un trisula shivaita e di un lchakra
vishnuita inducono a identificare il dio che vi è effigiato in Harihara, che di
Vishnu e Shiva è la divinità composita.
Lo sruk, il cucchiaio dei versamenti dei sacrifici
rituali e il libro che reca la divinità insediata nella nicchia al centro
del frontone contiguo del mandapa, insieme con gli attributi del rosario
akshamala e della brocca del kamandalu, la contraddistin gfuono come Brahma
barbuto e panciuto.
L'equilibrio tra le manifestazioni plurime della trimurti è
ristabilito appieno nei frontoni opposti, ove al Brahma barbuto e pingue se ne
contrappone un'immagine senza barba, e alla interpenetrazione Harihara di Shiva
e Vishnu fa da pendant quella tra lo stesso Shiva e la sua consorte Parvati
nelle sembianze di Ardanarishvara, con uno specchio femminile e il
trisula maschile, l'acconciatura jata mukuta della crocchia dei capelli del dio
e la tiara della dea.
Sottostante l’apertura del balcone e insediato nell edicola
sovrapposta all’adhishthana, è Ganesha che ci invita a percorrere l’iter
ruotante intorno all’asse cosmico che il tempio simboleggia nel suo originarsi
dal punto sommitale ed elevarsi fino ad esso, lungo l’asse ideale che lo
raccorda alla divinità del tempio nella sua cella, che i navagrahas hanno
appena concluso per riprenderlo di nuovo sotto la sua guida.
Si susseguono quindi, nelle edicole all'altezza
dell'adhisthana superiore , al centro delle proiezioni sfasate delle sale
anteriori del tempio e dei transetti di mahamandapa e santuario, che come carri
di un corteo processionale fanno ruotare intorno all'asse cosmico che
simboleggia il tempio gli esseri celestiali che alloggiano, divinità
insigni, nella loro ieraticità che erano rimaste unìenigma per lo stesso
Krishna Deva, finchè in Religious imagery of the Kaiuraho Temples Devangana
Desai non ne ha rivelato la identità indiscutibile, con un processo indiziario
che ha trovato conclusioni illuminanti altrettanto convincenti quanto
corrispettive, una volta raggiunte, a ciò che era lecito attendersi, alla luce
di ciò che rappresentano le divinità che nei seguenti templi Visvanath e
Kandarya occupano le nicchie corrispondenti.
In essi sono le saptamatrikas, precedute da Ganesha e
seguite da Shiva Virabhadra, che in innumerevoli trabeazioni dei portali
d'accesso al garbagriha di templi coevi e precedenti, fronteggiano e precedono
l'adito al divino.; che di meno sorprendente, e di più persuasivo, allora, che
le divinità ieratiche ed enigmatiche che ci precedono ed accompagnano nel
sopraelevarci alle realrà ultime, nirguna, senza delimiutazione e forma del
divino, siano quelle del serial così spesso rinvenibile parallelo alle
saptamatrikas nei frontespizi dei portali che preludono alla divinità interiore
del garbagriha, ossia le sette divinità planetarie, eccettuati Rahu e Ketu,
precedute da Ganesha e seguite da Durga Kshemankari:
Quale sia stato l indizio illuminate per Devangana
Desai, è il veicolo animale, ravvisabile a stento, che soggiace all'ultima di
tali signorilità divine, un frog, un semplice ranocchio, che nel pantheon hindu
non ha chi lo assuma come proprio veicolo che Sukra, il pianeta Venere, come
conferma l'antariksa patta ritrovata neri pressi di Khajutaho , un tempo nel
museo di Dhubela, ora dislocata lontana da dove è stata fonte rivelatrice nel
museo archeologico centrale di Bhopal, che riserva appunto un ranocchio al
pianeta Sukra, un' Hamsa al Brahaspati.-Giove
Poi tutti i conti sono tornati, nei rapporti tra gli altri
pianeti e i loro veicoli animali o segni contraddistintivi, che in senso orario
si dispongono nell ordine seguente
nella seconda edicola , oltre Ganesha, Sani , Saturno, nella
terza Brihaspati , Giove, con l'oca selvatica, nella quarta Soma, la Luna, come
attesta il crescente tra i capelli, nella quinta, retrostante Surya, con
Ashvinikumaras ...., nella sesta Mangala, Marte, come lo identifica l'agnello
posto sotto il loto che gli funge da piedistallo, nella settima Budha,
Mercurio, con un elefante come veicolo, secondo quanto gli è attribuito
dallìequivocità del termine sarpa, che lo designa, e che può significare tanto
un elefante quanto un serpente, nell ottava Sukra, appunto, e il suo ranocchio.
Retrocedendo in senso anti-orario alla prima delle divinità
planetarie, si è così di ritorno all'altezza del primo mahamandapa, con cui nel
pilastro che a guisa di karna precede quello ulteriore che contorna il
balcone del transetto come un upabadhra il bhradra principale, ha inizio
di nuovo l'affollarsi statuario del tempio, in proiezioni celestiali di
ninfe , intorno al riproporsi incessante del duo divino Vishnu Shiva nelle
facciate frontali dei pilastri, vistose assenze esterne quelle dei
reggenti dikpalas, tale e tanta prosapie risaltando con marcato spicco su
creature nagas negli spigoli d'angolo dei transetti, in subordine inferiore,
data la loro provenienza da un mondo subacqueo di Patala, sui recessi terreni
di vyalas e di amorose coppie mithuna,
Già la prima proiezione è felicemente illustrativa del
repertorio di situazioni e pose e atteggiamenti che vedremo assumere di volta
in volta alle schiere celestiali di apsaras., in particolare
Tra apsaras che scrivono lettere o si mirano nello specchio
sistemandosi i riccioli renitenti dell'acconciatura, due in particolare sono
rilevanti, per come inflettono ad arco la schiene mentre le loro mani si
stringono dietro il dorso od il loro capo, l'una involta in sciarpe le cui
pieghe ne esaltano le curvature della schiena e del seno.
Oltre ad ulteriori apsaras che si guardano nello specchio e
sistemano la simanta dell acconciatura, il prosieguo ci riserverà apsaras
sensuose che invece si toccano il seno magnifico, o disinvoltamente si
svestono, magari perchè insidiate da uno scorpione che ne risale le vesti,
altre che ugualmente intente nella cura del corpo si
levano uno spino dal piede, eventualmente assistite da un barbiere 15 o
che fanno defluire l’acqua della loro chioma bagnata e fluente che
raccoglie un’oca discriminatrice tra acqua e latte, mentre ulteriori
apsaras , nullafacenti,/ inoperose vinte dalla indolenza di una divina
indifferenza incantevolmente sbadigliano( magnifica una di loro a sud
ovest), a differenza di quelle che invece più attivamente impegnate
nello sport o nelle arti , sono sorprese che giocano a palla , o che ricevono o
scrivono lettere, è da presumersi di null'altro che d'amore, dipingono pareti
oppure suonano, di preferenza flauti o vine.( Nella parete nord ne vedremo
due intente a dipingere il muro su in alto , 19, 22, o una a suonare un
flauto,21, mentre già
Ma non solo si affoltano statue su più ordini tra i balconi
con kakshana reclini, sulle nicchie minori e sui pannelli superiori si addensano
frontoni di udgamas in una frequenza che nei templi di Khajuraho non sarà
più dato di vedere: si tratta infatti di un arcaismo di ascendenze
Pratihara, al pari dei mirabili tula di mascheroni che precedono i kapota
della varandika, che ugualmente non troveranno più riscontro nei templi
di Khajuraho
Ai lati dei pannelli della parete sud , nel secondo ordine affiancano
Vishnu un'apsara alla sua sinistra cui un inserviente gana solleva l'appiglio
di un fantolino, e l'apsara alla sua destra che rappresenta
la karpuramanjari di cui si è detto, da poco uscita dal bagno e di cui un'oca
selvatica raccoglie l'acqua che gocciola dalla sua capigliatura, esercitando la
virtù della discriminazione discernente o viveka, delle gocce d'acqua o di
quelle di latte,
Essa è stata coinvolta da Devangana Desai in quanto più
irretisce dell intero apparato statuario del tempio, ossia i panelli
posti all'altezza della kapili del vestibolo o antarala del tempio, che
rientrano in una successione di tre piani figurativi, il primo dei quali
squisitamente erotico..
Che significazione letterale e allegorica vi coesistano e si
sovrappongano, funzione propiziatrice e di buon augurio e
spiritualizzazione ascetica del rapimento dei sensi, nell unione yogica dell
umano dell'atman con il divino del Brahman che le coppie o mithuna
simboleggiano come secolare e sacro qui si riuniscono nel punto più
delicato dell equilibrio architettonico, ove giungono a fondersi le sale
profane del mandapa e la cella del dio, come più in alto significano il
contrapporsi di un sikarika e di un tilaka, la loro successione in verticale
suggerisce un itinerario della mente a Dio che è inequivocabile, sempre che non
si dimentichi che se ne è partecipi sempre, per la sua immanenza in ogni
intensità vitale, pur se inferiore o superiore è il grado e il livello della
realtà dell'essere che con Esso ci unifica
Abbiamo una prima coppia avvinta nel divino del
piacere del Kama, affiancata da un monaco jain e da una dama che compensano la
mancata unione partecipativa con l'autoerotismo, una seconda coppia che
invece nella virtuosità della legge del Dharma celebra il trascendimento
dei sensi nell unione dell'anima del consorte e della sua sposa, affiancati
nnon più dalla immediatezza dell'adesione sessuale alla vitama dal syo
raffinamento sensuale nell'arte della musica di cui le due dame ai lati
emettono i suoni, uno Yogi penitenziale che è lo stesso dio Agni, affiancati da
tanti rishi che celebrano la riunione con il divino in un distacco meditativio
contemplativo terminale da piacere e dovere che ancora ci facessero retaggio
della mondanita,
La riconduzione del loro senso al a quello allegorico
del dramma di corte Prabodhachandrodaya ( il sorgere lunare della vera
conoscenza) da parte di Devangana desai nell opera già citata alle pagine
181-189,, scritto da Krishna Misra, alla corte dei Chandella, è in realtà convincente
in quanto si conforma a questo destino ascensionale più generale.
*************************************** riassumere
pg.181-189
Al pari della coppia virtuosa del pannello adiacente
della Kapili, secondo un accostamento di grande acume di Devangana Desai (
pg.186), associata nella sua discriminazione discernente all'oca selvatica
che raccoglie le gocce d'acqua e di latte che defluiscono dalla chioma di
una surasundari al bagno, sceverando le une dalle altre, alla
coppia eroticamente avvinta del pannello inferiore fa invece corrispondere
l'apsara involuta nella moha della stessa illusione dei sensi ,che alla loro
destra nel sistemarsi una sciarpa si tocca tra il seno e l'ascelle come la
Mithyadrishti del dramma allegorico di corte Prabodha chandrodaya le cui
allegorie ispirerebbero i pannelli erotici
Le fanno seguito un apsara , dall'altro lato di lord
Shiva, che regge un pappagallo sulla sua mano destra e con l altra vezzeggia un
bambino, un mithuna ardimentoso ed una coppia di naga, cui
succede un'apsara che appare invece esercitare le sue virtù acrobatiche
nel rimuovere uno spino dal piede destro rialzato, mentre reggendosi sull'altro
piede si cinge attornia il capo con la sinistra.
Le apsaras che alloggiano invece nella parete di sud ovest,
oltre il balcone del garbagriha, appaiono l'una, di lato a Shiva, precedendolo
sulla sua sinistra, mirabilmente avvinta nel rapimento estatico del godimento
della propria natura, estatica nel compiacersi della propria natura,
a raffronto della ninfa, dal lato opposto di tale replicarsi replicazione (
insediamento) di Shiva, tutta la cui tensione è focalizzata sullo
specchio che ne rimanda l incanto conferitogli dal suo simanta. una
grazia, quella la loro d'entrambe, che non è raggiunta dalla flessione
arcuata della ninfa ad essa superiore intenta atleticamente nel
gioco della palla, o dalla pudiciza con cui l'apsara ad essa contrapposta
incrocia le gambe per coprire la sua nudità sessuale nell'atto stesso di
svestirsi.
Lungo la parete occidentale nel versante volto a nord
ci deliziano invece la vista la surasundari che si leva una spina dal piede con
il concorso di un barbiere,(...) e l'apsara che all'esterno del riproporsi di
Shiva , con una corta veste inarca il busto e protende il seno nell'atto
di ricongiungere i propri arti tronchi dietro la schiena.
Sulla parete nord è la volta di apsaras più studiose, di una
ninfa intenta a dipingere un tratto di parete sovrastante, cui si susseguono,
nel diaframma murario tra i balconi del santuario e del mahamandapa una coppia
alle prese con una scimmia, una ninfa con un pappagallo in mano, prima del
riproporsi di altre beltà votate alla musica ed al disegno in un'apsaras
intenta a l suono ed flauto e in un'altra intenta a dipingere più in alto.
ricordare i due ordini di scene nelle asanapatta
Se diamo la precedenza ai templi esterni rispetto
all'accesso all interno, il primo a cui siamo ricondotti dalla
circumambulazione è il tempio di sud est. Esso si caratterizza per un
plinto dell'adhishtana costituito da un bhitta m un jadyaùkumba, un pattika
decorato da tamala patras, un kapota fregiato di takarikas e gagarakas,.
Apsaras e Vyalas di proiezioni e recessi del Jangha sono sormontati
da un corso di rombi tra due pattikas che lo delimitano. Un Kapota
decorato di takarikas è la modanatura reiterata a indicare il termine una
prima volta del jangha , una seconda del varandika, che è
contraddistinto dal fregio rientrante delle perforazioni crociate di un
kunjaraksha. Sette sono i comparti o bhumi del sikhara, rimarcati da 6
bhumi-amalakas . amalaka, chandrika, un'amalaka più piccola, kalasa e
vijapuraka i componenti del pinnacolo finale. Le immagini di divinità vi
ricorrono lungo le pareti laterali nelle nicchie del badhra e della Kapili
dell'antarala, i karna d'angolo ospitando le immagini dei dikpalas.
Cosi nella Kapili occidentale compare Parvati, sotto una nicchia che alloggia
insegnanti e allievi in discussione, il Bhadra seguente Narashima, sotto una
forma di Vishnu riconducibile alla sua incarnazione come Trivikrama, secondo
l'Agnipurana, come ebbe modo di rilevare Krishna Deva, in ragione dei suoi
attributi e della posizione Pralambapasasana. Nel Bhadra meridionale è
invece l'incarnazione vishnuita di Nri-Varaha, sormontato da una
nicchia rettangolare dove ricorrono Krishna bambino e la madre Devaki.
Nella nicchia del badhra orientale campeggia invece Surya
Hari-Hara Hiranyagarbha, nelle sue forme sincretistiche in cui è in sinergia l
intera Trimurti. Kubera lo sovrasta nella nicchia superiore., segue una coppia
divina non identificata nella kapili
Il portale presenta stipiti con tre sakas, quello
centrale illeggiadrito di gunas, i due laterali gremiti di vyalas e
apsaras. Le dee fluviali Ganga e Yamuna sono immancabili sotto il saka centrale
e uno dvarapalas le affianca di lato, sormontato da un Naga in
anjalimudra. Di gran pregio la soglia di musicanti e danzatori.
Al centro della trabeazione Vishnnu su un Garuda in
volo, tra Brahma e Shiva terminali, ed il dispiegarsi intermedio dei Navagraha
Il tempio seguente procedendo in senso orario, quello
sussidiario sud occidentale, non si differenzia dal precedente che nelle parti
restaurate ,discutibilmente, . e nel suo corredo statuario, che lungo il
lato orientale abbina Parvati a Ganesha sovrastante nella kapili, Shiva e
Vishnu nelle due edicole inferiore e superiore del bhadra, mentre lascia Vamana
soggiacente senza una divinità che a lui soprassieda nel badhra seguente,
a nord, ed in quello occidentale alberga Narashima di sotto e
Vishnu di sopra, mentre la kapili ulteriore, come quella iniziale, è
appannaggio shivaita, essendovi installati Shiva e Nandi complementariamente a
Parvati e Ganesha sul lato opposto. Nei Karna d'angolo figurando i dikpalas
sormonati dai Vasus.
il tempio nord occidentale è il più compiuto, ed in
esso prevalgono divinità shivaite, i suoi badhra contenendo le immagini
di Ganesha a sud, sovrastato da un kubera avvinazzato, di
Kartikkeya a ovest, di Shiva Ardanarishvara a nord, le kapili quelle di
dei non identificabili per la genericità dei loro attributi, in assenza di
veicoli animali.
il portico con tanto di cornice è quello meglio preservato e
presenta due pilastri esterni tipici, di otto lati alla base, modanata in kurha,
kumba, kalasa e kapota, che diventano sedici nel tratto centrale, prima
della conclusione circolare, come il capitello barhani che reggono, sovrastato
da una mensola di kumara atlantei.
la trabeazione è incentrata sulla figura di Vishnu seduto su
Garuda, con ai termini Brahma e Shiva, le saptamatrikas tra Ganrsha e Shiva
Virabadra in posizione intermedia.di rilevante bellezza la soglia con cimenti
di gajasardula affianati da guerrieri alle sue estremità
Il tempio nord orientale ripropone Ganesha e Kartikkeya nei
badhra occidentale e settentrionale, ed una volta ulteriore Ganesha nella
nicchia che impreziosisce la modanatura del kumbha posta al di sotto del
badhra che ne incornicia il fratello kartikkeya, mentre
Parvati campeggia penitenziale in quella orientale, sovrastando
kubera nella nicchia del kumbha.
una semidivinità, con sole due bracia, e senza
attributi, con un nandi shivaita ma un sanka purusha e un cakrapurusha
vishnuiti, lascia intendere di essere l'architetto degli
dei,Vishvakarman, o un ibrido Harihara dimidiato di braccia.
Nè le singolarità del tempio sono così concluse, perchè al
centro della sua trabeazione ospita Vishnu Yogasana, quando l'intera conmpagine
statuaria sembrava preludervi a un insediamento di Shiva.
ci è dato ora di volgerci infine all interno
,
Poi i templi sussidiari, quindi l interno, forme
architettoniche dei mandap e dell’antarala. portale , divinità
interna, rassegna statuaria lungo le pareti del santuario, poi
lungo le pareti di mahamandapa , del deambulatorio e dei transetti.
nell interno apsara che reca una lettera con caratteri
incisi nel transetto sud del maha mandapa, 23, una svestita da una
scimmia e intenta con lo sguardo a un cespo di mango , ( 2?) facciata sud del
sanctum, in quella nord apsara sensitivamente intenta a toccarsii il seno
mentre legge una lettera, 12, nel transetto nord apsara che cinge di un nupara
la caviglia.
il tempio devi jagadambi di khajuraho appunti
Il Devi Jagadambi ripristina l eminenza devozionale esterna
del santuario, tornando a differenziarlo dal mahamandapa- Il santuario presenta infatti ai lati e retrostante un
bhadra centrale con rathikas, secondo la tradizione diffusa dei templi
nirandhara, che non necessitano pertanto di un ambulatorio interno, ove il dio
del tempio irradi la sua manifestazione gloriosa in edicole centrali delle
pareti esteriori della cella del garbagriha- Facendo seguito alla balaustra del
mandapa del portico d’accesso, un balcone campeggia invece ancora al centro del
mahamandapa, che come il santuario
dispone anch’esso delle proiezioni laterali e agli angoli, queste ultime , i
karnas, con dei dikpalas reggenti che nelle stesse direzioni cardinali
troveranno la loro replica maggiore, più espressionisticamente atteggiata, o
accessoriata di attributi, nelle
corrispettive immagini dei karnas d’angolo del santuario. le proiezioni
corrispondenti ai pratirathas sono
invece sussunte a uparathas sussidiarie del balcone, che nel santuario sono più prossime al bhadra
centrale- Benché sia di dimensioni minori del mahamandapa, il santuario
presenta sette rathas, (
quante sono le proiezioni del prasada
di un tempio maggiore quale il contiguo
Kandaryia) quante sono i latas del sikhara, sette, e non cinque soltanto,
come asserisce Krishna Deva, in quanto il recesso intermedio esclude che possa essere subordinata a upabhadra la
proiezione ai lati del bhadra Esso è dunque saptarathas al pari del Kandarya,
più monumentale, in ragione del più
ridotto spessore di tali aggettanze, albergando esse solo una statua – a
differenza delle stesse uparathas del balcone e delle proiezioni del
mahamandapa più sviluppato in lunghezza,
più longitudinale che fiancheggiano l’antarala,. , che
come le proiezioni del Kandarya, del
Lakshmana e del Visvanatha, sulla loro facies volta all’esterno di statue ne
alloggiano invece quella del dio e di due apsaras. Nel Devi Jagadambi ne è di conseguenza minore il novero, e la
varietà tipologica, in cui risaltano certune che leggono una lettera portandosi pateticamente le mani al
volto In compenso l’assenza di mithunas
all’altezza dell’antarala, in pannelli erotici
quali quelli dei templi maggiori , in luogo dei quali compaiono le edicole delle grande dee del
pantheon hindu, Vahisnavi, Shivani, Brahmani, stando a quelle identificabili, è
compensata dalla presenza di coppie erotiche sostitutive di divinità lungo le proiezioni .
La presenza invece di soli vyalas in tutti i recessi accomuna il Jagadambi al Kandarya, mentre nel
Lakshmana e nel Vishvanatha essi si alternano a coppie erotiche
Le immagini nelle nicchie del bhadra
I sadu kapalika in
situazioni erotiche: quello con due lady
e un peso al pene, quello con il membro di un
allievo in mano, quello del
rajasena e nel terzo corso di statue
della facciata sud del tempio, poco
prima del lato ovest, che penetrano una lady retrostante
Chiedere alle autorità in materia se siano state rimosse le
due apsaras interne sulle mensole
Quanto alle divinità che
ricorrono lungo le proiezioni del tempio, allorchè sono identificabili in esse
sono rinvenibili il dio Vishnu e Shiva,
i dikpalas replicati in mahamandapa e santuario, nelle direzioni cardinali di loro spettanza.
Tra di essi fa la sua comparsa fuori ordinanza, Kubera lungo la parete ovest,
come la fa Agni * lungo la parte sud del
Kandarya. Mahadeva.
Quanto alle loro caratterizzazioni eccetera vedi Yama e Nirriti…..
Delle apsaras già si è detto…
Tra i mithuna eccellono ( vedi le coppie 68 , 69 di k. deva)
Nel terzo ordine di statue terne amorose, coinvolgenti sadhu
in situazioni erotiche, si alternano a effigi diminutive di divinità in formato
ridotto, ………
Figure monastiche, anche jain , nel rajasena del
mahamandapa, cui fa seguito una successione pressoché ininterrotta di nicchie
con ratna, nel santuario del tempio.
( Mi ha davvero seccato
l’impuntatura della giovine guida locale di Khajuraho quando ha negato che
fosse sia pure l unica rappresentazione di
una relazione di natura omosessuale rinvenibile nei suoi templi, quella
che nel Devi Jagadamba raffigura un sadu con in mano il membro del suo allievo.
Ridere dell uomo che si accoppia con un cavallo, o dell orso con una lady , dire che il sesso
orale lo si vede raffigurato perché è yoga tantrico, non perché la fellatio
possa piacere alle donne indiane, si, ma
una relazione di un uomo con un
giovane in quel di Khajuraho, no, non è ammissibile , anche solo che vi possa succedere che vi sia
solo raffigurata, a un anno di distanza
dall omicidio di un fanciullo soffocato da un ragazzo e gettato in un
pozzo perché non rivelasse che intendeva abusarne, mentre è risaputo che il
denaro per un qualsiasi lapka viene prima del sesso del partner…Domani
l’immagine ingrandita della scena e ai lettori di questa pagina la sentenza,
già anticipata da Krishna Deva a pagina
269 di Temples of Khajuraho
Mi ha davvero
seccato l’impuntatura della giovine valente guida locale di Khajuraho quando ha
negato che fosse sia pure l'unica rappresentazione di una relazione di natura
omosessuale rinvenibile nei suoi templi, quella che nel Devi Jagadamba
raffigura un sadu con in mano il membro del suo allievo. Ridere dell uomo che
si accoppia con un cavallo, o dell orso con una lady , dire che il sesso orale
lo si vede raffigurato perché è yoga tantrico, non di certo perché la fellatio
possa piacere alle donne indiane, si, tale è l evidenza delle scene che si può
reagire solo regressivamente riducendone l impatto, ma una relazione di un uomo
con un giovane in quel di Khajuraho, no, non è ammissibile, che vi possa
succedere che vi sia anche solo rappresentata, a un anno di distanza dall
omicidio di un fanciullo soffocato da un ragazzo e gettato in un pozzo perché
non rivelasse che intendeva abusarne, mentre è risaputo che il denaro per un
qualsiasi lapka locale viene prima del sesso del partner…Domani l’immagine
ingrandita della scena e ai lettori di questa pagina la sentenza, già
anticipata da Krishna Deva a pagina 269 di Temples of Khajuraho
Che cosa mettere in risalto
del tempio Jagadamba
Apsaras: quella sbadigliante
frontale, quelle, è un nuovo soggetto, intente a leggere una lettera con le
lacrime agli occhi?,
i magnifici accoppiamenti
erotici ( due, almeno)
I sadu in situazioni erotiche, quello con due lady e un peso al
pene, quello con il membro di un allievo
in mano.
Chiedere se siano state
rimosse le due apsaras interne sulle mensole
Il devi Jagadambi ripristina
l eminenza devozionale esterna del santuario, tornando a differenziarlo dal
mahamandapa- Il santuario presenta infatti
un bhadra centrale con edicole rathikas, secondo la tradizione dei templi nirandhara,
che non necessitano pertanto, in presenza di tali apparato statuario iconografico,, di un ambulatorio interno ove il dio del tempio
irradi la sua manifestazione gloriosa in edicole al centro delle pareti esteriori
della cella del garbagriha- Facendo seguito alla balaustra del mandapa del
portico d’accesso, un balcone campeggia invece ancora al centro del
mahamandapa, che come il santuario dispone
anch’esso di proiezioni laterali e agli angoli, di pratirathas e karnas, con
dikpalas reggenti che nelle stesse direzioni cardinali troveranno la loro
replica maggiore, più espressionisticamente atteggiata o accessoriata di attributi nei karnas d’angolo del santuario, ma
sussume a uparathas sussidiarie del balcone le proiezioni corrispondenti ai
pratirathas che nel santuario sono più
prossime al bhadra centrale- Benché sia di dimensioni minori del mahamandapa il
santuario presenta sette rathas, ( quante sono le proiezioni del prasada di un tempio maggiore quale il contiguo Kandaryia) quante sono
i latas del sikhara, sette, e non cinque soltanto, come asserisce Krishna Deva,
in quanto il recesso intermedio esclude che
possa essere subordinata a upabhadra la proiezione ai lati del bhadra
Esso è dunque saptarathas al pari del Kandarya, più colossale, in ragione del più ridotto spessore di tali aggettanze,
albergando esse solo una statua – a differenza delle stesse uparathas del
balcone e delle proiezioni che fiancheggiano l’antarala del mahamandapa , più
longitudinale, più sviluppato in lunghezza, che come quelle, di proiezioni, del Kandarya, e
del Lakshmana e del Visvanatha sulla loro facies volta all’esterno di statue ne
alloggiano tre, quella del dio e di due apsaras. Nel Devi Jagadambi ne è infatti minore il novero, e la varietà
tipologica, in cui lo caratterizzano certune che leggono una lettera portandosi le mani al volto In
compenso l’assenza di mithunas
all’altezza dell’antarala, in pannelli erotici quali quelli dei templi maggiori , in luogo
dei quali compaiono le edicole delle
grandi dei del pantheon hindu, Vahisnavi, Shivani, Bramani quelle
identificabili, è compensata dalla presenza di coppie erotiche lungo sostitutive
di divinità lungo le proiezioni . La presenza invece di soli vyalas in tutti i recessi accomuna il Jagadambi al Kandarya, mentre nel
Lakshmana e nel Vishvanatha essi si alternano a coppie erotiche )
il tempio chitragupta di Khajuraho Appunti
Il tempio Chitragupta,
in onore del dio Surya, il solo
ad essergli dedicato dei templi superstiti di Khajuraho, nell’insieme dei suoi templi occidentali
figura, sia pure in forme interne più
complesse, come una
riproposizione della tipologia già invalsa per il Devi Jagadambi, cui è
similare rnella sua successione di mukamandapa, mahamandapa, antarala e
santuario, senza deambulatorio, sovrastati da sovrastruzioni piramidali e
da sikhara di cui il più è opera di restauro,
Infatti entrambi, nel
complesso dei templi occidentali di Khajuraho, salvaguardano la distinzione e l
eminenza esterna del santuario rispetto
al mahamandapa, in virtù della
proiezione centrale del badhra con due
edicole ratikas che domina al centro delle facciate laterali e di quella
retrostante del santuario, in luogo della reiterazione del balcone
con balaustra che grandeggia lungo le facciate laterali del
mukamandapa di ingresso, e in cui si protendono i transetti del mahamandapa. In
tal modo della divinità interna del tempio, e di quelle (le forme del divino)
ad essa correlate , nelle immagini scultoree delle edicole dei bhadra
ratikas del santuario può adempiersi l'
espansione emanativa, manifestantesi
nelle immagini scultoree che vi sono albergate, all'altezza dei primi due dei tre ordini di
statue che corrono lungo le pareti del santuario e del mahamandapa,.
Al contempo il
sikhara pancharatha, di cinque proiezioni, al pari dei sikarikas, o
sringas, trova piena corrispondenza nei rathas esterni del santuario, il badhra
stesso, due prati-rathas e due karnas d'angolo,
e non occorre , dunque, che le
pareti del garbagriha interne a un deambulatorio, interposto per l
occorrenza, siano adibite a tali funzioni in forme vicarie, per ovviare ,
come nei grandi templi di Khajuraho, ad una
parificazione esterna delle pareti del santuario ai
balconi della galleria che già ricorre lungo i fianchi delle sale
profane del tempio
Nel Chitragupta, come nel Devi Jagadambi, a ribadire di
entrambi i templi uno sviluppo più longitudinale che in altezza, i balconi
delle sale si sovrergono solo su bhita e pitha, plinto e zoccolo
dell’adhishtana, non anche , come nei templi maggiori di Khjajuraho, sulla
vedibhanda di kura, kumba e kalasa, sicchè rajasena vedika e asanapatta ne
ricorrono all’altezza.
(Scendendo nel dettaglio
plinto e zoccolo sono forgiati dalla successione etc)……..
Accomuna ulteriormente i templi Chitragupta e Devi
Jagadambi, ciò che fatta salva la loro differenziazione fondamentale,
assimila invece il santuario a mahamandapa, e mukamandapa , la
sovrapposizione di un’edicola al
basamento dell’adhishthana. Inoltre, altro aspetto conforme di santuario
e del solo mahamandapa , nel
succedersi di proiezioni statuarie ai
lati sia del badhra del santuario che del balcone del mahamandapa lungo
le proiezioni salienti, è la comparsa di dikpalas sia nei karnas d’angolo
del santuario, con astavasus superiori sia , ed è anomalo, nelle
aggettanze del mahamandapa che precedono i karnas veri e propri, anzichè nel decorso di questi, senza che un
astavasus in tale ricorrenza consenta facilmente di individuarli
Quanti alle ulteriori connessioni visive di raccordo,
fatta salva la differenziazione fondamentale tra santuario e sale profane del
tempio, graziosi kuta kakshana,
miniature dei balconi,
accomunano nel terzo ordine
scultoreo badhra del santuario e kapili
dell antarala, suggellandone la predominanza iconografica., in conformità con
una tradizione ben antecedente i sovrani Chandella.
.
Nelle aggettanze rimanenti compaiono divinità singole sulle
facce frontali esterne, quasi sempre non identificabili o riconducibili a Shiva
o Vishnu quando lo sono, coppie divine e umane su quelle interne, le apsaras
concentrandosi lungo le karnas del mahamandapa o le facce laterali del
bhadra, mentre nei recessi figurano
vyalas.
A rendere mirabile,
di sovrastante, di quel che resta della copertura del tempio, è che nel
mahamandapa ogni costolone statuario lungo delle traiettorie diagonali è ricondotto mediante ganta-khutas minori al
Gantha sommatale,
Nelle edicole dei badhras, ………
Nel terzo corso
compaiono figure di coppie o terne,
spesso di ladies con un asceta intermedio.
Di particolare vivezza
sono 5 gruppi di maestri ed allievo o devoti….
Spicca per la sua natura insolita un gruppo statuario in cui
un rivale sembra avventarsi forsennatamente su una coppia che copula,
trattenuto a stento da un suo compare..
interno
itinerari in Delhi in tono minore
Lasciata l’indomani mattina la stazione metropolitana di
Green Park per Ch Hukun Chand Marg, con l’ideale viaggiatore che immaginavo al
seguito dell itinerario che venivo tracciando credevo di potere finalmente
condividere la piacevolezza del transito
in un area verdeggiante della agiata Delhi
residenziale, ove restassi escluso dalle brutture del giorno avanti, quando in New Seempuri mi ero ritrovato tra
cumuli di sacchi enormi dell immondizia, ai lati delle strade, in mezzo ai
quali rovistava chi ne smistava i
rifiuti in contenitori di minore
capienza., separando ad esempio le confezioni di tetrapak da fiale e boccettine Ma nel procedere tra le residenze e le scuole della via , tornava a
farsi sentire lo stesso lezzo maleodorante,
che mi preannunciava il riapparire di mucchi di rifiuti, del cui
traboccare ugualmente dei giovani erano intenti
a farne la cernita ai margini della
strada.
E lo stesso scenario
si ripeteva dove la strada che imboccavo sulla sinistra aveva termine proprio all altezza del NDDB
Dairy Services di Kanvinde, ch’era la prima meta del mio ideale percorso, ammorbandone la vista meravigliosa.
Gli avancorpi dell edificio ne erano blocchi prominenti l
uno sull’altro, intervallandoli un tripudio di giardinetti pensili.
Sulla sinistra
seguitavo lungo Safdarjung enclave fino a raggiungere l incrocio con Africa Avenue dove pervenivo di fronte all ingresso in Muhammadpur. Ai lati
della stradina d’accesso al villaggio mi
sarebbe allora ricomparso alla vista sulla sinistra il Teen Burj, ed alla
destra avrei intravisto scritta che segnalava l’August Kranti Bhavan 113
E’ il Teen Burj uno dei
più enigmatici edifici di epoca Lodi, dalle parvenze di primo acchito di
una moschea, per le tre arcate d’accesso, due delle quali tamponate, lungo le
quali si distendeva il suo lato orientale, e i basamenti di due presumibili
minareti alle sue estremità, raccordati
dal plinto all edificio, non fosse che all interno, di una maestosità austera
nelle tre sale cui un portale era di ristretto
transito dall’una all’altra, comparivano
tanti cenotafi. Un tempo due grandi arcate laterali, sul fianco
occidentale, erano ugualmente di accesso ed ora erano occluse.
L’August Kranti Bhavan,
come altri edifici monumentali della Delhi moderna, nella dismisura di vani e servizi, da
quelli commerciali ai piani inferiori, a quelli terziari e quaternari di
quelli superiori, appariva eccedere la presenza umana di chi li esercitava e ne
fruiva, sicchè tra gli alti piloni delle torri degli ascensori e le piazze che vi si aprivano tra megatravi,
deliziosamente frescheggiate da un microclima interno, più che insediativi, e di stanza, gli astanti vi sembravano di transito provvisorio
o in via di smobilitazione.
(In un negozio tuttavia non mancavo di fermarmi, attratto
dalle borse esterne che esibiva: provenivano dall Assam come il negoziante
che le aveva importate, e con lui la
conversazione era così piacevole, che doveva rammentarmi il piccolo dettaglio
di saldare il conto di borse e borsette
che avevo acquistato mentre dopo lo
scambio delle cards mi avviavo già all uscita.)
Percorrendo la strada che costeggia Muhammadpur, come in
seguito all’ingresso dell ulteriore villaggio
residuo di Humayunpur, rinserrato nella Sefdarjung enclave, mi si
sarebbe riproposta la vista di rifiuti e di rovistatori che li differenziavano,
con l ovvia conclusione, che ero indotto a trarne, che l
immondizia dei centri residenziali più ricchi, che attorniano questi minuscoli borghi, vi abbia insediato la raccolta differenziata dei loro scarti.di gendere superiore
Church Road mi
prefigurava quindi la vista della bella chiesa di San Tommaso, serrata come un rosso fortilizio lateritico intorno alle due rampe
successivamente ascendenti a una propria croce terminale.
La svolta sulla sinistra nella via che costeggiava il Deer
Park , mi avrebbe invece avviato a due deludenti riscontri, nel volgere del
cielo a un piovasco pomeridiano: l’Asian
roots Spa di morphogenesis 2004, 157, era stato ridotto da santuario olistico orientale a
centro massaggi e clinica della pelle, con la scomparsa del giardino
karesansaui all’entrata,. Ne chiedevo conto al gentile giovane che si era
dedicato ad accogliermi, il quale si
meravigliava che ne venissi ricercando uno, al tempo stesso in cui mi diceva
che al suo posto era stata edificata la sala d’ingresso in cui mi stava
ricevendo.
Nè destino diverso era toccato al South Asian Human
right Documentation centre, di cui era
vano ricercare le forme di isolamento termico dei vani più interni, poiché un
salone di bellezza negli scantinati era quanto era sopravanzato delle attività
che si erano insediate di recente, in luogo del centro di documentazione di cui non v’era
più traccia.
Rimaneva da ammirare tutta la bellezza del muro di mattoni
posti di taglio, nelle loro teste, come scaglie di serpente.
L immissione nel Deer Park avrebbe potuto concludere l’itinerario con la vista della meravigliosa Bagh I Alam ka Gumbad, e delle vicine Tuhfewala
Gumbad, Kali Gumti, mentre dalla Curch road seguitando a sinistra la Vivekananda road tra i settori quarto e sesto di Rama Krishna
puram sarebbe stato possibile raggiungere il complesso delle Wazirpur tombs
Ma avendo visitato già entrambi i siti preferivo perdermi in
Humayunpur nella ricerca che restava
senza esito dei resti del suo passato di cui non ne sapeva niente nessuno. Sviando
sulla destra dell ingresso al villaggio, nel settore sesto dell Enclave
Safdarjung, era stata molto meno peregrina,
nella mia ricerca, la richiesta a venditori ambulanti e meccanici di
indicarmi l ubicazione del South Asian
Human right Documentation centre,
C’erano ancora il tempo e le forze per essere di ritorno a
Green Park, e protrarmi a vedere il visitabile dei due edifici di architettura contemporanea
che avrei potuto integrare nell itinerario, verso la metro station di Hauz Kass,
comprensivo della Wali Masjd, della moschea
Darweh Shah, della Nili Masjd, del Chor
Minar, dell Idgah, e della tomba di Makhdum Sahib, ossia la
School for spastic
children 127 e il National Institute of Fashion Technology. 126 Ma dei cerberi
precludevano l’accesso alla scuola, sicchè non mi restava che concludere le mie
peregrinazioni nell istituto, del 1994,
di ampi raccordi murari e di
vetrate e campiture d’acciaio, quali sezioni di pellicole , tra i vari settori
in cui il campus si differenziava
itinerari in Delhi
Duplice versione
1In mattinata ero di ritorno al Craft Museum, per reperire dei manufatti dello Stato dell
India, il Karnataka, che dal 1 d'agosto
agosto era subentrato al Kerala come
espositore del suo patrimonio artigianale. Vi erano convenuti in realtà anche
artigiani di altra provenienza, ed io potevo così rinvenirvi ed acquistarvi
pure delle marionette in pelle di capra fabbricate in Hyderabad. Del
Karnataka erano esibiti gli splendidi reperti di pitture della scuola di Mysore, impreziosite
da aurei troni o vestizioni delle divinità effigiate. All uscita, nel
primo pomeriggio, differivo di recarmi agli Archivi nazionali per ricercavi dei testi, sui templi di Osian, che la volta
precedente avevo trascurato di indagare se fossero in catalogo, e ripercorrendolo
quasi per intero nel suo percorso di cui
avevo già esperienza, mi decidevo invece ad integrare uno degli itinerari che avevo concepito solo
poco prima della partenza per Delhi , quello, più nelle vicinanze, che faceva capo alla con
la stazione metropolitana dell’Ina market come terminale di
riferimento- Avevo la fortuna, in tal senso, di imbattermi in un conducente
di autorickshaw che vi era appena provenuto proprio dal Dilli Haat dove volevo recarmi,
per trasportare al National crafts museum un carico di quadri della stessa
scuola pittorica di Mysore. Unisce in realtà il Crafts Museum al Dilli Haat la
comune funzione di spazio espositivo permanente per artigiani di Delhi o che vi siano provenienti da ogni dove dell
India, che ne possono usufruire periodicamente.
In Dilli haat, felice esempio di recupero di una zona in disuso di discariche
tra le quali erano intombate le acque reflue di un nallah, compiuto agli esordi
della liberalizzazione indiana, nel 1994, secondo un progetto di Pradeep
Sachdeva, i siti sparsi degli artigiani occasionali , ove non si riducevano ad
attendamenti plurimi, erano costituiti da botteghe a schiera espanse all'esterno in verande, le cui
trabeazioni , insieme a disegni kunjaraksha
di croci perforate, erano l unica ornamentazione di murature in pietra a vista. Frondosi pergolati erano
i luoghi di sosta centrali, uno dei quali era in prossimità dei punti di ristorazione che almeno nella
denominazione erano riconducibili a vari territori dell' India.
La
Brigadier Hoshiyar Singh Margh lungo la quale, più a nord, mi
incamminavo all’uscita deviando a sinistra sullo stesso lato della Sri Aurobindo
marg, per procedere poi in autorickshaw, mi appariva una delle vie più magnifiche di nuova Delhi, nel tripudio di
verde in cui confluiva nell’ Africa Avenue. Giunto alla sua altezza, il conducente dell’autorickshaw svoltava a destra
per seguitare fino alla destinazione ulteriore
da me indicatagli dell’Akbar Bhavan, che si accampava alla vista sulla sinistra.
Lo rendeva inconfondibile il suo afflato possente di cemento armato. Ma per
quanto l’edificio tradisca come e quanto sia ispirato a Lecorbusier, è pura poesia brutalista di Shiv Nat Prasad,
interpolata di modifiche postume. L'attuale destinazione universitaria ne
rifunzionalizza la natura originaria di hotel nelle sue componenti più pubbliche-
dislocate sulla sommità e nei piani
bassi, aperti a delle gallerie su
pilotis- ed in quelle adibite ora ad ostello studentesco.
La
Brigadier Hoshiyar Singh Margh lungo la quale, più a
nord, deviando a sinistra sullo stesso lato della Sri Aurobindo marg, ci si
avvii oltre l uscita, apparirà una delle più magnifiche vie di nuova Delhi, nel
tripudio di verde in cui confluisce nell’ Africa
Avenue. Giunti alla sua altezza, svoltando
a destra si perverrà alla destinazione ulteriore dell’Akbar Bhavan, che si accamperà alla vista sulla propria sinistra.
Lo rende inconfondibile il suo afflato possente di cemento armato. Ma per
quanto l edificio tradisca come e quanto sia ispirato a Lecorbusier, è pura poesia
brutalista di Shiv Nat Prasad,
interpolata di modifiche postume. L'attuale destinazione universitaria ne
rifunzionalizza la natura originaria di hotel, nelle sue componenti più pubbliche- dislocate
sulla sommità e nei piani bassi, aperti a delle gallerie su pilotis-
ed in quelle adibite ora ad ostello studentesco retrostante
Di ritorno alla stazione metropolitana di partenza, mi ritrovavo ad una distanza
esigua di appena 900 metri ,
dalla ulteriore meta del tragitto, la tomba
Darya khan tomb, in East Kidwai Nagar, block C, solo che lungo la Veer Chandra Singh Garhwali Marg vi pervenivo con un ulteriore autorickshaw, essendo la strada accidentata dai polverosi
lavori in corso della
edificazione di un immenso complesso residenziale e di uffici, tra i laminati dei cantieri e delle loro
voragini
La tomba di Darya Khan Lohani , servitore dei Lodi, che
rivisitavo una terza volta, mi rievocava ancora una volta l’ antecedente tomba Sultani
Ghari nella sopraelevazione monumentale
della sua piattaforma, a tre livelli, al
cui centro il cenotafio biancheggiava tra
quattro chattri in rovina, residuo di quello che è da presumersi fosse
un tempo uno splendido complesso , anche per le rovine adiacenti al ripiano più
basso
Il seguito dell’itinerario richiedeva che
inoltrandomii nella Sout Extension I aggirassi la schiera di negozi
successiva del South market, e che
traversassi l'area verde prospiciente di un parco- giardino,
proseguendo fin che la strada finiva ad un incrocio. La via che avessi
intrapreso sulla destra, verso sud, mi
avrebbe recato di li a poco in vista di una tomba a pianta quadrata che giù visitai, la Kale Khan ka gumbad. Come attesta
un’iscrizione sopra il mihrab, l’edificio è stato costruito nell ‘886 dopo l
Egira, ossia nel 1481 dell era cristiana, per darvi sepoltura a Mubarak Khan, vissuto
durante il regno di Buhlul Lodi, e presumibilmente
padre dello stesso Darya Khan Lohani.,. Il dubbio resta perché si ha notizia di
due illustri Mubarak khan vissuti alla corte di Buhlul., dei quali rimane
ignoto quale sia quello sepolto nella tomba. Di rimarchevole, da rivedervi, era il soffitto decorato di
stucchi dipinti.
Vi fossi pervenuto, una volta visitato il Gumbad avrei dovuto ripercorrere la strada che mi aveva
condotto alla tomba, lungo la quale effettivamente
mi incamminavo invece verso nord , a sinistra, fino ad un ulteriore incrocio
rispetto a quello alla cui altezza l avevo intrapresa, e ne assecondavo il seguito in
un’arteria che volgeva ancora a sinistra per poi imboccare sulla destra la
stradicciola che mi preannuncia la vista gemina della Bare khan ka gumbad, e della Chhote Khan ka Gumbad., entrambe a pianta quadrata, la prima davvero incantevole nel suo decoro di palazzo
celestiale, ad arcate cieche triplici in
triplice schiera, e di piloni angolari, la
seconda quanto mai pregevole negli stucchi
ornamentali dei portali, entrambe a
pianta quadrata davvero splendida nel suo decoro di palazzo celestiale, ad arcate cieche triplici in triplice schiera,
e piloni angolari, e della Chote Khan ka
Gumbad., dai pregevoli stucchi ornamentali dei portali, entrambe a pianta quadrata davvero
splendida nel suo decoro di palazzo celestiale, e della Chote Khan ka Gumbad., dai pregevoli stucchi
ornamentali dei portali
………………………………………………………….
Era prossima ad esse, la Bhure Kan ka gunbad, di
più modeste parvenze in un recesso ombroso.
Dal vicolo in cui mi ero inoltrato, per vederne il portale
d'accesso, proseguivo oltre l incrocio con la strada di provenienza dalle Bare
Khan e Chhote Khan ka Gumbad, fino a che non mi restava che infilarmi nel
camminamento di una strettoia , più che di un vicolo, che era abbuiato dalla prossimità
di pochi decimetri, appena, dei balconi delle case che vi si fronteggiavano
sopra. Occorreva a tal punto seguitare i gali sempre avanti, lungo
svolte ad angolo in cui il buio si infittiva, fino a che non sfociavo, insieme con
tale passaggio, nello scorcio della vista conclusiva dei contrafforti della tomba
di Mubarak shah, situata nel cuore di Mubarakpur.
E’ una delle tombe
ottagonali, con veranda e contrafforti spioventi, che si susseguono in Delhi tra
l epoca tugluquide, nell’esemplare ruderale della tomba Tilangani,ora
interpenetrato di case ed insediato anch’esso in un kotla, quello di
Nizamuddin, ed i primordi dell epoca
moghul, a cui risalgono le tombe ottagonali di Isa Khan e di Adam Khan, senza che si possa dimenticare fuori di Delhi
la tomba sublime sempre ottaedra di Sher
Shah Sur, nel Bihar, in quel di Sasaram Tale tipo di tomba, erede indo-islamica della stessa Cupola della roccia, in
Gerusalemme, ebbe in realtà il suo apogeo nell epoca dei Sayyd, la dinastia di
cui Mubarak Shah, morto nel 1434, fu il
secondo dei sultani, e la cui tomba
ottagonale precede quella di Muhammad Shah, suo successore, ora nei Lodi Garden,
di cui una ripresa in epoca Lodi fu la tomba di Sikandar Lodi, ubicata anch’essa nel complesso dei magnifici giardini,
Nella tomba di Mubarak Shah, dodici sono le entrate d’accesso dalla veranda quadrangolare
circostante all ottaedro centrale che
custodisce il cenotafio, tre per ogni lato, sovrastato al centro da una chattri. ogni lato della
veranda è sovrastato al centro da una chattri.,
oltre il quali si erge la cupola su un tamburo di sedici lati Quanto alla tamponatura
delle arcate interne sul versante occidentale, essa vi è dovuta alla presenza interna
di un mirhab.
In alternativa , per giungervi, avrei dovuto chiedere di
essere condotto in autoricksaw dai paraggi della Bare- Khan ka Gumbad fino
all'arteria animatissima della Gurudvara
road, che un tempo assecondava le mura del Kotla di Mubarakpur . All'altezza di
un tempio al dio Shiva, il Panghat Shiv Mandir, mi sarebbe occorso addentrarmmi nel vicolo che
lo fronteggia, la Sher Singh
Bazar Road, e quindi svoltare a destra,
attenendomi poi alla mia sinistra, finché fin che non mi fosse di lì a poco apparsa la Mubarak shah tomb, cosi
come sopravvive e s'impone ancora alla stretta degli edifici che l attorniano.
E qualora con il figlio vi sia ancora un venditore
d'aquiloni, a ridosso dell'inferriata su tale lato d'accesso , si abbia più
cuore del mio, nei loro riguardi, e senza tema d'esserne impicciati nel traffico
di Delhi, se ne comperino più di quanti ne riservino anche solo 10 rupie.
Uscendo dalla stazione metropolitana dell’INA Market, basta
percorrere di 300 metri sul lato sinistro la Sri
Aurobindo marg,
verso nord, per ritrovarsi nel Dilli
Haat., o cuore di Delhi, un sito espositivo
permanente per artigiani della stessa Delhi o che vi provengono da ogni dove dell’
India, potendone usufruire solo periodicamente. Tale destinazione che lo accomuna ad un nucleo del National Crafts Museum,
è il felice esito del recupero di una zona in dissodi discariche tra le quali erano
state intombate le acque reflue di un nallah, avvenuto nel 1994 agli esordi dell’epoca della
liberalizzazione indiana, secondo un
progetto di Pradeep Sachdeva I siti artigianali al suo interno, ove non siano
attendamenti plurimi, sono costituiti da
botteghe a schiera espanse all'esterno in verande, le cui trabeazioni,
insieme a disegni kunjaraksha di croci perforate, sono l unica ornamentazione di murature in pietra a vista. Frondosi pergolati vi costituiscono i luoghi di sosta centrali, uno dei
quali è in prossimità dei punti di ristorazione, che almeno denominalmente/
nella denominazione sono riconducibili a
vari territori dell' India.
Di ritorno alla stazione metropolitana di partenza, ci si ritroverà ad appena 900 metri dalla
ulteriore meta del tragitto, la tomba
di Darya Khan. , situata dall’altro lato della Sri Aurobindo Marg. Ma se
si scelga di pervenirvi lungo Chandra Singh Garhwali Marg,
il percorso di tale arteria, che si diparte sulla
sinistra, risulterà attualmente accidentato dai lavori in corso della edificazione di un immenso complesso
residenziale e di uffici, che
consigliano di percorrerlo almeno
in ciclo od autoricshaw, tra i laminati
dei cantieri e delle loro voragini, chiedendo
di essere condotti in East Kidwai
Nagar, block C
La tomba di Darya
Khan Lohani , che fu a suo tempo servitore dei sultani Lodi, è sopraelevata su di una piattaforma monumentale, a tre
livelli , e vi biancheggia al centro, tra quattro chattri in rovina, rievocando la antecedente tomba Sultan Ghari, in ciò che è il residuo di quanto è da
presumersi che fosse un tempo uno splendido complesso.
Il seguito dell’itinerario richiede che inoltrandosi
nella South Extension I si aggiri la
schiera di negozi successiva del South market, e che si traversi l'area
verde prospiciente di un parco- giardino, proseguendo fin che la
strada finisce ad un incrocio. La via che si intraprenda sulla destra,
verso sud, reca di li a poco in vista
della tomba a pianta quadrata Kale Khan
ka Gumbad. Secondo quanto attesta un’iscrizione sopra il mihrab,
l’edificio è stato costruito nell ‘886 dopo l’ Egira, ossia nel 1481 dell’era cristiana, per darvi sepoltura
a Mubarak Khan, vissuto durante il regno
di Buhlul Lodi, e presumibilmente padre dello stesso Darya Khan Lohani.. Il dubbio resta perché si ha notizia di due illustri Mubarak khan vissuti alla corte di Buhlul., dei quali rimane ignoto quale
sia quello sepolto nella tomba. Di particolarmente rimarchevole vi è il soffitto decorato di stucchi dipinti
Si riprenda la strada che ci ha condotto alla tomba, fino ad
un ulteriore incrocio rispetto a quello alla cui altezza l’abbiamo
intrapresa, se ne assecondi poi il
seguito in un’arteria che volge a sinistra, per imboccare quindi sulla destra la stradiccioa che ci preannuncia
la vista gemina della Bare khan ka Gumbad
e della Chhote Khan ka Gumbad., entrambe
a pianta quadrata, la prima davvero incantevole nel suo decoro di palazzo
celestiale, ad arcate cieche triplici in
triplice schiera, e con piloni angolari, la seconda quanto mai pregevole negli stucchi ornamentali dei portali, entrambe a pianta quadrata davvero splendida nel suo
decoro di palazzo celestiale, ad arcate
cieche triplici in triplice schiera, e piloni angolari, e della Chote Khan ka Gumbad., dai pregevoli stucchi
ornamentali dei portali, entrambe a
pianta quadrata.
………………………………………………………….
E’ prossima ad esse la Bhure
Kan ka Gumbad,
anch’essa a pianta quadrata, di più modeste parvenze in
un recesso ombroso.
Dal vicolo in cui ci inoltri per vederne il portale d'accesso, continuando a
procedere oltre l incrocio con la strada di provenienza dalle Bare Khan e Chhote Khan ka Gumbad, il
prosieguo del percorso induce ad infilarsi nel camminamento di un’ autentica strettoia,
più che di un vicolo, abbuiato dalla prossimità
di pochi decimetri, appena, dei balconi delle case che vi si fronteggiano
sopra. Non resta che seguitare i gali
sempre avanti, lungo svolte ad angolo in cui il buio si infittisce, fino
a che non si sfocia, insieme con tale passaggio, nello scorcio della vista
conclusiva dei contrafforti della tomba di Mubarak
shah, situata nel cuore del villaggio di Mubarakpur.
E’ una delle tombe
ottagonali, con veranda e contrafforti spioventi, che ricorrono in Delhi fin
dall’epoca tugluquide, nell’esemplare ruderale della tomba Tilangani,ora interpenetrato di case ed insediato anch’esso in un kotla,
quello di Nizamuddin, e che vi si succedono fino ai primordi dell’epoca
moghul, a cui risalgono le tombe ottagonali di Isa Khan e di Adam Khan, senza che si possa dimenticare, fuori di
Delhi, la tomba sublime sempre ottaedra di
Sher Shah Sur, nel Bihar, in quel di
Sasaram Tale tipo di tomba , erede indo-islamica della stessa Cupola della roccia, in Gerusalemme, ed aperta ad otto entrate quanti secondo l’islam
sono gli hast behest del Paradiso, ebbe in realtà il suo apogeo nell’epoca
dei Sayyd, la dinastia di cui Mubarak Shah, morto nel 1434, fu il secondo dei sultani, e la cui tomba ottagonale precede quella di Muhammad Shah, suo immediate successore,
sita magnificamente nei Lodi Gardens, di cui una ripresa in
epoca Lodi fu la tomba di Sikandar Lodi,
ubicata anch’essa nel complesso dei meravigliosi
giardini,
Nella tomba di Mubarak
Shah, ogni lato della veranda è sovrastato al centro da una chattri., oltre il quali
si erge la cupola su di un tamburo di sedici lati Quanto alla tamponatura delle
arcate interne sul versante occidentale, essa vi è dovuta alla presenza interna
di un mirhab.
In alternativa , per giungervi, si può chiedere di essere
condotti, in autoricksaw, dai paraggi della
Bare khan e Chhote Khan ka Gumbad fino all'arteria animatissima della Gurudvara
road, che un tempo assecondava le mura del Kotla di Mubarakpur . All'altezza di un tempio
al dio Shiva, il Panghat Shiv Mandir,
occorre addentrarsi a tal punto nel vicolo che lo fronteggia, la
Sher Singh Bazar Road, e quindi svoltare a destra, attenendosi alla propria
sinistra, finché fin che non appaia
di lì a poco la tomba di Mubarak
shah , cosi come sopravvive e s'impone ancora alla stretta degli edifici
che l attorniano.
I
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