Lasciata l’indomani mattina la stazione metropolitana di
Green Park per Ch Hukun Chand Marg, con l’ideale viaggiatore che immaginavo al
seguito dell itinerario che venivo tracciando credevo di potere finalmente
condividere la piacevolezza del transito
in un area verdeggiante della agiata Delhi
residenziale, ove restassi escluso dalle brutture del giorno avanti, quando in New Seempuri mi ero ritrovato tra
cumuli di sacchi enormi dell immondizia, ai lati delle strade, in mezzo ai
quali rovistava chi ne smistava i
rifiuti in contenitori di minore
capienza., separando ad esempio le confezioni di tetrapak da fiale e boccettine Ma nel procedere tra le residenze e le scuole della via , tornava a
farsi sentire lo stesso lezzo maleodorante,
che mi preannunciava il riapparire di mucchi di rifiuti, del cui
traboccare ugualmente dei giovani erano intenti
a farne la cernita ai margini della
strada.
E lo stesso scenario
si ripeteva dove la strada che imboccavo sulla sinistra aveva termine proprio all altezza del NDDB
Dairy Services di Kanvinde, ch’era la prima meta del mio ideale percorso, ammorbandone la vista meravigliosa.
Gli avancorpi dell edificio ne erano blocchi prominenti l
uno sull’altro, intervallandoli un tripudio di giardinetti pensili.
Sulla sinistra
seguitavo lungo Safdarjung enclave fino a raggiungere l incrocio con Africa Avenue dove pervenivo di fronte all ingresso in Muhammadpur. Ai lati
della stradina d’accesso al villaggio mi
sarebbe allora ricomparso alla vista sulla sinistra il Teen Burj, ed alla
destra avrei intravisto scritta che segnalava l’August Kranti Bhavan 113
E’ il Teen Burj uno dei
più enigmatici edifici di epoca Lodi, dalle parvenze di primo acchito di
una moschea, per le tre arcate d’accesso, due delle quali tamponate, lungo le
quali si distendeva il suo lato orientale, e i basamenti di due presumibili
minareti alle sue estremità, raccordati
dal plinto all edificio, non fosse che all interno, di una maestosità austera
nelle tre sale cui un portale era di ristretto
transito dall’una all’altra, comparivano
tanti cenotafi. Un tempo due grandi arcate laterali, sul fianco
occidentale, erano ugualmente di accesso ed ora erano occluse.
L’August Kranti Bhavan,
come altri edifici monumentali della Delhi moderna, nella dismisura di vani e servizi, da
quelli commerciali ai piani inferiori, a quelli terziari e quaternari di
quelli superiori, appariva eccedere la presenza umana di chi li esercitava e ne
fruiva, sicchè tra gli alti piloni delle torri degli ascensori e le piazze che vi si aprivano tra megatravi,
deliziosamente frescheggiate da un microclima interno, più che insediativi, e di stanza, gli astanti vi sembravano di transito provvisorio
o in via di smobilitazione.
(In un negozio tuttavia non mancavo di fermarmi, attratto
dalle borse esterne che esibiva: provenivano dall Assam come il negoziante
che le aveva importate, e con lui la
conversazione era così piacevole, che doveva rammentarmi il piccolo dettaglio
di saldare il conto di borse e borsette
che avevo acquistato mentre dopo lo
scambio delle cards mi avviavo già all uscita.)
Percorrendo la strada che costeggia Muhammadpur, come in
seguito all’ingresso dell ulteriore villaggio
residuo di Humayunpur, rinserrato nella Sefdarjung enclave, mi si
sarebbe riproposta la vista di rifiuti e di rovistatori che li differenziavano,
con l ovvia conclusione, che ero indotto a trarne, che l
immondizia dei centri residenziali più ricchi, che attorniano questi minuscoli borghi, vi abbia insediato la raccolta differenziata dei loro scarti.di gendere superiore
Church Road mi
prefigurava quindi la vista della bella chiesa di San Tommaso, serrata come un rosso fortilizio lateritico intorno alle due rampe
successivamente ascendenti a una propria croce terminale.
La svolta sulla sinistra nella via che costeggiava il Deer
Park , mi avrebbe invece avviato a due deludenti riscontri, nel volgere del
cielo a un piovasco pomeridiano: l’Asian
roots Spa di morphogenesis 2004, 157, era stato ridotto da santuario olistico orientale a
centro massaggi e clinica della pelle, con la scomparsa del giardino
karesansaui all’entrata,. Ne chiedevo conto al gentile giovane che si era
dedicato ad accogliermi, il quale si
meravigliava che ne venissi ricercando uno, al tempo stesso in cui mi diceva
che al suo posto era stata edificata la sala d’ingresso in cui mi stava
ricevendo.
Nè destino diverso era toccato al South Asian Human
right Documentation centre, di cui era
vano ricercare le forme di isolamento termico dei vani più interni, poiché un
salone di bellezza negli scantinati era quanto era sopravanzato delle attività
che si erano insediate di recente, in luogo del centro di documentazione di cui non v’era
più traccia.
Rimaneva da ammirare tutta la bellezza del muro di mattoni
posti di taglio, nelle loro teste, come scaglie di serpente.
L immissione nel Deer Park avrebbe potuto concludere l’itinerario con la vista della meravigliosa Bagh I Alam ka Gumbad, e delle vicine Tuhfewala
Gumbad, Kali Gumti, mentre dalla Curch road seguitando a sinistra la Vivekananda road tra i settori quarto e sesto di Rama Krishna
puram sarebbe stato possibile raggiungere il complesso delle Wazirpur tombs
Ma avendo visitato già entrambi i siti preferivo perdermi in
Humayunpur nella ricerca che restava
senza esito dei resti del suo passato di cui non ne sapeva niente nessuno. Sviando
sulla destra dell ingresso al villaggio, nel settore sesto dell Enclave
Safdarjung, era stata molto meno peregrina,
nella mia ricerca, la richiesta a venditori ambulanti e meccanici di
indicarmi l ubicazione del South Asian
Human right Documentation centre,
C’erano ancora il tempo e le forze per essere di ritorno a
Green Park, e protrarmi a vedere il visitabile dei due edifici di architettura contemporanea
che avrei potuto integrare nell itinerario, verso la metro station di Hauz Kass,
comprensivo della Wali Masjd, della moschea
Darweh Shah, della Nili Masjd, del Chor
Minar, dell Idgah, e della tomba di Makhdum Sahib, ossia la
School for spastic
children 127 e il National Institute of Fashion Technology. 126 Ma dei cerberi
precludevano l’accesso alla scuola, sicchè non mi restava che concludere le mie
peregrinazioni nell istituto, del 1994,
di ampi raccordi murari e di
vetrate e campiture d’acciaio, quali sezioni di pellicole , tra i vari settori
in cui il campus si differenziava
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