Duplice versione
1In mattinata ero di ritorno al Craft Museum, per reperire dei manufatti dello Stato dell
India, il Karnataka, che dal 1 d'agosto
agosto era subentrato al Kerala come
espositore del suo patrimonio artigianale. Vi erano convenuti in realtà anche
artigiani di altra provenienza, ed io potevo così rinvenirvi ed acquistarvi
pure delle marionette in pelle di capra fabbricate in Hyderabad. Del
Karnataka erano esibiti gli splendidi reperti di pitture della scuola di Mysore, impreziosite
da aurei troni o vestizioni delle divinità effigiate. All uscita, nel
primo pomeriggio, differivo di recarmi agli Archivi nazionali per ricercavi dei testi, sui templi di Osian, che la volta
precedente avevo trascurato di indagare se fossero in catalogo, e ripercorrendolo
quasi per intero nel suo percorso di cui
avevo già esperienza, mi decidevo invece ad integrare uno degli itinerari che avevo concepito solo
poco prima della partenza per Delhi , quello, più nelle vicinanze, che faceva capo alla con
la stazione metropolitana dell’Ina market come terminale di
riferimento- Avevo la fortuna, in tal senso, di imbattermi in un conducente
di autorickshaw che vi era appena provenuto proprio dal Dilli Haat dove volevo recarmi,
per trasportare al National crafts museum un carico di quadri della stessa
scuola pittorica di Mysore. Unisce in realtà il Crafts Museum al Dilli Haat la
comune funzione di spazio espositivo permanente per artigiani di Delhi o che vi siano provenienti da ogni dove dell
India, che ne possono usufruire periodicamente.
In Dilli haat, felice esempio di recupero di una zona in disuso di discariche
tra le quali erano intombate le acque reflue di un nallah, compiuto agli esordi
della liberalizzazione indiana, nel 1994, secondo un progetto di Pradeep
Sachdeva, i siti sparsi degli artigiani occasionali , ove non si riducevano ad
attendamenti plurimi, erano costituiti da botteghe a schiera espanse all'esterno in verande, le cui
trabeazioni , insieme a disegni kunjaraksha
di croci perforate, erano l unica ornamentazione di murature in pietra a vista. Frondosi pergolati erano
i luoghi di sosta centrali, uno dei quali era in prossimità dei punti di ristorazione che almeno nella
denominazione erano riconducibili a vari territori dell' India.
La
Brigadier Hoshiyar Singh Margh lungo la quale, più a nord, mi
incamminavo all’uscita deviando a sinistra sullo stesso lato della Sri Aurobindo
marg, per procedere poi in autorickshaw, mi appariva una delle vie più magnifiche di nuova Delhi, nel tripudio di
verde in cui confluiva nell’ Africa Avenue. Giunto alla sua altezza, il conducente dell’autorickshaw svoltava a destra
per seguitare fino alla destinazione ulteriore
da me indicatagli dell’Akbar Bhavan, che si accampava alla vista sulla sinistra.
Lo rendeva inconfondibile il suo afflato possente di cemento armato. Ma per
quanto l’edificio tradisca come e quanto sia ispirato a Lecorbusier, è pura poesia brutalista di Shiv Nat Prasad,
interpolata di modifiche postume. L'attuale destinazione universitaria ne
rifunzionalizza la natura originaria di hotel nelle sue componenti più pubbliche-
dislocate sulla sommità e nei piani
bassi, aperti a delle gallerie su
pilotis- ed in quelle adibite ora ad ostello studentesco.
La
Brigadier Hoshiyar Singh Margh lungo la quale, più a
nord, deviando a sinistra sullo stesso lato della Sri Aurobindo marg, ci si
avvii oltre l uscita, apparirà una delle più magnifiche vie di nuova Delhi, nel
tripudio di verde in cui confluisce nell’ Africa
Avenue. Giunti alla sua altezza, svoltando
a destra si perverrà alla destinazione ulteriore dell’Akbar Bhavan, che si accamperà alla vista sulla propria sinistra.
Lo rende inconfondibile il suo afflato possente di cemento armato. Ma per
quanto l edificio tradisca come e quanto sia ispirato a Lecorbusier, è pura poesia
brutalista di Shiv Nat Prasad,
interpolata di modifiche postume. L'attuale destinazione universitaria ne
rifunzionalizza la natura originaria di hotel, nelle sue componenti più pubbliche- dislocate
sulla sommità e nei piani bassi, aperti a delle gallerie su pilotis-
ed in quelle adibite ora ad ostello studentesco retrostante
Di ritorno alla stazione metropolitana di partenza, mi ritrovavo ad una distanza
esigua di appena 900 metri ,
dalla ulteriore meta del tragitto, la tomba
Darya khan tomb, in East Kidwai Nagar, block C, solo che lungo la Veer Chandra Singh Garhwali Marg vi pervenivo con un ulteriore autorickshaw, essendo la strada accidentata dai polverosi
lavori in corso della
edificazione di un immenso complesso residenziale e di uffici, tra i laminati dei cantieri e delle loro
voragini
La tomba di Darya Khan Lohani , servitore dei Lodi, che
rivisitavo una terza volta, mi rievocava ancora una volta l’ antecedente tomba Sultani
Ghari nella sopraelevazione monumentale
della sua piattaforma, a tre livelli, al
cui centro il cenotafio biancheggiava tra
quattro chattri in rovina, residuo di quello che è da presumersi fosse
un tempo uno splendido complesso , anche per le rovine adiacenti al ripiano più
basso
Il seguito dell’itinerario richiedeva che
inoltrandomii nella Sout Extension I aggirassi la schiera di negozi
successiva del South market, e che
traversassi l'area verde prospiciente di un parco- giardino,
proseguendo fin che la strada finiva ad un incrocio. La via che avessi
intrapreso sulla destra, verso sud, mi
avrebbe recato di li a poco in vista di una tomba a pianta quadrata che giù visitai, la Kale Khan ka gumbad. Come attesta
un’iscrizione sopra il mihrab, l’edificio è stato costruito nell ‘886 dopo l
Egira, ossia nel 1481 dell era cristiana, per darvi sepoltura a Mubarak Khan, vissuto
durante il regno di Buhlul Lodi, e presumibilmente
padre dello stesso Darya Khan Lohani.,. Il dubbio resta perché si ha notizia di
due illustri Mubarak khan vissuti alla corte di Buhlul., dei quali rimane
ignoto quale sia quello sepolto nella tomba. Di rimarchevole, da rivedervi, era il soffitto decorato di
stucchi dipinti.
Vi fossi pervenuto, una volta visitato il Gumbad avrei dovuto ripercorrere la strada che mi aveva
condotto alla tomba, lungo la quale effettivamente
mi incamminavo invece verso nord , a sinistra, fino ad un ulteriore incrocio
rispetto a quello alla cui altezza l avevo intrapresa, e ne assecondavo il seguito in
un’arteria che volgeva ancora a sinistra per poi imboccare sulla destra la
stradicciola che mi preannuncia la vista gemina della Bare khan ka gumbad, e della Chhote Khan ka Gumbad., entrambe a pianta quadrata, la prima davvero incantevole nel suo decoro di palazzo
celestiale, ad arcate cieche triplici in
triplice schiera, e di piloni angolari, la
seconda quanto mai pregevole negli stucchi
ornamentali dei portali, entrambe a
pianta quadrata davvero splendida nel suo decoro di palazzo celestiale, ad arcate cieche triplici in triplice schiera,
e piloni angolari, e della Chote Khan ka
Gumbad., dai pregevoli stucchi ornamentali dei portali, entrambe a pianta quadrata davvero
splendida nel suo decoro di palazzo celestiale, e della Chote Khan ka Gumbad., dai pregevoli stucchi
ornamentali dei portali
………………………………………………………….
Era prossima ad esse, la Bhure Kan ka gunbad, di
più modeste parvenze in un recesso ombroso.
Dal vicolo in cui mi ero inoltrato, per vederne il portale
d'accesso, proseguivo oltre l incrocio con la strada di provenienza dalle Bare
Khan e Chhote Khan ka Gumbad, fino a che non mi restava che infilarmi nel
camminamento di una strettoia , più che di un vicolo, che era abbuiato dalla prossimità
di pochi decimetri, appena, dei balconi delle case che vi si fronteggiavano
sopra. Occorreva a tal punto seguitare i gali sempre avanti, lungo
svolte ad angolo in cui il buio si infittiva, fino a che non sfociavo, insieme con
tale passaggio, nello scorcio della vista conclusiva dei contrafforti della tomba
di Mubarak shah, situata nel cuore di Mubarakpur.
E’ una delle tombe
ottagonali, con veranda e contrafforti spioventi, che si susseguono in Delhi tra
l epoca tugluquide, nell’esemplare ruderale della tomba Tilangani,ora
interpenetrato di case ed insediato anch’esso in un kotla, quello di
Nizamuddin, ed i primordi dell epoca
moghul, a cui risalgono le tombe ottagonali di Isa Khan e di Adam Khan, senza che si possa dimenticare fuori di Delhi
la tomba sublime sempre ottaedra di Sher
Shah Sur, nel Bihar, in quel di Sasaram Tale tipo di tomba, erede indo-islamica della stessa Cupola della roccia, in
Gerusalemme, ebbe in realtà il suo apogeo nell epoca dei Sayyd, la dinastia di
cui Mubarak Shah, morto nel 1434, fu il
secondo dei sultani, e la cui tomba
ottagonale precede quella di Muhammad Shah, suo successore, ora nei Lodi Garden,
di cui una ripresa in epoca Lodi fu la tomba di Sikandar Lodi, ubicata anch’essa nel complesso dei magnifici giardini,
Nella tomba di Mubarak Shah, dodici sono le entrate d’accesso dalla veranda quadrangolare
circostante all ottaedro centrale che
custodisce il cenotafio, tre per ogni lato, sovrastato al centro da una chattri. ogni lato della
veranda è sovrastato al centro da una chattri.,
oltre il quali si erge la cupola su un tamburo di sedici lati Quanto alla tamponatura
delle arcate interne sul versante occidentale, essa vi è dovuta alla presenza interna
di un mirhab.
In alternativa , per giungervi, avrei dovuto chiedere di
essere condotto in autoricksaw dai paraggi della Bare- Khan ka Gumbad fino
all'arteria animatissima della Gurudvara
road, che un tempo assecondava le mura del Kotla di Mubarakpur . All'altezza di
un tempio al dio Shiva, il Panghat Shiv Mandir, mi sarebbe occorso addentrarmmi nel vicolo che
lo fronteggia, la Sher Singh
Bazar Road, e quindi svoltare a destra,
attenendomi poi alla mia sinistra, finché fin che non mi fosse di lì a poco apparsa la Mubarak shah tomb, cosi
come sopravvive e s'impone ancora alla stretta degli edifici che l attorniano.
E qualora con il figlio vi sia ancora un venditore
d'aquiloni, a ridosso dell'inferriata su tale lato d'accesso , si abbia più
cuore del mio, nei loro riguardi, e senza tema d'esserne impicciati nel traffico
di Delhi, se ne comperino più di quanti ne riservino anche solo 10 rupie.
Uscendo dalla stazione metropolitana dell’INA Market, basta
percorrere di 300 metri sul lato sinistro la Sri
Aurobindo marg,
verso nord, per ritrovarsi nel Dilli
Haat., o cuore di Delhi, un sito espositivo
permanente per artigiani della stessa Delhi o che vi provengono da ogni dove dell’
India, potendone usufruire solo periodicamente. Tale destinazione che lo accomuna ad un nucleo del National Crafts Museum,
è il felice esito del recupero di una zona in dissodi discariche tra le quali erano
state intombate le acque reflue di un nallah, avvenuto nel 1994 agli esordi dell’epoca della
liberalizzazione indiana, secondo un
progetto di Pradeep Sachdeva I siti artigianali al suo interno, ove non siano
attendamenti plurimi, sono costituiti da
botteghe a schiera espanse all'esterno in verande, le cui trabeazioni,
insieme a disegni kunjaraksha di croci perforate, sono l unica ornamentazione di murature in pietra a vista. Frondosi pergolati vi costituiscono i luoghi di sosta centrali, uno dei
quali è in prossimità dei punti di ristorazione, che almeno denominalmente/
nella denominazione sono riconducibili a
vari territori dell' India.
Di ritorno alla stazione metropolitana di partenza, ci si ritroverà ad appena 900 metri dalla
ulteriore meta del tragitto, la tomba
di Darya Khan. , situata dall’altro lato della Sri Aurobindo Marg. Ma se
si scelga di pervenirvi lungo Chandra Singh Garhwali Marg,
il percorso di tale arteria, che si diparte sulla
sinistra, risulterà attualmente accidentato dai lavori in corso della edificazione di un immenso complesso
residenziale e di uffici, che
consigliano di percorrerlo almeno
in ciclo od autoricshaw, tra i laminati
dei cantieri e delle loro voragini, chiedendo
di essere condotti in East Kidwai
Nagar, block C
La tomba di Darya
Khan Lohani , che fu a suo tempo servitore dei sultani Lodi, è sopraelevata su di una piattaforma monumentale, a tre
livelli , e vi biancheggia al centro, tra quattro chattri in rovina, rievocando la antecedente tomba Sultan Ghari, in ciò che è il residuo di quanto è da
presumersi che fosse un tempo uno splendido complesso.
Il seguito dell’itinerario richiede che inoltrandosi
nella South Extension I si aggiri la
schiera di negozi successiva del South market, e che si traversi l'area
verde prospiciente di un parco- giardino, proseguendo fin che la
strada finisce ad un incrocio. La via che si intraprenda sulla destra,
verso sud, reca di li a poco in vista
della tomba a pianta quadrata Kale Khan
ka Gumbad. Secondo quanto attesta un’iscrizione sopra il mihrab,
l’edificio è stato costruito nell ‘886 dopo l’ Egira, ossia nel 1481 dell’era cristiana, per darvi sepoltura
a Mubarak Khan, vissuto durante il regno
di Buhlul Lodi, e presumibilmente padre dello stesso Darya Khan Lohani.. Il dubbio resta perché si ha notizia di due illustri Mubarak khan vissuti alla corte di Buhlul., dei quali rimane ignoto quale
sia quello sepolto nella tomba. Di particolarmente rimarchevole vi è il soffitto decorato di stucchi dipinti
Si riprenda la strada che ci ha condotto alla tomba, fino ad
un ulteriore incrocio rispetto a quello alla cui altezza l’abbiamo
intrapresa, se ne assecondi poi il
seguito in un’arteria che volge a sinistra, per imboccare quindi sulla destra la stradiccioa che ci preannuncia
la vista gemina della Bare khan ka Gumbad
e della Chhote Khan ka Gumbad., entrambe
a pianta quadrata, la prima davvero incantevole nel suo decoro di palazzo
celestiale, ad arcate cieche triplici in
triplice schiera, e con piloni angolari, la seconda quanto mai pregevole negli stucchi ornamentali dei portali, entrambe a pianta quadrata davvero splendida nel suo
decoro di palazzo celestiale, ad arcate
cieche triplici in triplice schiera, e piloni angolari, e della Chote Khan ka Gumbad., dai pregevoli stucchi
ornamentali dei portali, entrambe a
pianta quadrata.
………………………………………………………….
E’ prossima ad esse la Bhure
Kan ka Gumbad,
anch’essa a pianta quadrata, di più modeste parvenze in
un recesso ombroso.
Dal vicolo in cui ci inoltri per vederne il portale d'accesso, continuando a
procedere oltre l incrocio con la strada di provenienza dalle Bare Khan e Chhote Khan ka Gumbad, il
prosieguo del percorso induce ad infilarsi nel camminamento di un’ autentica strettoia,
più che di un vicolo, abbuiato dalla prossimità
di pochi decimetri, appena, dei balconi delle case che vi si fronteggiano
sopra. Non resta che seguitare i gali
sempre avanti, lungo svolte ad angolo in cui il buio si infittisce, fino
a che non si sfocia, insieme con tale passaggio, nello scorcio della vista
conclusiva dei contrafforti della tomba di Mubarak
shah, situata nel cuore del villaggio di Mubarakpur.
E’ una delle tombe
ottagonali, con veranda e contrafforti spioventi, che ricorrono in Delhi fin
dall’epoca tugluquide, nell’esemplare ruderale della tomba Tilangani,ora interpenetrato di case ed insediato anch’esso in un kotla,
quello di Nizamuddin, e che vi si succedono fino ai primordi dell’epoca
moghul, a cui risalgono le tombe ottagonali di Isa Khan e di Adam Khan, senza che si possa dimenticare, fuori di
Delhi, la tomba sublime sempre ottaedra di
Sher Shah Sur, nel Bihar, in quel di
Sasaram Tale tipo di tomba , erede indo-islamica della stessa Cupola della roccia, in Gerusalemme, ed aperta ad otto entrate quanti secondo l’islam
sono gli hast behest del Paradiso, ebbe in realtà il suo apogeo nell’epoca
dei Sayyd, la dinastia di cui Mubarak Shah, morto nel 1434, fu il secondo dei sultani, e la cui tomba ottagonale precede quella di Muhammad Shah, suo immediate successore,
sita magnificamente nei Lodi Gardens, di cui una ripresa in
epoca Lodi fu la tomba di Sikandar Lodi,
ubicata anch’essa nel complesso dei meravigliosi
giardini,
Nella tomba di Mubarak
Shah, ogni lato della veranda è sovrastato al centro da una chattri., oltre il quali
si erge la cupola su di un tamburo di sedici lati Quanto alla tamponatura delle
arcate interne sul versante occidentale, essa vi è dovuta alla presenza interna
di un mirhab.
In alternativa , per giungervi, si può chiedere di essere
condotti, in autoricksaw, dai paraggi della
Bare khan e Chhote Khan ka Gumbad fino all'arteria animatissima della Gurudvara
road, che un tempo assecondava le mura del Kotla di Mubarakpur . All'altezza di un tempio
al dio Shiva, il Panghat Shiv Mandir,
occorre addentrarsi a tal punto nel vicolo che lo fronteggia, la
Sher Singh Bazar Road, e quindi svoltare a destra, attenendosi alla propria
sinistra, finché fin che non appaia
di lì a poco la tomba di Mubarak
shah , cosi come sopravvive e s'impone ancora alla stretta degli edifici
che l attorniano.
I
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