Al di là dell' ingresso nel parco dei templi occidentali di
Khajuraho, il tempio Lakhsmana,
in onore di Vishnu nella sua manifestazione Vaikunta, ci appare poco
oltre sulla nostra sinistra, nello splendore di uno stile
architettonico che è invalso come paradigma di quello dei templi dell
India centrale, nonostante la sua eccezionalità assoluta ai tempi. della sua
edificazione In sua virtù il grande sovrano Yasovarman della dinastia dei Chandella , tra il 930 e
il 950 dell'era cristiana intese elevare Khajuraho al rango di capitale
religiosa del suo regno di recente
formazione, a seguito dell’affrancamento della propria signoria feudale da
quella dei sovrani antecedenti, i
Pratihara di Kannauji. Tale esito d'esordio è in realtà già di tale
sublime trascendenza nella sua sopraelevazione su di una vasta piattaforma sino al pinnacolo in
cui culmina l'ogiva del sikhara, verso l’ assoluto d’origine cui
tutto è di ritorno, che in essa finisce assorbita la realtà
architettonica del complesso di edifici di culto interconnessi di cui il
tempio è l’epicentro.
Il tempio Laksmana, è infatti eminente su quattro tempietti
situati agli angoli della piattaforma, con i quali forma una
costellazione penta-templare o panchayatana, e lo precedono un
piccolo tempio non sa più se in onore di
Laxmi, sua consorte divina o di Garuda, veicolo animale di Vishnu, ed un padiglione che alberga la
raffigurazione zoomorfa di Varaha, l incarnazione di Vishnu nel cinghiale che
diede salvezza alla terra dalla sua sommersione nelle acque oceaniche, con cui
il tempio Laksmana è tutt uno. Gli è inoltre contiguo il tempio Matangherswara,
shivaita, forse un monumento funerario
postumo in spoglie forme più arcaiche, che si presume possa essere stato
eretto in onore del figlio di Yasovarman, Dangha, ed incentrato tuttora sulla
venerazione del dio tramite l’icona del
suo splendido lingam..
Su di essi la mole più grandiosa del tempio Lakshmana si
staglia su un basamento di solenne risalto dell’adhishthana, cui il muro del
jangha fa susseguire la schius delle balaustre di finestre balconate, in
precedenza dell' intermittenza canonica della varandika, costituita nel
Lakshmana dalle modanature di due
kapotas rettilinei, l'uno ornato di rombi diamantini, l'altro di croci
perforate o kunjarakshas, su cui si
staglia il profilarsi ulteriore delle sovrastruzioni degli
interni, risalenti a sommità e poi digradanti a precipizio solo per risalire al culmine di una cima più alta,
nel simboleggiare i picchi del monte
Meru, asse del mondo e dimora degli dei. In essi hanno il loro
coronamento un atrio d’accesso, l’ardhmandap, una sala, il mandap , una ulteriore ancora più grande con
transetti, il mahamandap, tutte aperte in finestre balcone, le quali precedono il santuario vero e
proprio della cella del dio, anticipato dall vestibolo dell’antarala,
e fronteggiato all esterno dall'
antefissa dii un sukanasika. Tale sanctum, il garbagriha, sporge in tre
transetti , due laterali ed uno posteriore, anch'essi aperti in finestre
balcone, e lo sormonta l'ogiva della
vetta superiore del sikhara, cui
risalgono delle sue repliche minori, o sringas Al al pari le sale
sono sovrastate dalle piramidi a gradoni di phamsanas, replicate e miniaturizzate a loro volta
dalle coperture a loro volta
ugualmente piramidali di tanti tilakas, che costituiscono delle edicole elevate
a tempietti sui loro fronti..
Se per assumere la necessaria profondità di prospettiva
storico-architettonica, da una visione frontale ci si defila ad una laterale,
che ci consente di vedere il tempio principale
stagliarsi sui due tempietti che lo affiancano sul lato settentrionale,
essendo il Lakshmana volto ad oriente, ci è dato preliminarmente di coglierne
al meglio il profilo mirabile
in piano ed in elevazione, e di
intenderne la continuità e la sua soluzione rispetto ai due templi
minori, che non ne sono un semplice
accompagnamento, ma i depositari del canone invalso nella antecedente
tradizione architettonica templare, -cui nella sua grandiosità superiore gli architetti del tempio * professarono un
persistente rispetto, sia pure con le licenze di un differimento attuativo
dislocato all'interno delle vestigia templari, come rimarcheremo. di
seguitare ad attenersi persistere nell’attinenza , pur ampliandone e
ingigantendone i termini in forme esteriori che appaiono eluderli..
In essi si ripetono infatti, integralmente, le forme
consuetudinarie di cui sono evocativi dei templi Pratihara della regione
circostante , pur se in modi più
scontati e disadorni spogliate di ogni loro incantevole preziosità ed incantevole fastosità
dettagliata/ minuta di dettagli, nei modi più scontati su di essi il tempio Lakshmana svettando
impervio, così come sui sovrani Pratihara di Kannauj i nuovi sovrani
Chandella , già loro feudatari, erano giunti ad affermare la loro
supremazia, la stessa che sui templi
agli angoli della piattaforma celebra il tempio Lakshmana svettandovi impervio,
pur in una trasmissione di consegne canoniche cui arte e potere seguitano formalmente ad attenersi.
Quali siano tali consegne le contrappunta il controcampo
della visione del tempio centrale rispetto a quella delle vestigia dei
tempietti agli angoli, in cui è più agevole individuarle, così come vi
risultano formulate nei termini più chiari ed elementari del loro tramandarsi
d’obbligo sotto la dinastia Pratihara.
Essi semplicemente consistono, infatti, del santuario del garbagriha, di
un’anticamera breve, o antarala ( “ intervallo) , e di un portico
d’entrata, l ardhmandapa, mentre in elevazione
si articolano in un basamento,l
’adhisthana, nelle pareti del jangha, scandite dagli aggetti di cinque proiezioni, dall’intermezzo delle
modulazioni modanate di una varandika, che ha il suo esordio in una ghirlanda
floreale, o pushpa-mala, e da un sikhara di guise Latina., ossia senza appigli vari di proprie
repliche, di sorta, nelle sue rampe ascendenti di cui si fascia, tramate come
grate di archi carenati gavakshas.
Al pari di ogni parete del jangha ( o “ stinco”, un termine
che ci ricorda le guise antropomorfe del tempio hindu), il sikhara stesso è scandito da cinque fasce
in rilievo corrispondenti, secondo la formula del paradigma pancharatha che ad esso presiede, il
quale contempla un ratha centrale, il bhadra, ed un
pratiratha e un karna d'angolo per lato.
Tra tali proiezioni, nel sikhara quanto nel
jangha, ha maggior rilievo quella
centrale, il madhya lata superiore e il badhra parietale, in cui si
concreta in un carro cerimoniale scultoreo recante una soltanto, o più
immagini divine, la pulsione emanativa verso l'esterno del mondo, in cui
la sua potenza si manifesta, del dio interno alla cella interna del
garbagriha, la cavità dell utero germinale del cosmo, della cui
propulsione radiante il tempio è un facsimile*esemplare. La supremazia della
valenza divina della immagine del badhra è avvalorata dalla nicchia in cui è
installata, la cui prominenza esalta
ravvicinatamene al fedele la divinità che si irradia dalla casa utero del
tempio L’edicolarità della stessa kapili esterna del vestibolo dell’antarala la
fa seconda solo al badhra, nella sua epifania, Essa fa seconda
a se stessa, nella sua epifania, l’edicolarità
della Kapili esterna del
vestibolo dell’antarala, ad essa subordinando quella di ogni altra
proiezione. In quelle d’angolo sono insediate d’ordinanza d’ordinanza che
siano insediate le divinità tutelari del tempio, i dikpalas, in corrispondenza
delle otto direzioni cardinali, e nelle proiezioni intermedie o prati-rathas,
così come era un dato invalso che nelle proiezioni intermedie si delineassero
surasundari In quelle d’angolo, o karna-ratha secondo un ordinamento
cardinale codificatosi nel tempo e tutt'altro che eternitario,
ancora lacunoso ed incerto nei suoi esordi, quali li si possono ravvisare nei
templi pratihara dei remoti villaggi di Amrol,
Dang, ( Gwalior, Bhind Districts) , figurano le divinità protettive del tempio nelle otto
direzioni principali, a iniziare da Sud est Indra, indi Agni, Yama,
Nirriti, Varuna, Vayus, Kubera e Isana, mentre nelle proiezioni intermedie sono
installate le ninfe apsaras, leogrifi vyalas, o sardulas, quali simboli di forze
pulsionali o della nostra natura animale da domare, figurando invece nei
recessi. , di rango celestiale inferiore.
.
Rispetto ai templi Pratihara delle regioni
circostanti era invece a quell'epoca l’aggiornamento di una novità
figurativa,( in termini invero concordatari con i templi meridionali del
Rajasthan, quali quello in Jagat, e dei Kachchhapagatha in Kadwaha eo Surwaya,
o dei Kalachuri in Nohtha e Maihar, or è difficile a dirsi quanto emulativi o
via via vicendevolmente emulati,), l’alternanza, che si ravvisa nei
templi d’angolo panchayatana del Lakshmana ,
di ninfe celestiali nei pratirathas intermedi, con vyalas -sardula
nei recessi, come a iniziare da questi tempietti in Khajuraho diverrà canone
fisso d’ogni tempio ulteriore, il più delle volte abbinando con coppie
erotiche umane i leogrifi
Ad ulteriore residua differenza rispetto ai
templi Pratihara, nei templi sussidiari
del Lakshmana è consolidata la
sopraelevazione, che nei templi suddetti
ugualmente sopravanza, delle modanature della vedibandha, khura, kumbha,
Kalasa, non che una kapota ulteriore, intervallata nei nostri tempietti intervallata
dalla perforazione crociata di una kunjaraksha, , su di una pitha di modanature
sottostanti, che a iniziare sublimememente dallo stesso Lakshmana, con
esiti così splendidi e sontuosi da restarvi ineguagliati, nei templi di
Khajuraho ulteriori diventeranno i due ulteriori livelli di zoccolo e plinto,
su cui la vedibandha si ergerà a podio sublime. o ancor più elevata o
alla sua stessa altezza, il balcone nei suoi fregi e comparti di rajasena,
vedika, asanapatta, kaksasana, non meno sfarzosi.
Ma prima ancora di risalire da tali templi
sussidiari al tempio centrale, e necessario
risalire ad essi dalla piattaforma jagathi , per intendere prima ancora
che a quale realtà superiore essi ci
elevano, su quale realtà si elevino, in cui eppure il divino ci fa di sé
partecipi.
E ' un
autentico perikrama deambulatorio, talmente lunga ne è la
peregrinazione, che per il devoto dell'epoca è dato supporre fosse una
novità grandiosa rispetto all orizzonte delle sue aspettative, innanzitutto in
quanto presentava esso stesso, a incremento della propria altitudine,
un'adhishthana alla stregua del tempio. La compongono un bittha decorato con
volute e petali di loto, un jadhya kumbha fregiata di takarikas, un pattika
ornata di ardharatnas, prima delle modanature caratteristiche della vedibandha,
kura, kumba, kalasa, cui fa seguito il recesso dell'antarapatta del suo gran
fregio che celebra il divino nella potenza naturale animale e vitale, un kapota
con takarikas e gagarakas ornamentali, un pattika di cui tamala patra che
stilizzano il fogliame del *, sono il motivo ornamentale ....
su tale
adhistana spioveva inoltre una balaustra, di cui a tratti sono
ravvisabili e ricomponibili i resti, di rajasena, con immagini di vidyadharas,
divinità, nagas, asceti e musici e danzanti, di vedika abituale di pilastrini
intervallati da lastre phalakas nei recessi, gli uni , con un capitello
sormontato da kuthas piramidali costituiti di tre pidhas coronati di gantha,
amalaka, kalas, le altre di udgamas formati da due takarikas, asanapatta e
kakshasana, con pilastrini a guisa di bambu alternati a tabulati piani.
Lungo il
recesso dell'antarapatta la fascia di scene di vita celebrano
l'esistenza umana ed animale al culmine
delle sue intensità Si tratta delle scene lungo la
piattaforma in cui l’esistenza è rappresentata,
nella sua pienezza vitale, come certame o finanche agone di vita e morte tra
umani ed animali, nel parossismo del furore del duello mortale senza
scampo quale strepitosa attività sessuale,
nella sua stessa bizzarria zoofila,
od esplosione di frenesia irresistibile
di musica e danze, nella sua enfasi, dispiegata o raccolta, di
celebrazione rituale o parata o marcia od onoranza munifica. Ne sono
espressione la caccia animale, di cinghiali o cervidi. la ridda tra elefanti
impennantisi, il duello tra combattenti all ultimo sangue, sfilate militari o
avanzate di guerra, nel loro volto di gloria di
parate militari di combattenti ed animali -elefanti, posti anche tra loro
in lotta, su elefanti e cavalli e rari cammelli, ,o processioni che recano
onore e donativi a guru spirituali. o maestri di musica e danze, che attendono
a cerimonie matrimoniali. E' un repertorio tragico- festoso di
scene fastose di vita , nel suo acme, cui attingere il divino, in
prima istanza, al colmo del suo farsi
energia vitale diffusa nel mondo, ritualmente recepita e trasmessa dispiegata
nel mondo, ritualmente raccolta e trasmessa..
Risalendo la piattaforma i tempietti ci volgono
la loro entrata , in funzione sussidiaria del tempio, come ben dice Krishna
Deva, per consentirci quella prossimità alla
divinità trimurtica , nelle sue manifestazioni primarie, da cui ancora ci lascia a distanza
la pradakshina intorno alle vestigia esteriori, del tempio tempio, in ciò che si offre alla nostra
visualizzazione lungo le pareti del tempio,
Infatti
la novità ulteriore che il tempio Lakshmana riservava ai fedeli , anche
rispetto ad altri templi multi-yatana grandiosi come quello di Patari Badoh, era che al pari solo di un tempio minore quale
quello di Urvara , non lontano da Mahoba, prospettava un'ascesa ulteriore per
risalire all'ingresso del tempio centrale, che era stato sopraelevato di
parecchio nel suo piano di calpestio rispetto a quello della jaghati della
piattaforma, da un'adhishthana di un'imponenza sontuosa e solenne quale nei
templi a noi giunti dell India centrale non trova riscontri.
La
costituiscono un bittha piano liscia ed uno successivo decorata di volute, un
karnika, ancora un bittha ornamentato di una perlinatura e di petali di loto,
un jadya- kumbha in cui ricorrono tamala-patra e takarikas, un
recesso abbellito del motivo delle croci traforate kunjarakshas, una grasa
pattika, a reggere con il tempio l ordine cosmico una splendida gaja
pitha di elefanti allineati sdraiati fiancheggiati da mahauts o da coppie,
Intenti a reggere il cosmo di mondo inferiore acquatico, terra e cielo,*****,
un kapota recante takarikas e gagarakas *, ed il podio, alfine, di kura, kumbha
con un grasa pattika per madhya bandha, kalasa, il fregio recessivo di un
antarapatta che con elefanti e devoti mischia gruppi erotici e scene di vita
quotidiana, ancora due kapotas decorati di ardharatna l uno e di
takarikas l altro.
Secolarizzazione
del sacro o sacralizzazione del secolare che fosse al contempo,( come nel
tempio Maladevi di Gyaraspur,) ciò che si prospettava quindi al devoto di non
meno inusuale era la parificazione del santuario e del resto del tempio
non solo nel loro adhisthana , ma nelle stesse pareti di fondo o
nelle proiezioni delle loro sezioni centrali che sull'adhishthana
erano state sopraelevate, quali finestre balcone con kaksasana
spiovente, e sporte a transetto in santuario e mahamandapa.
In esse
altro sfarzo glorioso abbellisce il tempio quale dimora divina., nella rajasena
che in nicchie inframmezzate da pilastrini e perforati recessi, reca scolpite
nicchie di atlanti e di vidhyadaras, che al pari degli elefanti lungo
l'adhishtana, con le mani si sforzano di reggere l'apparato superiore, la
vedika di pilastri alternati a lastre, gli uni sormontati da edicole tilakas
ultimate di tre pidhas e del coronamento di ghanta, amalaka e kalasa, gli altri
di udgamas fiancheggiati da vidhyadharas volanti, l'asanapatta oltre una fascia
di petali di loto, il kakshasana decorato di volute
Non
solo così il devoto è posto all'altezza di un basamento e di balconi a spiovere
che assimilavano il santuario alle sale d'accesso, ma quale ragione
primaria dell'intera predisposizione esteriore del tempio, che le quinte
fossero quelle del portico d'accesso o quelle d'involucro intorno al
garbagriha, erano sovradeterminate a equivalere ciascuna come(
sussunte a ) fondo di un' edicola di uno stesso ciclo, quello delle nove
immagini di Ganesha e Durga
Ksemankari alla testa ed al seguito del corteo di sette delle nove divinità planetarie,
non solo, ma parificando esteriormente di forma quelle del santuario e quelle
del mahamandapa, a segnalare la cui
differenza interna di funzioni permane la contrapposizione esterna delle coperture e
la sua miniaturizzazione, nel tempietto piramidale e quello concluso da un
sikarika che si fronteggiano all altezza della kapili. In cui santuario e
mandapa si congiungono.
Tali
edicole si stagliano sull'adishtana all'altezza del podio del vedibhanda,
sopraelevandosi nel loro frontone, e sono intervallate, lungo il grasa pattika
che funge da madhya bandha dellla modanatura del kumbha , da nicchie minori al
di sotto dei balconi e da altre di dimensioni maggiori in corrispondenza delle
facce esterne delle proiezioni, su cui i frontoni degli udgama si prolungano
fino a raggiungere il kapota terminale del basamento del tempio.
L
eminenza che conferisce purtuttavia risalto e rango superiore a
mahamandapa e santuario rispetto a portico d'entrata e mandapa, è il
corredo di statue assolutamente uniforme/ isomorfo che su più ordini vi
affianca la proiezione del balcone nei transetti, ma così
assimilando all esterno maha mandapa e santuario (omologando all'esterno/
conferendo vestigia simili a /mahamandapa e santuario)
In esse,
costituendo due ordini di statue su piedistali, separate da pattike (una
pattika inferiore di vidhyadharas e un grasapattika ) e sormontate da un
fregio di tamalapatras, che le separa da rilievi incorniciati di scene di festa
su cui si ergono deifrontoni di udgamas difformi, ora allungati ora dilatati,
nelle proiezioni pilastriformi si succedono immancabilmente un Shiva in
subordine e Vishnu sovrastante, ai lati di un apasara per parte , mentre nei
recessi è la volta di coppie o gruppi umani e di vyalas,. Ed è assolutamente
identica la serie di proiezioni di santuario.mula prasad e di mahamandapa, con
due fasci di statue a guise di upabhadra di fianco ai balconi, in cui
compaiono divinità nagas, una proiezione .d'angolo esterna in
funzione di karna , una interna appiattita (sollevare dal disbrigo)sul risalto della kapili in cui compaiono i
celebri pannelli erotici del tempio, In essi, **** attraverso la virtù
della coppia discernente rispetto a a quella irretita nella maya
nell'ardore sensuale come chi se ne distoglie per appagarsi
sessualmente da solo, si celebra l’elevazione dalla partecipazione erotica a
quella ascetica al divino, cquale la manifestano i sadhu penitenti
dintorno ad Agni.
Il jangha
delle pareti del santuario, in tale sua identità formale con quello del maha
mandapa, eccezionalmente è così sollevato dal disbrigo della corrispondenza
pancharatha delle sue proiezioni o rathas con quelle latas del sikhara,
Infatti la finestra balcone che campeggia al
loro centro , nelle pareti del santuario ha a se sussunto il badhra
centrale, mentre solo l omologo di un bhadra ratikha compare nell edicola del
navagraha installata sul vedibhandha anzichè com'era di norma all altezza del
jangha, e tale è l' ampiezza relativa della finestra balcone ,che non riserva
spazio che ad un upabadhra contigua, e ad un solo karna esterna
vero e proprio, sul versante interno essendo l'equivalente del karna
appattita, come s'è rilevato, a estensione e rilievo del risalto della
kapili con i suoi gloriosi già magnificati pannelli che attraverso
la virtù della coppia discernente celebrano l’elevazione dalla partecipazione
erotica a quella ascetica al divino.
Cosi, in assenza di un pratiratha, l urah
manjari al centro del sikhara, esso solo in effetti pancharatha, all'esterno
del tempio, nelle sue tre proiezioni centrali raccoglie la tensione ascendente
del badhra rathika, del frontone della finestra balcone e
degli upabadhras che la contornano, di
cui i due sikarikas per lato
adiacenti all urah manjari sono
il culmine in cui volgono al termine . come i due sikharikas ulteriori lo sono
dei karnas..
Non solo,
ma chi nella pradakshiuna esterna movesse
dall orizzonte d'attesa di un tempi hindu tradizionale , a seguito di tale
uniformazione dei janghas di santuario a
quelli del mahamandapa - che
nelle pareti esterne del santuario
alla scansione pancharatha del sikkhara ne faceva corrispondere
alle viste attente di un architetto shastradarhi una al più tri-ratha, -
le sue aspettattive devozionali comuni sarebbero andate deluse dal rinvenimento
centrale di un'edicola alla stessa stregua, nelle sue manifestazioni numinose,
di ognuna delle altre delle pareti
del tempio, in luogo di un bhadra ratika che fosse la emanazione radiante
eminente del dio del tempio, e non avrebbe rinvenuto karna d’angolo con i
dikpalas, quali reggenti delle proprie e delle sorti del tempio.
(E da presumere che così avvenisse, perché
secolarizzandolo, fosse ulteriormente graduato e accompagnato, il rapporto del
fedele con il divino, nel suo farsi partecipe delle sue manifestazioni pur
sempre fisiche e mondane, planetarie, dopo che sublunari.
La cortina esterna del tempio, nel suo
dispiegamento parietale, è un tramite ulteriore
rispetto al divino, che nella piattaforma è ancora involuto nella
sensorailità e da essa evolventesi,
prima che oltre il podio, per una nuova rampa ascendente, ad esso
ci si possa più ancora elevare nell’accesso al tempio e alle sue pareti e
ricettacoli interni, o nella comune erta visiva del vertice comune del sikhara
)
Così si
spiega come l'elevazione ulteriore del devoto all interno del tempio, nel
Lakshmana come nel tempio antecedente ad esso più affine, il Maladaevi di
Gyaraspur, dovesse contemplare ciò che non aveva assolto il tempio al suo
esterno, per il tramite di una conformazione del santuario ugualmente
sandara, in cui un corridoio consentisse la circolazione
deambulatoriale intorno alle pareti u del santuario interiore, così assicurando il reintegro del tempio hindu
della tradizione paradigmatica pancharatha, in un badhras per ogni parete il
cui badhra rathikas albergasse delle manifestazioni del dio del tempio,
pratirathas con ninfe celestiali e e karnas con i dikpalas cardinali, secondo il
canone prescrittivo dei templi d'angolo del complesso panchayatana del
Lakshmana. sussidiari del suo inadempimento nel jangha esterno del tempio- e
ripreso in continuità con il jangha invece del santuario all interno del
tempio, dallo slancio ascendente terminale del sikhara.
I
Phamsana piramidali che lo precedono, uno per ogni mandapa,
sono l uno la replica dell'altro, in dimensioni crescenti con il
procedere dal portico d'entrata al mahamandapa oramai in prossimità
della sommità del sikhara e presentano intervallati da recessi a
scacchiera, più ripiani, o pidhas, da un massimo di otto a un minimo di cinque,
decorati di takarikas e ai termini estremi dei quali si può cogliere un naga in
devota anjali. Un pidhana phalaka in guisa d'abaco fa da supporto al loro
coronamento, oltre il collo del griva, di gantha-campana, amalaka, chandrika e
kalasa e vijapuraka.
Li
precedono, su tutti i fronti, in particolare nei transetti, o parsva-alindas,
nicchie allineate in serie e fiancheggiate dalla miniaturizzazione frattale dei
tetti phamsana in edicole -tilaka, di sei pidhas e coronate anch'esse da
mini-ghanta, amalaka, chandrika e kalasa, con la variante, nel mandapa, che di
lato alle nicchie sono le repliche frattali dei balconi in kaksha. kuta, che
reggono i pidhas e i loro pinnacoli. Su tali nicchie ove coppie di dei in
quelle centrali sono affiancate da attendenti femminili e mithunas o vyalas
terminali, si sovraergono udgama ( o simha-karnas)di archi chaitya gavaksha
carenati, , che da sei nei transetti, si riducono a tre e a due nel
mandapa e mukamandapa, sicchè anche i frontoni sono repliche decrescenti l uno
dell'altro, ed hanno un loro corrispettivo nell'antefissa del sukanasa, ove la
serie di udgama sormonta un Vishnu quadrumane ed è sovrastata dal leone con
guerriero sfidante della gloria dei Chandella.
A
rendersi più sfarzosi gli udgamas soprattutto dei transetti di santuario
e mahamandapa, sono vidhyadaras impigliati nelle loro circonvoluzioni
superiori, makaras e sanka o sikarika nei viluppi interni.
Ove tali
frontoni hanno termine nel distaccarsi dai loro udgamas degli urah sringa del
sikhara, oltre un recesso che alberga nicchie di coppie divine o di terne
celestiali, e dato vedere stagliarsi dei Garuda possenti , l uno barbuto ,
l'altro con un serpente nella sua mano sinistra, a fianco del lato occidentale
dell urah-sringa a sud, che guarda al tempio Matangheswara. nel lato
meridionale ed occidentale dell urah sringa posteriore volta a occidente.
(In realtà il tempio hindu della tradizione
paradigmatica pancharatha, lo ritroviamo preservato integro nelle sue scansioni
parietali, e nelle proiezioni del divino che contempla in badhra e karnas dei
dikpalas cardinali, superata la
sconnessione esterna tra Sikhara
conforme e Jangha altrimenti concepita, all interno, nelle pareti del jangha
del santuario, ove come nei tempi
sussidiari 5 sono i rathas, quello del badhra è una duplice manifestazione
vishnuita del dio del tempio, e nei karnas d’angolo sono effigiati i dikpalas
cardinali.
Così
intesa la concezione architettonica del tempio Lakshmana, è possibile la più
libera fruizione della sua bellezza spirituale, nel suo avvenirismo e nei suoi
arcaismi, preavvertendo soltanto che ad ogni tentativo di
sistematicizzarla filosoficamente, magari come pur mirabilmente ha
intrapreso Devangana Desai, nella espressione architettonica del sistema
tantrico vishnuita Pancharatra, al seguito del l'effige del dio Vaikunta
traslato al suo interno opporrà fino all ultimo le resistenze e di un'opera che
è anche di maestranze incolte di cantiere, e della sublimità propria
dell'arte e della religione più alte , che è la virtù magnifica di far
coesistere insieme ciò che è più spirituale e più materiale, l'amore e l
escrezione, l uno ad espressione dell'altro, la germinazione ancora
immanifesta del Principio e del divino, con la scimmia che svela il sesso
di una ninfa intenta a contemplarsi in uno specchio., ancora lungo le
pareti del garbagriha.
L’ingresso del tempio di cui si fronteggia l'adito, ora ci
si schiude in un magnifico makarana torana, nei suoi due festoni che
eruttano dalla bocca di due coccodrilli che un milite barbuto armato di spada
forza ad emanare.
lungo i festoni ricorrono vidhyadaras singoli o in coppia
che recano ghirlande o brandiscono spade, danzano o suonano strumenti
musicali. alle giunzioni dei festoni da bocche di kirtimyukka pendono
gagarakas.
Makara torana ricorrono in khajiraho ulteriormente solo nei
templi kandarya e Javari, e sono la traslazione pietrificata delle frasche o
fronde ricurve che nei templi hindu lignei celebravano la transizione
purificatrice dalla temporalità mondana esteriore all eternità trascendente che
ci unifica al dio del tempio.
Nella nicchia sovrastante del frontone anteriore del
mukamandapa sarebbe dato di attenderci Vishnu , sul dorso del fedele Garuda, o
quale Narayana con la consorte Laxmi.
E' invece insediato Surya, come è dato di ravvisarlo dalla
sua postura rigidamente eretta. con Danda e Pingala ai lati, Usha antistante ai
suoi piedi. La sua divinità solarein Khajuraho primeggia per le sue virtù
simbiotiche della Trimurti , che ne sicretizzano i culti specifici,
soprattutto nella manifestazione onnipersaviva vishnuita della Trinità indiana.
Anche solo in questo complesso è dato ritrovarlo, oltrechè
nel frontone del tempio, in esso accampato, retrostante,
nella nicchia di sua spettanza quale navagraha ch’è affissa al transetto
posteriore del santuario, nei bhadra ratikas sempre posteriori dei tempi
sussidiari meridionali, nella trabeazione del lalata bimba della fronte del
tempietto dei due sito nell’angolo di nord ovest adiacente al Matangheswara ,
sempre ad oriente, od occidente, mai ad ovest o a est
Nella nicchia del frontone del mukamandapa volto a
sud, gli attributi concomitanti di un trisula shivaita e di un lchakra
vishnuita inducono a identificare il dio che vi è effigiato in Harihara, che di
Vishnu e Shiva è la divinità composita.
Lo sruk, il cucchiaio dei versamenti dei sacrifici
rituali e il libro che reca la divinità insediata nella nicchia al centro
del frontone contiguo del mandapa, insieme con gli attributi del rosario
akshamala e della brocca del kamandalu, la contraddistin gfuono come Brahma
barbuto e panciuto.
L'equilibrio tra le manifestazioni plurime della trimurti è
ristabilito appieno nei frontoni opposti, ove al Brahma barbuto e pingue se ne
contrappone un'immagine senza barba, e alla interpenetrazione Harihara di Shiva
e Vishnu fa da pendant quella tra lo stesso Shiva e la sua consorte Parvati
nelle sembianze di Ardanarishvara, con uno specchio femminile e il
trisula maschile, l'acconciatura jata mukuta della crocchia dei capelli del dio
e la tiara della dea.
Sottostante l’apertura del balcone e insediato nell edicola
sovrapposta all’adhishthana, è Ganesha che ci invita a percorrere l’iter
ruotante intorno all’asse cosmico che il tempio simboleggia nel suo originarsi
dal punto sommitale ed elevarsi fino ad esso, lungo l’asse ideale che lo
raccorda alla divinità del tempio nella sua cella, che i navagrahas hanno
appena concluso per riprenderlo di nuovo sotto la sua guida.
Si susseguono quindi, nelle edicole all'altezza
dell'adhisthana superiore , al centro delle proiezioni sfasate delle sale
anteriori del tempio e dei transetti di mahamandapa e santuario, che come carri
di un corteo processionale fanno ruotare intorno all'asse cosmico che
simboleggia il tempio gli esseri celestiali che alloggiano, divinità
insigni, nella loro ieraticità che erano rimaste unìenigma per lo stesso
Krishna Deva, finchè in Religious imagery of the Kaiuraho Temples Devangana
Desai non ne ha rivelato la identità indiscutibile, con un processo indiziario
che ha trovato conclusioni illuminanti altrettanto convincenti quanto
corrispettive, una volta raggiunte, a ciò che era lecito attendersi, alla luce
di ciò che rappresentano le divinità che nei seguenti templi Visvanath e
Kandarya occupano le nicchie corrispondenti.
In essi sono le saptamatrikas, precedute da Ganesha e
seguite da Shiva Virabhadra, che in innumerevoli trabeazioni dei portali
d'accesso al garbagriha di templi coevi e precedenti, fronteggiano e precedono
l'adito al divino.; che di meno sorprendente, e di più persuasivo, allora, che
le divinità ieratiche ed enigmatiche che ci precedono ed accompagnano nel
sopraelevarci alle realrà ultime, nirguna, senza delimiutazione e forma del
divino, siano quelle del serial così spesso rinvenibile parallelo alle
saptamatrikas nei frontespizi dei portali che preludono alla divinità interiore
del garbagriha, ossia le sette divinità planetarie, eccettuati Rahu e Ketu,
precedute da Ganesha e seguite da Durga Kshemankari:
Quale sia stato l indizio illuminate per Devangana
Desai, è il veicolo animale, ravvisabile a stento, che soggiace all'ultima di
tali signorilità divine, un frog, un semplice ranocchio, che nel pantheon hindu
non ha chi lo assuma come proprio veicolo che Sukra, il pianeta Venere, come
conferma l'antariksa patta ritrovata neri pressi di Khajutaho , un tempo nel
museo di Dhubela, ora dislocata lontana da dove è stata fonte rivelatrice nel
museo archeologico centrale di Bhopal, che riserva appunto un ranocchio al
pianeta Sukra, un' Hamsa al Brahaspati.-Giove
Poi tutti i conti sono tornati, nei rapporti tra gli altri
pianeti e i loro veicoli animali o segni contraddistintivi, che in senso orario
si dispongono nell ordine seguente
nella seconda edicola , oltre Ganesha, Sani , Saturno, nella
terza Brihaspati , Giove, con l'oca selvatica, nella quarta Soma, la Luna, come
attesta il crescente tra i capelli, nella quinta, retrostante Surya, con
Ashvinikumaras ...., nella sesta Mangala, Marte, come lo identifica l'agnello
posto sotto il loto che gli funge da piedistallo, nella settima Budha,
Mercurio, con un elefante come veicolo, secondo quanto gli è attribuito
dallìequivocità del termine sarpa, che lo designa, e che può significare tanto
un elefante quanto un serpente, nell ottava Sukra, appunto, e il suo ranocchio.
Retrocedendo in senso anti-orario alla prima delle divinità
planetarie, si è così di ritorno all'altezza del primo mahamandapa, con cui nel
pilastro che a guisa di karna precede quello ulteriore che contorna il
balcone del transetto come un upabadhra il bhradra principale, ha inizio
di nuovo l'affollarsi statuario del tempio, in proiezioni celestiali di
ninfe , intorno al riproporsi incessante del duo divino Vishnu Shiva nelle
facciate frontali dei pilastri, vistose assenze esterne quelle dei
reggenti dikpalas, tale e tanta prosapie risaltando con marcato spicco su
creature nagas negli spigoli d'angolo dei transetti, in subordine inferiore,
data la loro provenienza da un mondo subacqueo di Patala, sui recessi terreni
di vyalas e di amorose coppie mithuna,
Già la prima proiezione è felicemente illustrativa del
repertorio di situazioni e pose e atteggiamenti che vedremo assumere di volta
in volta alle schiere celestiali di apsaras., in particolare
Tra apsaras che scrivono lettere o si mirano nello specchio
sistemandosi i riccioli renitenti dell'acconciatura, due in particolare sono
rilevanti, per come inflettono ad arco la schiene mentre le loro mani si
stringono dietro il dorso od il loro capo, l'una involta in sciarpe le cui
pieghe ne esaltano le curvature della schiena e del seno.
Oltre ad ulteriori apsaras che si guardano nello specchio e
sistemano la simanta dell acconciatura, il prosieguo ci riserverà apsaras
sensuose che invece si toccano il seno magnifico, o disinvoltamente si
svestono, magari perchè insidiate da uno scorpione che ne risale le vesti,
altre che ugualmente intente nella cura del corpo si
levano uno spino dal piede, eventualmente assistite da un barbiere 15 o
che fanno defluire l’acqua della loro chioma bagnata e fluente che
raccoglie un’oca discriminatrice tra acqua e latte, mentre ulteriori
apsaras , nullafacenti,/ inoperose vinte dalla indolenza di una divina
indifferenza incantevolmente sbadigliano( magnifica una di loro a sud
ovest), a differenza di quelle che invece più attivamente impegnate
nello sport o nelle arti , sono sorprese che giocano a palla , o che ricevono o
scrivono lettere, è da presumersi di null'altro che d'amore, dipingono pareti
oppure suonano, di preferenza flauti o vine.( Nella parete nord ne vedremo
due intente a dipingere il muro su in alto , 19, 22, o una a suonare un
flauto,21, mentre già
Ma non solo si affoltano statue su più ordini tra i balconi
con kakshana reclini, sulle nicchie minori e sui pannelli superiori si addensano
frontoni di udgamas in una frequenza che nei templi di Khajuraho non sarà
più dato di vedere: si tratta infatti di un arcaismo di ascendenze
Pratihara, al pari dei mirabili tula di mascheroni che precedono i kapota
della varandika, che ugualmente non troveranno più riscontro nei templi
di Khajuraho
Ai lati dei pannelli della parete sud , nel secondo ordine affiancano
Vishnu un'apsara alla sua sinistra cui un inserviente gana solleva l'appiglio
di un fantolino, e l'apsara alla sua destra che rappresenta
la karpuramanjari di cui si è detto, da poco uscita dal bagno e di cui un'oca
selvatica raccoglie l'acqua che gocciola dalla sua capigliatura, esercitando la
virtù della discriminazione discernente o viveka, delle gocce d'acqua o di
quelle di latte,
Essa è stata coinvolta da Devangana Desai in quanto più
irretisce dell intero apparato statuario del tempio, ossia i panelli
posti all'altezza della kapili del vestibolo o antarala del tempio, che
rientrano in una successione di tre piani figurativi, il primo dei quali
squisitamente erotico..
Che significazione letterale e allegorica vi coesistano e si
sovrappongano, funzione propiziatrice e di buon augurio e
spiritualizzazione ascetica del rapimento dei sensi, nell unione yogica dell
umano dell'atman con il divino del Brahman che le coppie o mithuna
simboleggiano come secolare e sacro qui si riuniscono nel punto più
delicato dell equilibrio architettonico, ove giungono a fondersi le sale
profane del mandapa e la cella del dio, come più in alto significano il
contrapporsi di un sikarika e di un tilaka, la loro successione in verticale
suggerisce un itinerario della mente a Dio che è inequivocabile, sempre che non
si dimentichi che se ne è partecipi sempre, per la sua immanenza in ogni
intensità vitale, pur se inferiore o superiore è il grado e il livello della
realtà dell'essere che con Esso ci unifica
Abbiamo una prima coppia avvinta nel divino del
piacere del Kama, affiancata da un monaco jain e da una dama che compensano la
mancata unione partecipativa con l'autoerotismo, una seconda coppia che
invece nella virtuosità della legge del Dharma celebra il trascendimento
dei sensi nell unione dell'anima del consorte e della sua sposa, affiancati
nnon più dalla immediatezza dell'adesione sessuale alla vitama dal syo
raffinamento sensuale nell'arte della musica di cui le due dame ai lati
emettono i suoni, uno Yogi penitenziale che è lo stesso dio Agni, affiancati da
tanti rishi che celebrano la riunione con il divino in un distacco meditativio
contemplativo terminale da piacere e dovere che ancora ci facessero retaggio
della mondanita,
La riconduzione del loro senso al a quello allegorico
del dramma di corte Prabodhachandrodaya ( il sorgere lunare della vera
conoscenza) da parte di Devangana desai nell opera già citata alle pagine
181-189,, scritto da Krishna Misra, alla corte dei Chandella, è in realtà convincente
in quanto si conforma a questo destino ascensionale più generale.
*************************************** riassumere
pg.181-189
Al pari della coppia virtuosa del pannello adiacente
della Kapili, secondo un accostamento di grande acume di Devangana Desai (
pg.186), associata nella sua discriminazione discernente all'oca selvatica
che raccoglie le gocce d'acqua e di latte che defluiscono dalla chioma di
una surasundari al bagno, sceverando le une dalle altre, alla
coppia eroticamente avvinta del pannello inferiore fa invece corrispondere
l'apsara involuta nella moha della stessa illusione dei sensi ,che alla loro
destra nel sistemarsi una sciarpa si tocca tra il seno e l'ascelle come la
Mithyadrishti del dramma allegorico di corte Prabodha chandrodaya le cui
allegorie ispirerebbero i pannelli erotici
Le fanno seguito un apsara , dall'altro lato di lord
Shiva, che regge un pappagallo sulla sua mano destra e con l altra vezzeggia un
bambino, un mithuna ardimentoso ed una coppia di naga, cui
succede un'apsara che appare invece esercitare le sue virtù acrobatiche
nel rimuovere uno spino dal piede destro rialzato, mentre reggendosi sull'altro
piede si cinge attornia il capo con la sinistra.
Le apsaras che alloggiano invece nella parete di sud ovest,
oltre il balcone del garbagriha, appaiono l'una, di lato a Shiva, precedendolo
sulla sua sinistra, mirabilmente avvinta nel rapimento estatico del godimento
della propria natura, estatica nel compiacersi della propria natura,
a raffronto della ninfa, dal lato opposto di tale replicarsi replicazione (
insediamento) di Shiva, tutta la cui tensione è focalizzata sullo
specchio che ne rimanda l incanto conferitogli dal suo simanta. una
grazia, quella la loro d'entrambe, che non è raggiunta dalla flessione
arcuata della ninfa ad essa superiore intenta atleticamente nel
gioco della palla, o dalla pudiciza con cui l'apsara ad essa contrapposta
incrocia le gambe per coprire la sua nudità sessuale nell'atto stesso di
svestirsi.
Lungo la parete occidentale nel versante volto a nord
ci deliziano invece la vista la surasundari che si leva una spina dal piede con
il concorso di un barbiere,(...) e l'apsara che all'esterno del riproporsi di
Shiva , con una corta veste inarca il busto e protende il seno nell'atto
di ricongiungere i propri arti tronchi dietro la schiena.
Sulla parete nord è la volta di apsaras più studiose, di una
ninfa intenta a dipingere un tratto di parete sovrastante, cui si susseguono,
nel diaframma murario tra i balconi del santuario e del mahamandapa una coppia
alle prese con una scimmia, una ninfa con un pappagallo in mano, prima del
riproporsi di altre beltà votate alla musica ed al disegno in un'apsaras
intenta a l suono ed flauto e in un'altra intenta a dipingere più in alto.
ricordare i due ordini di scene nelle asanapatta
Se diamo la precedenza ai templi esterni rispetto
all'accesso all interno, il primo a cui siamo ricondotti dalla
circumambulazione è il tempio di sud est. Esso si caratterizza per un
plinto dell'adhishtana costituito da un bhitta m un jadyaùkumba, un pattika
decorato da tamala patras, un kapota fregiato di takarikas e gagarakas,.
Apsaras e Vyalas di proiezioni e recessi del Jangha sono sormontati
da un corso di rombi tra due pattikas che lo delimitano. Un Kapota
decorato di takarikas è la modanatura reiterata a indicare il termine una
prima volta del jangha , una seconda del varandika, che è
contraddistinto dal fregio rientrante delle perforazioni crociate di un
kunjaraksha. Sette sono i comparti o bhumi del sikhara, rimarcati da 6
bhumi-amalakas . amalaka, chandrika, un'amalaka più piccola, kalasa e
vijapuraka i componenti del pinnacolo finale. Le immagini di divinità vi
ricorrono lungo le pareti laterali nelle nicchie del badhra e della Kapili
dell'antarala, i karna d'angolo ospitando le immagini dei dikpalas.
Cosi nella Kapili occidentale compare Parvati, sotto una nicchia che alloggia
insegnanti e allievi in discussione, il Bhadra seguente Narashima, sotto una
forma di Vishnu riconducibile alla sua incarnazione come Trivikrama, secondo
l'Agnipurana, come ebbe modo di rilevare Krishna Deva, in ragione dei suoi
attributi e della posizione Pralambapasasana. Nel Bhadra meridionale è
invece l'incarnazione vishnuita di Nri-Varaha, sormontato da una
nicchia rettangolare dove ricorrono Krishna bambino e la madre Devaki.
Nella nicchia del badhra orientale campeggia invece Surya
Hari-Hara Hiranyagarbha, nelle sue forme sincretistiche in cui è in sinergia l
intera Trimurti. Kubera lo sovrasta nella nicchia superiore., segue una coppia
divina non identificata nella kapili
Il portale presenta stipiti con tre sakas, quello
centrale illeggiadrito di gunas, i due laterali gremiti di vyalas e
apsaras. Le dee fluviali Ganga e Yamuna sono immancabili sotto il saka centrale
e uno dvarapalas le affianca di lato, sormontato da un Naga in
anjalimudra. Di gran pregio la soglia di musicanti e danzatori.
Al centro della trabeazione Vishnnu su un Garuda in
volo, tra Brahma e Shiva terminali, ed il dispiegarsi intermedio dei Navagraha
Il tempio seguente procedendo in senso orario, quello
sussidiario sud occidentale, non si differenzia dal precedente che nelle parti
restaurate ,discutibilmente, . e nel suo corredo statuario, che lungo il
lato orientale abbina Parvati a Ganesha sovrastante nella kapili, Shiva e
Vishnu nelle due edicole inferiore e superiore del bhadra, mentre lascia Vamana
soggiacente senza una divinità che a lui soprassieda nel badhra seguente,
a nord, ed in quello occidentale alberga Narashima di sotto e
Vishnu di sopra, mentre la kapili ulteriore, come quella iniziale, è
appannaggio shivaita, essendovi installati Shiva e Nandi complementariamente a
Parvati e Ganesha sul lato opposto. Nei Karna d'angolo figurando i dikpalas
sormonati dai Vasus.
il tempio nord occidentale è il più compiuto, ed in
esso prevalgono divinità shivaite, i suoi badhra contenendo le immagini
di Ganesha a sud, sovrastato da un kubera avvinazzato, di
Kartikkeya a ovest, di Shiva Ardanarishvara a nord, le kapili quelle di
dei non identificabili per la genericità dei loro attributi, in assenza di
veicoli animali.
il portico con tanto di cornice è quello meglio preservato e
presenta due pilastri esterni tipici, di otto lati alla base, modanata in kurha,
kumba, kalasa e kapota, che diventano sedici nel tratto centrale, prima
della conclusione circolare, come il capitello barhani che reggono, sovrastato
da una mensola di kumara atlantei.
la trabeazione è incentrata sulla figura di Vishnu seduto su
Garuda, con ai termini Brahma e Shiva, le saptamatrikas tra Ganrsha e Shiva
Virabadra in posizione intermedia.di rilevante bellezza la soglia con cimenti
di gajasardula affianati da guerrieri alle sue estremità
Il tempio nord orientale ripropone Ganesha e Kartikkeya nei
badhra occidentale e settentrionale, ed una volta ulteriore Ganesha nella
nicchia che impreziosisce la modanatura del kumbha posta al di sotto del
badhra che ne incornicia il fratello kartikkeya, mentre
Parvati campeggia penitenziale in quella orientale, sovrastando
kubera nella nicchia del kumbha.
una semidivinità, con sole due bracia, e senza
attributi, con un nandi shivaita ma un sanka purusha e un cakrapurusha
vishnuiti, lascia intendere di essere l'architetto degli
dei,Vishvakarman, o un ibrido Harihara dimidiato di braccia.
Nè le singolarità del tempio sono così concluse, perchè al
centro della sua trabeazione ospita Vishnu Yogasana, quando l'intera conmpagine
statuaria sembrava preludervi a un insediamento di Shiva.
ci è dato ora di volgerci infine all interno
,
Poi i templi sussidiari, quindi l interno, forme
architettoniche dei mandap e dell’antarala. portale , divinità
interna, rassegna statuaria lungo le pareti del santuario, poi
lungo le pareti di mahamandapa , del deambulatorio e dei transetti.
nell interno apsara che reca una lettera con caratteri
incisi nel transetto sud del maha mandapa, 23, una svestita da una
scimmia e intenta con lo sguardo a un cespo di mango , ( 2?) facciata sud del
sanctum, in quella nord apsara sensitivamente intenta a toccarsii il seno
mentre legge una lettera, 12, nel transetto nord apsara che cinge di un nupara
la caviglia.
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