domenica 20 maggio 2018

Lettera al giornale endorsement Pro Leu 1 marzo


Non potrò votare il 4 marzo.Votassi voterei Liberi e uguali. I limiti di Leu sono evidenti, più che una formazione politica, più che un’espressione della società civile, e’ ancora una lista che accorpa apparati di partito e uomini di opposizione, di sinistra, tenuti insieme più dall'ostilità a Renzi che da una critica, con il senno di oggi, di ciò di cui il Renzismo e’ un derivato tossico, ossia la illusione in una terza via che cavalcando la globalizzazione potesse realizzare le aspirazioni e gli ideali progressisti di giustizia, uguaglianza e libertà. Ma Liberi ed Uguali raccoglie il meglio, certo difforme, del ceto politico di sinistra che e’ intenzionato a rimanere fedele ai propri valori non retrospettivamente, in forme sovraniste, nazionalpopuliste e anti europee, come Potere al Popolo, ma a partire dall’unificazione irreversibile del mondo prodotta dalla globalizzazione, dalle potenzialita’ e dalle contraddizioni che essa ha creato, prima di tutto in termini di disuguaglianze, pur se la globalizzazione ha elevato le condizioni di moltissimi degli ultimi della terra, al tempo stesso che ha peggiorato quelle dei nostri incapienti. Con Liberi e uguali credo che si possa operare realmente una politica lungimirante, senza dunque assimilarsi alla globalizzazione liberisticamente ne’ demonizzarla apocalitticamente, ne’ recedere nei confronti dei migranti che saranno i nuovi cittadini e lavoratori dell’Italia e dell’Europa, piaccia o non piaccia, dalle prospettive di una società aperta e inclusiva, interculturale e interreligiosa ,che attuino appieno il dettato della nostra Costituzione, avendo con gli articoli 10,19,20, quanto a chi e’straniero e di religione diversa da quella cattolica, l’articolo 1 e l’articolo 9 come vettori primari, quanto alla salvaguardia ed alla rigenerazione del lavoro e del nostro patrimonio artistico e ambientale, valore finale assoluto non mercificabile Tenendo sempre presente, come bussola, quanto e vero più di quanto non crediamo, che”occorre lavorare per gli ultimi per migliorare tutti”.

Odorico Bergamaschi

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