Non potrò votare il 4
marzo.Votassi voterei Liberi e uguali. I limiti di Leu sono evidenti, più che
una formazione politica, più che un’espressione della società civile, e’
ancora una lista che accorpa apparati di partito e uomini di opposizione, di sinistra,
tenuti insieme più dall'ostilità a Renzi che da una critica, con il senno di
oggi, di ciò di cui il Renzismo e’ un derivato tossico, ossia la illusione in
una terza via che cavalcando la globalizzazione potesse realizzare le
aspirazioni e gli ideali progressisti di giustizia, uguaglianza e libertà. Ma
Liberi ed Uguali raccoglie il meglio, certo difforme, del ceto politico di
sinistra che e’ intenzionato a rimanere fedele ai propri valori non
retrospettivamente, in forme sovraniste, nazionalpopuliste e anti europee, come
Potere al Popolo, ma a partire dall’unificazione irreversibile del mondo
prodotta dalla globalizzazione, dalle potenzialita’ e dalle contraddizioni che
essa ha creato, prima di tutto in termini di disuguaglianze, pur se la globalizzazione
ha elevato le condizioni di moltissimi degli ultimi della terra, al tempo
stesso che ha peggiorato quelle dei nostri incapienti. Con Liberi e uguali
credo che si possa operare realmente una politica lungimirante, senza dunque
assimilarsi alla globalizzazione liberisticamente ne’ demonizzarla
apocalitticamente, ne’ recedere nei confronti dei migranti che saranno i nuovi
cittadini e lavoratori dell’Italia e dell’Europa, piaccia o non piaccia, dalle
prospettive di una società aperta e inclusiva, interculturale e interreligiosa
,che attuino appieno il dettato della nostra Costituzione, avendo con gli
articoli 10,19,20, quanto a chi e’straniero e di religione diversa da quella
cattolica, l’articolo 1 e l’articolo 9 come vettori primari, quanto alla salvaguardia
ed alla rigenerazione del lavoro e del nostro patrimonio artistico e
ambientale, valore finale assoluto non mercificabile Tenendo sempre presente,
come bussola, quanto e vero più di quanto non crediamo, che”occorre lavorare
per gli ultimi per migliorare tutti”.
Odorico Bergamaschi
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