Signor Direttore,
prima che abbiano inizio le schermaglie della nuova
legislatura mi si consentano alcuni smarcamenti dall’opinione
corrente sull’ultimo esito elettorale. a) La sconfitta cruciale e la fine della
Sinistra non e' avvenuta il 4 marzo. Le aveva dato gia' scacco matto la presa
del potere del Pd ad opera di Matteo Renzi, che ne e' stata l'asfaltatura. Il
Pd dopo il job act, la resa sui migranti e sullo jus soli e' a tutti gli
effetti una forza di centro destra ,nella sua linea politica e nei suoi valori.
b) Il 4 marzo ha segnato piuttosto la disfatta ulteriore del cattolicesimo
democratico e la sconfitta politica in Italia come gia' nell' Europa
continentale e dell’Est del Papato di Francesco. Il cedimento delle gerarchie
vaticane sulla linea Minniti e' stata la resa fatale, pur se di fronte a una
marea montante inarrestabile. Papa Bergoglio non e' riuscito a convertire al
cristianesimo della Parola del Vangelo un cattolicesimo sempre piu'
identitario, nazionalista, xenofobo, razzista, degno erede del cattolicesimo
anticristiano di Benito Mussolini, assimilabile al Corano di Erdogan, piu' che
al messaggio evangelico, quanto alla stessa difesa della famiglia tradizionale.
c) Lo scontro reale e' stato tra due populismi di palazzo (il berlusconismo, il
renzismo) e due populismi di piazza : e chi di populismo ha ferito (Pd) , di
populismo e' perito. Per populismo, e' bene sintetizzarlo, intendo ogni fiction
politica, quale che ne sia la coloratura , della contrapposizione di un popolo
onesto e virtuoso, esente da sfruttamento, mafie, evasione e corruzione,
ad una elite o casta inguaribilmente corrotta, e nell'arengo internazionale la
messinscena dell'antagonismo tra tale popolo nazione, sola fonte legittima di
ogni investitura di potere, tendenzialmente diretta e plebiscitaria, ed ogni
potere sovranazionale, demonizzato come il sito tentacolare della piovra del
capitalismo finanziario. d) Volge al tramonto e si sta sotterrando la grandiosa
civilta' liberaldemocratica uscita dalla sconfitta dei totalitarismi nel corso
della seconda guerra mondiale, dall’istituzione dell’ Onu e dalla Dichiarazione
dei diritti universali umani, come dagli ordinamenti costituzionali delle
nostre democrazie. Nell'illusione di arginare cosi' l'avvento dei
populismi dal basso, i populismi dall'alto li hanno assecondati oramai a tal
punto da avere dato corso essi stessi agli ordinamenti di nuovi regimi
reazionari di massa, secondo la definizione che Togliatti diede dei fascismi,
con i loro campi di concentramento dei migranti,i nuovi ebrei, gia'
esternalizzati in Turchia o nel Nord Africa. e la loro nuova estetica
discriminatoria del decoro urbano. Tale civilta' e' declinata per effetto della
globalizzazione stessa che ha promosso, che ha terremotato la dominazione imperialistica
neocoloniale su cui si fondavano i benefici stessi che essa assicurava, pace e
welfare in Occidente .La globalizzazione e l’unificazione del mondo che ha
prodotto sono ora il convitato di pietra dei populismi di piazza
semivincenti: questi non sono che retroutopie che mirano a restaurare
velleitariamente e illusoriamente una situazione antecedente alla
globalizzazione. Il loro sovranismo nazionalista li assimila allo stesso Potere
al Popolo, veterocomunista, nella narrazione di quanto sia andato da allora
perduto nella redistribuzione dei redditi e delle sorti, non perche' il mondo
da allora e' cambiato , nella sua giungla competitiva e nei rapporti di forza,
ma solo per quanto si avrebbe antagonisticamente e moralmente ceduto.
Odorico Bergamaschi
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