Egregio
direttore,
In nome
della stessa libertà di stampa Le chiedo che il suo giornale informi la cittadinanza
dei contenuti dell’articolo Sesso, ricatti, e potere, Quella strana
confessione, pubblicato sul fatto quotidiano il 25 aprile scorso, che verte sull’ archiviazione dell’ipotesi di tentata concussione sessuale
ai danni della signora Nizzoli, che si rileverebbe nei messaggi chat con lei
intercorsi del nostro Sindaco Palazzi. Esso ha provocato l’insorgenza contro il
nostro primo cittadino di 5 consiglieri di minoranza , e da essi, per
contraccolpo, una presa di distanza della restante opposizione che più timorata
non poteva essere, senza che nulla sia pervenuto alla nostra opinione pubblica dei
motivi di tanto sopito sconquasso. In chi lo legga, è impensabile che l’articolo
non sollevi inquietudine, se non sgomento, in un dibattersi di interrogativi a cui perché ciascuno se ne faccia una libera
opinione sarebbe bene che possa risalire il lettore del Suo giornale, magari integrando il testo dell’articolo con
atti giuridici documentali. In esso ci si interroga infatti su come si sia
potuto archiviare il tutto da parte degli organi inquirenti, qualora essi fossero stati a conoscenza che il Sindaco Palazzi non avrebbe consegnato
il cellulare con cui aveva chattato con Elisa NIzzoli, e che un altro dispositivo
sarebbe subentrato al precedente, sottratto alle rilevazioni delle indagini o
da esse scomparso, che avrebbe smesso di dare segnali di vita proprio dopo
che l’esposto era stato notificato o era divenuto noto al Sindaco. In esso ci
si chiede altresì come la magistratura possa avere archiviato il caso a seguito
delle dichiarazioni rese dal nostro primo cittadino, se dalle sue deposizioni e intercettazioni in possesso degli inquirenti risulterebbe che non sia stato in grado di saper rispondere
di quel che abbia fatto nelle
circostanze delle e-mail incriminate . In esso ci si chiede inoltre
come la magistratura abbia potuto
archiviare il caso, qualora fosse stato per la confessione della Nizzoli di avere taroccato dei messaggi del Sindaco,
quando la stessa non avrebbe mai
smentito che si insinuassero tentativi di concussione nelle avances di costui, e nella intercettazione
di una sua telefonata al suo fidanzato che era agli atti, a questi
avrebbe confidato che il nostro primo cittadino ci avesse
tentato sia come Mattia Palazzi sia come Sindaco di Mantova, il che può indurre a pensare che in quella confessione la Nizzoli non abbia detto
il falso senza dire il vero. E altro ancora vi si riporta, di cui preferisco
tacere. Tale resoconto glielo chiedo, Signor direttore, senza alcun intento di
macchinazione, ma come libero cittadino che vuole restare tale.
Odorico
Bergamaschi.
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