lunedì 21 maggio 2018

Lettere al giornale Il sexgate Palazzi


E’ un gran bene per Palazzi e per la nostra citta’, che la sua vicenda giudiziale sia per ora  finita con un luogo a procedere, che  nulla di questa vicenda giustifichi che non gli si rinnovi la fiducia nel voto amministrativo, stando alle conclusioni concordi della Procura e dei Carabinieri,.E’ ad esse tutte quante che voglio attenermi,  di fronte  alla reazione a propria difesa della casta mediatico-politica che si e’ scatenata di conseguenza, per cui si e’ passati da una sguaiataggine colpevolista ad una sguaiataggine innocentista non meno riprovevole, a copertura del fatto che in termini extragiudiziali non c’e nessuno delle parti in causa che non ne sia uscito con le ossa bastantemente rotte,.e che in quel che e’accaduto non ci abbia messo abbondantemente del suo.
Ora la bufera si addensa sul capo di Giuliano Longfils, per l’ intervento  disinformato  di un Enrico Mentana quanto mai sopra le righe, a ruota di quello di un Pierluigi Battista indignato come non mai, ai quali ha fatto seguito quello di Paola Bulbarelli dettato nella sua tempistica soprattutto dalla convenienza a smarcarsi politicamente. In realta’ la condotta di  Longfils non e’stata affatto grillina ma di ispirazione angloamericana, come lo e’ la sua formazione culturale e politica, ed e’stata  altrettanto subdola e infida quanto formalmente corretta ed ineccepibile.
Colpevole o innocente che fosse il sindaco Palazzi, il suo esposto giudiziario ne era gia’ un impallinamento, e un sindaco dimezzato ad anitra zoppa e costretto a dimettersi per difendersi meglio era quanto Longfils si prefiggeva, come ingenuamente ha sventagliato anche in latino Ma e’ arduo ipotizzare che potesse agire diversamente, solo che avesse avuto un diverso modo di intendere che cosa significhi in politica essere un uomo d’onore nei confronti dei propri avversari, e sostenere che quanto di scottante era venuto in suo possesso avrebbe potuto rimetterlo al diretto interessato perche’ mettesse giudizio, cosi risparmiandoci  tutto quanto ne e’ seguito, di cui avremmo potuto benissimo fare a meno. In fin dei conti, si sarebbe potuto arguire, v’era il sospetto di una concussione.solo tentata, non c’erano indizi di una condotta seriale del sindaco, e non si trattava certo di circonvenzione d’incapace. In realta’ tale suo agire, assolutamente squisito, sarebbe stata mera omerta’ politica, come  disvela l'accusa  improvvida di delazione mossagli dal Battista  Ma mi sa che per  Longfils  “tutto nel mondo e’ burla”, come per il Falstaff  di Verdi, e cosi con egli passo e chiudo, come non ho modo di concludere diversamente in merito alla signora  Cinzia Goldoni. Quanto  invece alla signora Nizzoli, non so se si debba parlare di leggerezza o di stoltezza o di perfidia piu’ unica che rara, come lo e’ di certo la sua incredibile  bellezza Solo meno di lei dalla vicenda esce infine malconcio  il Sindaco Palazzi: nell’ imprudenza delle sue avances avrebbe dovuto essere devoto  con piu' discernimento al credo renziano in ogni nuova tecnologia comunicativa. Anche un ragazzino illetterato di ultima generazione sa taroccare  messaggi, attribuendo alla ragazza che  lo ha appena lasciato parole compromettenti con il  suo nuovo boy friend. Non c’ e’ bisogno di azzardare congiure, se fosse stato vittima delle quali Palazzi uscirebbe da tali vicende ancor meno affidabile politicamente
Per gli stessi errori che sa di aver cosi’ commesso, per sua ammissione diretta a denti stretti, e come si desume dal fatto stesso  che ha invitato piu’ volte al rispetto pietoso  della sua privacy, trovo fuori luogo e sgradevole che i big del Pd e lo stesso Maroni siano accorsi  a proclamarne l ‘innocenza in ogni senso del termine, e smodati gli interventi a cui ho alluso di Mentana e Battista, come in una sorta di domino politico in cui chi e' della casta si soccorre a vicenda.Se poi  larga parte della cittadinanza benche’.non sia affatto puritana e’ refrattaria a rubricare l’accaduto come un mero fatto privato, forse e’ perche’ la  propensione e la disponibilita che il Sindaco ha mostrato nel chattare con tanta insisita reciprocita’indiscreta con l’ex vice presidente di un’associazione privata, da cui tutto ha avuto inizio, non dimentichiamolo, non l’ha espressa  nell’aprirsi e nel  cimentarsi altrettanto,  nei termini che egli non voglia, o non predisponga, con la cittadinanza di Mantova ed i suoi esponenti,  nel dare conto vuoi all’ingegner Paolo Rabitti vuoi alle opposizioni  del suo operato, nel prestarsi a  critiche che possa ritenere sensate o degli apporti migliorativi, chiudendosi invece a riccio nel suo trigol magico o in che altro di autoreferenziale, ancor ora con rigenerata sicumera ed arroganza, invece  che con accogliente umilta’ resipiscente. Piaccia o non piaccia dalla vicenda la immagine pubblica di Palazzi ne e’ uscita scossa, per cui sta ora ai  suoi elettori e sostenitori ed amici rinnovargli stima ed affetto con accresciuta maturita’ umana e politica,  consapevoli delle vulnerabilita’ del Sindaco che ne sono emerse,  insieme ai suoi pregi, evitando giustizialismi  o  innocentismi che siano a senso unico, o rimozioni dell’accaduto, e di quanto ne e’ emerso, che siano una sorta di verginity soap o di imenoplastica.  Si tratta di tagliandi, di sopra e di sotto, che e bene lasciare in tutto e per tutto al Cavalier Silvio.e a chi vuole ancora credergli. 


Bergamaschi Odorico






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