Chagall a Mantova come
sogna Palazzi? Benissimo, in se’. Solo che una
retrospettiva bellissima su Chagall
e’stata gia’allestita a Milano nei non lontani 2014-2015, e che una mostra autenticamente tale, che sia
cioe’ di ricerca, per quanto io ne so da profano richiede che prima ne sia
ideato il soggetto, auspicando che non sia la
mera escogitazione di un presunto
richiamo attrattivo, e che poi in ragione di esso siano ricercati i vari
prestatori di opere. Rifacendosi a un
solo Museo si finisce invece per farsi dettare il menu della mostra da quel che
offre l’istituto-convento, in tal caso la Tretyakov Gallery di Mosca. Ne
sortiscono cosi’ per lo piu’ mostre di rara bruttezza come quella su Van Gogh,
sempre a Milano e in contemporanea con quella su Chagall, che fu desunta da
quel che di Van Gogh e’attingibile dal Kröller-Müller
Museum in Olanda, un cui riciclaggio sotto altre spoglie e’stato imbandito piu’ di recente a Vicenza,
con qualche capolavoro in aggiunta a fini propagandistici. In
realta', come trapela vuoi dalla genericita’ propositiva della ispirazione di
fondo- tre mostre in tre anni dedicate ai maestri della pittura del Novecento,-
sai che genialata !- vuoi dalla peregrinita’ della proposta in concreto,
-Chagall e il teatro-, non che dai tempi
di breve respiro dell’allestimento, la mostra
di Chagall a Mantova sembra obbedire ad una pianificazione di mero
riempimento turistico, di mera e vana attrattiva commerciale, ad un input
estemporaneo dall'alto del Sindaco Duca, piu' che della societa' civile di Mantova quale citta'
d'arte, di gusto e di cultura, nelle sue intrinseche istanze di valorizzazione
partecipativa.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento