sabato 8 agosto 2015

Kadwaha, tempio Chandla

Poco distante dai templi del gruppo 7, nella vacuità campestre in cui si situava come il tempio più ad ovest di Kadhwaha, di lì a poco  avvistavamo il tempio Chandla,  nella sua copertura piramidale a gradoni che ne faceva un alieno remoto primordiale tra gli altri templi, il primo di tutti quelli superstiti ad essere stato edificato in Kandwaha dai sovrani Kachchhapagatha. Forse ai templi della sua edificazione essi  non erano ancora in grado di manifestare alcuna rivalità competitiva  con i signorii Chandella,  e se la covavano intendevano dissimularla,  edificando templi che si rifacevano al sermone rustico di quelli di provincia  che come il Nag Mandir ritroviamo ancora superstiti all interno dei territori Chandella, in località quali  Mau Suhania, vicino a Dhubela, anziché spingersi anzitempo a  emulare quelli della loro capitale religiosa, la cui ripresa forse esulava ancora dai loro mezzi ed intenti.
Il tempio, come ci si è conservato, oltre il portichetto assurgeva all’elevazione di un sikhara piramidale, scaglionato nelle kapotas con takarikas di quattro pidhas. Tale inusuale sikhara  verteva sulla kapota superiore, ed il recesso piatto, di una varandika il cui bordo esterno inferiore era la gronda del santuario.  Il  badhra della parete inferiore non era che l’inquadramento sfasato di lato, rispetto al centro del jangha,  di un bhadra-ratikha con udgama e tra pilastri badhrakas. Questi ultimi  presentavano la stessa stilizzazione rudimentale dei vasi dell’abbondanza che è ricorrente  nei territori che erano sotto la sovranità dei Chandella, ove si connotava come la forma  arcaizzante dei pilastri dei  templi ch’erano sorti distanti da Khajuraho , o che nei templi della loro capitale religiosa conformava i pilastri secondari , meno in vista o di reimpiego, che riprendevano la semplificazione antinaturalistica di tale stenografia dei ghata-pallava

Tale jangha era sopraelevato con l intero tempietto  sui tre corsi di  una pitha,  e quindi su kura, kumba e kalasa e la kapota di una vedibhanda che non condivideva con l’antarala. Lo sovrastava una  gronda ornamentata  nella sua parte inferiore da una cornice di ardha-ratnas,  che precedeva ilo recesso piatto e la kapota( o jadhya kumba) della varandika,.
Ganesha, Surya e Chamunda
campeggiavano nelle bhadra-ratikas, mentre nel sukanasika  frontale, e già al centro della trabeazione del lalata bimba, eminente su dei profili di sakas che erano stati  ridotti all’appiattimento a bhadraka della stambha-pilastro  ed ai due filari ad essa laterali di fiori mandaras,- come nel tempio B del gruppo 7-,  si attestava quale il Signore del tempio Shiva Nataraja.

Poco distante dai templi del gruppo 7, distaccato come  il più ad ovest dei templi di Kadwaha, in assoluto isolamento nella vastità campestre, di lì a poco  avvistavamo il tempio Chandla,  nella sua copertura piramidale a gradoni che ne faceva un primordiale alieno remoto tra gli altri templi, il primo di tutti quelli superstiti ad essere stato edificato in Kandwaha dai sovrani Kachchapagata. Forse ai templi della sua edificazione non erano ancora in grado di manifestare alcuna rivalità competitiva  con i dinasti Chandella,  e se la covavano intendevano dissimularla,  edificando templi che si rifacevano più al sermone rustico di quelli di provincia che potevano sorgere e che ritroviamo all interno dei territori Chandella in Mau Suhania, quali il nag Mandir, più che emulare quelli della loro capitale religiosa, la cyui edificazione forse esulava ancora da i loro mezzi ed intenti.
Il tempio, come ci si è conservato, oltre un portichetto elevava un sikhara piramidale scaglionato nelle kapota con takarikas di quattro pidhas , sul vimana  di un santuario che presentava per badhra l’inquadramento sfasato di lato, rispetto al centro del jangha,  di un ratikha con udgama tra pilastri badhraka  che presentano la stessa stilizzazione rudimentale dei vasi dell’abbondanza che si ritrova nei territori sotto la sovranità dei Chandella  come una forma arcaizzante dei pilastri dei  templi esterni a khajuraho o di quelli secondari , meno in vista o di reimpiego dei templi della loro capitale religiosa, che ne riprendevano la semplificazione antinaturalistica.
Tale jangha era sopraelev ato con l intero tempietto  sui tre corsi di  una pitha,  e su kura, kumba e kalasa di una vedibhanda che non condivideva con l’antarala. Lo concludeva una  gronda
suggellata nella sua parte inferiore da una cornice di arda-ratna,  che precedeva ilo recesso piatto e la kapota o jadhya kumba della varandika,


Ganesha, Surya e Chamunda campeggiavano nelle bhadra-ratikas, mentre nel sukanasika  frontale, al centro della trabeazione della lalata bimba, eminente sui profili di sakas ridotti alla’appiatimento a bhadraka della stambha e a due filari ad essa laterali di mandara, come nel tempio B del gruppo 7,  si attestava come il Signore del tempio Shiva Nataraja.

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