lunedì 10 agosto 2015

Tra le spire del nostro stesso serpente

Tra le spire del nostro stesso serpente

Al telefono oggi era confortante come la mente di Kailash seguiti a volgere al sereno, mentre mi inteneriva e inquietava quale fede la rischiarasse.
In giornata si era recato di lunedì al tempio di Shiva, e per altre cinque lunedì vi si recherà ancora, perché ha appreso che durante questo mese sarà Egli il dio tuttofare, mentre Vishnu e la sua famiglia divina se ne stanno in riposo, e Brahma giace in quiescenza.
“Now Shiva is like the general manager of the world, He has power for every good, “ a Lui la pralaya, dissolvere tutto come è già in suo potere, provvedere al futuro come Vishnu, “ give life” come Brahma,.
Che non manchi ogni lunedì di fare ritorno al tempio del Dio, mi raccomandavo, e che renda sereni i nostri giorni il pensiero della vita bella che assicuriamo ai nostri bambini, la cui felicità ora ci chiede così poche rupie…
Intanto la sua mente, di così eccezionale memoria, riandava a Deogarh, al suo tempio mirabile, all’ immagine scultorea straordinaria , che vi è in rilievo, di Vishnu disteso sulle spire del serpente Ananta, sull’oceano del niente primordiale in cui l’ulteriore Universo è andato dissolto.
Ma ecco Laxmi che gli solletica un piede, un nuovo mondo nel Dio ha di nuovo origine, e la sua scaturigine è il fiore di loto che ha vita dal suo ombelico, “ With Brahma inside” ricordava benissimo l’amico, ” e sopra di nuovo tutti gli dei”
“ Certo , Kailash, prima degli altri Shiva e Parvati sul loro Nandi (gibbuto)…”
“ E ti ricordi, quando rimpiangevo di essere stato di ritorno in Batheswar senza essere risalito al tempio che ne precede l' ingresso, e tu mi dicesti che non ne valeva la pena, perché all interno non c’erano che delle immagini di soli sardulas? Controllai poi le fotografie, ed il tuo ricordo era perfettamente esatto…
“ Cerco di salvare la mia mente… “
Parlando di Aurangabad, alcuni giorni fa, ha saputo dirmi il nome stesso dell'hotel dov’eravamo stati oramai sette, otto anni or sono.
Bum bum , tuoni nella notte, e di pomeriggio, quando poi “ not one drop”, non una goccia che fosse caduta, ad alleviare una calura che non si fa monsonica.
Ma in mattinata l'amico era stato il conducente di una coppia indiana ai templi jain, e al Duladeo, mentre essi non avevano voluto sospingersi fino al Chhatarbuja, né inteso saperne di raggiungere i templi Vamana e Javari, per l’insostenibilità, per loro stessi, del dissesto stradale da affrontare per pervenirvi.
Duecento rupie, il ricavo, di cui non mi ha detto che perché gliel’ho chiesto. Una stilla, ma quanto benefica, nell’arsura economica da cui riaverci per concepire ancora un futuro, come sulle spire del nostro stesso serpente.




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