Tempio numero 2 Krishna Deva / tempio Garhi Mandir.
Rivisitati lungo le strade d’accessi i templi Pacchali
Marghat , seguendo le indicazioni del custode, al quale nulla dicevano i
criteri di catalogazione di Krishna Deva,
il mio giovane autoconducente mi faceva disecndere a quello che avrei
imparato ad identificare come il tempio shivaita di Garhi. Esso si collocava al centro del
villaggio in un divallamento che ospitava anche un fascinoso math o convento
Mattamayura, e mi riconduceva alla prima fase architettonica nel suo splendore
decorativo.
Su una bassa piattaforma da cui il tempio si distaccava sulla base di una
padmapitha secondo la consuetudine dei
templi Pratihara fatta proprio dagli artefici Kachchapaghata , esso consisteva di portico, antarala e santuario, senza più
residuo alcuno della sovrastruttura.
I pilastri del portico, brevilinei, assecondavano l usuale istoriazione
in due vasi dell’abbondanza ed un bhadraka di raccordo suggellato da una
testata con kirtimukka, che apparivano magnificamente
torniti e rilevati.
Siffatti ( Tali) pilastri erano di supporto ad un capitello il cui solo echino era scanalato, mentre l’abaco appariva perlinato, e su di esso, vigorosamente prominenti, degli atlanti ostentavano la loro possanza.. Magnifico, nel suo intridersi di luce ed ombra, era l’apparato ornamentale del santuario e della sua anticamera, fregiantesi di edicole e di udgamas duplicati , nei minitempli del bhadra centrale, dei karnas e delle nicchie dell’antarala, a replica sontuosa di quelli sovrapposti a kumba e kalasa della vedibhanda del basamento del tempio, più umili ma pur essi dotati di propri pilastrini affiancati da vyalas e di coronamenti di udgamas, in corrispondenza anche degli upabadhras larghi e piatti che supplivano a prati-rathas intermedi.
Siffatti ( Tali) pilastri erano di supporto ad un capitello il cui solo echino era scanalato, mentre l’abaco appariva perlinato, e su di esso, vigorosamente prominenti, degli atlanti ostentavano la loro possanza.. Magnifico, nel suo intridersi di luce ed ombra, era l’apparato ornamentale del santuario e della sua anticamera, fregiantesi di edicole e di udgamas duplicati , nei minitempli del bhadra centrale, dei karnas e delle nicchie dell’antarala, a replica sontuosa di quelli sovrapposti a kumba e kalasa della vedibhanda del basamento del tempio, più umili ma pur essi dotati di propri pilastrini affiancati da vyalas e di coronamenti di udgamas, in corrispondenza anche degli upabadhras larghi e piatti che supplivano a prati-rathas intermedi.
Su di tali espansioni lisce splendevano le statue di apsaras e di altre figure
celesti, interposte, su due ordini , fin
anche nei lati interni di tali proiezioni
e nei recessi tra le edicole templari, ove la dislocazione più in basso era riservata ai
vyalas.
I fremiti di luce ed ombra delle pareti erano percorsi da un tale
empito di gremitio statuario, che non erano
ad esso sottratte nemmeno le pareti laterali del bhadra-rathika, reso
ancora più fastoso di già dal fregio fogliare sottostante di una parni-bandha, e ancor più dalle figure di surasundari che risaltavano sensuose sui suoi piastrini
esterni, emergendo su gli stipiti e la soglia d’ingresso al suo santuarietto, in cui non
mancavano di figurare per le dee fluviali Ganga e Yamuna due loro attendenti,
nonché le figurine in preghiera adorante ed un profilo elefantino ai lati di una
divinità femminile, nella mandaraka
centrale dell’udumbara che ne fungeva da soglia
Un’ulteriore divinità femminile campeggiava tra pilastrini, affiancati da sardulas, di una nicchia al di sopra della gronda, o chhadya, la fiancheggiavano due edifici fantastici,
ove un chandrika ed un amalaka erano il culmine della tettoia di un balconcino
popolato di gente faceta, che si elevava a sua volta, per il tramite di una vedika obliqua, su di
una piattaforma ove tra due kapotikas era
compreso il recesso di un’ antarapatta che fungeva da podio.
Il portale d’acccesso al santuario del garbagrigha jnscenava
lo sfrenarsi di Shiva Nataraja al centro della trabeazione, tra Uma- Maheshvara
e Laxmi-Narayana ai capi opposti, sullo
sfondo dei Navagraha e la sovraesposizione dei 12 Adityas .
Al principio degli stipiti Ganga e Yamuna apparivano
defilate verso l' interno sui loro veicoli animali, rispetto a due sinuosi
dikpalas centrali,
due antecedenti dei quali erano attestati in analoga flessuosa tribhanga sui pilastri interni precedenti.
due antecedenti dei quali erano attestati in analoga flessuosa tribhanga sui pilastri interni precedenti.
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