Poco oltre l’ingresso
nel territorio di Terahi, l’antica Teramvi, sulla destra un sentiero
sinuoso tra un’arida distesa ed
asperità e ciotoli , di un ocra rossastro, recava sino al tempio
Mahajamata, poco distante, erettovi in onore della dea Kali verso il 10o
secolo dai Khachchhapaghata, signori di Gwalior. Era il primo
che avrei visitato dei numerosi templi fatti edificare dalla dinastia nel
territorio, in Terhai, come in Mahua, già Madhumati, ed in
Kadambaghua, ora Kadwaha, ove ne restano ancora quindici, in
differente stato di preservazione. Vi erano sorti in concomitanza con
l’insediamento della setta tantrica shivaita Mattamayura, di
cui altre testimonianze templari e monastiche avrei ritrovato altrove
nel Madhya Pradesh, nel villaggio di Chandrei, oltre Rewa, agli inizi del
distretto di Sidhi, che ne conserva un fascinoso tempio ed un
monastero.
Precedeva il
Mohajamata , come mi è apparso nel suo sito
delimitato da recinzioni, un torana che ai tempi della ricognizione di Krishna Deva
giaceva in frantumi sparsi, ed ora splendeva magnificamente
ricomposto. .
Il Mohajamata mi si
sarebbe caratterizzato come un tempio Kachchhapaghata per il suo
essere costituito di portico di entrata, vestibolo, santuario secondo un ordinamento pancharatha, un basso plinto su cui si sopraelevava,
i pilastri brevilinei del portico d’entrata ornamentati con
ghata pallava , ossia i vasi dell’abbondanza di remote ascendenze Gupta, un portale con stipiti di 5 sakhas, i due ordini di statue
separate da una madhyabandha che si succedevano lungo le pareti
laterali, in proiezioni e recessi, un fregio di tulas o testate di sardulas, di matrice lignea, che intercorreva nella varandika sovrapposta
alle proiezioni del muro del jangha, su cui si elevava il sikhara
che è andato totalmente perduto e che era da supporre di
media altezza, come è usuale nei templi Kadwaha, eccezion
fatta per il tempio di Suhanya . ed in Kadwaha per il solo sikhara
del tempio Murayat, (e pure con riserva, in quanto avrei visto il suo
esplicarsi in rathas trattenerne lo slancio ascendente). Sulla padmapitha in
forma di petali di loto, i pilastri esterni del portale d' ingresso si
fregiavano nella kumbika inferiore di una nicchia, coronata di udgama, in cui
era alloggiata l immagine di un gana. Il seguito era la successione che
avrei rilevato come standard nei pilastri dei templi Kachchhapaghata di Kadwaha,
che ad un vaso dell'abbondanza vedeva succedere in verticale una sfaccettatura in 16 lati del pilastro su cui da una ghirlanda floreale, o pushpa mala, ricadeva una
campana appesa ad un cordone. Due collari, uno a fiori e spirali perlinate,
precedevano il secondo ghata pallava, che forniva il proprio appoggio all'abaco a glumette floreali e all' echino scanalato di un capitello bharani, su
cui era prominente una mensola di acrobatici atlanti.
Nei pilastri interni un bhadraka
piatto, uno dei quali recava i resti scultorei di una terrificante Chamunda ,
fiancheggiava l'emanatività magnifica della defluenza laterale, turgida di
linfe, di un vaso dell'abbondanza inferiore incontinente, sovrastandolo il
traboccare fogliare del vaso dell'abbondanza superiore.
Nel portale d'accesso al
garbagriha le dee fluviali e le loro attendenti, in esasperata tribhanga, erano
sormontate negli stipiti da un saka centrale di mithunas, disposta tra due sakas
ai lati di sardulas , mentre precedevano le loro fasce verso l interno
altre due bande , una delle quali una era un serto di fiori mandara.
Tutto al femminile il lalata
bimba, in cui secondo Krishna Deva era Vaishnavi che campeggiava al
centro, sullo scheletro di uno spettro quale cavalcatura,- come nei templi
Pratihara di Barwa Sagar e della Mahadevi in Gyaraspur, o nel tempio
Parshvanatha di Khajuraho, ove come in Gyaraspur figura come Chakresvari,
la sua equivalente jain,-, tra le due divinità ai lati delle matrikas
Brahmi e Maheswari, le Saptamatrikas controparti femminili di Brahma e Shiva,
con una gamba tristemente sollevata in una danza fatale: a rendere più
inquietante la scena, altre matrikas intermedie, fra le quali erano ben
riconoscibili la scheletrica Chamunda e Vighnesvari, proboscidata consorte di
Ganesha, apparivano ulteriormente intente ad un ballo di vita e di
morte,
che si faceva frenesia .irrefrenabile nei danzatori e nelle danzatrici
superiori, magnificamente avvinti ed assorti irresistibilmente nella
danza.
Nell' interno del garbha.griha la
Dea Nera. La statua della dea Kali che vi era originariamente collocata era
stata trasferita ed era ora visibile nel tempio Pratihara Kerapati o Chamunda di
Mahua, mia meta che ritenevo oramai prossima.
Ai lati, ricettivo onorifico che solo in parte si
era conservato . E di statue erano gremiti gli stessi recessi, il mini-portico e
gli stipiti del miniportale del badra-ratika, quanto una banda scultorea
superiore incentrata in una nicchia, che era stata interposta, come
il diaframma di una varandika, tra tale santuarietto e l' udgama che
ne microscopizzava la sommità templare.
la vedibhanda
inferiore consistente di khura, kumba kalasa e kapotika, con takarikas,
sulla kumbha presentava delle nicchie fregiate di gavaksha, recanti ganas o
fregi di rombi diamantini, così come esse erano apparse sulle kumbikas dei
pilastri del portico, ed era istoriata di una grasa-vasantapattika
floreale di kirtimukkas, sovrapposta al kalasa, all'altezza delle edicole
eminenti superiori del bhadra centrale e del vestibolo, che un fregio fogliare
di parna-bandhas orlava di sotto. Su di essa si elevavano le proiezioni di
bhadra, pratirathas e karnas ,che un jalaka reticolare separava dal vestibolo dell'antarala, bipartite nelle due gallerie di statue che le proiezioni ospitavano in superficie e negli stessi loro lati interni, eccettuati il bhadra e l'antarala edicolari, le nicchie dei badhra risultando evacuate, mentre le matrikas Varahi e Kaumari restavano albergate in quelle dell'antarala. Alla madhyabandha che separava le due gallerie era originariamente annessa una gronda per ogni statua di ogni proiezione, secondo un apparato
Nella galleria inferiore
stavano surasundaris nelle prati-rathas, sardulas nei recessi , le
controparti femminili dei dikpalas nei karnas, mentre nella galleria
superiore in luogo di celestiali gandharvas la maggior attrattiva del tempio,
differita fino ad ora, per cause di forza maggiore descrittive, erano gli
scheletrici spettri ignudi che scalpitavano divertiti e febbrili,
concitati da un asarabanda ultraterrena che non aveva pari
nell'animazione della vita terrena. Particolarmente trascinanti, quelle in
cui coppie di scheletrici fantasmi (kankala) o più corporei spiriti(
pretas) si spartivano voraci viscere e membra di cadaveri
freschi, rodevano avidi le loro ossa.
Più su, oltre la modanatura di un
kapota, un corso di tulas di teste di sardulas era quanto restava della
varandika di ulteriormente tremendo.
Il torana aveva al centro della sua trabeazione superiore esteriore Surya alla guida dei suoi sette cavalli, cui corrispondeva sul fronte opposto Vishnu, stando ai resti degli ayuda del dio.
Kartikkeya ed Indrani stavano accampate nelle edicole templari della sommità dei pilastri sottostanti a Surya, da cui promanavano makaras verso l interno, mentre i loro corrispettivi sul lato volto al tempio erano Chamunda e Vaishnavi. Edicole coronate da sikharikas e nicchie ultimate da kirtimukkas, ulteriori kirtimukkas che suggellavano vasi dell abbondanza e poi girali di foglie, oltre madhyabandas di gandarvas e di naga in anjali, ccostuitavano la profusione dell ornamentazione inferiore degli stambha- pilastri, prima della schiusa dei capitelli e del librarsi delle modanature della bitha delle edicole superne.
Il torana aveva al centro della sua trabeazione superiore esteriore Surya alla guida dei suoi sette cavalli, cui corrispondeva sul fronte opposto Vishnu, stando ai resti degli ayuda del dio.
Kartikkeya ed Indrani stavano accampate nelle edicole templari della sommità dei pilastri sottostanti a Surya, da cui promanavano makaras verso l interno, mentre i loro corrispettivi sul lato volto al tempio erano Chamunda e Vaishnavi. Edicole coronate da sikharikas e nicchie ultimate da kirtimukkas, ulteriori kirtimukkas che suggellavano vasi dell abbondanza e poi girali di foglie, oltre madhyabandas di gandarvas e di naga in anjali, ccostuitavano la profusione dell ornamentazione inferiore degli stambha- pilastri, prima della schiusa dei capitelli e del librarsi delle modanature della bitha delle edicole superne.
Osservazioni ulteriori nella
trabeazione del torana sorprendeva la successione deliziosa di piccoli
kakshasana con figure colloquianti al loro interno, in quanto le avrei rinvenute
di nuovo solo nel tempio Ghari in Kadwaha, e prima di Khajuraho
ricorrono quasi solo in templi del Rajasthan quali quelli di Jaghat e
Baroli.
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